Claiborne Ave

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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    Una delle strade principali e più trafficate di New Orleans, attraversante diversi quartieri a nord del Mississippi.
    aorta cittadina di medio carico, le sue tre corsie in entrambi i sensi si intersecano alle decine di vie abitabili e alle strade più densamente vissute, perdendosi fra i mille lampioni e la lenta corsa che da Hoffman triangle a Holly Groove, prima di rinominarsi Jefferson Highway e sparire dentro Elmwood.



    Sono ormai passati alcuni minuti da che l'auto di Norman e dell'esca si sono allontanate dal Masquerade Nightclub, e con fare calmo si è mossa pigramente verso la Claiborne con il passo di chi non ha alcuna fretta di partire o di fermarsi.
    la strada pare essere moderatamente deserta, o almeno è quello di cui può sincerarsi il trio (quartetto) di malkavi mentre affronta l'inseguimento più lento della storia; a testimonianza della loro impresa c'è infatti solamente un'utilitaria azzurra guidata da un'attempata cittadina probabilmente non avvezza alla guida notturna.
    La tensione, affettabile con una lama, sembra incrinarsi a ogni colpo di freno e partenza. Ma rebecca tiene più che dignitosamente il mezzo, e si sincera a ogni tirata di mantenere le distanze ma di non perdere di vista il mezzo-bersaglio.

    Ciò nonostante vi è un momento di sorpresa quando, durante quel lungo inseguimento, il camioncino anzichè accellerare... rallenta. e anche vistosamente, per poi infilarsi lateralmente in un vicolo di sbocco deserto e quindi... fermarsi.
    Turni liberi, ma siete ancora in auto e guidate.
     
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    Proseguendo quell'inseguimento al rallentatore, la donna sembra particolarmente sorpresa di quello che succede.
    Si trovano in pieno centro, sicuramente non la zona dove Herman avrebbe voluto fare qualcosa... Ci dev'essere qualcosa di strano.

    "La situazione puzza. Tenetevi pronti, non credo che stia andando bene come previsto. So che è difficile, ma cerchiamo di mantenere un basso profilo, siamo in pieno centro."

    afferma, andando a rallentare leggermente, per poi accostarsi all'entrata del vicolo, cercando di sbirciare dentro lo stesso, senza però entrare con il veicolo.

    Io spenderei un altro punticino in destrezza e mi tengo pronta ad abbassare la testa
     
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    Per gran parte del viaggio in auto, Von Braun cerca di concentrarsi su due sole attività.
    La prima altro non è che un semplice ma rigoroso esercizio di attenzione: la strada, il traffico, gli incroci.
    La seconda è la rievocazione mentale di un vecchio episodio di Supercar, dove David Hasselhoff e KITT si trovano a dover fronteggiare due degni rivali: il sosia di David Hasselhoff con i baffi alla guida del medesimo modello di Pontiac Firebord modificata, ma in questo caso illuminata frontalmente da certamente malevoli led rossi.
    La ragione di tutto ciò risiede in quello che con ogni probabilità è un eccesso di zelo del Cavaliere della Luna: egli non sa fino a che punto le capacità telepatiche di Norman siano estese e se il Lunatico fuggitivo stia sondando i pensieri degli individui nelle sue prossimità come una di “sonar telepatico”.

    Ad ogni modo, ad un certo punto del percorso, l’auto guidata da Herman rallenta, si immette in un vicolo e si ferma.
    La tensione a questo punto è certamente alta, ma il volto di Otto (e di quello di Zoobo non parliamone neanche) è il ritratto dell’assoluta mancanza di stupore. Anche se la teoria condivisa dal Cavaliere e dalla Dama della Luna si dimostrasse totalmente campata in aria e quell’incontro non fosse già stato pianificato da Blake nei minimi dettagli, resterebbe alquanto improbabile cogliere così a braghe calata un anziano, che fra l’altro si era dimostrato capace di insinuarsi nella mente di Von Braun per minacciarlo un attimo dopo la neutralizzazione del suo uomo al Le Chat Noir.
    La ragione per la quale il malkavo ha seguito i suoi compagni di clan dunque non è stata la speranza di tendere un’imboscata, ma l’occasione per un confronto…
    Le dita pasciute di Otto vanno alla tasca interna del trench a cercare un oggetto. Non si tratta del taser che si è portato con sé quella notte (e che invece tiene nella tasca esterna sinistra) ma di un più piccolo oggetto cilindrico: il sigaro cubano scroccato da Nico.
    Da dove si trovano ora i nostri pg riescono a vedere chiaramente Herman e Norman all’interno del veicolo?
    Posso farli osservare meglio al mio pg ricorrendo a Sensi Acuti?
    Se li vede e qualora fosse possibile, Otto tenterebbe poi una lettura dell’aura dei due, partendo da Herman.
     
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    @rebecca: ok
    @Otto: non hai problemi a vederli, anche sulla distanza.
    Herman è un vampiro, è troneggia un color arancio nella sua aura.
    Norman d'altro canto è un vampiro, e nella sua aura si riflettono diversi colori. L'azzurro chiaro si contrasta all'oro, un colore che rarissimamente ti è capitato di vedere, e a sprazzi di vermiglio. Ma i colori sono vorticanti ed ipnotici, tendendi a movimenti ingenti per quanto armoniosi.


    Kappa, nel veicolo con i suoi due baby sitter, emise un gutturale verso di fastidio, caricando sulla gola un gorgoglio ringhiato indice della sua crescente rabbia. La missione, che aveva preso con un discreto fanatismo, lo stava portando a schiumare.
    Tuttavia non si mosse. lo sguardo saettò verso Rebecca e poi Otto. Persino Zoobo, quasi sperasse che la marionetta potesse dirgli quel desiderato "VAI" che si leggeva nei suoi occhi.

    Il veicolo dei due si era di lato, arrivando anche a spegnere le luci di posizione, bloccando completamente la marcia.
    Gli inseguitori poterono notare come anche il motore finì con lo spegnersi. grazie all'uso sensibile dell'auspicio era possibile notare come Herman e Norman stessero... parlando?
    difficile però sapere di cosa... e perchè...
     
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    La donna aizza ancora di piu l'udito, cercando di captare qualcosa in piu.

    auspex solon udito


    La donna alza leggermente la mano, portandola davanti alla bocca, indice alzato. Il segno internazionale di far silenzio, diretto a Kappa ed al duo meravigliao. Non che stessero parlando, ma insomma, prevenire è meglio che curare. Gira la chiave nel quadro, andando ad azzittire il motore della loro auto.

    scusate la risposta lentissima, ma ho avuto una piccola operazione chirurgica e tra anestetico e dolore, non ci sto proprio troppo col cervello >.<
     
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    Ancora una volta, nonostante la drammaticità degli eventi e lo stress derivante dalla situazione (o magari proprio in ragione di ciò) Von Braun non fa a meno di riconoscere l’ironia della vita… e di ciò che per lui è venuto dopo.
    L’uomo, che prima dell’Abbraccio, aveva sempre criticato e deriso più o meno velatamente tutti coloro che andavano parlando di "corpi sottili" e "colori dell’aura" (e nella Contea di Los Angeles non erano pochi) ora affida a tale pratica esoterica la propria sopravvivenza.
    Quello riflessa nei suoi vitrei occhi di non morto ricorda quasi un capolavoro dell’impressionismo: due soggetti quasi scomposti in millanta particelle luminose.
    La “lettura dell’immagine” che ne consegue non lascia adito a dubbi per quanto riguarda Herman, dominato da un fuoco arancione.
    “Se la sta proprio facendo sotto.” E tale pensiero un po’ rincuora il malkavo, che non avendo mai interagito con quel Fratello, si era dovuto affidare al giudizio di Rebecca. L’impressione che in tal senso la lettura dell’aura di Otto porta con sé è quella dell’ennesimo povero diavolo vittima delle circostanze e non di certo quella di un subdolo triplogiochista.
    Ma in quanto a Norman?
    Azzurro chiaro e oro“calmo come una vacca indù.”
    E similmente "sacro".
    Vermiglio“...come una Pasqua, si direbbe.”
    Il tutto in un continuo susseguirsi di effetti metacromatici vorticanti e ipnotici: il solo elemento che Von Braun aveva dato per scontato, considerando il soggetto… insieme all’inevitabile pallore di tutti quei colori che al tedesco ricordano un po’ quelli di alcuni vecchi film in technicolor.
    A questo punto proverei anch'io Sensi Acuti su udito.
    L'auto con Herman e Norman è ferma. Hanno proprio spento il motore?
     
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    tendendo l'orecchio innaturalmente perspicace dell'aruspice, i due figli di malkav non poterono cogliere la discussione nella sua totale interezza. Probabilmente Norman e la vittima sacrificale Herman stavano già parlando da qualche momento, quando l'intercettazione cominciò.
    ...no, non dovremmo fermarci qui... capisci, c'è l'incontro e poi il mezzo...
    non c'è nessun incontro, mio buon amico. Nessun mezzo, nessuna via di fuga
    m-ma io ho organizzato...
    Tu mi hai venduto alla camarilla, non c'è altra spiegazione.
    m-ma perchè venderti? non...
    ah, mio caro. l'ottusità ti ha preso i sensi ben prima che io ti sfruttassi.
    L'arcano è ormai compiuto. e temo che tu non mi serva più

    ...
    Io sono un assassino, un mostro, un sovversivo e quel che è peggio un fumatore accanito.
    Ma temo che il fumo passivo sia l'ultima possibilità per risolvere il nostro Empasse.
    ...che dovrò fare di te per chiuderla in fretta?
     
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    "Cazzo"
    è il primo pensiero di Rebecca, che sente qualche parola sconnessa qua e la.
    La mano va alla ricerca di quell'arma da fuoco che le è stata consegnata dal matto. Matto al quale si rivolge, subito.

    "Vai vai vai!"
    Un bisbigliare a volume di voce basso, mentre il sangue va ad amplificare le sue abilità fisiche. Una volta che Kappa si è mosso, anche lei va ad aprire la portiera dell'auto per uscire dal veicolo, rimanendo ancora dal lato della macchina piu distante dal vicolo, come a voler tener copertura.


    un altro punto in destrezza signor kabruki
     
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    I forti sospetti di Von Braun avevano già trovato conferma nella lettura dell’aura di Norman e Herman, tanto che quella sorta di “intercettazione ambientale” non muta particolarmente il quadro squisitamente contorto che il Cavaliere della Luna ha già in testa.
    L’uomo e il pupazzo perciò – per quanto inquietati dalle sinistre prospettive del loro immediato futuro – non si stupiscono troppo… finché Rebecca non dà improvvisamente a Kappa l’ordine di entrare in azione.
    “Non vedo perché semplificare il lavoro di chi ci ha teso una trappola” Resta solo un pensiero inespresso del Cavaliere della Luna che avrebbe sperato di sperato di poter spendere qualche parola prima che i proiettili cominciassero a volare e che ora si ritrova, nell’arco temporale di un battito di ciglia, a dover rivedere la propria strategia.
    Né Otto né Zoobo fanno il benché minimo sforzo di fermare Kappa: è vero che Blake ha concesso loro parità di potere nella gestione dell’operazione, ma il malkavo è perfettamente consapevole che quel briciolo di razionalità, disciplina e autocontrollo del compagno di clan è evaporato al primo “vai” di Rebecca.
    Quando il tedesco seduto sul sedile posteriore dell’auto si sporge in avanti dunque, non è per trattenere l’uomo seduto sul posto del passeggero, ma per inclinare di poco più di 90° lo specchietto retrovisore.
    Quindi si chinerà, tenendosi semi-sdraiato sui sedili posteriori e con la testa china sul lato dell’auto nel quale ha reclinato lo specchietto, che pavidamente andrebbe ad usare come il periscopio di un sottomarino per osservare in direzione del mezzo di Herman.
    Infine ricorrerebbe a sua volta ai poteri del sangue in grado di rendere portentoso quel corpo che mai in vita fu capace di prodezza atletiche e aprendo lo sportello, si terrebbe pronto a catapultarsi fuori dal mezzo.
    “Pare la storia di Santiago Nasar… sperando in un epilogo diverso.”

    In ordine e in sintesi Otto:
    1) inclinerebbe lo specchietto dell’auto e si sdraierebbe sul sedile posteriore in modo da poter sbirciare cosa succede fuori dal veicolo e davanti a lui.
    2) Aumenterebbe la propria destrezza di un punto.
    3) Aperto lo sportello si terrebbe pronto a fiondarsi fuori dall’auto al primo segno di pericolo.
    4) Fino a questa eventualità o diverso sviluppo, occhi fissi sullo specchietto e Auspex 1 concentrato sulla vista.
     
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    Senza nemmeno farselo ripetere, è Kappa stesso quello che si lancia di cattiveria dal finestrino, saltando con una veemenza tale da non nascondere minimamente quanto fosse carico, quanto fosse... furioso.
    Non te ne faccio una colpa, pedina si udì ancora, da Norman Ciò che si vuole sono obbiettivi più ampi di me e di te... quindi...
    ma senza nemmeno finire la frase, Rebecca e Otto vengono quasi sbalzati via dal cambio di suono causato dal frangimento di un vetro rinforzato.
    Come fosse fatto di zucchero, il malkavo incontrollabile vi si è gettato addosso in preda alla cieca violenza che pareva guidare ogni suo atto deliberato.
    E con furia feroce aveva già spinto una bocca da fuoco nel buco da lui creato.

    Uno sparo.
    Due spari.
    Tre spari.
    Quattro.
    Cinque.

    Un rapido susseguirsi di colpi squarciarono il silenzio, l'aria, tutto. I due cavalieri della luna vennero raggiunti dal furore di quei tuoni di piombo, dalla luce degli scoppi in canna, dall'odore di polvere da sparo bruciata.
    Poi il silenzio.
    Un silenzio lungo e inenarrabilmente demenziale, accompagnato dalla figura di Kappa ancora a penzoloni nel cruscotto principale, mentre dal camion non si percepiva più alcun rumore.

    D'un tratto, sotto lo sguardo del dinamico duo e di Rebecca, accadde quindi un'altra cosa.
    Con atletico balzo il figlio di Malkav si sfilò dal cruscotto nella quale si era piantato, piroettando all'indietro e atterrando davanti al camion... per poi fermarsi a fissarlo.
    Avete un'azione. se non fate niente ditemelo e continuo, altrimenti ditemi pure che volete fare e andiamo avanti.
     
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    L'unica cosa che farei per ora, se possibile, è aumentare la destrezza di un altro punto e tenere pronto Otto per un balzo felino*.
     
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    io mi faccio forte del mio coraggio 5 e mi avvicino per vedere che minchia sta succedendo, anche per controllare che Kappa non abbia fatto di Herman stesso una groviera. E spendo un punto sangue in stamina, che insomma non si sa mai
     
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    l'azione, nata eccessivamente concitata per i vampiri presenti e smorzatasi quasi immediatamente, iniziò a sembrare paradossale.
    Dal punto di vista di Otto Kappa non aveva fatto che ritrarsi, per quanto acrobaticamente, tentennando sul da farsi con aria ottusa.
    Rebecca invece, avvicinandosi sull'onda del proprio coraggio, non potè non notare il fatto che Kappa, perplesso, stava fissando un sedile vuoto.
    Herman era solo sul camion, mentre di Norman Obadiah Wan non sembrava esserci traccia alcuna, se non una cintura slabbrata e slacciata.
    Numerosi colpi di pistola sparati erano impattati sui sedili e sui vetri, uno di questi sul braccio di Herman che aveva reagito con un certo livello di nonchalance; il terrore appena accennato era ancora un residuo di prima, non certo della misera pallottola.

    Ma qualsiasi cosa stesse succedendo all'interno del veicolo, nella testa di Kappa doveva albergare la confusione. Visto da vicino lo stesso sembrava più che smarrito: gli occhi erano sgranati, stupefatti e molto confusi. La bocca nel mentre, catatonica e aperta, galleggiava a mezz'asta senza emettere un suono.
     
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    Le imprecazioni mentali della donna continuano.
    "Cazzo cazzo cazzo cazzo cazzo!"

    Si guarda attorno, sposta le attenzioni di auspex nel cercare di captare i piu piccoli rumori. Un'espressione di fastidio e paura allo stesso tempo. Sa che è completamente scoperta, nel caso dovesse succedere qualcosa, nel caso in cui Norman decidesse di attaccare la donna da oscurato.

    "Che è successo?" chiede, sia a Herman che a Kappa, occhieggiando i due, mentre la sua mano impugna stretta l'arma offertale da Kappa pochi minuti prima. Non che sia estremamente abile nell'usarla, eh, ma meglio essere pronti che non.
     
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    L’ultima volta che Von Braun aveva provato una simile sensazione di paura mista ad uno sconfortante senso d’impotenza e fatalità risale alla sua poco spassosa gita a bordo di un certo camion…
    Non è trascorso molto tempo da quella notte, ma il Cavaliere della Luna non riuscirà mai ad abituarsi a questa sensazione. E non ne ha neppure alcuna intenzione.
    Eccolo dunque spalancare lo sportello e fare timidamente capolino dall’auto, come una tartaruga che esce timorosamente dal proprio guscio.
    Se già a Rebecca la situazione risulterà poco chiara, a lui, dalla sua prospettiva lo sarà ancor meno. L’unica convinzione che ora guida il malkavo è quella che nell’immediato futuro il pericolo più grave per la sua (loro) incolumità e per quella della Dama della Luna, sua compagna in questa gran brutta storia, non sia neppure Norman, ma Kappa, armato fino ai denti, frenetico e spaventato.
    Fuori come il balcone di un palazzo abusivo e pericolante costruito su una delle lune di Saturno.
    O magari il pericolo maggiore resta comunque Norman, ma quest'ultimo gli appare così al di sopra della sua portata da spingerlo a dare priorità all’instabile progenie di Blake.
    Otto si baserà prima sulla semplice osservazione e poi sull’analisi dell’aura di Kappa e degli altri presenti. Quindi, qualora quest’indagine dovesse mitigare almeno un po’ i suoi timori, il Cavaliere della Luna inizierebbe ad avvicinarsi cautamente…

    Come descritto il mio pg vorrebbe assicurarsi che la scarica di adrenalina di Kappa si sia scaricata e che comunque non sia in atto una crisi psicotica violenta. Quindi tornerebbe ad osservare anche l'aura di Herman.
    Se non dovesse avvertire una sensazione di pericolo per un qualche colpo di testa di Kappa, si avvicinerebbe al resto del gruppo.
     
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