Bayou Goula Towhead

isola vicino a Iberville

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    Signore dell'Arpiato

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    "Non si tratta di fare il verso a miti e storia, ma usarli per condurli a qualcosa di nuovo. Ho già battuto la testa su questo argomento diverse volte, e l'unico modo per condurre è risultare come la scelta giusta. La scelta migliore, dettata da chi agisce. Da chi costruisce."

    Mani giunte sul lombare, squadrò neutro la fiumana. A differenza dell'anziano non dava a vedere i suoi sentimenti, ma forniva un sorriso d'ordinanza che metteva a proprio agio.

    "In fondo è quello che fanno tutti loro, inconsciamente. Io preferisco essere conscio, e farlo per un pro." Si girò verso il Don, alzando appena le spalle. "Si. Senza quelle finiremo arenati, quindici e passa anni di questa morte dell'animo hanno fatto crescere tanti alberi storti. Oggi ho dato il primo colpo di ascia."

    Si pulì dal sangue, per quanto possibile, e indossò il maglione. "Ah." Toccandosi il naso storto e lo zigomo, probabilmente fratturato. Con uno schiocco rimise dritto il becco, e lasciò lavorare il sangue.

    "Sarà interessante vedere quanti verranno da me domani. Chi si porrà una domanda e vorrà condividere un dubbio, un'opinione. Da lì si seminerà." Alzò brevemente gli occhi al cielo. "Non mi vanno molto a genio queste metafore da pollice verde, chissà perché le sto facendo." Lui che era odiato dalla flora tutta, al punto da seccarla con il tocco. "Chissà se posso fisicamente avere una commozione cerebrale...mh..."
     
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    Alice girò e rigirò tra la folla cercando di farsi un’idea dell’effetto di quell’accorato discorso, ma il problema era sostanzialmente che l’idea di fondo era stata accantonata per concentrarsi su quello che era l’interesse personale del singolo.

    Tutto bello, tutto vero, tutto giusto ma… Fate voi che io ho da fare!

    Si domandava se in tutto quel vociare sconnesso, in quel continuo e costante tumulto di emozioni e visioni contrastanti ci fosse qualcuno che in qualche modo volesse un cambiamento che andasse oltre se stesso.

    In tutto quel tempo Alice si lasciò andare alla corrente incapace di resistere alla sua potenza… Dopo essere stata sbattuta da una parte all’altra senza tregua approdò finalmente alla villa…

    Villa dove tutto era amplificato, ingigantito… Riuscì a riaccordarsi con se stessa solo una volta arrivata alla balconata, esitò un attimo godendosi quel metro di quiete tra quello che aveva lasciato al piano di sotto e quello che avrebbe trovato uscendo fuori, poi apri la finestra e fu nuovamente investita da musica, grida e tutto il repertorio che il suo Clan senza controllo aveva da offrire…

    Eccoti!” Un sorrisino sul volto “Possibile che non riesco mai a vederti in faccia?” Lo osservò da lontano per vedere cosa stesse facendo… Calcolò mentalmente il percorso migliore che le concedesse la visuale più ampia sull’obbiettivo per tutto il percorso o comunque per la maggior parte di esso.

    Allungò una mano dietro la spalla come a voler prendere un cappuccio che non c’era “Cazzo!” Nessun cappuccio. Un gesto istintivo per chi, come lei, aveva una chioma così particolare e visibile, normale avere l’abitudine a coprirla per evitare di essere un faro nel buio.

    Con il percorso chiaro in mente si ributtò nella mischia, si mosse agilmente nel caos che aveva imparato a conoscere, si spostò seguendo la linea tracciata da un compasso immaginario in cui il fratello, era la punta, e lei, la mina... per trovarsi esattamente nel punto in cui lo avrebbe potuto vedere in faccia anche se a distanza.

    Qualcosa non le quadrava in quello sconosciuto. Strano. Era l’unico aggettivo che le continuava a venire in mente. Era convinta che osservandolo avrebbe capito di più.

    Era li, ignorato da tutti, ma lui a cosa prestava attenzione? Magari già capire questo particolare le avrebbe acceso qualche lampadina. Anche cosa stesse succedendo intorno a lui poteva essere utile, quanto meno a trovare un motivo per avvicinarsi indirettamente.
    Inoltre altra cosa che le venne in mente… Era ignorato da chi aveva intorno ma a distanza, c’era qualcuno che, come lei, lo osservava? Qualcuno che magari aveva avuto la sua stessa sensazione… Il solo pensiero che anche altri potessero trovare quel fratello particolare la faceva sentire meno avventata… Lei era di suo diffidente e nonostante non ci fossero basi logiche per renderla sospettosa, pensò, che non ce ne fossero neanche per il contrario
     
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    l'anziano evitò per qualche istante ulteriore l'attenzione di julius, preferendo concentrarsi su quella foresta torta che lo circondava. In un attimo era evidente come potesse condividere il parere di Deschain, ma che non ne nutrisse lo stesso ottimismo. Sarà malafede la mia, ma credo che buona parte di questa foresta sia data persa. replicò amareggiato, con fare calmo ma ha ragione, eviterei di indugiare ancora sulle metafore botaniche.
    Volevo solo condividerle il mio apprezzamento.
    aggiunse era molto, troppo tempo che il mio clan non mi dava altro che delusioni.

    Qual è il suo fine ultimo? seguire le orme del padre? o magari qualcosa di più pragmatico?
    lasciò cadere un vuoto su quella domanda, attendendo che venisse riempito dallo stesso Julius.

    ***



    Dopo una accurata ricerca e riflessione sul come approcciarsi senza dare troppo nell'occhio, Alice si fece scudo dello stesso caos che la circondava, raggiungendo un punto ove osservarlo meglio e avere una visuale su ciò che l'individuo osservava.
    Il tizio non era decisamente un adone, anzi. il giaccone, una volta visto con attenzione, era composto di toppe e tagli malcuciti, sulla quale abbondavano anche diverse riparazioni di fortuna e scampoli di tessuto di altri vestiti, fuoriuscenti dal davanti e dalle maniche in ordine sparso. I suoi tratti vagamente orientali erano parzialmente mascherati dal denso fumo della sua sigaretta -che forse sarebbe stato più legittimo chiamare sigaro, a giudicare dalla dimensione e dalla forma bozzolata. Ma tutto il fumo del mondo non poteva celare volto e mani lerce, così come non poteva nascondere capelli neri e malpresi e la barba di una persona che un rasoio non l'aveva visto nell'ultimo mese manco per sbaglio.

    most-handsome-beggar-brother-sharp-ningbo-china



    Stava guardando in basso, ma era difficile inquadrare con precisione dove stesse puntando i suoi occhi. Forse alla piazza del dibattito, o forse leggermente più laterale, ove vi erano sedute in prossimità del concerto che andava avanti con il dovuto trasporto.
    Insomma, a parte vederlo meglio in faccia, Alice non aveva poi cavato tanto altro. Ma era abbastanza certa che l'individuo fosse beatamente ignorato dalla massa, senza che nessuno sguardo gli piovesse addosso da nessun dove.

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    Ringraziò l'uomo con un profondo cenno del capo, tanto bastò. Niente parole, non in quel momento.

    Poi la domanda, quella sonda improvvisa che lo portò a pensare. Ragionò in silenzio, si voltò verso di lui e decise per la verità.

    "No. Lui ha il suo percorso, io ho il mio. Mi interessa creare qualcosa, ma a differenza sua non sono ottimista verso il mondo. Non c'è del giusto in tutti, non c'è del bello in tutti, non tutti portano qualcosa. E per quanto potrebbe suonare egocentrico da parte mia, con il tempo ho imparato a giudicare le persone per ciò che sanno darmi: nelle idee, nei progetti, nei pensieri, nelle sfide."

    "Soppesare una persona tenendo il dito sul piatto fa male ad entrambi, Don Esteban." E indicò con un cenno le tante persone attorno a loro, colpevoli di tale leggerezza.

    Incrociò le braccia.

    "Voglio aver modo di agire, senza dovermi scontrare con inutili muri di gomma privi di merito, ma con le mani piene di potere. Poter costruire qualcosa per il me di venti, quaranta anni nel futuro. Il primo passo sarà diventare un consigliere per queste persone, istruendole. Aiutando chi sceglieranno come rappresentante, come si è soliti fare in Domini più affermati. Di certo abbiamo bisogno di un'Arpia, e intendo prendermi quell'onere con il Concilio e la Prima Arpia."
     
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    Tutto il tempo e l’attenzione dedicati a capire qualcosa di più su quel tizio le servirono a poco. Aveva l’aspetto di uno dei tanti derelitti che suo padre raccoglieva dalla strada e portava a casa perché “un pasto caldo non si negava a nessuno” si portò la sinistra al viso coprendosi gli occhi, il pollice sulla tempia sinistra e il medio sull’altra come fosse stata colta da un’improvvisa emicrania, dopo tanti anni quei ricordi ancora la infastidivano. Si scrollò via i pensieri e ritornò al presente.

    Il tipo era completamente ignorato da tutti e lui se ne stava beatamente a fumare in disparte mentre osservava qualcosa che Alice non riusciva a delineare con certezza. La fretta era una cattiva consigliera, ma analizzare il niente era frustrante anche per una come lei. Visto che dalla distanza non aveva ricavato nulla passò al contatto ravvicinato.

    Percorse la distanza che la separava dal suo obbiettivo, arrivata in prossimità nella borsa cercò il pacchetto di sigarette e lo tirò fuori… Una volta giunta a destinazione lo osservò un attimo prima di parlare, da vicino quanto meno aveva modo di capire che cosa stesse osservando, se dava l’impressione di stare ascoltando i discorsi di chi era intorno a lui o capire qualcosa in più dalla sua espressione, fu uno sguardo rapido cercando di cogliere quanto riusciva, non poteva restare lì piantata a fissarlo, avrebbe potuto continuare a carpire le stesse cose mentre parlavano, attirò l’attenzione dello sconosciuto con uno degli approcci più banali al mondo, secondo solo a “ma io e te non ci siamo già visti da qualche parte?” “ Ei Scusa…” Per farsi guardare “Lunga notte… Che hai da accendere?” Sorridendo mostrò la sigaretta tenuta tra l’indice e il medio della mano destra e il pacchetto bloccato tra palmo e le dita restanti della stessa mano. Il pensiero di dover toccare qualcosa passato in quelle mani lorde non le piaceva particolarmente ma così su due piedi le era sembrata la cosa più semplice da dire. Aveva qualche idea per non farsi liquidare con un semplice "no"... ma la reazione che poteva avere a quell'intromissione nella sua solitudine, le parole scelte, i modi usati avrebbero potuto darle lo spunto per indirizzarsi su quella migliore
     
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    Promesse importanti. commenta, lapidario, dopo aver lasciato modo a Julius di sfogarsi e di chiarire le sue posizioni. Difficile non vedere il compiacimento sul suo volto.
    L'arpiato, l'arpiato... certo. una posizione invidiabile. degna di un parlatore.

    Le confesso, Julius
    dice poi, osservando intorno a se sulle prime avevo dei dubbi: era palese che lei volesse spaccare il mondo in quattro, ma la sua traiettoria... uno zigzag eccessivo, una sfida aperta al potere corrente e ai suoi più immediati seguaci, e molto altro.
    Insomma... pareva quasi che mi stesse facendo il verso, dove però io sono un anziano e voi, semplicemente, no.
    Eppure, per quanto traballante e accompagnata da ruote piuttosto sghembe, eccola qua. Peccatore di ingenuità quanto di ego, ma capace di sostenere entrambe le colonne.
    Un volo di una creatura che può essee la più alta dei cieli di Nola o schiantarsi orribilmente.
    E la cosa che più mi stupisce
    conclude è che sono affascinato dalla sua cabrata.

    Si prende quindi un momento per contemplare il rave.
    Mi farà davvero piacere riapprofondire questa conversazione, appena scalzerò Lennox dal suo immeritato trono. conclude, aggiungendo un carico non indifferente con una sicumera solida e dura come un muro di mattoni. Julius non vede tentennamenti e non percepisce bugie. Eppure l'anziano davanti a lui, dopo quasi vent'anni di silenzio, gli ha appena rivelato una cosa che in ogni altra occasione sarebbe irricevibile. porge quindi un piccolo biglietto zigrinato al vampiro, sulla quale vi è l'indirizzo e il numero di un vecchio studio notarile ad Uptown.
    Sentiamoci, in futuro.

    ***



    Alice percorse la distanza che la separava dall'uomo, rendendosi conto di una strana sensazione che le coinvolgeva la vista manmano che si avvicinava.
    Cappotto azzurro era immobile, una maschera di immutabile calma immersa nei suoi pensieri, che nemmeno si curava di essere osservato o meno. Placido come un agnello al pascolo.
    Ma ogni volta che alice, per un motivo o per l'altro foss'anche per schivare un cristiano qualsiasi in traiettoria opposta, distoglieva lo sguardo da esso doveva fare un'immensa fatica mentale per ritornare su di lui.
    Non per vederlo, no. Era sempre li, era visibilissimo.
    Per riconoscerlo.
    per distinguere la sua sagoma anonima e inutile in mezzo alle altre, come non vi fosse NULLA che lo facesse sembrare riconoscibile, visibile... interessante.
    tuttavia riuscì a mantenere il senso del tutto sino a giungere in sua prossimità, non ottenendo quasi nessuna reazione.
    Quando interpellato, lo stesso si limitò a malapena a guardarla. uh? si guardò un attimo le mani, e iniziò a tastarsi le tasche interne della giacca, il petto. si, aspetta ecco... rabattò un attimo, sino a trovare uno zippo color bronzo e leggermente annerito. ah, fumare. Non importa quanti anni siano passati da che ha perso di significato, chi ne riesce a fare più a meno. le allungò lo zippo con un gesto calmo. amichevole, avrebbe detto, se non avesse fatto fatica anche solo a registrarne i tratti del volto.



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    Non rispose.

    Era abituato a queste uscite, sia che fossero positive o negative. Non gli tangevano. Importavano solo i risultati.

    Ma riconobbe sincerità, ed era una delle doti che più amava negli altri. "Sono solo una persona che odia l'immobilità, l'essere rinchiuso." Non si svelò oltre, aveva già passato il limite autoimposto sul parlare di se stesso. "Ma spero di poterne parlare con lei, in una notte meno affollata." Non rifiutava un parere, e al contempo una possibilità di capire.

    Prese il bigliettino. Poi alzò lo sguardo e lo fissò, non nascondendo la sorpresa. Sconcerto, forse. "Non vedo l'ora." Troppo da dire, troppo da condensare.


    Ongame mi sono tenuto parco visto il luogo, la compagnia attorno e il topic. Se sembra volerne parlare meglio adesso lo inviterò a spostarsi con me in un posto più appartato, altrimenti lo seguo in altri discorsi o lo saluto. A seconda di come si mette.
     
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    Prese l’accendino che lo sconosciuto le allungò e accese la sigaretta, doveva portare avanti quella farsa in cui si era infilata.

    Allungò nuovamente l’accendino al fratello “Hummn” un mugugno accompagnò il gesto della donna che con la sigaretta tra le labbra non poteva parlare

    Si tolse la sigaretta dalle labbra dopo averne preso una boccata, e sputando il fumo disse ”Vero! È il gesto immagino… Anche solo l’averla tra le dita” disse guardando e al contempo mostrando la sigaretta “E’ una di quelle abitudini dure a morire” un sorrisetto rassegnato verso quel volto che non riusciva a vedere chiaramente.

    Ma che cazzo ha questo?” Durante il tragitto che l’aveva portata li più si avvicinava a lui e più qualcosa le disturbava la vista. Sulle prime si era tolta gli occhiali e con il bordo della maglia aveva pulito le lenti, ma il “problema” non veniva da lei ma da lui. Da lontano era riuscita anche a vederne i tratti del viso, a vedere lo sporco e la barba incolta e ora a un passo da lui faceva fatica a inquadrarlo… Non sapeva di cosa si trattava ma sicuramente il suo effetto era inversamente proporzionale alla distanza.

    Rimase li a fumare, come in un’implicita condivisione di quel momento tra “fumatori” …
    Qualche parola buttata li tra una boccata e l’altra, tra un pensiero e l’altro quasi a riempire i vuoti, non che le fosse sembrato un tipo socievole. “Alice” disse accompagnando il suo nome con un cenno del capo, non allungò la mano non credeva servisse, non era neanche certa che quel tizio la stesse ascoltando ma si tenne la destra libera nel caso avesse percepito un movimento… “ Discorso importante sul ring…” Una pausa per inspirare il fumo “che ne pensi?” il tono usato era volutamente quello di una domanda per amore di conversazione, chiedendo un pensiero su quello che era l’argomento del momento. Alice come uno specchio, esternamente, aveva assunto lo stesso atteggiamento del suo sconosciuto interlocutore, calmo quasi apatico. Le parole erano poche, semplici e dirette, non lo guardava direttamente sembrava fosse più presa a studiare le evoluzioni del fumo nell’aria.

    Dentro, Alice, aveva una moltitudine di domande e dubbi che le giravano per la testa. Sembrava che quell’uomo fosse circondato da una sorta di bolla di anonimato, un qualcosa che portava la mente a pensare che fosse talmente inutile da non sentire la necessità di registrarlo, ma non aveva idea di cosa potesse essere… Inoltre l’atteggiamento era ancora diverso da quello che si poteva immaginare rispetto a qualcuno che si volesse “nascondere”.

    Per Alice qualcuno che fa in modo di non essere notato, di passare inosservato doveva avere uno scopo… Eppure sembrava, per quello che poteva vedere, che non stesse facendo nulla se non starsene placidamente immerso nei suoi pensieri, anche troppo placidamente… Inoltre non aveva avuto nessuna reazione quando lei le si era rivolta… Né sorpresa, né fastidio… Quel commento poi, poteva semplicemente darle l’accendino senza dire nulla, se lei si fosse trovata nella stessa situazione e non volesse essere disturbata si sarebbe limitata ad assolvere alla richiesta senza aggiungere nulla per non dare spunti ulteriori di conversazione quindi a che pro?

    Era incuriosita dalla situazione ma non aveva senso restare li, se si fosse trovata a parlare con un muro di gomma che non poteva neanche vedere bene e che doveva sforzarsi di guardare. Perciò decise di concedersi il tempo di fumarsi con calma una sigaretta, per vedere se, quella conversazione potesse avere qualche spunto interessante, o se, anche se poco probabile, quel fastidio visivo scemasse con il tempo e l’abitudine. In caso contrario una volta finita la sigaretta avrebbe salutato e si sarebbe allontanata andando verso la zona del pulpito… Andarsene avendo più domande di quante ne avesse arrivando la infastidiva non poco, ma se non aveva modo di conversare, e non aveva idea di cosa fosse quella strana sensazione non aveva neanche senso restare li a perdere tempo … In ogni caso prima di andare avrebbe comunque voluto fare il tentativo di guardarlo attraverso il cellulare se fosse stato qualcosa che la deviava mentalmente probabilmente non avrebbe dovuto avere effetto sulla camera del cellulare. Semplicemente rimettendo in borsa le sigarette avrebbe tirato fuori il cellulare, come se avesse notato in quel momento una notifica, e fingendo di leggere e rispondere a qualche messaggio avrebbe inquadrato il tizio.


    “Master in sostanza, se l’anonimato fatto persona non mi dà possibilità d'interagire con lui in maniera utile, me ne vado. Ti ho spiegato a grandi linee quello che faccio prima di andare e dove vado. Se non basta fammi sapere che lo descrivo meglio. Grazie!"
     
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    Condivido disse I tempi sono maturi abbastanza affinchè le menti pensanti del clan si riuniscano per decidere i prossimi passi e future influenze sulla torre.
    Solo non qui, non oggi. Per quanto io rispetti le nostre usanze
    si guardò attorno, sempre malcelando il disgusto in determinate direzioni. Non ocse, non decori. solo persone. Persone ben capaci di infastidirlo con la semplice permanenza.
    Individui che anche lo stesso Julius, in buona parte, iniziava a maltollerare.
    Qui lei sta accendendo la fornace che troppo a lungo è stato spento. I fabbri progettano ben distanti da essa. portò quindi le mani ai fianchi, inarcandosi leggermente in avanti quasi a stiracchiarsi. ... e dunque, che cosa propone il cicerone in questa notte di tumultuoso festeggiamento?

    Se lo desideri puoi serenamente congedarlo verso una "proposta", a meno che tu non voglia chiedergli altro o continuare la conversazione.


    ***



    Già... lo sguardo poco interessato dello strano individuo tornò di sotto, scrutando le folle in festa della notte brujah. Alice cercò di seguirne con attenzione lo sguardo, scorgendo che era molto interessato all'agorà, ove la discussione divampava in ogni modo possibile.
    No... non solo interesse. Anche se faticava a mettere a fuoco i tratti somatici del tipetto, egli sembrava... attento?
    stava ascoltando, stava seguendo con marcata attenzione quella bolgia. Come se riuscisse a discernere un senso, quando era palese che fossero così tante voci in contrasto e a un volume così scostante che semplicemente non poteva essere possibile... giusto?

    La presentazione di Alice rimase qualche momento nel silenzio, finchè l'alienato non si voltò nuovamente verso di lei. Hiro rispose tutto d'un tratto. È il mio nome. non sciuparlo.
    ridacchiò, e spense la sua sigaretta sul cornicione.
    quale discorso, scusami? tinse il suo volto -sempre irriconoscibile- di una espressione vagamente beota, salvo poi ritornare sul pianeta terra. Oh, ma certo! Julius, mentre si faceva schiaffeggiare da Bloom.
    Belle parole, il Giulio.
    ridacchiò, volgendo lo sguardo verso il ringo ora, ove un paio di camarillici, che Alice aveva visto qualche volta in eliseo, si stavano pestando come tradizione comanda.
    Certo, non ho idea di che cazzo possa servire, ma belle parole.
    Chissà quanti di questi idioti lo terranno a mente domani, no?
    domandò sovrappensiero.
    Parole piuttosto dure da dire a una brujah, nel mezzo di un raduno di Brujah.
    Che fosse semplicemente idiota? o troppo schietto per tornare a casa con tutti i denti?

    è una persona simpatica.
    Al momento non it sono richiesti eventuali tiri di frenzy, ma se vuoi offenderti in quanto brujah giocatela pure sull'offesa.


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    "Vediamo...se ricordo bene, tra gli invitati ci sono alcuni miei conoscenti di Baton Rouge che sicuramente sono andati a rifugiarsi alla villa. Gente che odia il casino, ma che sanno intrattenere. Dei logici della mia generazione, che conoscono molto bene lo stato." Se aveva intenzione di tener fede a quanto dichiarato doveva ripassare gli ultimi fatti accaduti nel territorio, e quella sarebbe stata una buona occasione per l'Anziano.

    "Altrimenti all'Agorà, sia mai che qualcuno di assennato abbia deciso di prendere parola. Ad inizio serata uno dei nostri era preso da idee che ho dovuto tranciare di netto. Qualcuno che tentava di seminare caos, e che imparerà presto ad odiare." Non aggiunse altro. Tenne stretti i suoi dubbi, ancora senza fondamento. "Potrebbe essere un esempio."

    In una parca alzata di spalle, a chiusura.
     
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    Appena una parola… “Già” era veramente tutto quello che avrebbe ottenuto da quel tipo? Si disinteressò a lei e ritornò ai suoi affari… Stava osservando l’agorà, si sforzò di osservarlo meglio e… Sembrava che stesse ascoltando? Era impossibile riuscire a capire qualcosa in mezzo a quel groviglio di voci… Eppure dava l’impressione che riuscisse a capire, a scindere le varie voci e a incanalarle in vari discorsi “Ma chi cazzo è questo? Riesce a comprendere quel casino! Non è possibile…” Alice era sempre più confusa, sapeva dell’esistenza di un dono che amplificava i sensi ma a rigor di logica amplificare quella bolgia era un suicidio…

    Proprio mentre pensava che forse restare li, era una perdita di tempo, il tipo parlò… “Hiro” quel nome non le diceva null’ altro che Giappone … “Tranquillo” disse sollevando leggermente le mani e mostrando i palmi, come se si stesse arrendendo. Un passo verso di lui e aggiunse “lo conserverò per le grandi occasioni” disse in un soffio. Un sorriso le si aprì sul volto a metà tra provocazione e battuta. E poi ritornò al suo posto

    La domanda del tizio venne accolta con un espressione confusa da Alice che non capiva come potesse non comprendere il riferimento, poi finalmente sembrò rinsavire “si, è quello il discorso a cui mi riferivo” rispose sorvolando sul resto. Però questo tipo conosceva sia Deschain che Bloom e li in mezzo non molti avevano contezza di chi fossero entrambi

    Seguì lo sguardo di Hiro verso il ring sorridendo compiaciuta, per poi ritornare rapidamente sul fratello sfocato dopo aver sentito il resto dei commenti

    Certo parole… Ma da qualche parte dovrà pur cominciare no?” In altri luoghi e in altri toni aveva già affrontato quel discorso da neanche troppo tempo in effetti “Servono per dare una scossa, per mettere delle realtà scomode davanti agli occhi, per fare un passo verso il cambiamento. Tutto e subito non si può avere…” Scosse leggermente la testa come a dire che era una cosa risaputa ”Poi se a queste belle parole, come le chiami tu, non si dà un seguito… Beh allora è vero quello che dici, sono belle parole e li restano” si strinse nelle spalle “certo è, che se tutti aspettiamo che qualcuno muova il culo al posto nostro…” Buttò la sigaretta ormai finita schiacciandola sotto i suoi anfibi “e’ un po’ troppo facile così no? “ Incrociò le braccia al petto, stava per partire con un lunga, lunghissima filippica ma si bloccò… Non pensava fosse il modo migliore per relazionarsi ad Hiro quello di riempirlo di parole. “ I fatti arrivano dopo le parole. Ma sembri… mmhh… Scettico?!? un motivo in particolare o semplicemente carattere?” Lo guardò, per quel che poteva, con l’intento di spronarlo a parlare“ beh stai sputando in casa tua così…” Disse un po’ piccata “fa bene a restare anonimo… Rischia che qualcuno lo pesti per bene” pensò, prima di continuare “mah… Sinceramente? Non lo so…” Alice era pratica e logica nelle cose e l’idea che si era fatta girovagando per il rave non era delle più confortanti “è che tutti sono presi da se stessi, sembra che si debba scegliere necessariamente tra il proprio e il clan… Ma perché? Chi ha detto che una cosa esclude l’altra?” Sembrava quasi che stesse ragionando a voce alta. Restò in silenzio cercando di rispondere alla sua stessa domanda e sistemò meglio gli occhiali sul naso “spero in un numero sufficiente per fare la differenza… O almeno in sufficiente peso…” Una risatina composta ma genuina “ che poi” disse con una come se si fosse appena resa conto di qualcosa “anche le mie sono solo parole... giusto?” Sorrise dolcemente al fratello diffidente, lei aveva ancora bene in testa quelle parole e ancora di più quelle dello Sceriffo " Se le parole sono solo parole come mai sei qui allora?" chiese allargando le braccia ad indicare in generale il rave ed in particolare l'agorà "solo per la musica e il ring?" il tono era colloquiale e rilassato, era effettivamente curiosa di conoscere meglio quel tipo più che indagare su di lui
     
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    dopo aver dato prova di comprensione con un leggero annuire, Don Esteban lanciò uno sguardo all'agorà. Perplesso, ma non ignaro. Sapeva forse, o addirittura aveva ascoltato di chi Julius parlava. Del resto era improbabile che fosse venuto con gli altri o sarebbe stato visto, ma era comunque possibile pensare a un'imbarcazione privata... o a della voluta discrezione per ammirare l'evento senza lo spettro del cicerone sulle spalle. Capisco. Vada per la villa allora.
    È giusto che io venga a conoscenza di cosa è accaduto nel Pelican State.
    Non la disturbo oltre
    si congedò con un cenno sentito del capo, un'onoreficenza notoriamente concessa a pochi (anche se ben lontana dall'essere un saluto formale) e guadagnò l'uscita dalla conversazione.

    vedi tu se vuoi fare altro, il campo è tuo, stella


    ***



    la percezione fuorifuoco di Alice sullo strano tipo non accennava a fermarsi, ma la stessa non potè non notare un tendersi di sorriso stretto, senza mostrare di denti. Dava l'idea di ascoltare, ma decisamente poco di sè. ah beh, l'ha scossa di brutto l'atmosfera.
    ma ho sentito tanti prima d ilui sbraitare alla stessa maniera. Anche meglio di lui a dirla tutta
    ammiccò verso il nulla e continuò senza perdere ulteriore tempo o dare adito a pause sono secoli che si urla. e ammetto che un po' mi annoio. tu no?
    esitò quindi, tornando con lo sguardo sull'agorà e sulla festa in generale. Il combattimento era finito in quel breve scambio, e il clan sembrava decisamente feroce e infervorato. io? oh beh, io sono qui per lavoro, stellina il suo volto sgranato gli ammiccò. diciamo che sono nella sicurezza. Mi devo sincerare che vada tutto bene.
    Ma possiamo sempre vedere se il fidanzato di Nola riesce a gestirla da sola
    le ammiccò, scherzoso Magari scopriamo qualcosa del buon Julio che non sappiamo no?
    Era serio? difficile dirlo, probabilmente no. Ma era sicuramente molto attento alla scena sottostante.
    Ah, per la cronaca: vorrei davvero che qualcuno provasse a pestarmi per bene, ma... beh, su quest'isola o si mettono in gruppo o faccio il mazzo a tutti
    Era così palese che l'avesse pensato? no... troppo articolato. no, il bastardo le aveva letto la mente!
    Perchè non mi fai le domande che vuoi farmi davvero? così poi puoi tornare a goderti il luna park...

    a tua discrezione come reagire a questa novità. Se pensi di andare in frenesia mi mandi un mp


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    Jordan Cooper, Sceriffo di New orleans.
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    "Lunga Notte", seguita da un chinare del capo.

    Aspettò che sfilasse oltre poi iniziò a camminare verso il palco, per dare un'occhiata alla situazione generale e chissà, magari venir catturato da qualcuno che avesse domande sulla sua Declamazione. Gettò qualche sguardo tra i gruppi, per capire se gli Hellagone avevano deciso di unirsi alla festa.


    Se può servirti ecco uno spiegone generale: vado in giro a rispondere alle domande delle persone su quanto ho detto, se ci sono; controllo le reazioni, parlandoci o anche alla lontana, dei miei conoscenti a quanto è stato detto e se sembrano interessati; cerco di capire se gli anarchici sono venuti al Rave, per parlarci e iniziare a mettere su carta qualche rapporto.

    Mi rendo conto che molte di queste cose sono più che minori, oltre al fatto che i risultati si vedranno ben più avanti nel tempo, quindi quello che vuoi passare di bg passalo pure. Evito di allungarti sto brodo più del dovuto.
     
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    Decisamente aveva ragione nel pensare che con il tempo quella sensazione di fastidio nella percezione visiva non sarebbe sparita, come anche del fatto che quel tipo stava decisamente guardando e addirittura ascoltando con interesse qualcosa, seppur come facesse era un mistero per lei. Almeno quel suo “nascondersi” aveva un senso

    Immagino fosse quello l’intento, almeno quello iniziale” rispose prima che il fratello continuasse “ah si? Ti va di raccontare?” Chiese inclinando la testa di lato, “mi manca la base per annoiarmi…. “ Rise “per me ancora è tutto troppo nuovo a differenza tua mi pare di capire…” Disse molto sinceramente.

    Stellina? Veramente ?” Pensò anche se da li a poco se ne sarebbe pentita. “ Ah” esclamò sinceramente sorpresa “Mmmh sicurezza?” Portò l’indice alle labbra in una pausa di riflessione “intendi che non si scannino tra loro o cosa?” Chiese e con la testa indicò l’agorà. Lo sceriffo le aveva detto una frase simile eppure in questo caso le suonava molto diversa.

    Una risatina accompagno il modo in cui venne appellato Deschain, in qualche modo lo trovava adeguato, sempre nello stesso mood continuò “Dici? Ma con me è troppo facile il gioco non lo conosco da molto, sembra che tu lo conosci meglio?” . Continuò a guardare nella sua stessa direzione, ma lei in quel caos non poteva capire se lo attirasse qualcosa in particolare, o il generale.

    Le risultava difficile inquadrare quel tipo probabilmente anche il fatto di non poterlo vedere bene incideva ma, aveva uno strano modo di fare, tra il serio e il faceto, che a volte la rilassava tanto da far scendere pericolosamente il suo livello di guardia, altre volte invece la impensieriva. Era come un giro sulle montagne russe, piacevole ma pericoloso. Spesso durante quella manciata di minuti aveva completamente dimenticato perché era arrivata fino a lui …

    Aveva ancora la risata sulla bocca quando lo sentì dire una frase che la spiazzò completamente. Non se ne era resa conto immediatamente, stava quasi per rispondere quando realizzò che no, non aveva detto quella frase, l’aveva solo pensata … Ancora un attimo e capì cosa era appena successo … Anche se non avrebbe saputo dire come, era sicura, quel tizio le aveva letto la mente.

    Dalle labbra ancora dischiuse, sarebbero dovute uscire parole ma restarono sospese in quella nuova consapevolezza. Istintivamente ripensò alle cose che aveva pensato ma non detto, insieme a una serie di imprecazioni... Errore piuttosto stupido se hai davanti qualcuno che sa quello che pensi. Scosse la testa come se in quel modo avrebbe potuto risolvere il problema.

    Iniziò a parlare come se il filtro bocca-cervello le si fosse momentaneamente spento “ Ora so perché quel sorrisetto prima … Dovrebbe farmi sentire più sicura visto che sei ‘diciamo della sicurezza’!?! “ Disse mimando le virgolette con le dita… Una domanda, un’affermazione non ne era sicura neanche lei.
    Beh … Qualcuna, anche se indirettamente, dovresti saperla…” Una risatina sarcastica“ Sai cosa? Sembri così annoiato da tutto …” Sembrava che avesse da aggiungere altro ma lasciò che la frase terminasse nel silenzio.
    Oggettivamente non so neanche quanto mi “hai letto” quindi non so neanche cosa vale la pena tacere … La verità è che sono arrivata qui con l’unico intento di capire perché, tu, tra tutti mi avessi colpito senza nessun motivo logico … Anche se sembra tu voglia ottenere l’effetto opposto, ah a tal proposito inutile chiederti di smettere immagino …” Una pausa come a prendere fiato mentre con il dito indicava la sua figura sfocata“ e ora non solo non ho capito quello, ma mi hai confuso ancora di più… Sei qui per sincerarti che tutto vada bene ma per chi lo fai?” Chiese e poi ancora “ La domanda più completa forse sarebbe chi sei intesa nel senso più ampio del termine ma ha veramente senso farti questa domanda? Risponderesti veramente?

    Troppo tardi si rese conto che aveva cominciato a parlare molto più velocemente del solito, e di aver parlato più di quanto avrebbe voluto o dovuto. La frustrazione, la pressione che sentiva in quel momento si era manifestata nel modo che Alice più odiava … Perdere la lucidità … Era emotiva anche se odiava esserlo, e a volte la sua logica e il suo raziocinio lasciavano il posto a … Parole in libertà … Si ricompose velocemente, chiuse un attimo gli occhi, una mano leggermente alzata in segno di resa “Scusami, non volevo investirti così ... È che ... Beh la cosa mi ha un po’ spiazzato …” Il tono era tornato tranquillo, un mezzo sorriso tra il rassegnato e l’ironico. Tornò a guardare l’ uomo che non riusciva a vedere
     
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    @Julius: segue un periodo discretamente ampio di aluti, cordiali momenti, pacche sulle spalle e apprezzamenti. La festa pare stia andando bene, e sedi i fuochi prima che questi si accendano (o quantomeno sembra che tu riesca a ridirigerli a tuo favore). Trovi anche gli Hellagone in effetti, i quali per l'occasione hanno mollato le loro bikes per venire in quest'isola. Il gruppo è di tre elementi, probabilmente perchè hanno portato il culo sull'isola solo i cainiti. A dispetto del tuo essere un miserabile camarillico, anche i ragazzoni paiono divertirsi, nei pressi dell'arena. A te decidere come e se approcciarli.


    ***



    Non c'è nulla in questa non-vita che valga la pena dire. tagliò corto d'altro canto ci sono un sacco di cose che vale la pena vivere e non chiedere al prossimo. gli fece un distratto occhiolino, scostando poi l'attenzione (sfocata) verso l'isola accompagnandosi con un sospiro infastidito. Non da Alice, da qualcosa che aveva visto. Qualsiasi cosa fosse.

    lo strano scappato di casa aveva calato un asso importante, rivelandole di avere una capacità avanzata e potente. E la cosa lo aveva messo in una posizione di strano dominio, poichè in realtà sembrava più che quella leggerezza lo avesse distratto da altro.
    ...decisamente molte domande rispose infine non è stata una grande idea. lo sguardo (sfocato) saettò ancora freneticamente qui e la, ma non abbastanza da dare l'idea che non ascoltasse più. Aveva MAI smesso di ascoltare?
    Hai la testa piena di domande.
    Potrei anche risponderti, ma poi dovrei stapparti come una bottiglia.
    fece il gesto di far saltare con un pollice un'immaginaria bottiglia. certe persone non sono proprio felici di condividere segreti.
    Ma te la faccio semplice e libera da informazioni che potrebbero costarti la non vita.


    Tornò sulla folla dopo avergli dato uno sguardo. Negli occhi di alice si riversò un istante di sincero terrore. La minaccia, per quanto allegorica, era vera e destava preoccupazione.
    Sono annoiato da tutto perchè non c'è niente di nuovo. Sono qui veramente per monitorare la situazione, perchè non importa quanto bifolca divenga la festa, ci sono cose che contano di più. e devo tenerle d'occhio.
    ti leggo la mente da quando sei venuta a chiedermi da fumare eeeee... beh, rispondere a tutto il resto equivarrebbe a metterti sulla lista brutta, quindi te la risparmio.
    Lavoro per me stesso... beccato!
    lo sguardo si alleggerì, finalmente rilassato. qualsiasi cosa cercasse era infine entrata nel suo campo visivo.

    @Alice: dal momento che Julius è assente e molto avanti nella timeline, se vuoi andare avanti con il tuo dialogo andiamo avanti.


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