Marrero Comfort Inn

Alla parola "eccessivi", Liv tira su col naso e deglutisce. Si sforza di vedere il bicchiere mezzo pieno: catturare il colpevole dovrebbe voler dire fare tornare tutti alla normalità, come nelle favole, o nei fumetti. Un pensiero magico nella realtà, che però diventa plausibile in un mondo dove esistono sia i vampiri che i graffiti magici.

«Pare che il graffito non ha effetto su Mark. Lo ha già interrogato?»

Una domanda che suona come un'insinuazione, complice l'occhiata consapevole che Banks le ha rivolto quando ha fatto il terzo grado a Linguanera. Ha capito che c'è una storia dietro, e vorrebbe saperla... nella misura e nei modi previsti dallo Sceriffato, ovviamente.

La risposta dell'uomo è talmente diplomatica che la ragazza non può fare a meno di pensare che un semplice "sì" sarebbe bastato.

Di tempo d'indugiare ulteriormente su questo pensiero, però, non ve n'è.
Trevor Banks cambia argomento, arriva a quello che potrebbe definirsi il punto saliente della serata, e chiede cosa ne sarà di Linguanera.

Riportarlo al pezzo è fuori questione: la domanda "E che succede se la protesta c'è ancora, va avanti fino a tarda notte e qualcuno chiama la pula?" le balena immediatamente in testa, insieme ad altre, eventuali anomalie.

Potrebbe lasciarsi tentare dalla Lancia, farlo drogare. Dopotutto, sono davanti ad un hotel: il tempo di prendere una camera, farlo accomodare mentre la roba fa effetto... Ma che succederà quando riprenderà conoscenza? Tornerà al murale, probabilmente, e i giorni trasformeranno la sua ossessione per esso in un comportamento maledettamente sospetto, per conseguenze ovvie e poco piacevoli.

«E se... le chiedessi di farmi un favore? Tipo, tenendolo in "custodia" per, che so... il limite legale entro cui la pula può tenere dentro un sospettato senza accusarlo formalmente di un crimine?»

Liv bisbiglia quindi la terza opzione: giocare al gioco dei favori, lo stesso a cui il Fratello l'ha coinvolta a sua insaputa nel momento in cui ha ripescato e tirato fuori Linguanera da quel casino.

E poi, era da tempo che diceva a sé stessa di dover diventare un ingranaggio della grande macchina: quale modo migliore di iniziare che legarsi ad un piedipiatti che pare avere un cuore e una coscienza?

«Saperlo al sicuro - per quanto settantadue ore? - mi farebbe stare tranquilla... mi permetterebbe di "interessarmi alla cosa" meglio...»

Non dice questo per contrattare sull'entità del favore, ma solo per invogliare mister Banks a dire di sì.

Arpia Houlborne, un nome da tenere a mente e su cui dovrà informarsi per bene a cose fatte.

A mano ritratta, Banks dichiara che non ometterà né mentirà su ciò che Liv gli chiederà: parole nate senza dubbio dalla smorfia guardinga fatta dalla ragazza poc'anzi, ma non per questo meno attendibili.

Le domande vengono poste una alla volta, in un alternarsi di quesiti e risposte. La prima le suona come piuttosto stupida, ma è una che deve porre per motivi di chiarezza:

«Tornando a questi graffiti, sappiamo che hanno effetto su di...loro... Ma lo hanno anche su di noi?»

Finora la Sorella si è mossa dando per scontato che fosse così - motivo per cui ha chiesto a Trevor di descrivere il murale, piuttosto che passarle una foto - ma ora che è prossima all'azione è meglio non lasciare niente al caso, soprattutto se si tratta di cose di cui non sa assolutamente niente.

La seconda domanda, invece, le sembra più intelligente:

«Prima mi ha detto che ne avete trovato altri quattro. Potreste dirmi dove? Sa, per la mia "sicurezza"...»

Liv sa che c'è del succo in quella domanda, e spera che il signor Banks ne sia consapevole. Lei non saprà un granché di arte, ma immagina che muoversi per NOLA con delle bombolette in uno zaino e una gran voglia di non dare nell'occhio è una scienza a portata delle sue conoscenze e di cui potrebbe riuscire a fare un buon uso quella notte.

Banks afferma di non aver mai visto niente di simile; e, per un momento, la cosa risulta dubbia persino a Liv.

Che il Fratello innanzi a lei sia vecchio - almeno per i suoi standard - è cosa abbastanza certa: "seguaci"? O, come avrebbe detto poco più avanti, "sicomoro"? "Sucumera"? Un Fratello vecchio insomma, e per di più invischiato con la legge: e il fatto stesso che non stia strippando nelle sue ossa quanto lei per quanto sta accadendo la dice ugualmente lunga.

In ogni caso, è solo un momento: tergiversare su queste cose non ha senso, men che meno quando capisce di aver già abusato parecchio della pazienza della Lancia.

«Grazie infinite per l'aiuto. Ora, dovrei fare solo un paio di domande al mio amico e avrei finito...»

Ne infonde di deferenza in quella risposta, che sia per il sospeso con cui conclude la frase, per l'uso dei condizionali o per il tono che assume: tutto di lei sta dicendo "Vorrei farlo, ma, se mi dici che mi vuoi fuori dai coglioni, dimmelo che obbedisco".

Ma se il signor Banks glielo concedesse, Liv tornerebbe da Trev e gli direbbe:

«Ehi! Pronti per partire. Voi due almeno, io vi raggiungo in bici. Ho giusto un paio di cose da chiederti: hai mica una foto di quel graffito? Me la passi? E..chi è questo Jack che ha accompagnato te e Mark? Uno nuovo?»

Si permetterebbe di fare trapelare qualche dettaglio, di fare capire che qualche voce le è già arrivata. Il tono di voce, con quest'ultima domanda, è leggermente più severo: Liv è abituata a sentirsi dire tutto da Linguanera, quando si tratta della banda.

Trev mette mano al suo smartphone e, poco dopo, Liv avverte una vibrazione alla coscia.

Una versione ridimensionata della foto appare sullo schermo quale anteprima di una notifica push di Telegram.

L'occhiata della ragazza è superficiale - la sua priorità è ora quella di perdere meno tempo possibile - ma sufficiente a farle capire che quel pezzo è molto più bello di quanto si aspettasse. Non è proprio il suo stile, ma deve ammettere che c'è qualcosa di davvero figo nel modo in cui la luna quasi di amalgama alle braccia della donna, quasi fosse un manto, o il velo di una qualche danzatrice del ventre.

«Cool. E dimmi, dov'è esattamente che l'hai trovato?»

Si fa dare un'indicazione più precisa, dato che sia lui che Mister Banks le hanno detto solo il nome della zona.

«Sì, ma dove lo hai incontrato? E quando? Di solito parliamo di queste cose, io e te...»

Quando Liv si approccia alla questione "Jack", lo fa applicando più pressione di quanta vorrebbe esercitarne. Sa bene che difficilmente potrà parlare con Trev in futuro, ma il pensiero di dare ulteriore fastidio alla Pancia - specie per una cosa che non riguarda il caso - la domina completamente. D'altro canto, cosa può fare? La mancanza di comunicazione di Linguanera è sospetta, e di certo non può farsi dire tutto per telefono.