Bayou Goula Towhead

isola vicino a Iberville

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    Situata in un'ansa del mississippi, ultima isola grande prima che le acque sfocino all'interno del golfo del messico, si tratta di un piccolo lembo di terra colonizzato perlopiù da vecchie tenute coloniali e un ampio ventaglio di flora locale che senza troppa fretta recupera ogni giorno qualche centimetro.
    Non si tratta di un'isola fantasma, ma è in generale poco abitata in quanto poco servita. Coloro che vi vogliono sbarcare, previo permesso ottenuto, devono partire da Iberville o white castle con un'imbarcazione noleggiabile oppure risalire buona parte del fiume, in quanto l'isola è equidistante sia verso la sorgente che verso la foce dal secondo molo più vicino.

    la comunità più vicina, semplicemente chiamata Bayou Goula, si è spostata da tempo sulla terraferma, e ha reso l'isola praticamente un semplice paesaggio per buona parte dell'anno.
     
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    L'isola nel mezzo del Mississippi è un rifugio isolato e poco frequentato, circondata dall'abbraccio dell'instancabile Mississipi. Le sue rive sabbiose sono punteggiate da sporadici moli d'attracco, bracci in legno protesi sopra cariche correnti. Andando oltre la spiaggia e il primo tracciato di verde fanno capolino alcuni tetti spioventi, casupole perse nella macchia e unite tra loro da un tracciato di sentieri interni. Sulla sponda sud spicca invece l'approdo principale, contornato da maestosi alberi che si chinano dolcemente verso l'acqua, carezzandone la superficie.

    Andando verso la parte più centrale dell'isolotto, dove una collinetta accennata tenta con tutte le sue forze di svettare dal piano, si trova l'unica struttura a due piani dell'intera Bayou Goula Towhead: una piccola villetta coloniale del secolo scorso, ben tenuta anche se non certo da cartolina, circondata da una suggestiva serie sparsa di cipressi calvi e qualche salice piangente.

    Questo dimora, oltre ad essere l'epicentro dell'isola e di tutti i suoi sentieri, è soprattutto il cuore pulsante della Declamazione Brujah. Con i suoi ampi saloni al pian terreno e le stanze sovrastanti è pensata non tanto come riparo, ma come opportunità per piccoli gruppi di Fratelli in cerca di privacy o di un argomento diverso dalla maggioranza. Non tutti avranno modo o tempo di notarlo, ma la casa - così come i casolari più piccoli - sono stati attrezzati per un eventuale riposo diurno, ma soprattutto sono stati arricchiti con mobilio, scrivanie, tomi, quotidiani e quadri e rimandi alla storia del Clan. Grandi finestre offrono una vista panoramica sul fiume, mentre lampadari imponenti illuminano l'ambiente con una luce calda, a sostituire il fuoco del caminetto costretto a riposo.

    Il piazzale centrale, simile a un'agorà, si apre di lato alla dimora principale. E' un luogo pensato per riunire i Brujah e spingerli a discutere tra loro, con tavoli e sedie disposti in modo strategico per favorire la comunicazione aperta e libera, e un solo punto appena più elevato, un pulpito figlio del momento. Lampade elettriche illuminano il circolo e oltre, rilucendo in lontananza lungo i tanti sentieri battuti. Queste viuzze perse nel verde conducono a luoghi appartati, dove gruppi più ristretti possono ritirarsi per discutere strategie, condividere storie o pianificare futuri movimenti del Clan.

    Dall'altro lato rispetto all'Agorà, nel prato tra la villetta principale e una secondaria, è stato allestito un piccolo palco ben attrezzato, per permettere ad ogni artista del Clan di esibirsi, di dar sfogo e infiammare i cuori delle Furie più Iconoclaste.

    Intorno all'isola, barconi ancorati al molo offrono un mezzo di trasporto per gli ospiti che desiderano esplorare il Mississippi o allontanarsi per un momento di riflessione. Altri luoghi segreti dell'isola, come radure nascoste e piccole spiagge private, fungono da spazi per incontri più intimi e discussioni riservate.




    Scusate l'attesa e se il post è un po' meh, periodaccio in cui ho poco tempo.
     
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    Il naviglio attracca presso l'approdo principale, l'impatto dello scafo contro l'ormeggio che ricorda una campana a morto.

    "Tara" è ciò che pensa quando, dopo una breve camminata verso l'entroterra, scorge l'inconfondibile sagoma di una villa dal sapore classico.

    E se quella è Tara, allora Liv dovrebbe pensare a sé stessa come a Scarlett O'Hara - non la damina scialba di inizio film, bensì la donna sopravvissuta all'invasione Yankee e a due vedovanze in un periodo storico in cui non avere un uomo al proprio fianco voleva dire vedersela davvero brutta nella vita. Insomma, roba tosta - che è proprio ciò che il sangue si aspetta di vedere in lei...

    ... In teoria.
    Perché, in pratica, Liv non ha la benché minima idea di cosa aspettarsi da una Declamazione, né è sicura di cosa succederà, a eccezione - e a dispetto - di quanto comunicato da Mistah Deschain nella sua lettera.
    Perlomeno, ha una vaga idea di cosa dovrebbe fare, e una più concreta idea di cosa vuole fare: ma se ciò sarà possibile o meno...beh, è ancora presto per dirlo.

    Bardata in una felpa sportiva bianca e azzurra logora come non mai, ma compagna di una vita, la ragazza procede con passo guardingo verso la villa.

     
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    A dispetto di quanto ci si potrebbe aspettare da un evento del genere, organizzato dal conosciuto eppur ignoto Julius Deschain e situato nel mezzo del cazzo del nulla su un'isola in un'ansa del mississippi qualsiasi, sono già in molti ad essere arrivati.
    Almeno un'altra decina di navi sembrano essere attraccate, e oltre a Liv si possono contare una manciata di sguardi, alcuni delusi, altri meravigliati, ma tutti incuriositi.

    Sono riconoscibili, non c'è che dire. Liv li ha visti almeno una volta tutti. La sugar Factory non è del resto solo la tana di Michaela Houlbourne, arpia del clan e prima fra le brujah, ma detiene anche il potere di fornire un ritrovo sicuro per la casa, per il sangue passionale. ed effettivamente eccola presente, visibile ma accerchiata da un gruppo di "nuove leve", intenta a direzionarli con il carisma di un leader.

    lOLOGra


    Più defilato, quasi volesse sembrare solo una figura di sfondo e cercasse attivamente di tenersi in ombra, è ancora percepibile lo sceriffo Jordan Cooper, braccio armato della Big Easy della notte e tutore della legge vampirica. Avvolto in un pastrano grigio e forse più attento di tutti a osservare il comportamento dei presenti, i quali ricambiano contenendo il proprio entusiasmo per il Rave... ma non troppo.

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    Ed è in questo non troppo che si presenta come un agitatore Fernando Ramirez, Lancia dello sceriffato, collega d'altro tempo e ora fedele macchina di giustizia dello sceriffo Cooper. Decisamente in contrasto con il suo capo, l'entusiasmo di Ramirez è comunque palpabile, mentre silura commenti in un serrato ispanico e incita i giovani a esplorare la zona, la villa, il palco come la dimora fosse effettivamente sua.

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    Guardando sulla distanza, volgendo gli occhi verso l'acqua e il mississippi, è possibile scorgere un altro paio di imbarcazioni in arrivo. la prima, carica come un uovo di altre persone, trasmette roboante e frenetica musica elettronica, malprodotta da un impianto decisamente tirato al limite, la seconda invece pare meno gremita e sicuramente più silenziosa, ma procede a luci spente e velocità cheta.

    gli approdi aumenteranno man mano, ma nell'ottica dell'evento organizzato da Julius si presuppone che vengano una cinquantina di persone, e in prima istanza ce ne sono una quindicina.
    Tutto il descritto è esplorabile, e con i vari ed eventuali png già trasposti si può parlare e "guidarli" in mezzo a quella che sarà la serata.
    Turni liberi
     
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    Passo dopo passo, Liv comincia a vedere uno, tre, sei individui, per poi arrivare a contarne una dozzina o poco più. Alcuni tra loro sono facce note, che Liv riesce a identificare. Tre pezzi grossi, due dei quali impegnati in un'attività diametralmente opposto per concetto - la Lancia dello Sceriffato che incita alla libera esplorazione e l'Arpia che dà ordini alla carne fresca. Liv tituba, esita; poi, dopo aver abbassato leggermente il capo in direzione dello Sceriffo - un istintivo segno di deferenza nei confronti dell'autorità - si dirige verso l'Arpia Houlbourne, avvicinandosi al gruppo creatosi intorno a lei: il suo intento non è parlarle, quanto di sentire cosa sta dicendo.

     
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    Scusate davvero per il ritardo, periodo assurdo e poca testa per scrivere. Con le vacanze sarò certamente più libero


    Dall'interno dell'isola quiete, e le luci sparse nei dintorni della villetta centrale.Il sentiero principale, illuminato da una serie ordinata di torce elettriche a fiaccola, invitava i nuovi arrivati a salire verso la slanciata figura che scendeva con calma il dolce pendio.

    Julius si avvicinò a piccoli passi ai primi invitati, allargando appena le braccia. Un gesto naturale, di benvenuto. Sorrise, un tendersi delle nivee furbo e a suo modo vivo, fatto con trasporto. Indosso dei pantaloni scuri e un maglioncino blu di poco più chiaro, insieme ad un paio di anfibi; nel complesso non dava l'idea di qualcuno pronto a passare la notte in mezzo al nulla, sembrando più uno studente universitario perso in mezzo alla natura.

    A risaltare era più che altro la prima impressione che dava agli altri, quella di un'anima ben più matura del guscio esterno.

    "Lunga Notte." Salutò, andando oltre le chiacchiere del gruppo e mettendo in chiaro che oltre la figura, l'apparenza, c'era molto altro. Gli occhi del Sapiente si posarono con calma sulla prima ondata, fatta di amici e conoscenti. Li salutò uno ad uno, per nome, alcuni con una stretta di mano ed altri con più trasporto. "Finalmente sono riuscito a farti staccare un po' dal lavoro, Jordan. Ne sono veramente contento, ne avevi bisogno." Sorrise allo Sceriffo, al vecchio amico, e stessa cosa fece con Michaela e il suo branco di groupie, riconoscendo volti e scambiando cenni e saluti. "Sapevo che non saresti mancata, Michaela. E che avresti portato tutta la truppa...ci speravo, lo ammetto." Un sorriso genuino per la decaduta sorella e il suo codazzo, sul quale non perse l'occasione per brevi, personali commenti. "Tra poco dovrebbero arrivare anche altri, ma nel frattempo voi fate del vostro peggio: l'isola è tutta vostra." Indicò le luci alla fine dello sterrato principale, punto di partenza per la serata.

    Quando Ramirez e il suo gruppo irruppero con il loro vociare, Julius scosse il capo divertito, esclamando "¡Fernando, maldito seas! ¡He preparado una docena de cuchitriles por toda la isla, y un escenario que pronto empezará a temblar! Que tus chicos corran libres, en fin!"

    Il tono tremulo, divertito. Una risata vera, da ascoltare. Julius Sembrava sapere come comportarsi con ognuno, intonandosi con naturalezza al singolo. Un comportamento insolito per un essere morto da tempo, sfatando l'idea che potesse essere noioso o privo di vita. Invitava gli altri a seguirlo, a guardarlo, a farsi coinvolgere, a vivere il momento con lui. E lo faceva attraverso il tono di voce, le parole scelte e i gesti delicati tra una frase e l'altra. Uno sguardo complice, una conoscenza profonda, un pensiero condiviso, unite per ravvivare la scintilla altrui.

    "Liv." Non una domanda. Era sicuro di chi fosse quella ragazzetta di fianco allo stormo della Holbourne. "Felice che tu sia venuta, davvero. Ci speravo." Porse la mano, per una volta non guantata. Di primo impatto non tradì l'impressione data al telefono, che anzi ampliava. "Posso presentarti alcuni amici?" Propose, invitandola con un leggero cenno in direzione di quel trittico di Status che considerava compagni, fratelli.


    Fernando, maledetto! Ho preparato una decina di casupole lungo tutta l'isola, e un palco che tra poco inizierà a tremare! Lascia i tuoi ragazzi liberi di scorrazzare, insomma!"


    Edited by Shaitan - 4/3/2024, 22:35
     
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    Non ci vuole poi molto prima che Liv, tra gli altri brujah, si affianchi al gruppo più sostenuto, e percepisca appieno il succo dei loro discorsi e pensieri.
    Dubbi, eccitazione, un minimo scetticismo e una fervente curiosità su come questo rave possa essere, su quanto questo possa scatenare o meno.

    Alcuni si dimostrano dubbiosi, specificando come Julius sembri lontano anni luce ai figli del sangue più classici e di successo come il primogenito o un tale di nome Chibs, altri sono più difensivi nei suoi confronti dicendo che per quanto appaia diverso dallo standard, è chiaramente un figlio della furia degno.
    Ma la maggior parte di loro si limita a una miserrima neutralità, molto adorata in una scena politica degna di tale nome.

    ***



    Sono in molti a cimentarsi in saluti grezzi e un po' sconclusionati quando Deschain si presenta al molo, mostrandosi nella sua forma più smagliante, non mancando di elogiare le cariche e di farsi riconoscere come il vero cicerone della zona.
    Julius... lo sceriffo si limita a un cenno del capo cordiale, sentito ma sobrio. Non sembra effettivamente aver staccato in nessuna misuraa dal suo "lavoro", e probabilmente non lo farà se non pesantemente incentivato.

    reazione diversa ce l'ha la prima regina della serata, l'arpia Houlbourne, che per quanto allergica agli incontri formali non riesce a disdegnare appieno gli eventi del sangue julius, carissimo. confido distintamente in una serata spettacolare. si concede un sorriso, sebbene leggermente perrfido. raramente ho visto un evento del genere che partisse con le basi con cui è partito... le prospettive sono di un trionfo epocale... o di una disfatta colossale. tentenna su questa possibilità scrutando il cainita, prima di aggiungere ma sono sicuro che non è il tuo problema.
    Coraggio, è il momento di spiccare il volo!


    Difficile comprendere appieno cosa dica l'ispanico Ramirez, che dopo un sentito (e violento) saluto con una rovinosa pacca sulla spalla a Deschain si lancia in una serie di vocalismi che suonano ispanici, ma sicuramente non lo sono. Forse dialetto, dal quale di coglie solo un "gringo", un "mierda" e un "Vamos!" e una generale contentezza genuina della cosa.
    Capita solo all'ultimo a julius di vedere l'impugnatura di un grosso machete che spunta da sotto il giacchetto del baffone ispanico.

    Fatevi pure una chiacchiera se volete, poi a una certa arriveranno el navi.
     
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    Sarebbe stato bello poter dire che l'entrata in scena di Julius Deschain divise le opinioni delle masse nello stesso modo in cui Mosé separò le acque del Mar Rosso; sarebbe stato bello... ma sarebbe stata una menzogna.

    Fedeli alla propria natura, furono in molti i Fratelli che decisero di tenere per sé la propria opinione sull'individuo in maglioncino e anfibi che salutò i tre gran capoccia lì presenti con una nonchalance che chiunque altro si sarebbe solo potuto sognare.

    Liv, per parte sua, ebbe modo di esprimere il suo pensiero al diretto interessato, che le si parò innanzi a giro di saluti concluso.

    «...Julius.»

    Il tono di voce non era paragonabile per esuberanza a quello di tanti altri membri del Clan lì presenti, ma il sorriso con cui accolse l'anfitrione avrebbe veicolato più che adeguatamente la lietezza - e anche un modicum di piacevole sorpresa - provata nel vederlo.

    «Sii te stesso, insomma.»

    Disse, indicando con un cenno del naso il suo ensemble, poco prima di stringergli la mano. Nessuna malizia nelle sue parole, solo un richiamo a ciò che si erano detti nella loro precedente conversazione.

    «Sei quasi come t'immaginavo...tranne per gli anfibi. Anche se me li sarei dovuto aspettare, mi sa.»

    Gran parte dell'imago di Julius, infatti, era già stata dipinta nella sua mente grazie alla calligrafia della lettera da lui scritta; l'elemento inatteso, invece, non poteva che essere un chiaro segno della natura del sangue.

    «Probabilmente te lo avranno detto tutti, ma questo posto, tutto è...da panico!»

    Un complimento rivolto allo stile della villa, che apprezzava, ma anche a tutti quegli annessi e connessi che avrebbe scoperto - o quelli di cui già sapeva, ma di cui avrebbe parlato - più tardi.

    Quando, però, l'uomo si offrì di presentarle "alcuni amici", la ragazza si sentì come se le fosse mancato il terreno da sotto i piedi. Stava effettivamente indicando la santa trinità che aveva fin da subito preso possesso della scena? E li avrebbe presentati a lei, miss nobody?

    «Ma certo.»

    Fu la sua risposta, trasmessa assieme a un sorriso con il quale cercò di nascondere la tensione.
    Liv sapeva di non essere nella posizione di accampare scuse, non quando stava già orbitando nella zona dell'Arpia.
    Che le piacesse o meno, era già in ballo, e ora doveva ballare.



    Mi scuso per il ritardo. L'assenza di feste era prevista, le beghe a lavoro molto meno ^^"
     
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    Per il momento decise di non insistere con Jordan, mentre per quanto riguardava Michaela imbastì un sorriso di ringraziamento e la risposta di rito. "Sono certo che non ne rimarrete delusi, ci sarà spazio non solo per la discussione, ma anche per conoscere Fratelli e Sorelle lontani. Qualcosa che dovremo fare più spesso."

    Fece finta di non aver notato il coltellaccio di Fernando, seppur non mancò di un breve appunto mentale: tenerlo d'occhio, soprattutto quando il resto degli invitati sarà arrivato.

    Calibrò sulla Neonata, una stretta di mano - a dir poco gelata, come se Julius avesse ghiaccio nelle vene - e il dolce spingerla verso gli altri, a compiere qualche passo in avanti. "Anni fa usavo le Crocs, ma un editto dagli alti papaveri mi ha da tempo privato di certe liberta di stile. Ti assicuro però che c'è altro da scoprire, con il tempo." Rise genuino, balsamo per le orecchie.

    Seguì un mugugno di assenso, sporcato dal lamento dei trucioli sotto le scarpe della comitiva in movimento. "Goula è un bel posto, ci andavo spesso da giovane. Sai, con le comitive...un fuoco in mezzo al campo e i Megadeth alla radio, la paura che dagli alberi uscisse il prodotto tra l'incrocio di un wendigo e Ted Bundy. Una volta un mio amico ha sparato al piede di un escursionista che ha avuto la bella idea di uscire da un cespuglio senza avvertire..." Divertito al ricordo, sospirò un dolce diniego. "Che tempi. Probabilmente l'alluce di quel tipo è ancora da queste parti."

    "Tornando seri, quasi nessuno frequenta questo posto perché è molto fuori città, e la corrente del Mississippi è piuttosto bastarda in certi punti, ma a chi come noi ha pazienza offre libertà e privacy."

    "Oἶκος, prima di andare avanti vorrei presentarvi bene una persona."
    Lasciò che Liv andasse avanti di almeno un passo, premurandosi che non rimanesse indietro. "Liv Dawkins. E' figlia di Benjamin, un nostro Fratello che ha lasciato il Dominio non molto tempo fa." Breve spazio, prima di presentare il trittico. "Liv, loro sono Jordan Cooper e Fernando Ramirez. Sceriffo e Lancia del Dominio di New Orleans. E lei è la Sorella Michaela Holbourne."

    A cui seguì anche qualche altra presentazione minore del codazzo che diligentemente seguiva i compagni di Clan.


    Edited by Shaitan - 4/3/2024, 22:35
     
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    me lo auguro, Deschain. me lo auguro davvero. Il segnale è sicuramente molto forte. sorrise, concedendosi un momento leggero e al contempo giudicante. del resto Deschain sapeva fin troppo bene quanto vi fosse in palio sulla serata... tutto doveva andare bene.

    sull'argomento delle crocs, con fare totalmente gogliardico, Ramirez si concesse un'intrusione SI, PERCHè SEMBRAVI UN'INFERMIERA! AHAHAHAH! Prima di lasciarsi andare a un sorriso storto e un po' sgraziato. molto compiaciuto.

    ***



    le tre cariche concessero a Liv l'onore di una loro risposta, per quanto variegata.
    è un piacere, miss dawkins. lo sceriffo, mesto nel suo fare e dire, commentò con un cenno cordiale, e poco avezzo alle parole si limitò ad annuire.
    Miss dawkins, ma certo. Michaela era decisamente di un'altra pasta. credo che ci si sia visti... alla sugar factory? oltre che ovviamente ero presente ai tempi della sua presentazione in eliseo. fatti veri, a dispetto di quanto poco l'arpia Houlbourne si sia mai veramente dedicata al clan... salvo il proprio esercito personale, ovviamente.
    HEY, FOFO Ramirez, a tutto altro volume, non si fece attendere a qualcosa di molto meno formale, oltre che totalmente invasivo negli spazi personali di Liv. dime cunhada apostrofò nuovamente TE LO FAI UN COMBATTIMENTO COME SI DEVE STASERA? O SEI QUI PER INGROSSARE LE FILA DEI CULI DELLA SENHORA QUI? AHR AHR
    si concesse un'ennesima gogliardata, prima di incrociare al volo lo sguardo leggermente severo dello sceriffo, che lo fece ricomporre.
    ...scherzo scherzo.
    Buon rave Niña!
     
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    Stringere la mano di un altro fratello era per Liv un'occasione rara, talmente rara che, sulle prime, la ragazza sgranò gli occhi; e sebbene la voce di Julius la rincuorasse, il suo gesto - un movimento volto a portarla al centro di un metaforico palco che non sente come suo - la prese in contropiede.

    A ben pensarci, ragionò Liv mentre si lasciava condurre, la cagione della sorpresa da lei provata era semplice: era il calore umano di Julius, il modo in cui parlava del suo passato da umano - mai aveva sentito Benny condividere i suoi trascorsi - che le ricorda la mano compassionevole che, in un mare di volti anonimi e incuranti del tuo morire di stenti sul ciglio della strada, ti dà due dollari.

    Solo che, in questo mondo, la gente non si fermava mai per darti due dollari senza volere niente in cambio; e, bella voce o meno, Julius Deschain non era né l'ultimo arrivato, né tra gli ultimi dieci, non quando interagiva liberamente con quei tre pezzi da novanta.

    Fiducia.
    Paura.

    Quanta concederne? Dove fermarsi? Dove stabilire la linea di confine? Cercare la risposta a quella domanda sarebbe stata una delle sfide di quella serata, e un'altra cosa per cui maledire un sire che l'aveva lasciata completamente impreparata per eventi simili.

    **

    La prima cosa che ebbe modo di capire di Julius fu che, a dispetto di tutto, non era così vecchio. Parlava di caccia, di campeggi, di Ted Bundy, di radio e - probabilmente - di gruppi metal, mostrando un certo numero di ettari di terreno comune su cui costruire una conversazione.

    L'improvvisa battuta della Lancia le rese impossibile trattenere una risata: anche lei apparteneva alla schiera di coloro che odiavano quelle scarpe con i buchi, sebbene per motivi più pratici.

    «Brutto da dirsi, ma ti hanno fatto un favore: andare in giro per NOLA con le scarpe aperte vuol dire volersi male, soprattutto in centro, dove i fast food sono tanti e le strade sono asfaltate col culo. Farlo in estate, poi, è un cazzo di suicidio!»

    Nemmeno pensò al fatto che quella del Fratello potesse essere una battuta o che, per lui, indossare altre scarpe nella stagione degli uragani e degli acquazzoni fosse una scelta: al di là della risata, Liv ne parlò con la serietà tipica di coloro per cui quella era una questione di vita o di morte.

    Eventuali seconde cose, invece, forse le avrebbe capite più tardi. Ritrovatasi al cospetto di Sceriffo, Lancia e Arpia, Liv non poté fare altro che concentrare la sua attenzione su di loro.

    «Il piacere è mio, Sceriffo Cooper.»

    «Arpia Houlbourne. La Sugar Factory, vero...»

    Incredibile come si ricordasse di quella che era stata forse la sua unica visita - e persino una di quelle fatte di sfuggita - a quello che si poteva considerare il QG del clan.

    «Lancia Ramirez.» Rispose all'uomo, abbozzando un sorriso dovuto all'eterno ritorno della battuta sulle Crocs. Liv capì ben poco sul discorso del combattimento e dei culi della "senhora"...ma lo sguardo arcigno dello Sceriffo, un occhio di riguardo al contesto in cui si trovava e un'ignoranza generale sui perché e i percome di quell'evento la portarono ad approcciarsi con cautela alle parole dell'ispanico.

    «Combattimenti? Parliamo proprio di fare a botte?»

    Non poté fare a meno di chiederlo, non con lo Sceriffo a mezzo metro da lei e la spada di Damocle data dalla peculiare maledizione del suo sangue che aleggiava su tutti loro. Per quanto uno scenario del genere avrebbe potuto aiutarla a fare colpo su Lancia e Sceriffo, il senso comune e il suo sire le avevano insegnato che "avere una giornata storta" - cadere vittima della Bestia - era qualcosa da evitare ad ogni costo, sempre: ma come evitare la rabbia montante quando si faceva a pugni con altri cadaveri ipersuscettibili?

    «In ogni caso, la notte è giovane, e io sono qui che manco ho ringraziato a dovere il signor Deschain per la splendida serata organizzata. Prima gli ho detto che il posto è fantastico, e l'atmosfera pure è da sballo...ma credo che la cosa migliore di tutti sia l'efficenza dei trasporti e il modo in cui è riuscito a portare tutto il clan fuori da NOLA e fin qui. Penso che questo, più di tutto il resto, la dice lunga su quanto ci sa fare l'organizzatore della serata...almeno, credo...»

    Logistica: è questa la parola che avrebbe usato, se soltanto l'avesse conosciuta conoscesse. Il suo fu un discorso sgrammaticato, privo di forma, ma che, con un po'di fortuna, avrebbe aiutato quel trio a fare capire che era capace di un minimo di ragionamento logico...o, quantomeno, di mostrare la dovuta deferenza a chi stava più in alto di lei in quella catena alimentare.

     
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    I preamboli di rito con Michaela erano belli che fatti, e Julius non si era aspettato niente di diverso da quel botta e risposta; quella ragazza amava tingere ogni sua parola di parca neutralità.

    "Μόλις μια χόβολη. Δεν τη νοιάζει τίποτα εκτός από τον εαυτό της. Τι θα κάνεις όμως τώρα που είσαι μόνη, χωρίς τη μικρή σου πριγκίπισσα."

    Pensò tra sé, attento a non far trasparire alcunché all'esterno. Michaela non sapeva la verità sulla sua cara Artemisia, del terreno che stava per mancarle da sotto i piedi.

    Un'interferenza in meno da cui epurare il suo Clan.

    "Comodità, praticità e stile in un unica forma di plastica lavorata, ma di cosa parliamo. E se ti segue un Lupino gliela tiri e quello la segue, la scambia per un giochino per cani." Sospirò come un vecchio che, nipoti attorno, snocciola verità universali. "Miglior scoperta mortale dell'ultimo secolo, credete a me." Fu con questa rivelazione che tornò su Liv e Fernando. "E aggiungono una componente nuova alla caccia, evitare che sentano gli scricchiolii ad ogni passo sull'asfalto bollente."

    Lasciò scorrere le chiacchiere, appuntando un breve sopracciglio alzato alla battuta di Ramirez - per una volta con un fondo di verità, ma non voleva vedere scintille tra i due quella sera.

    "Si, nei Rave non è raro qualche incontro amichevole. Si cerca sempre di non esagerare, ovviamente." Spiegò a Liv, e sancì in direzione di Ramirez. "Alcuni ci partecipano proprio per imparare a controllarsi, per capire dove possono arrivare. Il caro, vecchio concetto di Enkrateia. Il tuo Sire te ne ha mai parlato, magari durante l'addestramento?"

    Un rumore in lontananza lo portò a girarsi verso il molo principale: le due prossime imbarcazioni sarebbero presto sbarcate.

    Fissò le sagome lontane con un tocco d'Auspicio, poi ciondolò di nuovo a favore del gruppo.

    "Grazie, Liv. In verità devo confessarti che tutto questo ricalca un po' il lavoro che svolgo per il Dominio, occuparmi dei trasporti per la regione. Solito, caro tran-tran." Smosse leggermente la sinistra, carezzando l'aria in sua direzione. "Ho pensato che non tutti amano viaggiare, o sanno farlo in una regione come la nostra. Un fastidio soprattutto per quelli di noi che sono giunti da più lontano, come la delegazione di Chicago." Una delle città cardine della Torre d'Avorio, e caposaldo del Clan Brujah. "A tal proposito penso che siano in arrivo in una delle due prossime barche."

    Indicò al gruppo gli arrivi, con una navetta immersa nella calma e l'altra ospitante dei Fratelli urlanti, già in piena festa. "Devo lasciarvi, almeno per un po'. Il tempo di fare l'anfitrione e riunire il gruppo. Voi andate pure avanti, siete a casa vostra." Invitandoli a proseguire. "O se volete conoscere altri, venite pure con me."

    Un leggero chinare del capo, dietro cui nascose un'occhiata di sottintesi verso Jordan, prima di ascoltarli e discendere il sentiero in direzione della riva.

    "A dopo."


    trad; A malapena una brace. Non si preoccupa di nient'altro che di se stessa. Ma cosa farai ora che sei sola, senza la tua piccola principessa?
     
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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    il tempo di qualche presentazione, e le due imbarcazioni in avvicinamento avevano effettivamente fatto capolino, senza quasi disturbare. La musica frenetica emersa da una delle due inizia a diffondersi come una scossa tellurica su tutta l'isola, e quando l'attracco è completato iniziano a scendere un paio di elementi giovani e spregiudicati, nuove leve del clan, che si apprestano a portare con loro un impianto audio pesante più di loro e rozzamente alimentato da un generatore a benzina.
    Un armamentario impressionante, ma figlio di un bisogno assolutamente futile di spandere una chiassosa e roboante hit per tutto il mississippi. un bisogno che non poteva che essere di Faith Lee, Dj famosa a livello nazionale, fiero status del clan e recentemente in rotta con l'arpiato causa bizzarri comportamenti in elysia.

    jpeg



    Un cenno di saluto ampio al padrone di casa, accompagnato da un drop di bassi degno di attenzione, e subito il gruppo di "esaltati" si direzionò come se già sapesse, verso l'area del palco, mentre alcuni rimanenti si spicciavano a tirare giù strumenti musicali di ogni forma e colore, ogni sintetizzatore possibile e ogni faro e faretto tale da trasformare la zona in uno spettacolo stroboscopico.

    Dalla seconda chiatta, meno piena e decisamente più morigerata nei temi e nel rumore emesso, erano invece usciti una manciata di sparuti, dimenticati della camarilla, emarginati, ultime leve, o più semplicemente una ampia manciata di persone troppo lontane dalla jihad.
    Chi era armato di parlantina, come Meredith Gale e Vivienne Dawson, chi più famoso per i metodi feroci in battaglia come Jason Castillo e Benjamin Copperfield, e chi invece era divenuto un vero e proprio "meme" in eliseo, come Jeremy Coleman e Rebecca Waugh.

    elementi di un clan frammentario, forse troppo divisivi tra loro stessi per essere parte di una fazione o di una jihad, ma non immuni al richiamo di un evento di tale portata come un raduno di clan.
    Chi prima chi dopo salutarono e si diressero all'interno, lasciando all'orizzonte la presenza già di una terza e di una quarta imbarcazione.
     
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    La chiosa finale con cui Julius concluse la sua spiegazione mise Liv sul chi vive. Che Benny le avesse effettivamente spiegato o meno queste cose era completamente irrilevante in confronto all'idea di dover fare la figura di chi non era stata istruita a dovere.

    «Sì...ma certo...non è stata una delle cose su cui ha battuto il chiodo più spesso, ma lo avrà fatto di sicuro...»

    Mormorò, conscia del fatto che sarebbe sì stata presa per stupida, ma non così stupida da infangare il nome del suo sire...anche se molto probabilmente se lo sarebbe meritato: la preparazione di Benny in fatto di politica aveva lasciato alquanto a desiderare.


    Quando Julius fece per dirigersi nuovamente al molo, Liv decise che era il momento giusto per congedarsi e andare in esplorazione. Congedatasi con la dovuta educazione dalla santa trinità Brujah della city, si sarebbe diretta verso l'interno della casa, alla ricerca di qualcosa a lei ancora ignoto.

     
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    Signore dell'Arpiato

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    Bei tempi andati

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    Due navi, tante mezze tacche. Quell'arrivo era terribilmente indicativo dello stato del suo Clan, non il vero problema ma di certo un chiaro sintomo.

    "Chissà se stasera riuscirà a farsi levare lo scalpo da Michaela, per lo Status è tardi." Questo pensò avvicinandosi a Leffe, che per la serata aveva deciso di darsi al rosa brillante. "Faith, Lunga Notte!" Il sorriso alzò le gote, e si mantenne mentre salutava anche il resto della banda a sussidio della disgraziata. "Immaginando che ti saresti voluta occupare della musica ho fatto allestire un piccolo palco vicino alla villa principale, c'è corrente e quant'altro." Indicò sommariamente la direzione, l'unica via illuminata. "Più avanti troverete anche Jordan, Fernando e Michaela. Sono stati tra i primi ad arrivare."

    Venne poi il turno della seconda imbarcazione, quelli che mentalmente etichettò come gli Orfani. "Di famiglia, di testa, di occasioni o legami." Li salutò uno ad uno, da bravo anfitrione, magari soffermandosi qualche frase in più su chi non sembrava andar di fretta verso il centro dell'isola, o si dimostrava insicuro sul da farsi.



    Giulio conoscerà queste disgrazie a menadito, ma senza farti perdere tempo con domande su ognuno o interminabili scambi l'iter dopo averli accolti e instradati è chiacchierare un po' di più su quelli che ritengo utili o dotati di un minimo di cerebro, mentre chi ha già dato lustro della sua errata conta cromosomica (le meme) ha la giusta attenzione, ma non molto altro.

    Ovviamente se fanno domande, provano a chiacchierare o quant'altro ci sono, soprattutto nei riguardi di Leffe, Gale e Dawson. Per Castillo e Copperfield vediamo, dato che l'idea embrionale nei loro confronti sarebbe di instradarli a Cooper come manleve.

    Oltre a questo, se vuoi saltare a pié pari le chiacchiere con questi minions, rimango un po' ad accogliere eventuali altri ospiti in arrivo.
     
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84 replies since 19/11/2023, 10:35   1362 views
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