W Esplanade Avenue

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    Ma guardi, veramente io...

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    Come, Eloise? La domanda, piccata e anche un po' esaurita. Ovviamente non aveva la minima intenzione di mollargli i due amuleti, ma era il momento di mettere le carte in tavola nella loro totalità... e non poteva farlo in queste condizioni.
    Come pensa di eludere la sorveglianza di Agniezska e di quel titano gigante?
    Perchè -e mi fermi se ho fatto male i calcoli- al momento lei è sola, ha letteralmente tutta la cappella infiltrati compresi contro, e l'unico suo mezzo alleato è in una cabina telefonica a valutare se esplodere non è una valida uscita di scena.

    Vardaman non era un alleato di Eloise, in alcuna misura. Ma più di tutto Vardaman era un paraculo, e un pianificatore attento. Il semplice fatto che tutto era lasciato così alla nebbia aggiungeva quella pungolata sui suoi nervi che rendeva più realistico tutto.
    Vorrei che mi spiegasse il piano. E prima di dire cose del tipo "no, non devo spiegarti niente, ti posso fare esplodere e blablabla, le ricordo che se il suo piano fallisce e Agnieszka riesce a fermarla prima che lei possa giungere a morte ultima il mio culo sarà compromesso. E a quel punto cosa mi spaventa di più secondo lei? la bomba... o la lord?

    sull'altra informazione non si fermò a cincischiare. stava per dire un'ovvietà talmente banale che si stupì lui stesso di doverla dire. non ho detto nulla. Ma io l'ho capito, e le assicuro che non faceva parte dei miei rapporti con Maundrell.
    Quindi chiediamoci: lei mi crede così mentalmente dotato... oppure è una cosa che con il tempo e i mezzi giusti potrebbe capire anche qualcun altro?

    Non hai più tempo Monica. Bill se ne è già lavato le mani, dovrai uscire da sotto quella scrivania e reinventarti, Non puoi cazzeggiare.

    Comunque troverebbero solamente il guardiano, dal momento che gli studi, gli appunti, e tutto quello che poteva essere compromettente... è al sicuro.

    I codici. Vardaman valutò quanto valutare il sacco, approfittando della carne che aveva buttato al fuoco per ragionare, per prendere qualche metro in più di consapevolezza. Aveva già lanciato l'esca, ma la Tanner era reticente o mongoloide. probabilmente entrambe, ma non sono nella posizione di tirare troppo la corda.
    I libri di Maundrell, e i rituali di suo pugno sono scritti in un alfabeto che non comprendo. non del tutto. fece un sospiro, guardò nuovamente verso il suo pettorale, e poi continuò se ho compreso appieno il contesto, è la serie dei suoi studi e rituali. Ma voglio sapere come posso leggerli.
     
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    "Non devo eludere lei, Vardaman. Ha messo il Gargoyle a guardia...ma presto avrà un vero motivo di metterlo in campo, e questo la porterà a scoprirsi. Hai ricevuto un messaggio, se ricordo bene..." Sembrava che per lei la privacy non valesse poi molto. "Domani sera sul presto vi radunerà, comandandovi di partecipare ad una sortita ai danni degli Anarchici, ha avuto la loro posizione grazie a Malachia, che ha catturato uno di loro e lo ha costretto a parlare."

    "Ho cercato in tutti i modi di contattare la biondina, avvertirla per organizzarci...ma mi hanno escluso. Agnieszka stessa ha schermato le sue comunicazioni, per cui non so cosa abbia fatto da allora. Il mio unico cavallo di troia è il prete, almeno per il momento. Ma ho dei piani, dei miei piani." Mettendo in chiaro che non doveva insistere, e non erano compagni.

    "Un Taumaturgo come tanti? Assolutamente no, verrebbe prima mangiato dai Garou che infestano la zona, o distrutto da una delle trappole del Maestro. Lei? Beh...viene considerata un prodigio al pari di Begh e Schrekt. Riuscirà ad entrare nell'ufficio del Maestro." Un attimo di tensione, di dubbio. "E con il tempo e le giuste risorse potrebbe anche sorpassare il guardiano."

    "...sui codici non posso aiutarti. Non è il mio campo, né mi ha dato chiavi di cifratura. Per lui un segreto andava prima di tutto scoperto da sé, non illustrato." Sospirò, per poi chiuderla lì. "Adesso che sai, che ci siamo fatti questa maledetta chiacchierata, metti i Mnemosyne dentro al drone. Non posso perdere altro tempo."


    ti rendi conto che la sua pazienza non è senza fondo, come la sua fiducia. Soprattutto quando richiede gli amuleti, che sono la sua prima urgenza.
     
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    Scacco per Vardaman?
    Le ultime parole della Tanner non furono gentili, nè per modi nè per informazioni ricevute. Era palese che il figurativo coltello non era poi così dalla parte del manico per Vardaman. Il tempo per improvvisare era infine giunto, poichè la stessa stregaccia non aveva motivo di raggiungerlo.
    Temo che lei stia sopravvalutando se stessa. la ammonì nuovamente Vardaman, compassionevole e fastidioso. Ma ha ragione. il momento delle chiacchiere è finito.

    Lo era davvero?
    Blackburne-Shilling?
    massì, lo ha fatto anche bush padre, chi sono io per non farlo?


    Ora farò due cose. E voglio che lei stia molto attenta mentre gliele dico, perchè vorrei che ogni mia mossa sia chiara, che non venga fraintesa e che tutto si risolva più bruscamente di quanto deve.
    La prima cosa che farò sarà Spostare l'auto indietro di una quindicina di metri.
    Stia tranquilla: non mi sprecherò neanche a mettermi al volante, tirerò solo il freno a mano e la spingerò dal cofano. E la ragione per cui lo farò è che non sono per niente convinto che lei non mi farà esplodere. ma ci tengo che gli effetti di Maundrell che non ha richiesto rimangano intonsi dopo questa nostra chiacchierata.
    Fatto ciò tornerò sui miei passi con molta cautela, e piazzerò gli mnemosyne nel drone.
    Chiaro?
    non un tono che accettava repliche

    La manovra scacchistica che ho citato è una trappola scacchistica rischiosissima e apparentemente suicida in cui (per farla semplice) i pezzi vengono buttati all'ammasso contro i pedoni nemici e si fanno mangiare a cazzo, salvo poi entrare in una posizione tale che impedisce ogni movimento al re.

    La mossa che ho in mente di fare è un po' lunga, inizio ad accennartela in spoiler.

    Se la soggetta acconsente mi inizio ad allontanare verso l'auto, e come ho detto la sblocco e la spingo via. Nel mentre che questo succede mi pompo destrezza e costituzione di 2, e con l'uso di auspex cerco persone oscurate/nascoste che mi possano sembrare molto interessate ai miei movimenti etc. Se le trovo faccio un mesto cenno con la mano guardando in direzione, qualcosa tipo mano tesa palmo basso (calma, ma anche cinque) e tocchiccio l'orologio da polso.

    Quando l'auto è spostata torno al luogo del tutto, raggiungo il drone e all'ultimo secondo provo a scappare (senza aver lasciato gli amuleti, ovviamente) nel parcheggio in disuso.
    A questo punto, nella mente di Vardaman, possono succedere due cose: o è tutta una cazzata e semplicemente mi rifugio in un angolo che ritengo cieco a studiare la prossima contromossa, o qualcosa esplode/mi spara.
    l'idea, a parte cercare di attutire/schivare quanto più possibile di danni, è di fingere di ricevere più danni di quelli che mi arrivano effettivamente tutto sto ambaradam e simulare un torpore da danni.
    A quel punto o i suoi droni possono portarsi via 80 kg di cristiano oppure dovrebbe venire lei a recuperare le sue cazzo di cose.

    NB: Se ho individuato uno qualunque degli oscurati il mio torpore sarà in loro direzione, e tenderò una mano rigida all'orologio, come fatto in prcedenza.
     
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    Come in accordo pvt, procedo ad alcune spese -sia riflessive, che dettate dal proseguo- di ps e fdv. -1 ps cos (inizio azione), -1 fdv (tentativo di resistere alla frenesia) e -1 ps cura danno letale automatico (bestia, nel tentativo di rendersi abile ad attaccare.) Svolto dapprima tiri per convincerla della cadrega, falliti per poco (c'era un malus perché Eloise al momento non è padrona di sé, è isterica e con umanità a picco.) Poi tiri di costituzione per assorbire il danno, passano tre letali. (Per la cecità ho contato che era attivo auspex vista, il che ha accentuato molto il danno) Ne restano due perché uno viene curato. Poi tiri di self-control, resisti qualche turno prima di soccombere alla furia di mille soli.

    "No. NO! Ho avuto abbastanza pazienza con te, ragazzino!" Gridò, e Jonathan ebbe la sensazione - no, la certezza! - di sentire il suo urlo anche in lontananza, verso il canalone. E al contempo qualcosa si mosse nel parcheggio vuoto, predatori attirati dal passo falso della Tremere. "Non volevo farti male, ma sai che ti dico? Vai a fare in culo, tu e i tuoi occhiali fumé del cazzo!"

    Jonathan ebbe giusto il tempo di bofonchiare un "merda" prima di essere travolto da un boato, e una luce così bianca da accecarlo. Venne sbalzato qualche metro indietro, sbattendo dapprima contro l'auto e poi rotolando scomposto sull'asfalto, come una busta di immondizia sospinta via dal vento. Dopo qualche attimo di nulla il vampiro tornò a muoversi, urlando e tastandosi petto, viso ed orecchie. Gridò ancora, non potendone farne a meno, e rotolò sul fianco mentre percepiva il sangue colargli dagli occhi e dalle orecchie.

    Stava urlando a pieni polmoni il nome della donna, straripando odio; le sue stesse urla erano distanti, quasi del tutto coperte da un fischio sordo. Non ci vedeva, ci sentiva a malapena. Quella stronza aveva usato un qualche tipo di flashbang, abbastanza forte da accecarlo completamente.

    Come aveva osato?!
    Quella...quell'inutile essere!
    Dopo tutto quello che aveva fatto per tenerli uniti!
    Le pezze che aveva dovuto mettere dopo ogni loro parola di troppo, ogni passo sbagliato!
    Era stato lui a tenere tutto a galla dopo Maundrell, dopo che erano stati lasciati alla deriva!
    Non loro, non lei!
    Lui!
    LUI!



    Le notti di stress accumulate, insieme agli anni passati a dover essere servizievole con gente come Eloise Tanner, sua inferiore, sfociarono in un ringhio truce. Un verso che nessuno avrebbe mai immaginato potesse uscire dal nobile ed elegante Jonathan Vardaman, tranne lui stesso. Per dei lunghi secondi l'ego dell'uomo cercò di valicare la Frenesia, di odiare la Tremere come uomo e non come animale. Ma era stanco e lacero, troppo aveva subito...la proverbiale goccia fece spaccare il vaso, lasciando il campo alla Bestia.

    Come un animale ferito tastò attornò a sé per ghermire, facendo scattare le fauci estroflesse al nulla, urlando scomposto il nome delle donna.

    Percepì del movimento sulla sua destra, e strisciò. Parole, una voce...conosciuta! Scattò verso la fonte ma non riuscì a toccarla, forse non era nemmeno lì. Era cieco e sordo da un orecchio, praticamente inutile. Ma la Bestia continuò a menare l'aria e tentare di alzarsi in piedi verso quella fonte...fin quando non udì altre voci.

    Due. Tre.

    Un urlo soffocato, qualcosa cadde vicino al vampiro in frenesia e lui lo afferrò e morse di istinto. Era piccolo, era carne. Non reagiva.

    Qualcos'altro cadde, più pesante. Di nuovo caracollò in direzione del percepito, prima di essere afferrato e buttato a terra.

    Gridò, si dibatté e morse. Più mani lo tennero fermo, mentre una voce femminile - non era Eloise, non era la preda - chiocciava come se stesse riprendendo un cane che aveva fatto il cattivo.

    "Ma guarda come ti ha ridotto...povero piccolo. Ci penso io a te, ora stai buono...buonino."

    Un improvviso colpo al petto, nuovo dolore. Le braccia protese caddero ai fianchi, e si sentì trascinare via. Definitivamente privo di controllo, la Bestia urlo internamente, ancora ed ancora, fin quando anch'ella non si spense lasciando a Jonathan un amaro groppo in gola.



    Lo Stregone aprì gli occhi, e vide rosso. Gli facevano maledettamente male, e se li massaggiò come se fosse in dopo sbornia. "Cos'era successo?" Si chiese. Leggermente accovacciato in avanti, batté la testa su qualcosa di morbido, e insieme percepì di essere in movimento.

    Allargò confusamente le braccia e si costrinse ad aprire ancora una volta gli occhi, mettendo dolorosamente a fuoco i sedili posteriori di una macchina in corsa. Tutto era filtrato da un tenue rossore, e sentiva di star lacrimando sangue. Inoltre era pieno di dolori ovunque, e sentiva un continuo fischio all'orecchio sinistro.

    "Ti sei svegliato...raggio di sole."

    Spaventato, guardò al suo fianco. Una ragazzina mai vista occupava il sedile, e gli sorrideva beatamente.




    Si ritrovò a sorriderle a sua volta, nonostante tutto.

    Aggiornato topic quest. Poi ti dico una cosa importante in pvt.
     
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    C'era così vicino che poteva già sentire il sapore del calice della vittoria.
    Sentiva di averla in pugno, o almeno di potercela condurre.
    Ma non era la Eloise a cui era abituato, non più. Aveva commesso l'errore classico di un bracconiere inesperto quale era: sottovalutare l'animale ferito e disperato.
    E in una manciata di secondi il tutto era andato così clamorosamente a puttane che per quella frazione di secondo, quel misero attimo in cui tutto si sfracellava, Vardaman vide distintamente lo spirito della Clinton dopo aver perso con il signor arancia mcdonald.
    Una stilla di empatia dall'ala democratica, spiritualmente almeno, prima di vedere il mondo sfracellarsi.

    ***



    Finisce così, Jhonny? La voce severa di suo padre risuonava nel suo cervello, mentre il dolore di un rigido impalettamento lo allontanava dalla frenesia... o meglio: lo lasciava a pieno confronto con essa.
    Da una parte il paraculo ex repubblicano di Nola, il tremere con faccia e fondoschiena talmente intercambiabili da correre su un binario, la bestia da salotto più votata fra tutti a trarre utilità e vantaggi da una riunione dell'RNC degli stati del sud..
    dall'altra la fiera; animalesca, violenta, stanca di dover sottostare a quell'infinita trama di labirintiche stronzate, ostacolata dalla fitta ragnatela di contatti, favori, parole giuste e idee corrette sparacchiate qui e li.
    Non era la via di un vampiro. non di uno vero.
    sempre in corsa per ritagliarti il tuo angolo di paradiso, sempre fallendo.

    I suoi sensi erano completamente spanati, l'esplosione non aveva il calore del fuoco, ma certamente ne condivideva la luce abbagliante. Il suo cervello era totalmente fuorigiri, frustrato ulteriormente dall'immobilità data dalla paralisi sempiterna.
    Aveva colpito Eloise? no? aveva risolto qualcosa?
    Sapeva di averla sentita urlare ben oltre i limiti della sua furia telefonica, e sapeva che comunque qualcosa e qualcuno si era mosso.
    Più voci.
    Violenza.
    Violenza a cui voleva ma non riusciva a partecipare.
    Poi il buio. L'ennesimo dolore. e solo il buio.
    "E comunque la Blackburne-Shilling ha il 90% di probabilità di fallire. Pirla."

    ***



    Quanto tempo era passato in quello stato? Dopo quanto le parole della fiera e della sua mente si erano nuovamente congiunte?
    Qualcuno però lo aveva spalettato, come la sua immediata reazione dimostrava.
    Aprire gli occhi.
    Ghnn.
    pessima idea. Il bruciore dei nervi spanati, scossi nel sangue e nel dolore costante che provava a tutte le altezze del corpo, gli fece vedere solo l'ombra dei suoi capillari esplosi.
    Movimenti casuali, confusi. Atti a cercare di inquadrare la zona.
    Ma non vedeva più tanto bene. gli occhiali erano come minimo rotti, ammesso di averli ancora da qualsiasi parte del suo volto... che tanto no nsentiva.
    poi, nel disegno sfocato del suo mondo apparve una nana dal capello rossiccio. Una voce che aveva già sentito, flautata e armoniosa. Il suo unico orecchio funzionante era quasi felice di sentirla.
    No, ne era felice e basta.
    I suoi occhi stremati dal bagliore si convinsero a mettere a fuoco gli occhi azzurri di lei.
    Non la riconosceva, ma sapeva di doverle molto. Tutto. Sicuramente gli ultimi dieci minuti della sua non-vita.
    Non disse niente. non subito almeno.

    ... Sei... con...Elettra? balbettò appena, a metà tra il dolore infinito e l'incanto di trovarsi di fronte un incarnato pallido e una piccola voglia a lato del volto. La testa gli stava scoppiando, ma non voleva chiudere gli occhi di nuovo. Anzi, con la mano corrispondente andò a tapparsi l'orecchio fischiante. voleva sentire... di più.
     
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    "Si, caro. Da oggi in poi parlerai con me, puoi chiamarmi Kamilah."

    Mani in grembo, destra su sinistra. Quel solo, semplice gesto sembrava così discorde rispetto a quel visetto giovane, come se il fare di un'anziana venisse copiato da una bambina annoiata.

    " Sei un tipetto a cui piace rischiare, tu. Non potevi sapere se aveva messo una bomba vera, eppure non te ne è importato."


    Un secco annuire, con mugulio di contorno.

    "Pensavo fossi pronto ad inseguire quegli affari per tutta NOLA, ed abbatterli con un fucile. Come uno di quei cowboy nei vecchi film. "
    Guardo fuori dal finestrino, dove scorreva una strada urbana. "Ma meglio così, si."

    Tornò su di lui. "Sei messo malino, splendore. Dove vuoi che ti lasciamo?" chiese, e aggiunse. "ah, giusto una cosa. Abbiamo preso noi la tua macchina, per non lasciare tracce."


     
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    ...kamilah. ripetè, voce rotta, assente, probabilmente disturbata dal dolore e dai piccoli lembi di stoffa e sintetico che erano entrati nelle sue ferite attraverso l'esplosione e le varie contusioni.
    ...piacere... mio.

    la bomba... era un rischio calcolato... non avrebbe mai... potuto... pausa drammatica, dovuta al cercare di tirarsi a sedere meglio ...potuto coprirla.
    la percezione di insieme andò totalmente a mancare. Kamilah in quel momento avrebbe tranquillamente potuto mettersi a fare ogni tipo di gesto, ma le sfibrate cellule cerebrali di Vardaman erano votate a tutt'altro, a riprendere il controllo. Foss'anche solo per darsi un tono con la gentile Kamilah, che in fondo gli aveva veramente salvato la vita.
    l'imprevedibile... era sapere... che ho due piedi sinistri... anche nella corsa...
    Mentre la lucidità si faceva timidamente strada nel suo cervello. e con essa la consapevolezza di mille cose da fare, che squarciarono l'espressione stanca e dolorante lasciando il posto a un'espressione ansiata... e dolorante.

    non... valeva la pena... inseguirla commentò lei era... a vista. biascicò, anche solo per farsi un attimo splendido. L'effetto di lucidare un auto un secondo dopo un grottesco incidente stradale.
    lo dicevo... potevo fare...l'esca. ridacchiò appena, tastando con la lingua se gli erano rimasti tutti i denti in quello sfacelo.

    la macchina?
    già, l'auto. la sua berlina, conciata probabilmente male. Un po' ci avrebbe sofferto in condizioni normali, ora doveva mordersi la lingua per non regalarla deliberatamente alla sua salvatrice.
    kamilah... io... Eloise... le trappole... mormorò, abbandonando la testa al suo stesso peso. Doveva controllarle. doveva finire le indagini, doveva vedere cosa la tanner nascondeva nella sua tana da verme. Doveva impedire che altre eventuali contromisure cadessero nelle mani sbagliate, o peggio: che ferissero i suoi nuovi alleati ed amici.
    Che ferissero Kamilah.
    Ma come avrebbe potuto farlo? in quelle condizioni poi. il suo corpo era ridotto a uno straccio. Era assetato, sfibrato, stanco. E la notte successiva doveva fare ben altro.
    Non poteva fare nulla.
    non... non entrare nella tana... di Eloise... non... da sola. le trappole... io... L'avrebbe trovata? probabile. Avrebbe sicuramente predato con avidità ogni segreto taumaturgico al suo interno, ma a Vardaman non poteva sinceramente importare di meno.
    Ma se da un lato l'animo egotistico e arrivista di Vardaman si preoccupava di eventuali segreti che non sarebbero stati suoi, dall'altro l'artificio creato nella sua mente gli impediva di pensare senza preoccuparsi sinceramente delle conseguenze.
    basta non vedere un glifo e...

    Ma di nuovo. Non c'era nulla che potesse fare o pretendere di fare nelle sue condizioni che non avesse già fatto. Supplicò di essere stato convincente abbastanza nel suo biascicare, quindi tornò a pensieri suoi.
    ...nel garden District. grazie.

    dal Garden me ne tornerò a casa a piedi passando per vicoli e stradine buie, cercando d ipassare per un ricco a cui hanno dato una ripassata (cosa che non credo sia poi lontana dalla realtà).
    Se il telefono è ancora integro e non me l'hanno fottuto sti Geova, appena sceso dall'auto chiamo Martha e le dico di prepararsi a dovere per una notte di caccia, e che la aspetto al rifugio.
     
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    "Curioso, curioso. Intendo il fatto che, sotto sotto, ti fidavi ancora del suo raziocinio."

    L'uomo alla guida rise sommessamente.

    "E' un brutto vizio il tuo, dovresti liberartene. Di questa fiducia." Disse qualcosa, forse una battuta visto il riso sulle labbra, ma per Jonathan fu solo un fischio doloroso. Sentì l'equilibrio venir meno, e dovette chiudere un attimo gli occhi per riprendersi.

    "Quelli saranno problemi miei, ma grazie per la premura. Mi assicurerò di persuaderla a dirmi tutto, e per sicurezza manderò qualche vacca per far scattare le trappole rimaste." Batté sul sedile del guidatore. "Hai sentito, Garden District."

    "Mhhh..." L'auto svoltò all'incrocio, verso il centro città.

    Passarono i minuti, di silenzio per la ragazza e di dolore per Jonathan. Dovette ancora una volta chiudere gli occhi e mantenersi lucido, concentrato. Quando Kamilah si riavvicinò a lui, piccola ed innocua, sussultò leggermente e la guardò confuso. Quella cosa non sembrava un predatore, piuttosto un batuffolo da proteggere. "Tra qualche giorno ti farò avere il tuo pagamento, come promesso. Per ora accontentati di questo." Tirò fuori un cartoncino di un pizza hut locale, su cui aveva scritto un numero di cellulare. "L'inizio di una bellissima amicizia, potremo anche finire a guardare gli Anime insieme, si. Ma non oltre, il mio amato è geloso."

    "Mh...come no. Focoso."

    "Zitto tu!" Dando un calcio al sedile del conducente, che dopo poco si immise in una stradina dove lasciare il pover uomo.


    Ti mollano a penso venti minuti a piedi da casa tua. Hai il cellulare, martha ti risponde e subito si mette in macchina. Ruola pure l'arrivo al rifugio. Oggi non trovi gargoyle sulla mensola della cucina ad attenderti, tutto tranquillo. Devi però pulirti in qualche modo durante ilt ragitto, sei zuppo di sangue e hai ancora dei chiodi che escono dal petto.

    clock
     
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