Bayou Goula Towhead

isola vicino a Iberville

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    Mentre Alice cercava le varie cariche tra la folla ripensò alla conversazione avuta poco prima con Julius, alla sua richiesta di trattare in maniera idonea la delegazione di Anarchici era stata rapida a rispondere che avrebbe fatto come lui richiedeva, non avrebbe mai mancato di rispetto ai suoi ospiti, nella realtà Alice si sentiva l’ultima rotellina di un grande meccanismo era quasi superfluo dirlo a lei, ma apprezzò comunque tutte le spiegazioni e gli accorgimenti che Julius le aveva dato.

    Facilmente individuò le cariche più importanti del principato. Le osservò da lontano valutando la scelta migliore.

    La zona del ring dove, un fomentato Ramirez si agitava insieme ad altri fratelli pronti a prendersi a pugni e a dare vita ad uno spettacolo interessante quanto fisico non era propriamente la zona più adatta a lei. Anche se non si poteva certo dire che Alice avesse notevoli doti fisiche le piacevano quei modi diretti, quella goliardia, quell’ audacia.

    Lo sceriffo Cooper dalla distanza osservava quella zona, probabilmente si stava facendo un idea sulle capacità combattive dei fratelli, quel ring poteva essere un palco importante per chi volesse dimostrare la sua forza davanti a lui. Ritenne che sarebbe stato meglio farsi presentare allo sceriffo, il che la portò direttamente a volgere lo sguardo sull’unica sorella tra le cariche presenti. Michaela Houlbourne.

    Lontana dal ring e più vicina al palco l’Arpia era circondata dal solito gruppetto di “fanboy”, probabilmente era la scelta migliore e magari avrebbe potuto chiederle il Favore di introdurla allo Sceriffo. Con questa idea nella mente si avviò verso l’Arpia continuando ad osservare la bolgia in cui si stava infilando.
    Una volta raggiunta l’ Arpia rimase a distanza in attesa che la sorella si accorgesse della sua presenza, poi eliminò la distanza tra loro, attese un apertura nei suoi discorsi e intervenne dicendo “Lunga Notte Arpia Houlbourne , sono Alice William è un piacere conoscerla“ la mano tesa pronta a stringere quella della sorella un sorriso aperto sul volto “ Una serata magnifica! con i fratelli di Nola, anzi alcuni anche da fuori” Lanciò uno sguardo fugace alle casse dalle quali usciva musica a tutto volume a pochi metri da loro, continuò a guardare la sorella annuendo seguendo il ritmo ma il sorriso tirato mostrava che probabilmente non era la sua musica preferita.

    Dentro Alice stava pensando a molte, moltissime cose….non conosceva ancora bene il nuovo mondo al quale apparteneva da qualche anno e ,solo da poco, aveva cominciato ad approcciarsi con gli altri fratelli, i primi anni li aveva passati a rafforzare la sua maschera ad abituarsi di nuovo a vivere in mezzo agli umani senza destare sospetti. Aveva maledettamente bisogno di inanellare qualche “vittoria” per acquisire sicurezza e farsi conoscere e quella notte doveva trovare il modo di prendersene qualcuna.
     
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    Julius si congedò dal sire e da Alice, spostandosi lungo le fila del clan che iniziavano finalmente a ingrossarsi. Sebbene in un primo momento al vampiro parve di riconoscere bene o male tutti i presenti, fu chiaro abbastanza in fretta che la situazione era sfuggita al suo controllo degli ingressi.
    Era un rave del resto. E la Louisiana, a dispetto delle apparenze, aveva ben più brujah di quanti ve ne potessero essere nella sola big easy.
    Passando lungo le file delle "attrazioni" intravide Carlos, attento nel suo lavoro di guardia e nel contempo molto vicino con lo sguardo a Coleman, che dal canto suo stava continuando a salmodiare il proprio punto di vista nei confronti della vita e della non vita a fratelli decisamente annoiati di averlo intorno.
    La camarilla è protezione, certo, ma anche rigore e ordine. Tre colonne portanti di una società di chiaro stampo fascista che spinge i nostri pensieri a fare una rovinosa discesa verso l'oscurità albergante. Sta a NOI distanziarci da tutto, da questa inutile e fuorviante sete di potere.
    Sta a noi percorrere la strada giusta.

    Tipo...il mov
    Non vi è futuro in quella banda debosciata che devia il nostro primo imperativo, l'individualismo, e lo porta verso un'orrida costruzione alveare, marionetta di marionette che credono di essere diversi dalla torre d'avorio.
    No, non vi è salvezza nell'uno vale uno, poichè essa stessa è la legge ipocrita di persone che pur sfuggendo al giogo dell'ordine hanno deciso di adottarne uno ipocrita altrettanto.

    Avrebbe continuato per ore, ne era certo julius e ne erano certi tutti gli astanti. L'unica salvezza per il biondo era spostarsi, accettare l'idea di entrare in dibattito con un'infinità di parole, o accettare il ben poco nascosto invito di ramirez, che con entrambe le braccia alzate guardava in sua direzione, e lo invitava palesemente ad inaugurare il ring... e magari a testarlo per primo.

    ***



    Deciso dove muoversi, ad Alice non restava altro che presentarsi davanti all'arpia Houlbourne, che dopo alcuni momenti di sereno fregarsene si degnò di notare il volto della giovane zelota tra i suoi.
    oh. increspò un sorriso tirato e di circostanza. Lunga notte, Signorina William. O posso andare con Alice? ricambiò la stretta di mano, che a dispetto dei modi distaccati fu' molto amichevole. Già, ci sono molte persone qui. molti fratelli della città e no... Alice di colpo si sentì addosso uno sguardo più... maligno? la Houbourne l'aveva già vista, ma ora la stava effettivamente guardando. La Louisiana e non solo è in effetti qui sa? Deschain ha fatto le cose in grande, glielo devo riconoscere... incurvò la mano sino a prendere il bracciale di perline che portava al polso, per giochicchiarci. Anche se non posso che rimanere perplessa di certi inviti... e di certi mancanti.
    Lei non nota una certa mancanza, signorina William?
    rimase quindi in attesa di una risposta. Anche i fratelli del suo gruppo avevano abbassato snesibilmente il volume del loro chiacchiericcio.

    @alice: Politica 1 purtroppo non ti permette di rispondere in automatico. sai quali sono le cariche principali di un clan ma non riconosci in modo automatico le mancanze. puoi buttarti, se vuoi.


    Hektor Clay, anziano brujah, sire di Julius
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    La manfrina attirò Julius dalle parti di Coleman, che ci stava dando giù con la retorica. Dopo aver annuito in modo complice a Carlos, e fatto segno a Ramirez di attendere un attimo si mise a parlare con alcune delle povere anime attorno a Coleman, quelle abbastanza distaccate da essere approcciabili. Presentazioni di rito, qualche chiacchiera di contorno, e poi l'invito a parlare. A mettersi in gioco. Il palco era per tutti, non solo per i logorroici, ed ogni idea era ben accetta.

    Spintonò con dolcezza ogni membro possibile, per far si che intervenissero e parlassero.

    "L'unico modo di fermare chi ama il suono della sua stessa voce non è con l'indifferenza, ma assordarlo con le nostre idee. Un po' della sua stessa medicina."

    Fece questo discorso a più e più, spronandoli ad uscire dal guscio e non fermarsi di fronte a certi muri.

    "Alzatevi, parlate, dite la vostra. Non c'è confronto se uno solo si mette sul pulpito. Tutta questa isola lo è. Forza!"

    E ancora, senza fermarsi; smuovendo con fermezza la marea, nella speranza di creare una nuova onda.

    Non voglio darla per scontata questa parte, per questo non ho ancora descritto che mi avvicino a Ramirez. Ma nel caso vada tutto come sperato vado a salutarlo, e vedere come va dalle parti del ring oltre a parlare anche con chi ha attonro se non li conosco.

    Altrimenti mi attardo qualche altro minuto, per "settare" meglio la folla e spingerli al confronto.
     
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    Ooohh, si che sorpresa sono qui! Come se fosse possibile non avermi notata” Non lo disse, non avrebbe potuto per ovvie ragioni, ma ad Alice non piacevano questi atteggiamenti inutilmente svilenti. “ Certo, certo si figuri Alice va benissimo” disse invece continuando a sorridere. La stretta di mano era a dispetto del suo modo di fare molto amichevole, non sapeva però dire con certezza quale dei due diversi atteggiamenti fosse quello vero, o forse non lo era nessuno dei due.

    Alice annuì fintanto che l’Arpia continuò a rimarcare il lavoro svolto da Julius e aggiunse “questo posto è bellissimo, e anche ben organizzato a livello logistico a quanto ho sentito” pensò che tutto sarebbe terminato li, in un finto scambio di banali apprezzamenti, ma poi l’ Arpia aggiunse un “anche se” e Alice capì che nulla di buono sarebbe seguito a quelle parole.

    Ascoltò fino in fondo il discorso della sorella, fino a che non le rivolse direttamente una domanda. L’interesse generale si spostò su di lei, anche i fanboy smisero di chiacchierare e attesero insieme all’Arpia la sua risposta.

    Alice alzò leggermente lo sguardo, guardandosi intorno, come a controllare la zona, puntò lo sguardo dove sapeva avrebbe trovato lo sceriffo e poi di seguito la lancia, guardò in un altro paio di zone e poi disse “Per quello che ho potuto osservare sul momento non mi pare di vedere Il Primogenito Lennox, ma so che ci sono varie zone che ancora non ho esplorato, sono appena arrivata in effetti” fece una breve pausa e aggiunse “avessi un gufo a portata gli potrei far sorvolare la zona e avere più informazioni e più velocemente” il tono leggero, tra il serio e il faceto, tra una riflessione personale e un affermazione.

    Sorrise poi alla sorella e aggiunse un ultima cosa “Avrebbe fatto gli inviti in maniera diversa? Lei chi avrebbe o non avrebbe invitato?

    Una volta terminato il suo intervento, lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, dispensate dall’onere dell’accompagnare le sue parole, e le sue dita trovarono conforto nel loro consueto giocherellare con i vari anelli che Alice indossava sempre su quasi tutte le dita. Anche l’Arpia aveva fatto un gesto simile al suo poco prima e si ritrovò a domandarsi se fosse un caso o se anche lei avesse le sue piccole manie
     
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    Talentuoso pianista dell'arte di infiammare gli animi, sono le parole ben calibrate di Julius a trasformare un noioso monologo di Coleman in qualcosa di più sentito.
    Foss'anche solo per zittirlo, le voci dapprima mute del gruppo iniziano a infiammarsi.

    La Camarilla potrebbe fornire stabilità, ma a che costo? Sacrificare la nostra libertà per un senso di sicurezza è una follia!
    Esatto! Preferisco affrontare il caos dell'anarchia piuttosto che piegarmi a un regime che limita la mia essenza stessa!

    Jeremy, dal canto suo, sembrava quasi compiaciuto. Ah, finalmente un po' di coraggio! Ma non capite che l'anarchia è solo un'illusione? Senza regole diventeremo prede facili per i più forti!
    Parole vuote da uno che si è rassegnato a vivere nell'ombra della Camarilla! Non hai mai osato ribellarti veramente!

    E tu cosa sai della vera ribellione? Hai mai rischiato tutto per ciò in cui credi?
    Basta! Non dobbiamo ascoltare chiunque si proclami portatore della verità assoluta! Dobbiamo trovare la nostra strada, anche se ciò significa scontrarci con chi ci ostacola!
    Sì, è tempo di rompere le catene della sottomissione! La nostra forza risiede nella nostra diversità, non nell'adesione a un'ideologia stagnante!

    Gli animi infiammati di un piccolo gruppo di brujah poteva divenire in fretta vivo ed energetico come il clan stesso, forse nache di più. Il propagarsi di idee in netto contrasto fece anche palese l'idea che i presenti non fossero affatto tutti della stessa bandiera, ma che vivessero di più culture, di più sette. E di ideologie talmente variegate che sarebbero anche state la loro tomba in un contesto diverso.
    Ma non al rave. Non sotto l'insegna di libertà che il clan stesso professava.
    Qui erano solamente loro.

    E io dico che non dobbiamo inchinarci a nessun dio oscuro, a nessuna setta! Dobbiamo annientare ogni forma di autorità! Dobbiamo spezzare le loro spine e annegare i loro capi nel loro stesso sangue!

    Sei fuori di testa, Marge! Questa non è libertà, è anarchia senza senso!
    È tempo di agire, di lanciare un attacco diretto che scuota questa Camarilla! Dobbiamo far loro capire che c'è un valore nel clan! anche con la forza, se necessario.

    Ma questo è suicidio! Non tutti sono gagliardi come pugnofacile! Non possiamo affrontarli con la forza bruta!

    Esatto, dobbiamo pianificare, trovare le loro debolezze, ragionare, essere un unico bastione e colpirle con precisione!
    Io non ho bisogno di pianificare! Io prendo ciò che voglio con le mie mani! E nessuno osa fermarmi!
    Ma questo caos solo ci distruggerà dall'interno! Dobbiamo unirci, trovare una via comune!

    il fermento era nato, e così il dibattito accresceva, smisurato e incontrollato come doveva essere. che le fazioni fossero più o meno estreme nei loro giudizi, l'importante sembrava essere l'emergere di un pensiero. Un pensiero vivo e puro, che delineava per la prima volta da un decennio il clan.
    A te Julius vedere se il mood vuoi correggerlo o meno. la teatralità la fa abbastanza da padrone, non ti sembra di scorgere nessuno che parli con sincera intenzione di violenza o di ribellione armata, è tutto un tripudio di Iperbole e di crederci un sacco.


    ***



    il piacevole quanto tirato sorriso della donna si smagrì appena, perdendo anche di quella tensione che altrimenti l'avrebbe caratterizzato come forzoso nel constatare la presenza di Alice e il suo identificarsi come tale. vada per Alice, dunque, e senza cambiare tema e tono si limitò a uno sguardo analitico, anche un po' divertito sulla giovane sorella.
    Solo di tanto in tanto, mentre la rossa ponderava la propria risposta, Michaela tradiva il fastidio verso Leffe, che in quel momento si poteva dire tutto ma non era minimamente limitata dai suoi scivoloni in eliseo. Beh, diciamo che almeno per le cariche ha occhio, signorina. annuì tornando su di lei. arricciò appena le labbra, ponendo le braccia conserte e squadrando prima Alice, poi il vuoto oltre di lei. ... non credo che serviranno gufi, anche se ammetto una certa ammirazione, non sapevo che lei padroneggiasse il Doolittling. emise una risata cortese di circostanza.
    Comunque non ha torto signorina, è proprio vero: il primogenito Lennox calcò specificatamente le parole, il titolo, la carica. quasi più del cognome. manca all'appello. Una scelta coraggiosa da parte dell'organizzazione, non c'è che dire , ma soprattutto... particolare.
    Non crede anche lei che sia strano non invitare il proprio rappresentante?
    La voce del clan al tavolo dei primogeni, colui che intercede per noi con i clan nelle sale d'avorio.
    si chinò leggermente in avanti, tenendo lo sguardo sulla ragazza.
    lei cosa crede, Alice?
    @alice: Ha ignorato deliberatamente e completamente la tua domanda su cosa avrebbe fatto lei


    Le voci della caciara non hanno nomea e non prenderanno parte alla legenda o diventiamo tutti neurotici.

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    Ascoltò più anime, contento del loro tirar fuori la testa dal guscio. Ora doveva solo affinare quei pensieri sparsi e figli del momento, senza però salire alla ribalta; non era il momento né il luogo, ma soprattutto non ne aveva bisogno.

    Optò per i sussurri sparsi, dove i più alzavano la voce lui commentava brevemente con i Fratelli distaccati sulla situazione, sulle loro vite e anche quelle altrui. La libertà era una vastità non ben definita, dove chi era senza nessuna regola non faceva altro che perdersi. Chi era veramente libero riusciva ad adattarsi alla marea, a far sue le regole di ogni contesto. Ognuno di loro aveva convissuto con le regole della società umana, e non era mai stato veramente difficile andare avanti. Era l'abitudine, la norma.

    Camarilla, Movimento Anarchico...non importava la bandiera, ma come ognuno di loro viveva la vita. Potevano bruciare in una fiamma splendente, oppure resistere ed imparare da tutto ciò che il presente aveva loro da offrire.

    E quante volte una rivolta si era scontrata con la dura verità, con il frangiflutti di chi deteneva il potere? Per quanto i Brujah insistevano, o ancora meglio amavano pensare, non sempre i figli di Troilo erano dalla parte dell'onda. Quale che fosse il lato, avevano prosperato diventando indispensabili. Con il numero e con le idee, con le azioni e le parole. Era quella la somma del loro Sangue. Una spinta continua, ma non per questo incontrollata.

    Chi voleva la vera anarchia non doveva far altro che mollare tutto e andarsene...ma perché? Solo per liberarsi dai legami? Non erano forse i legami a rendere un uomo e una donna tali? L'io non era la somma di molte cose?

    E, ancora, cosa avrebbe portato un semplice atto di forza? Solo il torto, in una società, in una razza dalla lunga memoria.

    Ci voleva unione, idee e gente salda al comando. Che pensasse al bene di tutti senza usare il sangue come Crociati in carica contro un muro di lance in attesa. Qualcuno voluto dal Clan, avulso da fattori esterni. La risposta non era ancora arrivata, ma in compenso avevano avuto tanti brutti esempi.

    Lezioni da cui imparare.


    Gettò i semi nel terreno smosto, e vi aggiunse un piccolo dubbio per ravvivare il momento.

    Perché andare contro due sette e le loro strutture un momento, per poi far retromarcia l'istante dopo? E che individualismo c'era mai per chi invece di innovare ed adattarsi dipingeva con nuovo colore, suoi colori, lo steccato che fino a poco prima denigrava?

    Cosa erano quelle parole, quegli intenti di distacco?

    Cosa era quella maledetta ipocrisia?

    Solo lo scialbo tentativo di creare qualcosa di vecchio, e venderlo come nuovo.

    Il Clan Brujah doveva unirsi e spingere gli altri, non infrangersi contro. L'odio che spazio poteva mai avere, soprattutto se rivolto contro chi non aveva altra colpa se non esser nato in altro Sangue, e diverse circostanze?

    Ancora una volta si fece da parte, dimostrando con l'azione ciò che intendeva.

    La Furia era un moto, una forza di intenti. Gli insulsi, i deboli e gli approfittatori non potevano davvero capirlo, né farne parte.
     
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    Alice ascoltò l’Arpia nei suoi discorsi, fece un lieve cenno del capo e un sorriso quando le accordò di chiamarla per nome. In realtà pensava che sarebbe passata al tu cosa che in realtà non fece.

    Intervenne poi “ Ne sono lieta, detto da lei non può che farmi piacere” ammise onestamente, non aggiunse nulla a quel discorso, non aveva intenzione di andare avanti a suon di sviolinate, sbandierando la sua utilità e incoraggiando a contare sui suoi servigi, la donna che aveva davanti non doveva essere arrivata dov’era a caso. Presumibilmente aveva delle capacità tali da sapere in che cosa e in che misura Alice le sarebbe potuta tornare eventualmente utile senza l’incoraggiamento della neonata. Aveva fatto il suo, dandole contezza delle sue capacità. Appariva come una donna forte e volitiva e immaginava che non apprezzasse più di tanto certi atteggiamenti, per quanto non mancasse di far pesare il suo ruolo. “ Certo il fan club mi fa pensare che in una certa misura non disdegni il vassallaggio

    Continuava a insistere sull’assenza di Lennox, non che non sembrasse strano anche a lei, non poteva dire però, in tutta onestà, se lo facesse per farla cadere in qualche gioco di parole o semplicemente per comprendere meglio chi aveva davanti.

    Una volta che l’Arpia ebbe concluso il suo discorso, Alice rispose “ Arpia Houlbourne come potrei non riconoscere l’importanza di una carica come quella del Primogenito” non fece nomi si concentrò sulla carica, rendendo un discorso specifico più generico, prosegui poi sorridendo accomodante ”Come ha già fatto notare lei è il nostro rappresentante, un ruolo di estremo rilievo per il clan” oggettivamente le sue frasi erano così ovvie, scontate e generiche da poter essere prese copiate e incollate per infiniti altri discorsi simili. “ Se non mi avesse detto lei che è stata una scelta dell’ organizzazione, onestamente avrei semplicemente pensato che fosse affaccendato in importanti compiti visto appunto le responsabilità della sua carica, ne conosce anche la ragione?” rispose sempre sorridendo, era la verità del resto non avrebbe effettivamente pensato diversamente e anche in quel momento ne era convinta ma non aveva abbastanza dimestichezza in certi ambienti ed erano talmente tante le correnti di potere che vorticavano in quel mare che era il principato. Aveva notato che prima aveva volutamente ignorato alcune sue domande chissà se avrebbe fatto lo stesso adesso..

    La sua attenzione venne poi catturata dal vociare crescente che arrivava dalla zona del pulpito. Con la musica così alta non era possibile per lei comprendere le parole, distingueva a malapena delle voci. Ma i toni e la gestualità dei presenti le diedero la sensazione che si stesse accendendo un fuoco in quel punto.

    Invitò con lo sguardo la sorella a notare quello che stava accadendo poco distante da loro e che aveva attirato il suo sguardo. “ Non lo trova…. “ ci mise un attimo, guardò un punto nel vuoto per cercare la parola che potesse esprimere quello che intendeva “Intenso ?” disse sinceramente, con più enfasi e meno compostezza di prima “ E’ la prima volta che partecipo ad un evento di questo tipo, ne ho solo sentito parlare da Axel, il mio Sire. Ma i racconti non possono rendere giustizia a questa atmosfera. Trovo affascinante che in un modo o nell’ altro” disse guardando prima la zona del pulpito e poi quella del ring “ i nostri fratelli si esprimano con la stessa passione” disse. Probabilmente era solo ingenua ed inesperta ma ammirava quella passione, anche lei era spinta da quello stesso spirito che in modi diversi, per scopi diversi accumunava tutti. “Lei cosa ne pensa?” chiese sorridendo genuinamente alla sorella.

    Scusate l'attesa..
     
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    Manipolare il dissenso non è mai stata un'arte difficile da imparare, ma saperla ridigere...
    Julius cercò di insinuarsi nelle spire del fuoco che aveva egli stesso innalzato, ridirigendo le fiamme ove potevano non nuocere, ma divampare in un ordine coeso.
    Come il clan di cui Hektor gli aveva parlato, e che lui stesso non era mai riuscito a vedere.

    Ma non poteva ottenere tutto. Non con una varietà così ampia di vampiri davanti a se. Camarillici, Anarchici, Autarchici, Elementi che lo stesso a fatica riusciva a inquadrare in un contesto politico. Neonati? O anziani al punto tale da non riuscire a essere riconosciuti?
    La lingua d'argento sarebbe bastata a unire tutti sotto un'unica bandiera?

    Anzi... Julius avrebbe DOVUTO unire tutti sotto un'unica bandiera? La furia del clan non doveva essere libera, esplodere in mille lingue, mille idee? Non era questo l'emblema stesso del clan, essere in armonia con le sue mille voci differenti?
    Mentre lo stesso arginava l'incendio poteva notare sguardi di consenso e di disgusto in egual misura, persone che annuivano e che scuotevano la testa in senso di diniego ovunque egli guardasse.
    E in mezzo a questi, Jeremy Coleman. L'uomo che era stato capace di ridirigere il discorso in modo incostante e cambiare argomentazione in secondi.
    A favore della camarilla, ora degli anarchici, ora solo insindacabilmente nella parte del clan e contro ogni struttura.
    Ora professante l'indipendenza, ora in grado di sostenere i vantaggi di una prigionia parziale, di un governo rigido, di una democrazia. Sempre con la stessa faccia impassibile, al massimo compiaciuta quando percepiva voci più forti contestarlo.
    E niente di quello che diceva sembrava veramente la verità, il suo pensiero. mai del tutto.

    Una piscina nel quale era difficile nuotare.
    Ma non impossibile. Non per Deschain, che nonostante le voci contrastanti nella sua mente iniziassero a divampare riuscì a coinvogliare la folla quantomeno sui punti comuni: l'unità del sangue, la mancanza di violenza fine a se stessa, la libertà attraverso non l'anarchia ma la maturità dell'individuo e del gruppo.
    Un discorso intenso, che gli portò via diversi minuti, sino a quando... non vi fù più bisogno di argomentare nulla.
    Non a loro, mentre la sua mente non più cristallina era un tumulto interiore.
    Quello che pensava era davvero giusto?
    Si allontanò il giusto dagli stessi, anche solo per concedere una pausa ai propri timpani. Almeno all'esterno poteva reclamare un minimo di silenzio.
    Parole sentite, Deschain la voce del principe di Richmond gli piovve alle spalle, calma. Forse un po' generaliste, ma il senno ha radici ben solide nel generico. il volto tranquillo, sereno, e un'espressione compiaciuta il giusto. Diceva di volermi parlare... è un buon momento? o preferisce misurarsi nel ring? sorrise divertito, andando con gli occhi oltre le spalle del brujah. I cazzotti erano già iniziati a volare, in uno stadio urlante tutto il suo entusiasmo.

    ***



    Michaela annuì compiaciuta Non è inusuale per un vampiro del nostro sangue sputare sulla propria scala gerarchica. Lieta che non tutti la pensino così. le labbra divennero sottili e tese all'ennesima mancata risposta, quantomeno alla mancanza di risposta diretta.
    Michaela, ancora gonfia di ego come il suo ormai defunto status cantava, pretendeva non solo il rispetto, ma anche che le proprie domande trovassero risposte. Lei può non crederlo, Alice, ma sono io che le dico che è così. E può anche chiederlo a Deschain se non si... fida un ridacchiare sommesso provenne da un paio dei suoi vicini Ma mentire su una cosa del genere sarebbe stupido, non pensa?
    Per questo le chiedo cosa ne pensa della sua assenza... anzi: del deliberato intento di non coinvolgerlo in un evento che coinvolge tutto il nostro sangue.

    Michaela pareva molto seria, e decisamente poco incline a farsi sviare. Non è usuale per un Rave avere dei fratelli Invisi, del resto. Inoltre, a mio modesto parere, coinvolgere certi soggetti ed escludere il primogenito e una delle leve più promettenti del clan è... un'idea insolita. non menzionò nomi ulteriori, anche se era palese che uno dei "certi soggetti" era Faith Lee, intensamente impegnata a far gorgheggiare i propri strumenti, a rendere viva la festa.
    Alice poteva percepirlo: Michaela poteva essere caduta come arpia, ma sapeva gestire una conversazione e altrettanto non cadere in sviamenti banali: se voleva uscirne senza dare opinioni avrebbe dovuto essere molto sottile... o molto poco galante.
    Tuttavia la Houlbourne non era neanche più una carica, e per fluire di conversazione continuò con la stessa.
    Il suo sire non l'ha mai portata a un rave?
    Beh mi auguro che l'esperienza le stia riempendo il cuore.
    si concesse un sorriso compiaciuto sincero, forse l'unico, prima di continuare Io amo l'unione del nostro clan, in ogni sua forma e colore. Sebbene questo incontro si può definire piccolo e strano -come abbiamo già detto-, non posso che condividere l'entusiasmo di trovarci qui.
    Anche se non mi cambierà l'esistenza come il rave di Saint Louis nel 1990... anche questo scalpitare è energia per l'anima.
    lasciò quindi cadere il discorso, osservando come nel ring già iniziassero a volare pugni e urla corali da stadio.

    @Julius: mp
    @Alice: Se vuoi ancora schivare le domande di Michaela con garbo ti farò fare un tiro (che varierà in base a come cercherai di schivarla). dimmi solo se provi a spendere willpower.


    Le voci della caciara non hanno nomea e non prenderanno parte alla legenda o diventiamo tutti neurotici.

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    "No."

    Pensò, allontanandosi dal discorso fino a raggiungere un comodo masso su cui sedersi.

    "E' quello il problema, non c'è armonia. E' inutile provare a riunirli se prima non si offre loro scelta e stabilità." Guardò i molti volti in gioco. "E tutela. Non la conoscono. Quindi...come farlo, e da dove?"

    L'obiettivo della serata non era cambiato, ma oltre a dar loro una possibilità di esprimersi doveva anche avere il potere di fare. Avrebbe fatto cadere quella Primogenitura spiccia, ma non sarebbe bastato. Non era Leeroy, a cui importava solo della vendetta. Non era nemmeno suo padre, anima legata a saldi principi ed antico onore. Julius aveva dei propositi, e li consideravano sopra a quelli degli altri perché nella sua testaccia quel luogo era suo, e non avrebbe permesso a nessun altro di costruirvi sopra.

    Non si trattava di consenso. Quello faceva sempre comodo, ma non doveva intaccare i suoi valori. Si trattava di una visione, a cui doveva rimanere fedele. Il suo volere.

    "In fondo mi è sempre sembrato stupido classificarci, anche solo in correnti. Non ne hanno bisogno loro, non ne ho bisogno io. L'unica cosa importante, la sola che conta, è quel che voglio per me e per la mia casa." Dal dubbio nacque un sorriso, tutt'altro che perfetto. Ma per il momento sarebbe bastato.

    Di nuovo in piedi, si sforzò di pensare alle mosse di Coleman senza sporcare il giudizio con dubbi interni. "Menzogna, cazzata, bugia, stronzata...nate da lui, o qualcuno gliele ha messe in bocca?" Cercò di pensare bene all'uomo, inquadrarlo e studiare quanto sapeva di lui e ciò che gli aveva detto non solo durante la serata, ma nel tempo. Verità di allora erano bugie nel presente? E perché mai aveva deciso di far partire lo spettacolo in quella particolare arena, senza attaccare il singolo con quella inconsistente sciarada?

    "Queste non è per nulla farina del tuo sacco, Jeremy." Bofonchiò assorto. "E l'ho già sentita..." Si sforzò di dare una locazione precisa a quelle parole, e anche comprendere il perché.

    "Cerca altri segni." Si mise come compito, anche se ciò lo portò ad un'altra domanda. Perché lo stava facendo? Si era appena detto che non poteva costringere mille voci ad una sola nota, solo instradarli...che contava solo lui. Eppure perché quella preoccupazione? "Devo rifletterci." Brontolò con tono udibile, proprio l'attimo in cui il Principe Bloom lo sorprese alle spalle.

    "Principe. Mi scusi, ero sovrappensiero." Si sforzò di non guardare verso la folla, e qualcosa di non definito lo portò a far vagare lo sguardo verso il buio. "Mi chiedo se ne nascerà qualcosa con cui riempire gli stomaci. Non sono un bravo contadino come credono alcuni, signor Bloom."

    Prese il fianco destro. "Da buon padrone di casa ho la mia dose di pugni da prendere, non si scappa. Ma mentre aspettiamo che si liberi...effettivamente avevo alcune curiosità da chiederle, quasi specifiche." Ammise. "Guardando ancora più in superficie, a pelo d'acqua...vorrei tanto che mi parlasse della sua città. Come la vede, cosa significa per lei."

    Si avvicinò con passo scarno al ring, in quel momento occupato da due elementali delle nocche.

    "Spero non sia troppo personale. E' che sto ragionando sul futuro e mi piacerebbe ascoltare più campane prima di trovare la mia accordatura."


    per favore, fammi sapere se ci sono parti riguardo al dubbio che devo esplorare meglio. Anche nei prossmi post.

    Le domande interne poste in descrittivo sono tutti ragionamenti che tento per dare un ordine, una consecutio alle azioni di Coleman.

    Potrei tentare un tiro per capire bene a cosa si sta appoggiando Coleman(da storico e occultista, ma anche da ex ghoul di un entelechiano forse ho modo di ricordarmi qualcosa di più in merito?), e se lo ha mai fatto in precedenza? Per farla breve vorrei capire il cosa, e da quando.
     
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    Alice sorrise serafica al primo intervento dell’ex Arpia, era chiaro come il sole che la sua risposta non la soddisfaceva minimamente.

    Intervenne poi appena terminato il suo secondo intervento “Signora Houlbourne ma perché mai lo pensa? Non serve disturbare il Sig. Deschain a tal proposito, ho detto che se non l’avesse detto lei io avrei tratto conclusioni diverse, le ho addirittura chiesto se ne conosceva la ragione, a riprova del fatto che non avevo motivo di dubitare, anche perché come giustamente dice, quanto sarebbe saggio mentire” Alice effettivamente non aveva motivo di non prendere in considerazione l’affermazione della sorella, semplicemente non aveva espresso giudizi a tal proposito. Guardò in direzione delle risatine “Ma veramente? Chissà se hai palle lontano dalla tua padrona

    Alice sperava che la Houlbourne si stancasse di cercare risposte ma si sbagliava, era ancora attaccata li e non la mollava. A nulla erano valse le quanto mai chiare intenzioni di Alice di voler evitare l’argomento, anzi non avevano fatto che stimolare di più l’ex Arpia.

    Il cambio di argomento l’aveva ammorbidita solo per un attimo. Se solo la Houlbourne fosse stata in grado di sorridere in quel modo più spesso piuttosto che spargere veleno in giro magari ora le cose sarebbero diverse per lei.

    Alice stava cominciando a innervosirsi, si poteva facilmente notare da come continuava convulsamente a giocherellare con i suoi anelli, solo per educazione si era fermata a conversare con la Houlbourne e solo perché se l’era trovata davanti. Era evidente che anche se aveva perso la carica non aveva perso la sua arroganza. Alice era stata composta e rispettosa davanti a qualcuno che vantava molta più esperienza di lei. Aveva sorriso mentre veniva palesemente ignorata, aveva offerto spunti ulteriore di conversazione, aveva rimarcato l’ovvio e mostrato palesemente le sue intenzioni cercando in maniera educata di schivare le sue insinuanti domande. Ma Michaela era un muro, forse rovinato, deturpato dalle sue stesse azioni ma comunque un muro che non aveva nessuna intenzione di lasciarla passare.

    Andare oltre quel muro era quello che doveva fare, come farlo era un’altra questione. Il suo modo di agire non era mai stato quello di scontrarsi cercava sempre di trovare un modo, una strada cercando di seguire il mood della conversazione, dando qualcosa ma senza mai cedere tutto. Questo però non voleva dire che Alice nella sua testa non avesse idee ben precise e punti fermi. No, non si sarebbe fatta trascinare nelle sue sterili opinioni e no non si sarebbe prestata a questo suo gioco svilente solo per placare il suo ego ferito.

    Lasciò che la sorella concludesse tutto il suo discorso e infine in un' unica battuta tento di rispondere alle sue domande partendo da quelle semplici.

    No, in realtà non saprei neanche dire se, se ne siano tenuti da che posso farne parte, come le ho detto Axel me ne ha parlato molto e a sentirlo raccontare avevo intuito che alcuni, anche per lui, sono stati molto significativi. Proprio per questo, per me questa serata è importante. Piccolo, grande, strano è comunque il primo. E la prima volta non si scorda mai” rise delicatamente “Si, come le dicevo prima riesco a percepire l’intensità, la forza e l’unione anche nelle diversità. Come lei, amo questa unione, quella di un clan pieno di differenze che però deve non puntare il dito gli uni contro gli altri a rimarcare scelte o fatti passati invece che collaborare, di un clan fatto di pancia ma anche di testa che devono coesistere senza voler prevaricare gli altri, i Rave non servono proprio a questo? A rinsaldare l’ unione che anche lei dice di amare? “ Fece una pausa domandandosi se il suo discorso avesse aperto un varco poi continuò “Forse penserà che le mie parole tradiscano la mia ingenuità, possibile, probabile sono troppo giovane e peccherei di arroganza se presumessi di avere la giusta visione o risposta su tutto non crede? Per quanto mi diceva poco fa non ho la sua esperienza, i suoi trascorsi ne le sue conoscenze per avere una visione globale, mi è stato detto più di una volta “non parlare di quello che non sai” inutile dirlo a chi come lei è un'esperta, spero che possa credere alle mie parole quando le dico che non voglio mancarle di rispetto anzi, quando avrò nel mio bagaglio maggiori esperienze, conoscenze e trascorsi sarei lieta che chiedesse la mia opinione e di poterle rispondere con cognizione di causa, dando a quella conversazione una rilevanza diversa da adesso.”

    Non aveva buttato giù il muro, non lo aveva neanche scavalcato, lo aveva solo evitato. Sperava di aver spento l’interesse della Houlbourne, riducendo l’importanza della sua opinione. Che le piacesse o meno Alice aveva dato una chiusura a quella discussione, aveva cercato di farlo delicatamente ma arrivata a quel punto non le importava. Che voleva fare dare di matto e rendersi nuovamente ridicola? Avrebbe creato più problemi a se stessa che non ad Alice ”Unione, unione parole vuote per riempirsi la bocca! Tutti attaccati alla propria persona. Parla del clan ed è la prima a buttarci fango sopra” Si chiese se trascorso abbastanza tempo non sarebbe stata anche lei così…In un mondo così competitivo, lei che non amava primeggiare dove avrebbe trovato posto? Aveva considerato il suo modo di essere abbastanza idoneo al mondo della notte ma si sbagliava, non aveva considerato che poteva essere usata anche se lei se ne stava nel suo angolino a portare avanti i suoi studi

    Solo dopo aver ascoltato le risposte e aver risposto a eventuali domande Alice disse “Oh anche dalle parti del ring sembra che abbiano iniziato… Se non le dispiace vorrei andare a vedere



    Si grazie se tiri uso willpower

    L’ultima frase è più per darti un idea delle intenzioni, non aprirei un altro discorso e tenderei ad andarmene in direzione del ring e più precisamente verso lo sceriffo.Ovviamente laddove mi stesse parlando non prenderei e me ne andrei a caso!
     
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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    Waylen Bloom, una leggenda minore del clan brujah che ancora credeva nella camarilla, ora era in piedi di fronte a Julius, e lo trattava come un pari. Sorrise alla richiesta di Julius, increspando di paterna comprensione la sua espressione gioviale. Se anche solo un terzo delle cose che ho sentito a suo tempo da Clay sono vere, puoi chiedermi quello che vuoi. ridacchiò ammiccante, sicuro. E magari dopo faremo la nostra necessaria scazzottata. Ma ora comprendo che hai questioni più serie quindi... osservò il ring, dove delle persone si stavano ammazzando di pugni nel coacervo generale, incitate da un Ramirez che pareva posseduto dallo spirito del brujah definitivo. Si, vedo che ora è occupato. si affiancò al padrone di casa e si incamminò stancamente verso il ring. Non tanto per ripudio, più per tenere il passo. Waylen era decisamente felice di essere dove era.

    Che posso dirti di richmond, che la fama non abbia già detto a te? non si curò nemmeno che Julius non sapesse poi molto, non gli passò manco per l'anticamera del cervello.Non siamo così diversi da voi in realtà. Forse più assestati ma... il sabbat ha cercato di attaccarci, ma l'abbiamo respinto. Diverse serpi sono cresciute nel mio nido ma le ho stanate.
    E non posso nemmeno dire che sono lontano dall'essere scalzato.
    lo aggiunse con divertimento, quasi la cosa non lo turbasse Ma finchè le cose rimarranno sotto il mio controllo ogni fratello avrà il suo da dire e sarà libero di essere ascoltato. nessuna menzogna sino a quel momento. Poteva forse essere che Richmond era un'utopia? Sai come si ottiene un livello del genere, Julius? stava per rispondere, ma optò per trattenersi incrociando lo sguardo affamato del giovane. Coraggio... dimmi la tua!

    il dubbio nasce dal fatto che il clan stesso, anche se incentivato nella giusta maniera ,sembra esplodere in modi che non puoi e non credi di dover controllare. A dispetto del fatto che comunque vuoi farlo. é come se stessi filosoficamente andando contro una parte di te.
    Coleman invece rimane uno stronzo ben allacciato, un mistero che non riesci del tutto a interpretare. Vuole qualcosa, ma non capisci cosa. Però il caos che getta non è fine a se stesso, è delineato a un obbiettivo.
    L'unica cosa a cui arrivi è che non sta cercando di ostacolarti o di danneggiarti, tutt'altro. Coleman è sempre stato uno spaccacoglioni di primo livello, e negli ultimi anni è divenuto un provocatore e un agitatore. Ma è sempre stato guidato da un ideale, non importa quanto confuso o malespresso. E l'ideale (lo sai) non è mai stato danneggiare il clan. All'infuori di questo, più che classificarlo in modo diverso da un "pugnofacile", non riesci. Dovresti dargli la giusta attenzione, cosa che ora sei impossibilitato a fare.


    ***



    Alice dal canto suo stava forse sperimentando quel rimasuglio di camarilla che difficilmente avrebbe potuto scrostarsi mai del tutto da un clan fondatore anche in un evento del genere. Michaela, nel suo piccolo, non poteva certo esentarsi dallo scavare nelle insicurezze altrui, e stava distintamente mettendo alla prova la giovane brujah nel modo in cui un neonato si mette alla prova in un eliseo.
    Una macchia, a giudicare da quello che il sire le ripeteva riguardo i rave. Ma una macchia inevitabile.

    Sentì distintamente che Michaela non era disposta a mollare l'osso, avvertì quasi le sue parole caricarsi nella gola dell'ex arpia e... non avvenne nulla. ...beh, non la turbo oltre. ammise, tornando sul palco. La voce elettronica di Leffe si era portata a termine, e ora un paio di tizi armati di chitarra stavano impostando il loro palco personale per un netto cambio di musica. Hard Rock, a giudicare dall'aspetto.
    Si diverta, Alice. L'aveva scampata? o Michaela aveva avuto pietà?
    difficile a dirsi, ma questo permise comunque alla brujah di riuscire a defilarsi. Michaela la congedò con un cenno cordiale e un Lunga notte appena accennato, permettendo alla ragazza di approcciarsi verso lo sceriffo.
    Questi, torreggiante figura di autorità a Nola, non parve nemmeno notarla in un primo momento, concentrato com'era a osservare il Ring e i primi contendenti che si scambiavano cazzotti.

    ritieni che michaela tu non l'abbia convinta tantissimo, ma ti ha lasciato lo stesso andare senza ricevere una risposta.
    D'altro canto interagire con Cooper non è una cosa che ti comporta necessità di etichetta: siete brujah a un rave, non sceriffo e infante in camarilla.


    Le voci della caciara non hanno nomea e non prenderanno parte alla legenda o diventiamo tutti neurotici.

    Hektor Clay, anziano brujah, sire di Julius
    Waylen Bloom, principe di Richmond
    Michaela Houlbourne, ex-Arpia minore di Nola
    Jeremy Coleman, Infante di Nola
     
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    Signore dell'Arpiato

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    Bei tempi andati

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    "Il mio Sire mi tiene davvero troppo in considerazione...molte volte, dopo aver agito, penso a cosa avrebbe fatto lui." Si guardò le mani, pulite ma su cui lui e solo lui poteva vedere tanto di quel sangue..."Se ho osato troppo, se sono stato troppo duro o troppo pragmatico." A quella parola guardò la folla che aveva riunito, per vari secondi. Come a lasciare a Waylen un collegamento. "Ma è anche uno dei motivi per cui non l'ho seguito a Chicago, quello di trovare il mio tono." Il modo in cui lo disse, quasi musicale, sembrava voler dare una particolare chiave di lettura alla frase. "E credo che lo sappia."

    "Mi dispiace." Quando sentì del Sabbat. "Spero non abbia perso nessuno di vicino." Parole di circostanza, ma sincere. "Qui da noi...ci sono state delle problematiche un po' diverse. E molti strascichi." Guardò lo Sceriffo e Ramirez, nei pressi. "Ma a difendere il Dominio ci sono due miei amici, e penso stiano facendo un buon lavoro."

    Sulle serpi sorrise, per chissà quale motivo. "Brutta razza, quella; paga solo in veleno. Ma non ce ne libereremo mai, è naturale come tante altre cose. Ma ha un pregio...se la riveli come tale, gli altri ne saranno spaventati. La puoi ostracizzare. Altre razze, come i topi...purtroppo molti finiscono per abituarcisi. Diventano la norma."

    Al rimpallo si fermò, lo guardò ed incrociò le braccia. Poi fissò le stelle in alto, come a cogliere qualcosa. "Non possiamo accontentare tutti, non importa se abbiamo ragione o torto. Ma molto spesso le persone cercano solo qualcuno che le ascolti, e gli dia un'opportunità." Indicò l'Agorà in lontananza. "Ma se ci fermiamo lì, solo ad ascoltare, non saremo nulla più che una cassa di risonanza. Indecisa." Tornò a guardare Waylen. "E cosa facciamo con quanto abbiamo ascoltato che cambia le cose per le persone, e per ciò che vogliamo costruire. Si tratta di tracciare uno strano confine tra fiducia e azione...se una persona si fida del prossimo, sarà disposta a ragionare su una risposta che magari non è nelle sue corde. Perché chi è lì davanti è degno di fiducia."

    Scosse il capo. "Tante belle parole, vero? La verità è che non so più se credere del tutto a questi buoni propositi, signor Waylen. Anche se la base morale non andrebbe mai accantonata, perché figlia dalla logica." "Ma ci sono morali e morali, lo sai. Tu agisci secondo la tua, per cui non ne esiste una principe. C'è solo una dimostrazione, continua e senza fine."

    "Come ha detto lei...'sotto il mio controllo', mette in chiaro che chi comanda, ispira, guida o insegna ha una leva importante dalla sua, equilibrata tra potere e comprensione. E quando esercita questa leva non è un amico, un amante o un Fratello. E colui che governa. Se lo fa bene riesce a dare agli altri una sensazione...giusta. Anche con i bocconi amari." E gli indicò ancora una volta l'Agorà, dove aveva evitato il dilagare di un incendio, senza però spegnere del tutto le braci. "Alcuni ci riescono approfittando dell'assioma 'la vicinanza al potere fa credere alle persone di averne a loro volta', che reputo pericoloso, altri ancora - penso più abili - riescono ad accordare le varie voci, ed occuparsi degli stonati."

    "Non posso davvero riassumere, non un intento del genere." Ma poi sorrise, senza nasconderlo, perché a ben pensarci poteva condensare il tutto in un modo per lui, e solo per lui, lampante. "Con un intento, il mio."



    Se possibile accompagno il tutto con un asupex 2 su waylen.

    Scusate il ritardo. Mi pesava il culo :')
     
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    Cosa è successo?” Alice non capiva... Sapeva di non aver convinto la Houlbourne eppure aveva soprasseduto. Soprasseduto? L’ex Arpia con la sensibilità di un nano da giardino aveva soprasseduto? Alice non era neanche sicura che conoscesse il significato di quella parola, eppure… Possibile che veramente non avesse voluto rovinarle quella prima volta? Oppure semplicemente si era resa conto che per quanto potesse insistere e scavare in quel posto, in quel momento, non aveva più dalla sua la carica da far pesare?

    Cosa si aspettava le dicesse poi che in realtà trovava più strano che ci fosse lei, visto il teatrino che aveva messo su in Eliseo? Che Lennox aveva poco da dire alle tavolate dei primogeniti fintanto che non lo avessero considerato abbastanza farlo sedere? Che il clan che tanto ama aveva fatto una pessima figura in un evento in cui erano presenti gran parte dei vampiri di Nola?

    Ma Alice poteva veramente permettersi di dirlo? Magari nel giusto tempo, al giusto interlocutore, nei giusti modi. Non di certo a chi cercava disperatamente qualcuno o qualcosa da affossare, per risalire in vetta dal baratro che si era scavata. Probabilmente con davanti uno più smaliziato di lei alla Houlbourne sarebbero tornate indietro stilettate peggiori di quelle che aveva dato.

    Tenne per se i suoi pensieri e le sue teorie a riguardo. Si allontanò dalla Houlbourne e il suo veleno salutando con estrema grazia sia lei che il suo fan club, al quale Alice riconosceva quanto meno una cieca fedeltà.

    Mentre si muoveva nella folla agitata e scomposta cercò con lo sguardo lo Sceriffo. Lo trovò velocemente, defilato ma posizionato in modo da avere buona visuale sul ring. Mentre si avvicinava si concesse il lusso di osservarlo più attentamente, probabilmente da giovane, parlando in termini umani, era stato un uomo affascinante il tempo non era stato troppo clemente con lui, ora lo avrebbe definito inquietante, forse solo per il suo aspetto, forse per l’ autorità che aveva la sua figura a Nola o forse per tutta un idea, del tutto arbitraria, che Alice si era prefigurata nella sua testa ragionando su di lui.

    Si avvicinò a lui e rimase li, guardando anche lei verso il ring in attesa che la sua presenza venisse presa in considerazione. Non voleva disturbalo, infondo non aveva nulla di particolare da dire, voleva cogliere l’occasione di archiviare la pratica presentazione lontano dalle impostate sale dell’Eliseo, in un ambiente più soft, dove la loro abissale differenza sotto ogni punto di vista, fosse meno pressante.

    In realtà era molto attratta dalla villa principale che non aveva ancora esplorato, e voleva anche ascoltare con calma e in modo da aver una maggiore comprensione, quello che tanto agitava gli animi nella zona del pulpito. Senza nessuno sforzo avrebbe potuto tastare il polso del clan e farsi un idea sulle varie correnti che ne facevano parte.

    Sul ring si stavano dando da fare senza trattenersi, una sorta di WWE in versione reale con tanto d'incitamenti del pubblico. Quando lo Sceriffo posò lo sguardo su di lei colse al volo l’occasione per sorridere e allungare la mano verso di lui per farsela stringere “Lunga notte Sceriffo Cooper, sono Alice William molto lieta” ridusse le parole al minimo, per quello che ne sapeva di lui non amava i giri di parole, la voce calma, la stretta vigorosa lo sguardo aperto mentre terminava di stringere la mano all’uomo. Con un lieve cenno della testa in direzione del ring continuò “Si sta godendo gli scontri per piacere o sta dando uno sguardo più attento a come si muovono i fratelli sul ring?!” Non era propriamente una domanda più un chiaro tentativo di aprire una conversazione tenendo conto di ciò che stava interessando lo Sceriffo.
     
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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    2024-03-17 13:22:54 Julius rolls 7 dice to Auspex 2 (Diff 8) 4,9,2,3,2, 2,9 [2 successes]

    Si, posso capire Waylen diede un colpo di mano leggero sul braccio di Julius. Con amicizia. Con intesa. Clay ha tessuto lodi, ma è giusto che la strada del figlio divenga sua e sua soltanto.
    Anche le mie progenie hanno ragionato in tal misura, a loro tempo
    ammiccò ancora piacevolmente. La sua aura era squisitamente pallida, e tinteggiava in armonia con l'azzurro dei suoi occhi, dando una tonalità cielo diurno.

    Sulla questione Sabbat, Julius percepì leggera concitazione. Devo ammettere che, pur non volendo sputare in alcun modo su New Orleans, le voci che corrono sulla vostra infestazione sono contrastanti.
    Alcuni dicono che siete stati a un passo dal farvi spazzare via. si chiacchiera di porte di abisso alte cinquanta metri, di osservatori spaziali svaligiati e di club vaporizzati.
    Altri parlano di un manipolo di deficienti paralizzati da una vecchia presenza inutile, che si sono fatti esplodere da soli, e che faticate a estirparli solo perchè sono troppo impegnati loro a estirparsi da soli.
    Quale è la verità?
    A richmond abbiamo avuto perdite, ma storie meno interessanti.


    nuovamente, le serpi. un argomento sul quale tornare fece storcere il naso al fratello. Quello ahimè, so che è la Jyhad. Ma se dicessi che è un problema poco sentito, mentirei. Richmond pare maledetta. osservò il ring per un secondo, e vi tornò con l'attenzione il giusto tempo per assistere a uno scambio di pugni. negli ultimi quarant'anni ho visto tre colpi di stato, ho cambiato un siniscalco, e il richiamo delle stagioni ha colpito quattro volte tutti i miei primogeniti. ridacchiò, anche se per un secondo Julius vi percepì un frammento di emozione diversa, più... amara. Il sapore del tradimento probabilmente schifava il principe tanto quanto chiunque altro, e ingoiare tante volte il boccone non lo rendeva più felice. tutt'altro.
    Ma è sempre tutto fallito, così come il mio potere è rimasto intatto. Devo tanto ad alleati fedeli e ad anziani assennati, tanto altro a mia personale abilità.
    Come dicevo prima insomma, non vi è molto che possa dirle che già non si aspetterebbe.
    annuì infine. ascoltò in silenzio, occhieggiando anch'esso l'agorà per un istante, ma rimanendo principalmente su Julius. Interessato. Superbo, palesemente, ma genuinamente interessato.Condivido. in misura certamente, ma condivido. Se avrà successo avrò il piacere di conoscere il responsabile della risalita del clan Zelota... e di questo sono certo.

    Lasciò quindi il tempo allo zelota per ribattere ancora, qualora avesse ancora di che dire. Poi, cortesemente, andrebbe ad indicare con la testa in favore del ring. Vuole essere il simbolo anche della parte più giovane del clan? fece un paio di passi verso il ring.

    ***



    Abbandonata la rete della ex arpia, Alice non potè non percepire una certa leggerezza. Come se l'aria fosse divenuta di colpo più frivola e frizzante, trasmettendole l'energia di una festa e non di un austero salotto.
    La musica parve ritornare alla sua velocità, le urla concitate che provenivano dall'agorà erano colme di interesse tanto quanto di concitato fervore: il clan stava esprimendo la sua voce, e lo stava facendo con vigore. Il ring riempiva con urla feroci e incitamenti il silenzio. Anche il fiume avvolgeva il tutto con le sue onde, dando armonia al tutto, quasi volendo allontanare quel peso da Alice stessa.
    Era al rave. Era libera.

    Un solo ostacolo prima di raggiungere cooper. Passando oltre l'arena ove i dibattiti alzavano la voce e il numero delle stesse partecipanti, La giovane brujah impattò in un pesante giaccone azzurro che avvolgeva una persona evidentemente mingherlina. Una disattenzione, un leggero incidente, al quale seguì rapidamente uno scusa e un immediato allontanamento del suddetto cappotto imbottito. Alice non fece nemmeno a tempo a vederlo in faccia.
    Ed eccolo lì, Jordan Cooper. Lo sceriffo, in una certa misura l'uomo del momento. Il membro del clan che al momento aveva fatto l'ascesa più importante, passando da mero strumento dello sceriffo a testa della legge di new Orleans.
    Alzò appena la testa, concedendo un cenno di saluto schietto, ma presente. Lunga notte, signorina William. mormorò, dandole una rapida occhiata. Piacere... il giusto. Ma perlopiù è deformazione professionale la mia. socchiuse gli occhi, assumendo un sorriso accennato e tirato il giusto. Non siamo certo qui per un ritrovo di lettura, e la nostra nomea non è a caso.
    Meglio che qualcuno stia vicino al fuoco a fermare i tizzoni, prima che la foresta vada a fuoco.
    tornò quindi con gli occhi sul ring, ove gli ultimi cartoni sembravano star volando per la coppia all'interno. Ora Alice poteva vedere Julius in lontananza, accompagnato dal lontano principe di Richmond, mentre questo si stava affiancando all'arena con l'intento di entrarci.
    Lei invece? piacere? o interesse?


    Hektor Clay, anziano brujah, sire di Julius
    Waylen Bloom, principe di Richmond
    Michaela Houlbourne, ex-Arpia minore di Nola
    Jeremy Coleman, Infante di Nola
    Jordan Cooper, Sceriffo di New orleans.
     
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    La prima vera scoperta della serata per Alice fu che quell’uomo non la terrorizzava, intendiamoci era ben consapevole di chi avesse davanti, ma stranamente non si sentiva soverchiata dalla sua presenza, effetto Rave immaginò. Ora lo sentiva. Fu come poter buttare fuori l’aria a lungo trattenuta nei polmoni. Rilassante e liberatorio. E cavalcando quest’onda dimenticò i suoi buoni propositi di non lasciarsi andare alla sua incontinenza verbale.

    Beh in effetti chi se non lei può mantenere l’ordine, solo che così non avrà modo di godersi il rave come tutti” ora che l’atmosfera del rave l’aveva avvolta e coinvolta, era effettivamente dispiaciuta che qualcuno non potesse goderne appieno, senza porsi la domanda se quel qualcuno se ne dispiacesse realmente “Magari la Lancia Ramirez potrebbe darle il cam…” Le parole le morirono in gola quando si accorse che la Lancia in realtà era il più fomentato di tutti. Incitava i fratelli sul ring come se da quello dipendesse la sua non vita “…bio, magari no… Credo che la sua scelta sia la migliore” ammise sorridendo imbarazzata

    In quel momento si ricordò che anche a un Rave è meglio non aprire la bocca e dargli fiato senza azionare il cervello. Cercò di ricomporsi e di darsi un contegno

    Seguì lo sguardo dello Sceriffo che era tornato a guardare verso il ring e continuò a parlare, stavolta in tono più calmo, mentre entrambi rivolgevano il loro sguardo al ring “Entrambi in realtà! A essere del tutto onesta volevo innanzi tutto presentarmi a lei, non ho avuto modo di farlo in altre occasioni. E quale miglior occasione se non questa? Tutto qui è un esperienza nuova per me. Il posto, l’atmosfera è così…diverso. Non c è nulla che non catturi la mia attenzione e nulla che mi voglio lasciar sfuggire. Penso che trascorrerò la notte a girare ogni angolo così da potermi riempire gli occhi di tutto prima che finisca. Posso supporre che lei ne abbia vissuti alcuni... “ Lasciò la sua affermazione sospesa per dare la possibilità di continuare senza però essere pressante con delle domande specifiche. Era curiosa ovviamente, le sarebbe piaciuto ascoltare qualche storia ma odiava le persone insistenti.

    Ogni tanto con la coda dell’occhio gettava uno sguardo verso lo Sceriffo per controllare che il suo sguardo fosse ancora fisso sul ring. Solitamente non gradiva particolarmente parlare a qualcuno che non la stesse guardando, ma in quel momento la cosa non la infastidì, anzi lo trovò stranamente confortante “A proposito di cose interessanti, credo che il Sig. Deschain stia per salire sul ring per scontrarsi con il Principe di Richmond” disse indicando con lo sguardo i due che si avvicinavano al ring con l’intento di entrarci

    Effettivamente aveva raggiunto lo Sceriffo solo per presentarsi e nulla di più ma il ring stava proponendo uno scontro interessante, non conosceva la maggior parte dei fratelli il che rendeva gli scontri, seppur spettacolari, anonimi. Al momento però stava salendo uno dei pochissimi fratelli con cuoi aveva scambiato più di due parole e questo particolare rendeva le cose più interessanti.

    Tirò fuori dalla borsa un elastico per i capelli che utilizzò per raccoglierli in uno chignon improvvisato, neanche stesse salendo lei. In realtà quando Alice focalizzava l’attenzione su qualcosa legava sempre i capelli. Un abitudine, come se non volesse essere distratta da altro. Spostò il peso da una gamba all’altra e incrociò le braccia sul petto mettendosi comoda. “ Trovo sia più interessante guardare uno scontro quando si conoscono, seppur in minima parte nel mio caso, i contendenti non trova?

    Mentre attendeva “il fischio d’inizio” guardò intorno a se la folla di gente concentrata sul finale dello scontro in corso e subito pronti al prossimo. Mentre vagava con lo sguardo tra i fratelli le ritornò in mente l’ incontro-scontro di poco prima con il Sig. Cappottino azzurro. Che se ne faceva un vampiro di un cappotto così pesante e ingombrante? Soprattutto non adatto alla sua corporatura? Non c’era un motivo preciso per dirlo ma nell’insieme le era sembrato strano. Infondo camminando fino a Cooper si era scontrata con diverse persone ma nessuna le era rimasta in mente. Provò a cercarlo nella folla nell’attesa, ragionando sulla direzione in cui stava andando. Non era una cosa facile in quel caos “Mi servirebbero degli occhi dall’alto in effetti” ragionò “Ok in caso dopo se ho tempo, non voglio impegnarmi troppo per una sensazione” allontanò quel pensiero per concentrarsi sul ring. Quel pensiero che non lasciò del tutto la sua testa.

    Master sto postando prima io in accordo con Shaitan
     
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84 replies since 19/11/2023, 10:35   1362 views
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