Claiborne Ave

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    Otto tiro dell'aura: 3 successi


    Porpora, verde chiaro, arancione, blu scuro. Una sequela di colori variegati ma confusi, tendenti al mescolarsi, al rapido cambiamento e privi di costanza cromatica si sovrappongono all'analisi dell'aura di Kappa. Quello che il malkavo duale ne può dedurre è che si tratti di una gran confusione mentale.
    Il motivo però è ancora da definirsi.

    Rebecca, dal canto suo, ormai è vicina al gigante infantile che è Kappa, che ancora indugia immobile, rigido e forse spaventato, come chi ha visto un fantasma.
    ...n-no... io... mormora appena, quando scosso da Rebecca. Ma non pare ancora tornato sulla terra, tutt'altro.
    lo sguardo è fisso sul camioncino, dove però è visibile a tutto il gruppo solo la figura di Herman, il quale ha un evidente buco da proiettile nel braccio, ma pare più stupito che dolorante come è ovvio aspettarsi.

    t...tutto bene? cercò di dire a sua volta, tentennante, evidentemente smarrito. Qualsiasi cosa stesse succedendo non era opera di macchinazioni, non sue.
    Signorina...?

    Tuttavia la situazione era tutto fuorchè risolta. Ai due cavalieri della luna fu chiaro immediatamente che Kappa stava per fare un altro passo indietro. stava...cercando la fuga?
    ...no...

    è abbastanza palese per entrambi che Kappa sta ampiamente pensando di scappare.
     
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    La ragazza allunga la mano per cercare di acchiapparne una di quelle di Kappa. Il movimento non è super repentino, non è aggressivo, è più.. una cosa empatica. Sa bene che il figlio di Malkav si potrebbe dissociare da un momento all'altro e potrebbe scappare via.

    "Kappa, che è successo?" chiede nuovamente, spostanto lo sguardo da lui ad Herman. Si spinge un po' oltre, piegandosi leggermente per cercare di vedere che c'è nell'auto. C'è una vaga, vaghissima possibilità che Kappa abbia letteralmente incenerito il tizio in una frazione di secondo. Difficile, certo, ma probabile considerata l'età dello stronzo.

    Mentre osserva, senza guardarlo, dice a Otto e l'altro.

    "Voi due.. chiamate la polizia. Date un falso allarme dall'altra parte della città. Inventatevi che c'è una bomba all'aeroporto o qualcosa del genere. Giusto per sviare le guardie che saranno qui tra poco."

    cerca di mantenere il senno lucido.
    "Herman, voi come state?"
     
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    La contemplazione dell'aura di Kappa è un psichedelico spettacolo di colori intermittenti, che a Von Braun ricorda l’odiatissimo albero di Natale che puntualmente ogni anno faceva la sua comparsa all’ingresso dello studio televisivo dove veniva registrato il suo show, nonostante i più lo trovassero un pugno in un occhio e un certo Kevin dell’amministrazione avesse più volte minacciato eventuali denunce, essendogli stata clinicamente diagnosticata l’epilessia.
    La scarica di adrenalina che sta dominando “la mano armata di Blake” si sta manifestando nelle sue due principali componenti cromatiche: il viola tutt’altro che quaresimale della rabbia animalesca e l’arancione della paura.
    Un simile stato umorale genera, anche nell’individuo più equilibrato – quale certamente Kappa non è – la classica reazione di “lotta o fuga” e dato che Norman è letteralmente sparito nel nulla in un battito di ciglia, è presumibile che il lunatico sia più propenso alla seconda opzione.
    Fortunatamente Rebecca sembra essersene accorta e sta facendo un seppur timido tentativo di calmare il compagno di clan: incombenza che Otto gli cede volentieri, non essendo mai stato portato a questo genere di cose e non volendo far pratica proprio ora con un sociopatico violento cultore del II Emendamento.
    Anzi, il Cavaliere della Luna è tanto sollevato che il dispotico Zoobo neppure obietta alla richiesta di Rebecca.
    Tuttavia quando con mano tremante il ventriloquo va a prendere il telefono dalla tasca del trench, il calzino riacquisisce la propria autorevolezza: << No, Otto. Non comporre il 911. Chiama invece Ambrogio. E fa parlare me. >>
    Sarebbe quindi Zoobo a parlare con Ambrogio.
    In primo luogo si informerebbe sull’esito dell’ordine precedentemente impartito al ghoul: riportare a casa il bel addormentato.
    Dopodiché gli darebbe una nuova direttiva prioritaria: fiondarsi al più vicino telefono pubblico e segnalare anonimamente una rapina in corso in un’attività lì vicina. Si presume essere ancora dalle parti di Omega Street e quindi lontano da dove i malkavian si trovano ora e se la chiamata verrà localizzata la credibilità della segnalazione non verrà compromessa.
    Quindi Ambrogio dovrebbe ripartire subito: destinazione un luogo discreto a qualche isolato da Claiborne Ave (e quindi fuori dall'occhio del ciclone che potrebbe generarsi con l'arrivo delle autorità, ma abbastanza vicino da poter recuperare il padrone qualora fosse necessario).
     
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    Cercare di interagire con Kappa era come sperare che un muro si mettesse improvvisamente a cantare. ciarliero e con la testa piena di merda com'era, era quasi stupefacente vederlo a malapena balbettare.
    n-no... io ho sp-sparato a... Wan... ma...s-sento... tentennò, raccogliendosi la testa fra le mani sento di aver... sparato... no io... no.. non devo... mugugnò ancora, prima di arretrare ancora, stavolta prossimo alla fuga. Con balzo atletico, e una velocità decisamente superiore a quella consentita a un umano, il vampiro si caracollò a circa 150 metri di distanza, dove trovò un punto dove rannicchiarsi e piantarsi sul posto.

    Herman nel mentre aveva guadagnato l'uscita dal veicolo, aprendo una portiera e permettendosi di slanciarsi in avanti, mentre con aria perplessa oscillava tra rebecca e il suo stesso vestito irrimediabilmente sgualcito.
    Sarò sincero signorina, sono stato meglio. rispose. quando quel pazzoide si è infilato di testa nel gabbiotto e ha iniziato a sparare...
    Bah.
    mi chiedo solo dove cazzo sia finito Wan...


    ma certo signore faceva eco Ambrogio dall'altro telefono con "Zoobo" il bell'addormentato è disposto come lei crede. Eseguirò anche questa sua secondaria richiesta appena metteremo giù la conversazione il tono calmo, cordiale e affabile di chi fra tutti non aveva un problema al mondo da sospettare.
     
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    Zoobo chiude la sua chiamata con Ambrogio giusto in tempo per rispondere a Herman: << Altrove. >> Il tono del calzino parlante è sicuro come al suo solito, ma dietro a questa maschera di determinazione si cela un dubbio: “Si è già dileguato o è ancora qui che nell’ombra si fa beffe di noi?”
    << Dove dovremmo essere anche noi, al più presto. >> Mentre Zoobo conclude con questa formula, Otto si avvicina di qualche passo alla macchina e chinando un po’ il capo inizia ad annusare l’aria ripetutamente, muovendosi avanti e indietro, quasi nella ridicola imitazione di un cane da tartufo…
    Otto ricorre ad Auspex 1, focalizzandosi sull’olfatto: la traccia che spera di trovare è data dal forte odore di sigaro.
     
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    La donna aiuta Herman ad uscire fuori dal veicolo ma prontamente chiude la porta dietro di lui. C'è una vaga possibilità che Wen sia ancora oscurato dentro la macchina e Rebecca sa bene che una porta chiusa è il nemico piu grande di un utilizzatore di Oscurazione.

    La canadese tira fuori il telefono dalla tasca e senza guardare nello schermo, inizia a riprendere attorno a lei. Non osserva quello che sta riprendendo e sembra inquadrare un po' alla rinfusa. La vaga speranza è quella di non farsi fregare da oscurazione e poter essere in grado di riguardare il video in un secondo momento per ottenere eventuali dettagli su Wen. Magari è li disteso per terra e loro non riescono a vederlo per via di Oscurazione.

    "Wan è qui da qualche parte. Otto, rimani a controllare l'auto, tieni il tuo sguardo sulla vettura, aizza l'ascolto. Se Wan vuole uscire da questa auto, deve far rumore." sempre se non si sia gia dileguato, chiaramente.

    Continuando a registrare un po' alla Lucignolo a casaccio, la donna va verso Kappa per cercare di capire come sta messo e cosa sia successo precisamente.
    "Kappa, cosa è successo? Parlami... spiegami..." dice, piegando le ginocchia ed abbassandosi verso il matto, offrendo una mano che Kappa può usare per consolazione o per tirarsi su.

    e come detto, attivo auspex solo udito. Farei un check di empatia di qualche tipo per calmare Kappa se possibile, oltre a dargli uno sguardo con Auspex 2
     
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    Per Rebecca Tirare fuori Herman dal veicolo non è un problema, così come non lo è estrarre il cellulare e iniziare a riprendere. La telecamera di uno smartphone di notte non può fare miracoli, ma di sicuro è un piccolo marchingegno moderno che riesce dove i loro occhi potrebbero fallire: trovare Wan nei paraggi.
    Così come non è un problema per Otto focalizzarsi sull'olfatto, discernendo tra le altre un forte odore di tabacco di alta qualità che emerge dalla vettura, dal vetro sfondato, un po' anche da Herman... ma soprattutto un alone percettibile ancora in alcuni paraggi non identificabili.

    Quello in cui però la canadese non sembra riuscire è placare le nevrosi del malkavo armato. L'aura rivela una miriade di colori pallidi ma variegati, incosstanti, con predominanze grigio-argentee e sfumature arancioni. Mentre lo fissa si rende anche conto di come il lunatico più armato di New Orleans ora stia abbandonandosi a Lacrime sanguigne, che copiose iniziano a scorrere dai suoi occhi. Totalmente alienato da quello che è il mondo che lo circonda. La visione dell'incontrollabile malato di adrenalina svanisce, rivelando un verme d'uomo, devastato dal suo stesso piagnucolare. tremante.
    n-non... non posso capisci? io... io... io lo sento! l-lo... la voce trasale, mentre metà del suo volto inizia a tingersi di scarlatto, mentre le lacrime dello stesso gli deformano il viso rendendolo più bestiale, ma al tempo stesso più patetico. io s-sento il... il sangue. è... è il m-mio... capisci? piagnucola, per poi scattare come una molla impazzita, ed afferrare le spalle di Rebecca per guardarla negli occhi. La disperazione è forse l'emozione più sincera che Kappa abbia mai mostrato. Capisci Rebecca?! è il... il mio sangue...

    Nel frattempo, ancora nei pressi del camion, Herman e Otto non possono fare a meno di guardarsi attorno in preda alla più banale delle paranoie: la semplice preparazione all'eventualità che Norman Obadiah Wan balzi fuori dal buio all'improvviso, attaccando il prossimo.
    Non importano ora le dietrologie, i possibili sospetti, i dubbi: Ciò che conta è la più ferale delle sensazioni: la sopravvivenza.
    Ed appellandosi a questa, per un singolo istante, a Otto e Zoobo pare di percepire un distinto suono di vetri rotti al lato della camionetta, accompagnato per la prima volta da una chiara localizzazione sul da dove viene l'odore di quei maledetti sigari.

    Contate che siete separati, come detto: circa 150 metri l'uno dall'altra. da una parte Herman e Otto, dall'altra Rebecca e Kappa.
    a meno che non vi mettiate ad urlare la comunicazione puramente verbale viene meno.
     
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    La febbrile attività di ricerca di Rebecca, che disperatamente si improvvisa acchiappafantasmi, cercando di catturare un’immagine di Norman col proprio cellulare. Le occhiate nervose di Herman, che ancora trema visibilmente. Le balbettanti scuse di Kappa, che sembrano confermare ulteriormente i dubbi dei due malkavi non lunatici.
    Von Braun percepisce tutto ciò, ma ad un livello di consapevolezza più superficiale: parole e immagini sono come ovattate e sfocate, quasi che il Cavaliere della Luna si trovasse in immersione…
    E in un certo senso è così: il suo olfatto, ora sovrannaturale per un umano, lo avvicina più al mondo canino, aprendo le porte della sua percezione ad un mondo invisibile, ma tutt’altro che trascendentale.
    Puzza di smog.
    L’odore di carote di una torta appena sfornata in un café non troppo lontano.
    Il profumo artificiale di pino dell’Arbre Magique appeso allo specchietto retrovisore del mezzo di Herman.
    Piscio di gatto.
    L’aroma pungente di un cubano.
    “È qui.”
    Il ventriloquo china il capo e contemporaneamente inclina il polso, offrendo l’assurda suggestione che anche Zoobo abbia identificato quella traccia, anche se privo di frivoli orpelli come un naso e il senso dell’olfatto.
    Ora che l’ha individuata, quell’eterea scia di tabacco è ben distinguibile a Von Braun. Tuttavia essa è contorta, aggrovigliata, come la beffa di quei ragazzini che imbrattarono il vialetto della sua villa a Pasadena con la carta igenica, ormai tanti anni fa…
    Ma poi eccolo: il rumore di vetri rotti.
    Il bandolo della matassa.
    Otto cercherà quindi di indicare discretamente ai compagni (e in particolar modo a Rebecca) il luogo da lui indicato, lo studierà e lo sorveglierà con i suoi sensi acuiti dall’auspicio.

    Come da descrizione, il mio personaggio cercherà di attirare discretamente l’attenzione sul punto individuato e ricorrerà ancora ad Auspex 1, ma questa volta concentrandosi sui suoni.
    Le possibili vie di fuga sono le due estremità del vicolo o ci sono magari passaggi laterali dai quali Norman potrebbe fuggire se ne avesse intenzione?


    Edited by EnricoPallazzo - 23/1/2023, 17:00
     
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    La donna sente il rumore di specchi infranti dalla distanza. La sua teoria era alquanto corretta, quindi.
    Kappa ha compiuto il suo lavoro, o perlomeno ci è andato molto vicino. La Canadese pensa che Wan.... O meglio.. L'alter ego di Blake.. sia ferito gravemente, se non quasi in torpore direttamente.

    Lo stato di salute di Kappa è quello che la preoccupa di più, al momento. Dovesse partire di matto, probabilmente il Malkavo potrebbe fare fuori tutti i presenti in un battito di ciglio.

    "S--si, capisco Kappa.. Non ti far ingannare... dalle emozioni." fa una piccola pausa, cerca di allargare le braccia per provare ad abbracciarlo, avvicinando la testa alle spalle del Malkavo.

    "Sono.. le sue volontà. Vanno apprezzate, non necessariamente capite. Ha voluto che fossi tu quello che portava avanti il suo volere." proverebbe a stringerlo, a cercare di tranquillizarlo offrendogli un po' di calore emotivo.
     
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    ho fatto dei tiri per entrambi. Discretamente bene.

    @Otto: le vie di fuga sono tre, ipotizzando che il soggetto non si oscuri: può re-immettersi in strada (ma lì sarebbe molto visibile) scivolare alla destra del camion e scappare di lato, o tornare indietro. tuttavia è una possibilità molto blanda.

    @Rebecca: Kappa pare "calmo", o meglio: troppo disperato dal fare un'azione aggressiva.


    Otto e il suo manager Zoobo erano entrambi perfettamente consapevoli di alcuni dettagli, che forse sfuggivano all'inebetito Herman, incapace di cogliere dettagli così palesi.
    Il vampiro duale potè cogliere con attenzione come i rumori lo attirassero vicino al lato sinistro del camion, e di come la traccia olfattiva fosse così palese ora, da impedire al vampiro di non notarla.
    Herman, dal canto suo, guardava preoccuato il ventriloquo: forse non sapeva cosa fare, o si limitava ad attendere l'evolversi degli eventi. Ma ad ogni modo lo faceva in religioso silenzio.
    Non ci volle molto allo specchio infranto, prima di notare la presenza di una figura appoggiata malamente sul retro del camion, che in penombra poteva essere oggettivamente chiunque ma che puzzava di sigaro come nessuno prima di quel momento.
    Poteva essere Wan?
    Immobile, molto più immobile di quanto ci si potesse aspettare da un fuggiasco. Eppure si muoveva, dimostrando attività con piccoli movimenti della mano e del capo.
    Zoobo e seguace mormorò quindi, con la voce imperante e ferma che i due avevano già percepito attraverso l'auspicio. l'inganno dell'oscurazione, ammesso vi fosse, era ancora attivo. Non era Blake, non apparentemente. la sua voce era ancora diversa. è molto volgare far attendere un fuggitivo, sapete?

    ***



    ... La mente di Kappa scivolò attraverso gli occhi e le attenzioni di Rebecca come acqua fresca poteva sfuggire dalle mani di un assetato. Non reagì alle attenzioni della consorella, ma nemmeno sembrò sciogliersi o addolcirsi. La malkava poteva sentire il suo sguardo paralizzato, concentrarsi sul camion.
    io...io... n-non posso... mormorava, portando una mano dalla spalla di rebecca alla mente, massaggiandosi freneticamente il capo e strappandosi involontariamente piccole ciocche di capelli. se lui... è... oscillò un momento su Rebecca, morso nel vivo dalla paura ancestrale che lo muoveva: la consapevolezza forse, o il dubbio che Rebecca gli aveva insinuato.
    r-rebecca io... la mano tremante si lasciò cadere a terra, facendo involontariamente scivolare sull'asfalto quella che a tutti gli effetti pareva una granata. l'incontrollabile Malkavo pareva sempre più una statua di sale, un elemento di contorno incapace di iniziativa non... non posso ucciderlo... è il... il maestro.
    La voce di Kappa si era fatta ancora più tenue, più strozzata. non... non è un nemico... uno s-s-sconosciuto... gorgogliò, lasciando sul volto ulteriori segni di disperazione, nella forma di lacrime rossastre.
     
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    “Nel suo contorto piano autodistruttivo, l’artista un tempo noto come Norman si è messo nelle condizioni di prendersi qualche facile pallottola prima della sua uscita di scena.”
    Questo il pensiero che attraversa la mente in comproprietà di Otto e Zoobo, dopo che il Cavaliere della Luna è riuscito (almeno è ciò che crede) ad individuare il suo obiettivo: scompostamente accasciato sul retro del camion e verosimilmente ferito.
    D’altro canto, dalla posizione dalla quale ha sparato e considerato il numero dei colpi, è improbabile che Kappa possa aver completamente mancato il proprio bersaglio… neanche se a premere il grilletto fosse stato un obiettore di coscienza e non un patito di armi come il lunatico.
    Quando poi quella figura ancora ammantata nell’ombra gli rivolge quelle parole, Von Braun rafforza questa sua convinzione e con la freddezza con la quale è stato caratterizzato, Zoobo risponde: << Io e il mio assistente siamo stati definiti in molti modi e molto spesso ben poco lusinghieri, signor Wan. Ma la volgarità e la mancanza di rispetto verso gli anziani non ci è propria, anche in spiacevoli circostanze come questa. >>
    Il calzino mefistofelico (nel carattere e non nell’odore, poiché Otto lo lava regolarmente con un costoso sapone di Marsiglia per capi delicati) si volta quindi verso “l’assistente” e gli rivolge un breve cenno di assenso.
    Come rispondendo ad un copione prestabilito, Otto – attento a non fare movimenti improvvisi che potrebbero essere fraintesi – va a pescare dalla tasca del trench il sigaro scroccato da Nico e opportunamente conservato per un simile scenario.
    << Una variante più raffinata della proverbiale ultima sigaretta del condannato a morte. >> Spiegherà quindi Zoobo, mentre Otto dopo aver mostrato il cubano alla figura nell’ombra in modo che lo veda bene, glielo lancerà con un tiro molto semplice. Se Norman farà un movimento per afferrare il sigaro al volo, in base ad esso il Cavaliere della Luna potrà forse farsi un’idea migliore dello stato di salute del vampiro (come ad esempio eventuali ferite al braccio o alla spalla).
    << Sono certo che saprete apprezzare il gesto e che esso possa compensare i ritardi nella risoluzione della questione. >>

    Se possibile, prima di quanto ho sopra descritto, Otto spenderebbe un altro punto sangue per incrementare la destrezza, casomai Norman non fosse troppo in vena di sentimentalismi :P
     
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    La donna adocchia quella granata che scivola sull'asfalto, un irrigidire dei muscoli dei suoi glutei, per poi rilassarsi nuovamente alla vista della scintillante sicura metallica.


    "Kappa..." la donna cerca di far appello alle sue capacità empatiche, sa bene che sta chiedendo l'impossibile, ma sa anche abbastanza bene che, dal canto suo, non è qualcosa che lei può fare con tanta facilità. Inoltre, il piano le è sempre sembrato abbastanza... losco.

    "Hai ragione Kappa... È il Maestro. Ho provato ad avvertirti, ho provato a spiegarti ma.. era impossibile..." la canadese sa bene che nel cuor suo, Kappa ha gia capito che lei aveva ragione sin dal prinicipio.

    "Ma... Ma.. è la volontà del Maestro, no? È lui che ti ha messo in questa posizione, è lui che ha voluto che fossi proprio te a portare a termine questa missione. Non ha chiesto a me o ad Otto di essere la mano armata di questo gruppo, l'ha chiesto.. No.. L'ha ordinato a te." fa un sospiro pesante, profondo ed inutile che serve solo ad accentuare la gravità della situazione.

    Rotea leggermente le spalle per vedere essa stessa la situazione che c'è dietro di lei e mostrarla a Kappa.
    "Penso sia giusto che tu possa portare a termine le ultime volontà del Maestro, Kappa, cosi come le ha richieste. Lui stesso ha voluto dare a te questa.. ultima.. lezione. Ricordati, uno specchio si infrange e si rompe, ma non si può distruggere. Si possono solo rendere i frammenti piu piccoli, fino a renderli polvere... Ma non scompariranno mai del tutto." un accenno alla possibilità che i Malkavi possono residere nella Rete anche dopo la Morta Ultima. O almeno, così è la leggenda.
     
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    Mentre Zoobo e Otto si esibiscono in un tiro a campanile di un pregiato sigaro, così saettante la mano dell'anziano ancora in ombra pare afferrarlo, tradendo tuttavia lo stato delle cose. Sotto gli occhi (e bottoni) del duo, la figura di Wan si mostra appena in uno scorcio di luce: nonostante l'innaturale resilienza del vampiro ai colpi di proiettile, è evidente che lo stesso ha subito diversi colpi, a giudicare dai fori nel vestito e dall'incapacità di muoversi più di quanto non abbia fatto.
    Un evidente foro sotto l'occhio mostra ulteriormente quanto i proiettili di Kappa siano andati effettivamente a segno.
    Anziano? la prego, signor Zoobo. sorrise debolmente, portando il sigaro sotto gli occhi, notandone evidentemente l'odore con una lieve inspirata non ha sentito le novità? non sono più certo degno del titolo. Sono un traditore e un ricercato della torre... un condannato a morte.
    Mosse quindi un passo in avanti, debole, reggendo ancora il sigaro nella sinistra e poggiandosi al lato del furgone alla destra per avanzare verso Otto, con un movimento comunque lento e facilmente individuabile.
    Non siamo qui per questo, signori miei? del resto... mormorò ancora, prima di dare uno sguardo evidentemente alle spalle della figura baffuta, probabilmente in direzione di Kappa, di Rebecca. Poi, dopo un ammiccamento, l'illusione cadde rivelando la figura di Blake l'oracolo.
    Che tuttavia, condivideva l'espressione cosciente e consapevole del suo alterego. ...non vi ho reclutato per questo?

    ***



    Poco distante, ma di tutt'altro avviso rispetto alla cheta conversazione tra Otto, Zoobo e Blake, Rebecca sta assistendo al pieno della psicosi del compagno di clan, una crisi bipolare potente e senza un vero e proprio limite.
    ...n-no io... io non... biascica ancora, fra le lacrime, tenendosi la testa con una mano e osservando il volto della sorella di clan senza davvero vederlo. non posso Rebecca scivola su se stesso. n-non posso uccidere il... non riesce nemmeno a finire la frase, prima di portare entrambe le mani alla testa, e sfogare l'immensità della frustrazione e del dolore in un urlo primevo, che squarcia il relativo silenzio che li accompagna.
    ..non possiamo ucciderlo! NON POSSIAMO! NON POSSO! TI PREGO, TI PREGO! rannicchiato su se stesso in una misera posizione raccolta, con i pugni che battono sul vivo cemento noncuranti di niente, nemmeno di quanto picchino vicino al cemento e all'armamentario del lunatico che ora è riversato per metà a terra.
    ...il m-maestro non deve morire... biascica ancora. n-non deve e basta...
     
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    Otto, Zoobo e Rebecca avevano condiviso quell’oscuro sospetto, ma vedere calare la maschera di Norman Obadian Wan e fissare negli occhi Blake è qualcosa di diverso e terrificante.
    Otto – marionetta di carne e paradossale “maschera della spontaneità” del malkavo – non fa nulla per nascondere la paura dell’Oracolo e viene percorso da un fremito.
    Zoobo, invece, sia in virtù del suo ruolo di poliziotto cattivo che del suo vantaggio anatomico, resta impassibile, freddo. La doppia coppia di occhielli dei bottoni, che rappresentano le iridi dei suoi occhi, sono fissi su Blake.
    << Suppongo che tutto questo fosse inevitabile. >> Una breve pausa e quindi, senza la benché minima traccia di autoironia (e men che meno di consapevolezza) la voce nasale, un po’ gracchiante ma anche innaturalmente irresistibile del calzino parlante riprende: << Due personalità che condividono lo stesso corpo. Sembra una cosa troppo assurda per risultare credibile, ma io e Otto culliamo questo sospetto da quando abbiamo scoperto di Jabeon. >>
    << Pe… per inciso lui sta bene, eh! >> Ci tiene a precisare subito il ventriloquo.
    << Decisamente meglio di lei, Mr. Blake. >> Ne conviene Zoobo. << Ho solo due domande. >>
    << Solo due? >>
    << Vuole farla finita del tutto o desidera una morte simbolica per Norman? >>
    << Sim… simbolica, Zoobo? >>
    << Il simbolismo può essere potente, Otto. >> Lui ne sa qualcosa.
    << E il Principe lo sa? >>
    << Uhm… ecco… Io sarei un po’ più curioso del mio socio. Insomma… se ci volesse dire qualcosa in più su tutta questa situazione… >> Otto è genuinamente curioso, ma il suo interesse è tutt’altro che accademico. Nonostante la concentrazione del Cavaliere della Luna sia ora rivolta a Blake/Norman, Von Braun percepisce ad un qualche livello la partita che si sta giocando alle sue spalle fra Rebecca e i sensi di colpa del pusillanime Terminator. Kappa ha lasciato il lavoro a metà e si augura che sarà sempre lui a finirlo.
    << E non sia parco di dettagli nel timore di annoiarci. Ha la nostra attenzione… >>
     
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    Ma non ho compreso molto bene come mai quello che viene detto sia udibile, non siamo a tipo 150 metri di distanza?

    Tra l'altro, non m'era arrivata la notifica porca paletta


    La donna comprende appieno il dilemma del compagno di clan. Pensandoci, se lei si dovesse trovare nella stessa identica posizione di Kappa... Beh, difficilmente avrebbe il coraggio e la volontà di portare la propria sire a Morte Ultima.

    Ma la situazione qua è molto particolare, sicuramente peggiore di come lei si potrebbe mai trovare.

    "..." un sospiro pesante.

    "Preferisci forse che sia Otto a finire il lavoro, Kappa? Vorresti deludere il tuo mentore, abbandonando il compito da lui assegnatoti.. per farlo finire a Otto e Zoobo?" gli chiede, provando a suscitare una reazione.

    Sposta lo sguardo per qualche secondo per adocchiare il trio.. beh, il quartetto, in lontananza.
    La mano sfiora la tasca della giacca.
    "Preferisci non vedere? Ho bisogno di tenerti sott'occhio, Kappa, non posso farti andare via in questo stato. Posso impalettarti, se è qualcosa che preferisci, in questo momento."
     
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