Moletto per la pesca dei gamberi

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    Con la testa piena di domande e un vero buco nello stomaco, Jonathan prese l'auto, dirigendosi di corsa ad un luogo che non ricordava per nulla.

    Gli ci volle quasi mezz'ora per sfuggire dall'area urbana e raggiungere Michoud, e lì proseguire verso i bracci di terra meno popolati. Posti che non avevano nulla a che fare con lui, o con i suoi conoscenti.

    Parcheggiò l'auto nei pressi di un canneto, e dopo cento metri a piedi arrivò ad un vecchio molo in legno, che si protendeva nelle acque buie come un dito raggrinzito. La natura era, come suo solito, tutt'altro che silenziosa, con il frinire delle cicale e il gracidio delle raganelle che si alzavano in un pomposo primo atto. Poche le luci a disturbare gli animali, solo qualche lampioncino elettrico che cadenzava ogni metro la via, il molo e la battigia attorno.

    All'imbocco del molo notò l'unica presenza umana, quella di una donna, alla fine del moletto. Stava china su un gommone, presa dalle attrezzature. Il comando diede un'ultima spinta a Jonathan, che percorse gli ultimi metri con lo scricchiolio del legno sotto i piedi. Un'annunciazione in piena regola, che portò la sconosciuta ad alzare il viso per inquadrarlo.

    Qm7LUPV



    Non l'aveva mai vista, eppure lei gli sorrise in benvenuto. "Signor Vardaman, giusto?" Si avvicinò, tendendo la mano. A Jonathan sembrò una di quelle donne con l'aria un po' svampita, a cui piaceva vestire con mode accantonate da decenni. I capelli erano di un biondo naturale, e nascondevano una parte del viso, spezzando l'ultimo quarto del rosso sorriso. "Elias mi ha parlato di lei. Sono Eleanor Carna, è veramente un piacere."

    Aveva già sentito il nome Carna. Una famosa Reggente, da Milwaukee. Quante probabilità vi erano che fosse la stessa persona? "Mi chiedevo se potesse farmi compagnia, avrei una cosa che le appartiene." Indicando il gommone, su cui ora notò esserci una vecchia lampada ad olio, spenta.


    Ti anticipo che da una lettura dell'aura risulterebbe pallida, tranquilla e molto curiosa.


    Edited by Shaitan - 19/4/2024, 18:14
     
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    Ricordava di essere già stato nella community di Michoud, negli anni settanta, per quella che doveva essere un'opera di rinvigorimento culturale con delle scuole locali.
    Poi ci era tornato nel primo decennio di non vita.
    Per chiuderle.
    Aveva perso tempo, soldi e status, ed era ancora in quell'esistenza della non vita che gli faceva pensare alla vendetta come una cosa buona e giusta.
    A seguito non ricordava neanche se il clan lo avesse mandato mai qualche volta per motivi seri nella piccola comunità interna, ma sapeva chiaramente che il posto non era più per lui.

    Ma ora, seguendo la subissante trance della dominazione, si ritrovò a dover fare breccia in un postaccio nel quale aveva messo piede.
    Aveva parcheggiato, aveva finito la sua strada, e si era infilato all'interno del piccolo moletto, riprendendosi solo infine e rimanendo perplesso a dismisura.

    Ma che cazzo tentennò sulla persona, mentre si riprendeva. Era stata lei a dominarlo?! no, non l'aveva MAI vista. E quando sentì il nome lo accolse con smarrimento. Non lo smarrimento dell'ignoranza, quello dell'autorità. L'autorità che non sentiva. ...Ossequi, signora. tentennò.
    Cosa cazzo è successo!? chi è questa? non è una tremere, non è nessuno! è un'impostora?! esitando si guardò attorno, quasi ad aspettarsi un assalto, o qualcosa. Quando questa fece il nome di Elias si irrigidì ancora di più.
    Cosa ha fatto quel deficiente!?! oh... ecco si... io...
    ...Ho appena definito deficiente un astore?

    Con ogni certezza spazzata via e una confusione crescente, Jonathan optò per fare buon viso a cattivo gioco, e si avvicinò. beh, spero che non si stia andando a caccia di gamberi, signora mia tentennò dietro a un sorriso nervoso. Non si rese nemmeno conto di aver detto Caccia e non Pesca, come un coglione qualsiasi. non ho le scarpe adatte. puntualizzò, avvicinandosi. Calma, calma, CALMA.
    possiamo ancora cavarcela. Se tenta una mossa strana possiamo risolverla ancora.
    Salì con un po' di nervosismo sul gommone.

    Confuso, paranoico e con pochi ricordi, ma senza sentire l'autorevolezza che dovrei provare per un reggente, Vardaman valuta di ucciderla o come difendersi. Ma non subito, non è pazzo. nel mentre però Taumaturgia 3 per alzarmi la generazione a schifo.
     
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    "Per carità, odio i gamberi. Scarafaggi di mare." Salì dopo di lui, e prese quella strana lanterna d'epoca. Aprì la finestrella e con uno schiocco accese una piccola fiammella. Troppo piccola perché desse veramente fastidio ai due. Fatto ciò ruotò un ingranaggio sul fondo e la placca esterna iniziò a ruotare, in un modo simile da quello usato nelle lanternine per le ombre cinesi. Solo che in questo caso era il colore della fiammella a variare, dal rosso al viola. Poi arancione, giallo...in una sciarada di dolci, innaturali colori.

    "Io guiderò. Tu tieni questa, dovrebbe servire a renderci invisibili ai Lupini che infestano la zona."

    Accese il motore, poi staccò il gommone dal molo, allontanandolo con un calcetto. Percorsero una decina di metri, poi la bionda gli indicò un fagotto ai suoi piedi. "C'è una borsa lì sotto, se cortesemente vuoi aprirla e prendere quello che c'è dentro. Troverai una sorta di pendente, chiamato amuleto dei Mnemosyne. Serve a conservare i ricordi...in questo caso i tuoi."

    Sorrise, cercando di rassicurarlo. "Mi rendo conto che ti sto mettendo in difficoltà, Jonathan. Dovresti spezzare il minerale incastonato, tenendolo vicino al viso. Se non ti fidi posso farlo io per te, per assicurarti che non sia un modo per maledirti. Ma devi starmi vicino."


    Due successi in rego vitae.
    Ti ho fatto anche dei tiri sulla donna, e ti sembra estremamente sincera. E questo cozza molto con il fatto che non la percepisci come tua superiora.
     
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    incerto sull'agire, Vardaman si avvicinò alla lanterna iridescente e la prese con se, sorreggendola. Il viaggio si sarebbe protratto verso posti terribili, pieni di sacchi di pulci.
    Non aveva idea di chi stesse alla guida effettivamente, ma più che fosse una vampira e che gli sembrasse sincera non aveva in mano nulla.
    Terminologie chiare, precise. Ma perchè non sento niente? la parte più scoinvolgente era questa. Mentre con accondiscendenza si apprestava a seguire le mosse richieste non parlava.

    Con la mano andò a tastare lo mnemosyne, fino a trovarlo. una strana sensazione di familiarità lo avvolse, ma non riuscì a identificarla con niente. FOrse l'eccesso di paranoia l'aveva reso scemo, o forse un'altra dominazione.
    Difficile, forse impossibile a dirsi.

    Rimase in silenzio, impietrito come un cucù a scrutare la donna. Era sincera, in netto contrato con quello che lui sapeva.
    già, e che cambierebbe? si domandò. anche se non lo facessi lo faresti tu per me, e se te lo dessi in mano vorrebbe solo dire rimandare l'inevitabile.
    Ma poi i imiei ricordi? di quando??

    non si preoccupi, faccio io.

    Tentennò tenendfo in equilibrio la lanterna fra le ginocchia.
    Poi si arrese alla curiosità, e spezzò il sigillo.
     
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    Poggiò le labbra sul cristallo, che si spezzò sonoramente. Un rivolo del suo stesso colore vorticò denso davanti a lui, prima di venir attirato dentro Jonathan come un gas vicino ad un'area di bassa pressione.

    Ed improvvisamente tutto tornò, in una fiumana di fatti, sensazioni e pensieri. Le disavventure, i piani, i sacrifici. Elias era stato meticoloso, attento che nulla si perdesse.

    Jonathan era di nuovo integro.
     
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    ...ah.
    riversare una quantità simile di ricordi (per tipo, peso, importanza e numero di giorni soppressi) lasciò vardaman leggermente rintronato. la testa, ondeggiando in avanti, lo riportò a quella fottuta sera in cui elias lo aveva inculato. FOrse salvato.
    ...capisco.
    Vi ringrazio per il ritorno, Madama.
    chinò il capo in segno di rispetto. Di quello era certo, mentre si accomodava un po' meglio sulla barca. Se potesse poi omaggiare Elias di un pugno in faccia, gliene sarei grato. e ciò detto si rilassò fino alla fine del viaggio.
    Forse era la sera in cui Maundrell sarebbe stato riportato in vita? difficile a dirsi. Ma era possibile.
    Il posto in cui navigavano puzzava ugualmente.
     
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    "Volentieri, se lo merita tutto."

    Jonathan ed Eleanor proseguirono in silenzio con il gommone, spezzando la calma superficie della palude in favore di acque più profonde. Tutto sommato, era anche una bella notte, con un cielo terso da cui spuntava l'argentea signora, quasi a tre quarti.

    Dopo diversi minuti, la donna rallentò e, con manovre non propriamente esperte, accostò il gommone al riflesso della luna sull'acqua. Aspettò che la superficie si chetasse prima di gettare nell'acqua un po' di polvere d'argento, presa da un sacchetto.

    "Vado per prima."

    E così fece, alzandosi incerta sul gommone e calandosi dentro la pozza di puro argento.

    Se la segui...

    Dall'ultima visita di Jonathan, il laboratorio di Maundrell aveva subito una bella ristrutturazione. Qualcuno, probabilmente Agnieszka, lo aveva distrutto da cima a fondo. Mancavano diversi mobili e quelli rimasti erano in briciole, mentre le pareti erano state private della pittura e scavate in diversi punti, stessa sorte per i pavimenti ormai inesistenti. L'incredibile collezione di libri era sparita, insieme a tutto quello che era presente nelle stanze dapprima accessibili.

    Carna guardava il corridoio, dove il costrutto di guardia attendeva: capo chino, ginocchio a terra.

    "Non ci sono trappole, abbiamo disattivato ogni cosa pericolosa qui dentro. Sia di Milosh che di Agnieszka." Lo pregò di seguirla verso il corridoio, verso quella porta che lei aprì con facilità tracciando un particolare segno.

    Il segno dell'infinito, leggermente storpiato. Ti viene in mente l'Ichthýs cristiano, ma con la coda chiusa. Quasi un infinito storto, seppur chiuso. Non avendo tu contezza dell'indovinello della porta non sapresti andare oltre, ma puoi chiedere.


    L'Anziana aprì la porta per Jonathan, che si ritrovò sull'uscio di uno studio di medie dimensioni. Due scaffali pieni di tomi, una scrivania vissuta e piena di quaderni e pergamene, poi un grosso cilindro in vetro ad occupare l'altro lato della stanza. Capiente quanto basta per un cristiano, era messo in orizzontale e tenuto su da dei sostegni in ferro battuto; al suo interno vorticava un misto di soluzione giallognola e sangue raggrumato, separati come acqua e olio.

    Qualcosa galleggiava al suo interno, indistinto.

    Appena sotto un cilindro più piccolo, più simile ad una vasca, in cui dormiva beato un neonato umano. Era un non-nato, rinchiuso in un utero surrogato. Perso in una stasi senza fine. A lato della vasca, una placca intarsiata, su cui spiccavano degli alloggiamenti vuoti.

    La donna rimase in silenzio, lasciando a Jonathan tutto il tempo di guardarsi attorno. Andò alla scrivania e si sedette, occupando una delle due sedie rimaste integre in tutto il laboratorio. Sopra l'altra mise i tre Mnemosyne, uniti a formare un diadema a tre petali.

    "Prenditi tutto il tempo che vuoi. Per quanto mi riguarda questo posto è tuo. Solo che...prima che tu decida qualsiasi cosa, mi piacerebbe spiegarti, ragguagliarti su cosa è successo in questi mesi."

    Anche senza il legame di mezzo, e con tutte le sue memorie, Jonathan dovette ammettere che quella donna era troppo diversa dalla maggior parte dei Tremere che aveva conosciuto. Era veramente gentile, non stava recitando. Aveva davanti una delle più famose Anziane degli Stati Uniti, ed era come se stesse parlando con una tipa qualsiasi. Una persona che, chissà perché, sembrava anche rispettarlo.


    Edited by Shaitan - 24/4/2024, 18:19
     
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    Con la consapevolezza raggiunta di tutto quello che era successo, con tutti i sè e i ma del caso abbuonati dal ritorno di memoria, per Vardaman fu' relativamente semplice accomodarsi e fidarsi.
    Accantonati i dubbi e le paure del suo "alterego" senza memoria, impostò la rilassatezza come suo unico mood. Solo allo sparire della Carna nel laghetto Vardaman ebbe un secondo di smarrimento. Era evidente che la donna sapesse, ma considerando l'alta idea di sè del repubblicano l'unica conclusione a cui era giunto era che Maundrell gliel'avesse detto, o che la stessa fosse qui da più notti.

    in entrambi i casi contava poco. Vardaman la seguì per ritrovarsi nel delirio della caccia fallita di Agnieszka.
    Si lasciò nuovamente incantare dal tutto, dalla particolare architettura e dal sistema di sicurezza che Maundrell aveva impostato, e anche se mezzo demolito il posto era una meraviglia assoluta.
    Non so cosa abbia lasciato Agnieszka, ma posso presumere che sia meglio così già solo per le difese originali.
    Magari la bestia d'acciaio la possiamo riciclare...

    Avrebbe forse dato più sfogo al suo sarcasmo positivo, adducendo qui e la qualche joke liberatorio e cortese. Ma innegabilmente non potè che farsi meravigliare da quello che si trovava davanti. L'eredità di Maundrell, quella vera, al netto di quei tomi che lui era riuscito a trafugare privatamente.
    L'ufficio, la camera degli esperimenti, quella figura alienante davanti a lui del bambino non nato e di quelle apparecchiature.
    Il piano di contingenza finale di Maundrell.
    Sopravvivere ai demoni. Sopravvivere al clan. Liberarsi di tutto.
    ...non era come me lo immaginavo. sentenziò, dopo un lungo momento, facendo scorrere sulle superfici le dita. Eppure è il succo di ogni parte coinvolta.
    Vedo ogni addendo chiaramente.
    si avvicinò quindi al cilindro con il feto, inclinando la testa come a cercare un senso di tutto.
    Vale la pena? si domandò, per la prima volta in tre mesi. Il martire della causa, che più di tutti però merita la morte. I patti che ha stretto, le creature che cerca di ingannare...
    Le conseguenze, i meriti.
    Le colpe.


    Quando vuole, signora. un rispetto diverso, forse più marcato per la persona che si trovava davanti anzichè per la gerarchia alla quale ricordava di essere incatenato.
    Cercò una seduta, o comunque un appoggio a muro, dandogli lo sguardo.
     
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    "Inizierei con la prima buona notizia. Agnieszka è stata giustiziata due settimane fa da una coterie scelta di Astor, che hanno raccolto delle prove compromettenti su di lei. Sembra che fosse nel loro mirino da quasi un decennio, dopo che qualcuno..." Guardò la vasca. "...ha fatto trapelare il contenuto di alcune riunioni private di una certa società segreta. Un lungo lavoro di Elias, che si è concluso con una vittoria epocale per il Clan Tremere."

    Si schiarì la gola. "Al netto di ciò il nostro amico ha richiesto di essere assegnato, in pianta stabile, alla Louisiana. Null'altro." Jonathan capì che quello era un pezzo importantissimo nella scacchiera di Eleanor. Gli Astor erano con lei, a controllare regioni di interesse in cui far fiorire un nuovo Clan. Proprio sotto il naso del vecchio. "Il Pontefice ha prontamente scelto un nuovo Lord, e la scelta è ricaduta su di me."

    Congiunse le mani sul grembo e sorrise a Jonathan, quasi satolla.

    Il feto nel grembo di vetro mosse pigramente la testa, come se stesse sognando.

    "Userò questo potere per costruire delle cappelle fidate, costituite da persone altrettanto fidate. Non possiamo vincere uno scontro diretto, non ancora, per cui si è scelto di crescere all'ombra del mostro. Almeno fin quando non saremo abbastanza forti e uniti da prenderlo per la gola."

    "Qui venite tu e Milosh."
    Li indicò entrambi. "Lui è un genio, Jonathan. Non esagero nel dire che se non fosse stato per il suo lavoro la rottura del legame sarebbe stata rimandata di decenni. E chissà cosa altro potrebbe creare per noi, con il tempo. Ma è anche vero che non gli importa assolutamente nulla degli altri." Guardò schifata la struttura in vetro, magna opera alchemica. "Per quanto odiasse le etichette, per quando insistesse a defirsi diverso...lui era, lui è un vero, perfetto figlio di Tremere."

    Sospirò, spezzata dalle sue stesse parole. Stava cercando di rimettere insieme i suoi pensieri, di fare una scelta.

    "Non ti conosco. Ma Elias e Elin si fidano di te. Hanno rischiato le loro vite per te, perché sei stato l'unico che ha deciso di lottare contro la marea, invece di assecondarla. Per cui voglio sentire...tutto. Tutto quello che hai da dire, tutto quello che pensi."

    Si avvicinò alle due culle in vetro. Toccò quella più grande, poi la piccola. Sfiorandole con gesto delicato, una carezza di madre.

    "Sperando che mi aiuti nella mia scelta."
     
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    tentennante su quel simbolo di potere e paura che lo circondava, la culminazione di uno studio prodigioso e scellerato di Maundrell e di tutto quello che rappresentava, Vardaman si fece inabissare dalla notizia conciliante che Agnieszka fosse effettivamente morta.
    Non ne poteva essere certo al cento per cento, non ne era sicuro neanche così improbabile. Il clan non aveva mai agito con lo stesso intelletto del partito repubblicano, e questo era sia un giudizio in positivo che in negativo.
    quale storia hanno dato? a che versione hanno associato la sua scomparsa? il suo giudizio offuscato? Se qualcuno dovesse rivedere le sue decisioni? I suoi interrogatori su di me saranno arrivati anche a qualcuno che potrebbe venirmi a cercare?
    Perchè non esiste Twitter anche per il clan tremere?


    non aggiunse nulla, ma annuì alla nuova Lord. L'animo ciarlone avrebbe voluto alzare un calice immaginario in sua direzione, ma la solennità di quello che doveva essere o non essere glielo impedì.
    non è mica una riunione dei conservatori nè un assalto alla casa bianca. si ammonì da solo.
    non ho la piena visuale della cosa, lord, ma sono convinto che il futuro sia più roseo. Almeno, lo sono ora. era vero. Non si trattava di un magheggio, si stava concedendo di essere un pizzico ottimista.

    Ma inevitabilmente si arrivò a parlare di Maundrell.
    Una parte di lui voleva decisamente non arrivarci. Svegliarsi come da un sogno, magari con un "si grazie per avermi accompagnato, ora ciao" per poi dargli la grazia che solo il passare inosservato poteva concedergli.
    Ma non era più cosa.
    Le parole scorrevano dalla bocca di Carna, la Lord Carna, futura portatrice di una vera ribellione nel clan. E Jonathan le conosceva già.
    E privato di un ragionamento vero, privato del tempo vero di poterci riflettere, per lui non era che passato un minuto da quando Elias lo aveva dominato.
    Se da un lato lo aveva salvato, dall'altro aveva reso impossibile ponderare con metodo, cercare di capire quanto efficace fosse il rito. Quanto fosse terribile mettersi contro il clan a quel livello.
    Contro i demoni che l'egomaniaco pensava di poter truffare.

    Grandi figure forgiano la storia cercò di minimizzare, prese del tempo, alzandosi e guardando l'ambiente. nel fuoco della loro natura. Elin e Elias hanno fissato il drago in faccia e hanno mantenuto la prosa. Sono loro il vero fuoco della rivolta.
    Io ho solo avuto il piacere di vedere quella fiamma danzare.

    L'ultimo decennio di Trump aveva disabituato l'osservatore medio al fatto che i repubblicani fossero maestri nello sminuirsi per un vantaggio personale. Non che Vardaman ci avesse messo il cuore sull'essere dimenticato, ma una piccola verve personale gli impediva di arrendersi.
    Lasciò qualche secondo, come a vedere le sue flebili speranze estinguersi. Poi, sinceratosi che non vi fosse spazio per salvataggi in extremis, si arrese alla richiesta.
    Tutto? Egregia... ma che cazzo vuoi che ti dica? ... io non ho niente da dire. Niente che non abbia già sentito e ponderato prima, nella sua mente.
    Potrei elaborare, ma il succo di tutto è che io non vorrei neanche essere qui con lei.
    Sa come cazzo è iniziata questa storia?
    ridacchiò io odiavo il mio sangue e volevo liberarmene come un burocrate si libera di un faldone: mettendolo nei farò e mandando avanti altri lavori. Liberarmi della piramide attraverso la torre.
    Quindi, quando Elias mi fa sbandare col camion perchè mi chiede con un osso delle verità se voglio essere "libero" io gli dico di si. Perchè è vero. Ma di sicuro molto meno sfumato di... beh di questo.
    Ma lo conosce. Fraintende. sente solo quello che vuole sentire.
    E a quel punto che fai? Quando sei una formica che lotta per la sua fottuta briciola tra due leoni?

    nel proseguo del suo discorso, Vardaman sembrava manmano perdere la verve politicante. Fai quello che ti viene più comodo, scappi nella Direzione in cui ci sono meno zampe a calpestarti.
    Di nuovo, non c'è molto di cui fidarsi. c'è solo la paura di vedere il proprio orticello venire distrutto da una psicopatica che vuole rispedire l'assetto più importante della città a Vienna per... boh, motivi?

    Ho fatto cose per questa storia che non avrei mai fatto se non avessi avuto PAURA dello scontro e di perderci qualcosa. E comunque mai spinto da ideali, solo dal terrore cieco di essere libero, ma in mezzo a giganti pronti a schiacciarti, sempre. Non mi fregava un cazzo di Maundrell, di Agnieszka, di lei e di nessun altro all'infuori di me. E credo che questo sia così tutt'ora. Questo mi rende decisamente uguale a Maundrell. e repubblicano.

    E ora lei viene da me, sperando che la fiducia di Elin e di Elias sia ben riposta. Non lo è. non lo è mai stata. il fatto che io appoggi la causa non significa che io ne voglia far parte. E questo fa di me una persona scomoda, che con ogni probabilità verrà distrutta o riprogrammata per sicurezza.
    Non vi biasimo, dico davvero.
    Ma Almeno le sto dicendo con sincerità il perchè non voglio consigliarle nulla.
    indicò il feto l'unica cosa che mi viene in mente è che Maundrell ha fatto patti con i DEMONI e io non me la sentirei di sfidare questo tipo di avversari perchè lui si sentiva più sveglio di loro, ma questa volta a pagarli sarebbe lei.
    Se la sente di correre questo rischio, Lord Carma?

    Chiuse infine la bocca. Non aveva astio, non aveva stizza. Era stato solo molto sincero. probabilmente per la prima volta in anni.
    E delel conseguenze gli importava assai poco, la sensazione era valida. Piacevole.
     
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    Eleanor era di certo una buona ascoltatrice, perché non disse una singola parola durante tuto il simposio di Jonathan. E non lo abbandonò con lo sguardo, non mostrò noia o smarrimento. Rimase fisso nelle lenti polarizzate dell'uomo, accettando candida il suo punto di vista.

    Quando giunse la fine, dilatata per altri vaghi attimi, lei sorrise. Poi rise, scuotendo il capo con strano buonumore. "Per Crona, Jonathan. So che non era proprio tua intenzione ma hai appena dimostrato, ad un residuato anteguerra come me, che la verà libertà è genuina. Forse...libera da cause, perché personale." Schioccò con espressione satolla la lingua sul palato, e alla fine annuì.

    "Hai agito per te, per sopravvivere. Per dimostrare che la programmazione del concilio non cambia la psiche, almeno di chi ha spina dorsale. Questo posso accettarlo, senza dubbio. E però vero che appoggiare una causa, anche solo negli spogli ideali, non ti deve rendere un atollo solitari. Non tutti sono in prima linea, a buttare sangue. Un cambiamento è fatto di persone, di varie situazioni. Ognuna aiuta come può, lo fa fin dal momento in cui ammette a se stessa che una causa è giusta."

    "Questo per dirti che...ti comprendo. E ti ringrazio per la tua sincerità. Sarei però felice se, da mente affine, anche se non attiva nella causa, fossi disposto ad aiutarci con questo Dominio. Il Clan qui è decimato, e se voglio che questa sia una Cappella sicura Elin avrà bisogno di un aiuto. Mi permetteresti una proposta, o preferisci davvero rimanerne completamente fuori dalla faccenda?"

    Non c'era fretta nelle sue parole, giusto un tentativo di accordatura nei suoi confronti. Un velo comprensivo nel tono, sotterrato dall'ultima domanda di Vardaman.

    "Fossi da sola...ma non è più così. La scelta con chi ballare era solo sua, e non posso rischiare. Anche a costo di perdere il giro." Notò che non stava guardando la vasca grande, ma quella con il neonato. "Salviamo almeno lui." Fece per rimuovere i blocchi alla piccola culla di cristallo, e staccare il tutto dal supporto.
     
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    Sollevato internamente dall'essere scampato a una riprogrammazione -a suo dire totalmente meritata- Vardaman si imbambolò un attimo.
    Evidentemente la sua parte irrazionale e razionale erano in disaccordo su come procedere. Da un lato si aspettava la distruzione, dall'altro non gli importava delle conseguenze. La libertà di essere non affiliati era un dolore costante e continuo. bere l'intruglio non era che una manifestazione fisica della cosa, e ora lui ricordava.
    E sperimentava quella posizione con scarsa lungimiranza, come un bambino con troppe caramelle.

    ...oh. beh ehm... annuì senza convinzione alle parole di lode che decisamente non si aspettava. si piantò saldamente l'unghia del pollice nel palmo per sincerarsi di non essere in un sogno lucido, da tanto la situazione stava andando bene. non mi aspettavo... non finì neanche la frase, semplicemente esitò.
    Recuperò la verve dopo qualche secondo, ascoltando ma senza osare ribattere. ma da quale posto è uscita questa? sembra un tremere come io sembro un seguace di cheeney.
    Non... non può essere solo la ribellione...credo?

    Ma non aveva risposte di nessun tipo.

    Egregia, il mio piano era di essere una pedina insignificante in modo che non mi venisse data importanza per la piramide. Agnieszka l'ha scoperto durante gli interrogatori e mi ha punito dandomi DUE cariche. Quindi per essere uno che non vuole giocare al gioco ho già perso. Sono di faccia alla piramide, e dovrò guardarmi anche da gente che mi sta sotto.
    Ma sarò felice di ascoltare la sua proposta, prima di decidere.

    Non era proprio convinto, anzi. Ogni cellula della sua mente ora libera gli diceva che era meglio prendere il piatto povero e andarsene. Ma in uno strano mescolarsi di incredulità e riconoscenza, Jonathan non poteva esimersi. E nonostnte tutto l'allenamento fatto ascoltando le prove dei deputati per le leggi antiabortiste, questa volta doveva ascoltare davvero.

    fossi in lei non staccherei niente, lord intervenne solamente per fermarla dallo staccare alcunchè dagli strani macchinari. Swe ha deciso la strada della prudenza, a meno di essere assolutamente certa di quanto sta facendo, non mi stupirei se spegnere la macchina non attivasse solo l'ennesima contingenza.
    Come ha detto lei, era un genio. E io andrei con i piedi di piombo.
     
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    Non sembrò gradire, ma ascoltò il consiglio di Vardaman e lasciò stare il neonato. "Hai ragione, ovviamente." Un'Anziana che ascoltava un consiglio, era incredibile. A Jonathan venne quasi da piangere.

    Mise quindi una mano sopra la vasca principale, e chiuse gli occhi per concentrarsi. L'uomo sentì un tepore propagarsi dal vetro e si allontanò nolente di un passo, proprio prima della comparsa di alcune crepe nel cristallo. La soluzione amniotica iniziò a sobbollire e si fece torpida, poi le culle si fecero opache e i metalli a supporto incandescenti.

    Eleanor staccò la mano, e il liquido all'interno dello strano macchinario si fece di un vivido rosso sangue. Non commentò, anche se guardò ai Mnemosyne sulla sedia, ora in frantumi.

    "Si." Ad intercalare, per ingranare di nuovo dopo aver appena falciato più di una vita. "Si...allora." TOrnò a guardarlo, per fuggire dalla culla. "Se è quello che desideri, essere lasciato in pace, posso darti un ruolo in una cittadina minore della Louisiana. Continuerai con i tuoi lavori, ma sarai fuori dalla gerarchia per compiti speciali. Fin quando sarà al potere vivrai in pace, e se cadrò sarai libero da accuse e sospetti."

    "Dopo quanto mi hai detto non penso amerai la mia proposta, ma è giusto farla. Elin non conosce il territorio, non conosce la politica e gli altri Clan. E' una studiosa fidata, ma come Reggente ha molto da imparare. Vorrei chiederti di succedere a lei al ruolo di Reggente, mentre lei si occuperà delle questioni meno terrene. Il tuo compito sarebbe quello di amministrare il dominio e il Clan in loco, rispondendo a me sola. Voi due sareste i soli liberi dalle catene, chiaramente, ma spero che con il passare del tempo riusciate a selezionare qualcuno di adatto."

    Concluse mettendo una cosa in chiaro. "E' una scelta, non una costrizione." Doveroso ricordarlo, visto l'ambiente da cui venivano. "Se ne hai bisogno prenditi pure il tuo tempo per decidere."
     
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    Ma guardi, veramente io...

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    La pietà è per i deboli. furono le uniche parole che scivolarono nella mente di Vardaman. Senza nessuna emozione. solo una citazione a commiato.
    chinò il capo senza volerlo, quasi a senso di rispetto per una persona finalmente caduta, ma niente di più. E l'emozione si fece subito da parte ripensando al fatto che effettivamente l'anziana aveva ascoltato le sue parole, Sentimento al quale decisamente non era pronto.
    Ma non disse nulla. rimirò solo il potere sfoggiato dalla "Lord" e le lasciò l'attimo in religioso silenzio.

    Quindi ascoltò. Pensieroso, assaporava le parole della donna e le ponderava sulla bilancia della propria anima. portando una mano alla vita e cingendo l'altra sul mento, Vardaman rifletteva sulle possibilità che la donna gli dava.
    Voleva solo il silenzio, non lo aveva minimamente negato. Ma quello sembrava raggiungerlo solo in una forma di abbandono del forte, alla quale non poteva più essere vincolato.
    Astuta, ma fin troppo sognatrice. commentò Vardaman Per quanto conosca il clan meglio di quanto io possa sognarmelo, non ci sono dubbi su quanto poco sappia delle implicazioni di cosa suggerisce.
    Reggente poi...
    gli sfuggì un sorriso, tinto tanto di cupidigia quanto id consapevolezza; un paraculo di valore come Vardaman, a comando di una cappella di maghi? non importava quanto fosse protetto da Carna. sarebbe durato dieci minuti, prima di doversi rivolgere a Malachia o a Elin stessa.
    Voi parlate una lingua franca, madama Carna. con rispetto prese la parola solo alla fine mi permetterò quindi di ricambiarle il favore come se prima non lo avesse già fatto dall'ingresso all'ufficio, ma Vardaman non era decisamente in bolla per una conversazione di quella magnitudo.
    Se dicessi che sono immune al richiamo della Jyhad mentirei. Troppi anni da vampiro, Troppi anni con i tremere, Troppi anni con i conservatori, troppi anni in Louisiana, troppi anni come un Vardaman. si concesse l'attimo di pausa, scorrendo con lo sguardo i plichi di tomi, quasi sentendone il peso della conoscenza.
    Ho lottato per tutto questo perchè volevo restare qui. La vostra proposta è genuina e allettante, ma se la accettassi perderei asset enormi. E lo ammetto con sincerità: non voglio.
    ...Ma non posso neanche fare il reggente, Lord.
    aggiunse, senza lasciare pausa. Comprendo la sua verità e il vantaggio di rispondere solo a lei. Ma il clan -e di conseguenza la bella faccia efficiente che mostriamo- ne perderebbe sensibilmente; Maundrell era, mi secca ammetterlo, così imponente che anche una sedia vuota lasciata da lui sarebbe più efficiente di me.

    appannò un momento, togliendosi gli occhiali e pulendoli con un panno apposito tirato fuori dal taschino interno. Le faccio un'altra proposta, se permette. rinfrancò quindi gli occhiali sul naso Rimarrò qui a new Orleans, supporterò Elin in quello che so fare meglio: la politica.
    E mentre sua signoria rimarrà a gestire il clan con più efficacia di quanta io ne avrò mai, io mi occuperò di mantenere la facciata con la società civile e non. gli elisei e gli alleati esterni che abbiamo.
    E mi assicurerò che le crepe lasciate dalla vecchia gestione si risanino. Se il gioiello della Big Easy rimarrà intatto per la camarilla il clan farà ancora meno domande.
     
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    "D'accordo, Jonathan. Lascerai ad Elin il seggio di Maundrell, e tu verrai presentato come nuovo Primogenito degli Stregoni. Mi aspetto grandi cose."

    Acconsentì, lasciando trasparire un sorriso furbo. Tale che Vardaman pensò che volesse condurlo lì, dove verità e desiderio si intersecano.

    "Ah, a proposito! Mi sono permessa di prenderti un appuntamento, con Elin, che ti attende alla Cappella per le tre di questa notte." Guardò l'orologio al posto."Hai ancora diverse ore, per cui goditi pure la notte. Un po' di pace."

    "Se invece sei diventato allergico alla tranquillità, Elias sarà al molo 32 da mezzanotte all'una, poi tornerà in incognito. Il tempo di un saluto, o di una gomitata sugli zigomi."


    Allungò la mano, in saluto. "A presto, Jonathan."

    Sei libero di andare in chiusura, verso l'infinito e oltre. Se decidi di andare a salutare/sparare Elias, puoi sia descriverlo in uscita sia giocarlo.
     
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