Vampire GdR

Posts written by Berenice della Passaglia

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    CITAZIONE (Shaitan @ 16/3/2022, 11:26) 
    Fine prima notte. La faccio breve, quindi se volete delle valutazioni che vi colpiscano sulle costole fluttuanti chiedete pure in privato.

    Hagos: 9 px
    Berenice: 7 px
    Bartholomeow: 6 px
    Corinna: 3 px

    Ditemi in pvt dove volete questi px. Se volete potete anche assegnarli a questi pg speciali. Sempre sui Doppio avete 50 px extra da spendere.

    Ho avuto l'ok di No Life King per trasferire i 7 px su Padre Blake, quindi assegnali pure a lui, grazie.

    A breve ti farò sapere per i 50 px per Berenice.
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    CITAZIONE (Shaitan @ 16/3/2022, 11:26) 
    Fine prima notte. La faccio breve, quindi se volete delle valutazioni che vi colpiscano sulle costole fluttuanti chiedete pure in privato.
    Sempre sui Doppio avete 50 px extra da spendere.

    Possiamo comunicarti la spesa in pvt?
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    Berenice fu felice di scoprire di non essere l’unica a stupirsi per le prese di posizione così nette di Roberto, che in sostanza aveva condannato a morte la cabala di maghi.

    L’entrata in scena dei maghi turbava soprattutto Alfredo: e benché l’Anziano cercasse di celarlo, era evidente che la cosa lo sorprendeva, in qualche misura perfino preoccupava.

    Segno che, ne dedusse Berenice, almeno il maggiore non stava nascondendo loro qualcosa di importante.

    Quanto invece a Michael e Roberto, invece, la cosa non era così scontata.

    Che uno o entrambi i fratelli sapessero già dei maghi?

    La presa di posizione di Roberto, in particolare, suonava sospetta perché alquanto drastica e quindi anche al di sopra delle righe.

    Restava da capire quanto gli occultamenti dei Giovanni fossero volti a tenere a bada i Doppio sangue e quanto non fossero piuttosto armi per farsi le scarpe a vicenda.

    Berenice stava per elaborare un’accusa più precisa ma si arrestò immediatamente, temendo che i suoi pensieri potessero essere colti – magari proprio da Roberto.

    Fu in quel momento che Alfredo prese la parola, sostanzialmente invitandola a levare le tende.

    Non uno straccio di parola su Bartholomew, al cui destino nessuno dei Giovanni sembrò particolarmente interessato.

    A quanto pareva c’era anche un’altra Doppio sangue, una Cugina a lei ignota, che era dispersa o prigioniera (?) da qualche parte, ma anche su quello Berenice era riuscita a capire ben poco – dato lo scarso interessamento degli Anziani.

    L’unico Doppio, in effetti, che per gli Anziani sembrava avere una qualche importanza, e che veniva trattato quasi da pari a pari, era Hagos, per motivi a lei ancora fondamentalmente ignoti.

    Ma non credere che finisca qui.

    Si ripromise la Della Passaglia, che poi si alzò e si apprestò a salutare:

    Alfredo, Roberto, Michele. Hagos.

    Lunga notte a voi.

    A domani notte.


    Proprio quando stava per andarsene, Berenice colse con la coda dell'occhio un luccichio sul tavolino.

    L'anello. Era rimasto lì.

    E a quel punto aggiunse, prima di congedarsi:

    Prendo io l'anello, se non è un problema.

    Conto di iniziare le indagini il prima possibile: chissà che sia possibile scoprire ulteriori dettagli sugli indiani.



    E così dicendo, se non fosse stata fermata, avrebbe preso l'anello sul tavolino e se ne sarebbe andata.

    Edited by Berenice della Passaglia - 8/3/2022, 15:48
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    Berenice fa solo un'ulteriore domanda:

    - Qual è il nome del Risvegliato indiano? Daniel mi ha detto che tu lo sai. Dicci qualsiasi dettaglio che riguardi il risvegliato indiano, per esempio se è solo o se fa parte di un gruppo, qualsiasi cosa di cui tu sia a conoscenza e dicci anche come ottenere più informazioni su di lui.
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    Allora per iniziare le cose che vorrei chiedere sono solo due:

    1) Perché hanno aiutato gli italiani? & cosa erano andati a fare al porto?

    2) Cosa sanno degli "indiani necromanti" e dei loro obiettivi? & in che rapporti sono con loro?

    Poi, a seconda delle sue risposte, potrei avere altre domande.
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    Berenice comunque non ha mai fatto il nome di Hagos, anche perché non ne è certa, visto che l’informazione che le ha passato Gregorio è quella di un “individuo che ha estroflesso i canini”.


    Dopo le parole di Alfredo, Michael, Roberto e Gregorio, Berenice cercò di fare buon viso a cattivo gioco.

    Anche se interamente ribolliva dalla rabbia.

    Le parole di Gregorio servirono a capire di aver frainteso almeno in parte la situazione, sovrastimando il numero dei maghi.

    Tra sé e sé, però, Berenice pensò:

    Questo non cambia il fatto che erano più di noi.

    E tu, caro fratello, potevi anche risparmiarti di specificare questo particolare.

    Ma non temere, caro Gregorio, anche questo ti verrà messo in conto.


    Berenice fu particolarmente sorpresa dalla reazione di Roberto.

    La sua chiusura mentale fu una cocente delusione: invece di collaborare e profittare della conoscenza dei maghi umani, voleva metterli a tacere.

    Probabilmente ha dei trascorsi poco piacevoli con i maghi, è l’unica cosa che posso pensare.

    Peccato.


    Fu infine quanto detto successivamente da Alfredo a disturbare particolarmente Berenice: non le era infatti stato assegnato per quella notte il compito di risolvere il problema degli indiani, compito per cui aveva già anticipato che avrebbe preso informazioni nelle notti successive.

    Per quella notte il compito era mettere in salvo il gregge degli italiani, e lei c’era riuscita – e pure egregiamente.

    Ma a quanto pareva la cosa era adesso passata in secondo piano, sembrava fosse quasi qualcosa di scontato – quando invece era un suo successo personale.

    Berenice imprecò mentalmente mentre atteggiava il viso a un sorriso, rispondendo semplicemente:

    A disposizione, come sempre.
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    Berenice si schiarì la voce e sussurrò, rivolta più che altro a se stessa:

    Da dove inizio?

    Dopo aver raccolto le idee e aver trovato una poltrona dove accomodarsi, la donna iniziò il suo lungo racconto.

    Subito dopo essere entrati dal porto, dall’entrata principale, io, Hagos e Bartholomew abbiamo percepito un’anomalia dall’altra parte del Velo, un vero e proprio scontro tra due forze contrapposte.

    Non siamo riusciti a capire l’origine di questo episodio. Almeno, non io e Bartholomew, non ne abbiamo poi avuto il tempo visto la piega che hanno preso gli eventi.

    Il nostro piano era di separarci: Hagos ci avrebbe preceduto, distraendo le guardie. Io e Bartholomew saremmo entrati nell’import export poco distante, per cercare di sapere di più sulla Caio Duilio e sul suo blocco.

    L’intento era quello di rivederci subito dopo, anche se in realtà con Hagos ci siamo poi persi di vista e ci siamo reincontrati a cose praticamente fatte.

    Ad ogni modo…


    Berenice fece una pausa, sembrò riflettere su qualcosa e andò avanti:

    …Entrati dentro l’import export, siamo riusciti a parlare con un impiegato.

    Il quale ci ha rivelato due cose interessanti.

    Primo, che la Caio Duilio era stata bloccata per ragioni “doganali”, in quanto erano spariti certi permessi, e che avevano ricevuto l’ordine di rallentare a bella posta la pratica.

    Secondo, che nel porto comandano due sindacati. Il “vecchio” sindacato, capeggiato da un negro, tale Ettore.

    E soprattutto un “nuovo” sindacato – quello che ha ordinato il blocco della Caio Duilio – capeggiato da un non meglio specificato avvocato. Avvocato che ha preteso il blocco della Caio Duilio per presunti problemi con la merce, di tipo igienico o non so che. È stato sempre lui a far mettere i sigilli alla nave.

    Il colpevole della situazione che si è venuta a creare è quindi di questo sindacato, sui cui però purtroppo non siamo riusciti a sapere altro.

    Anche perché l’uomo ha iniziato a barcollare per poi svenire subito dopo: chiaramente sotto l’influsso di qualcosa di soprannaturale. Immediatamente dopo, infatti, è comparsa la figura di un individuo.


    Berenice si sistemò meglio sulla poltrona, si fece leggermente avanti e continuò:

    Daniel – questo il suo nome – inizialmente ci ha ricoperti di minacce, identificandoci come creature soprannaturali e pretendendo di sapere la nostra natura.

    Bartholomew si è fidato, rivelandoglielo.

    Mossa temeraria, che però ha portato i suoi frutti: Daniel ci ha rivelato di essere qualcuno “risvegliato da un lunghissimo sonno…in grado di fare cose particolari”.

    Un mago – ho pensato, visto anche il suo gesticolare strano, arcano perfino.

    Daniel ci ha rivelato anche che lui e i suoi compagni si erano occupati degli italiani della Caio Duilio, disinnescando delle bombe che erano state messe sulla nave e facendo scendere gli italiani. Ci ha anche chiesto se avevamo dei nemici.

    A quel punto – prevedendo la possibilità che ci potesse dire di più sui nostri nemici – sono stata io a parlare.

    Ho evitato di scendere troppo nel dettaglio, accennandogli a certi “indiani esperti di necromanzia”.

    Queste parole hanno fatto scattare qualcosa in Daniel, il quale ci ha rivelato di credere di sapere di chi stavamo parlando, addirittura di avere un nome preciso. Ci ha detto che “gli indiani” erano un nemico comune ma per dirci altro avrebbe dovuto avere il permesso del suo capo.

    Cosa che però, come spiegherò, non è mai avvenuta.


    Berenice lanciò un fugace e impercettibile sguardo ad Hagos, per poi tornare a parlare con i Giovanni.

    Quindi siamo andati al molo dove era ancorata la Caio Duilio, e dove grazie a Daniel e i suoi erano già sbarcati gli italiani.

    Oltre Daniel stesso c’era una ragazza, una certa Lillian, ho poi saputo dagli italiani.

    E più avanti un terzo dei loro, un uomo barbuto che a quanto pare avrebbe disinnescato le bombe.

    È qui che le cose si hanno iniziato a mettersi male.


    Berenice si riavviò i capelli, si prese un momento di riflessione e incominciò a spiegare:

    Inizialmente nulla di preoccupante, Daniel e Lillian parlottavano tra loro. Io e Bartholomew abbiamo accolto gli italiani.

    È stato a quel punto che il mio caro Fratello
    – Berenice indicò Gregorio con lo sguardo, certa che almeno Roberto ma forse anche Alfredo e Michael fossero in grado di percepirne la presenza – mi ha avvertito di aver percepito una morte nei dintorni, avvenuta poco prima, e di voler indagare. Cosa che l’ho invitato a fare immantinente.

    Nel frattempo Daniel si era allontanato per andare a parlare col quarto del suo gruppo, il capo.

    Gianmarco, l’anziano del gregge, ci ha detto allora dei morti, delle loro condizioni mediche e di altro. Ha anche parlato di certi “francesi”, immagino si riferisse a Daniel e i suoi.

    Il mio caro fratello è tornato poco dopo con notizie preoccupanti: poco distante, sul ponte, c’era stato un massacro di qualche tipo.

    Tramite qualche tipo di rituale, Daniel aveva dato forma al sangue per terra, rievocando così le figure di due uomini: il primo era uno sconosciuto – verosimilmente un quinto membro del gruppo di Daniel –, il secondo…

    …un individuo con i canini snudati. Un vampiro.


    Berenice girò nuovamente lo sguardo verso il cugino africano, questa volta in modo più scoperto di prima ma ancora di sfuggita:

    Tra i due un’interazione di qualche tipo che Gregorio non è stato in grado di riportarmi.

    L’episodio in ogni caso non ha fatto piangere di gioia Daniel. Anzi, nei fatti ha compromesso il rapporto di fiducia che si era creato.

    Mio fratello Gregorio ha visto Daniel correre adirato verso il suo capo.


    Berenice si fermò ancora un attimo, una pausa ad effetto, a sottolineare la gravità di quanto accaduto.

    Prima che gli Anziani potessero prendere a fare domande, Berenice riprese il racconto:

    È stato lì che ho intuito il precipitare della situazione: Daniel e i suoi avrebbero potuto muoversi contro di noi nel giro di pochi attimi.

    Ed erano in netta maggioranza numerica.

    Allora ho avvertito Bartholomew, che si è offerto di restare a intrattenere i maghi mentre io mettevo in salvezza il gregge.

    E così abbiamo fatto: presi gli italiani con me, li ho condotti verso l’uscita.

    Lungo il tragitto abbiamo incontrato l’uomo barbuto, il quale però – ignaro degli eventi sul ponte – non mi ha ostacolato e anzi mi ha indicato la via d’uscita.

    Ho quindi fatto uscire gli italiani dal porto e li ho condotti fino al magazzino messo a disposizione da Bartholomew, a qualche isolato di distanza.

    Non però prima di aver mandato il mio caro fratello ad accertarsi della situazione di Bartholomew.


    Berenice incrociò le braccia e continuò:

    Bartholomew deve aver tentato qualcosa di azzardato, forse persino un tentativo di Dominazione.

    Ma il gioco non dev’essergli riuscito come previsto: i maghi l’hanno subito pietrificato.

    …Pietrificato, proprio così.


    Rimarcò Berenice, non senza una punta di amarezza e di rabbia. Che poi si avviò alla conclusione del lungo racconto:

    Insomma non soltanto i maghi ci avevano aiutato con la Caio Duilio e gli italiani, ma c’erano buone possibilità di farceli alleati in questa vicenda.

    Possibilità che sono improvvisamente sfumate a causa di quanto successo su quel ponte.

    Quanto successo su quel ponte ce li ha resi nemici e ha messo a rischio non solo la nostra missione, ma la vita mia e di Bartholomew.

    Il quale, ahimè, ha finito per pagare il prezzo più alto.


    Detto questo, Berenice si arrestò, in attesa delle inevitabili domande degli Anziani.
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  9. .
    Dopo aver raggiunto il pub e aver incontrato gli uomini di Michael, Berenice (e Liang Hu con lei) salì sull’auto e si lasciò condurre a Villa Vinci.

    Nessuna parola in più durante il viaggio, la donna si limitò a controllare soltanto che il percorso fosse quello giusto e a evitare di perdere il senso dell’orientamento.

    Arrivati ai cancelli, Berenice ordinò a Liang Hu, in cantonese:

    Tu aspettami al posto di prima. Ci vediamo dopo.

    Berenice scese quindi dall’auto e, resasi conto di essere attesa, evitò di perdere tempo e seguì immediatamente il maggiordomo.

    Una volta giunta in presenza dei Giovanni, li salutò così:

    Buonasera Alfredo.

    …Roberto.

    …Michael.


    E poi, a voce più bassa:

    E Hagos.

    Per poi passare a riferire:

    Il carico di italiani è salvo.

    O almeno, quasi per intero: tre italiani erano infatti morti di fame.

    Inoltre, ci sono diversi denutriti. E una donna incinta.


    Le parole di Berenice erano calme e misurate, il volto era corrucciato, quasi contrariato da qualcosa di non detto.

    Bartholomew invece…

    …L'ho perso di vista.

    E temo possa essergli successo qualcosa.


    Concluse, grave.
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    Berenice tirò un (simbolico) sospiro di sollievo quando sentì che le volanti si allontanavano in direzione dello sparo.

    E così il gruppo riprese il cammino: una ventina di minuti più tardi, arrivarono finalmente al magazzino del cugino scozzese. Fortunatamente, senza ulteriori incidenti di percorsi.

    Non ci fu nemmeno bisogno di forzare la serratura o altro – la porta era socchiusa.

    Con fare circospetto, Berenice fece segno a Liang Hu di entrare per primo e – proprio perché la porta era stata lasciata socchiusa – di accendere le luci e assicurarsi che non vi fossero sorprese.

    Solo se fosse arrivato il via libera da parte del cantonese, allora a quel punto Berenice avrebbe fatto segno a Gianmarco di entrare col gruppo di italiani.

    A chiudere il gruppo, Berenice stessa, che tirò la porta dietro di sé e si prese un attimo per osservare e valutare l’ambiente di persona.

    Una volta sinceratasi dell’assenza di potenziali minacce, la donna decise che era giunto il momento di accomiatarsi dagli italiani, e si rivolse così a Gianmarco:

    Bene Gianmarco, qui le nostre strade si dividono.

    Noi siamo aspettati al pub.

    Voi, chiudetevi dentro e cercate di riposare un po’.

    Cercate di evitare di fare rumore e aprite solo agli uomini di Michael.


    E proseguì dicendo:

    Se non ci ha già pensato Hagos, farò mandare qualcuno per voi appena possibile, entro l’alba.

    Arrivederci.


    E così dicendo, fece segno a Liang Hu di seguirla, per poi dirigersi al pub indicato da Hagos.
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    Al sentire le fredde parole di Hagos, Berenice si irrigidì.

    Contrariata, stava per ribattere qualcosa ma ci ripensò.

    Si morse la lingua e rispose soltanto – con freddezza pari a quella del cugino africano:

    E sia.

    Mentre pensava:

    Ma non crederla di passarla liscia, caro il mio Hagos.

    Arrivederci.

    Salutò così il Ghiberti, per poi tornare a rivolgere la propria attenzione al gruppetto.

    Prima a Liang Hu, e successivamente a Gianmarco, Berenice fece cenno di riprendere il cammino lungo le viuzze che costeggiavano la via principale.

    Dovevano fare in fretta, lei doveva fare in fretta. C’erano ancora molte cose da chiarire quella notte.
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    Berenice stava per muoversi insieme al gruppo di italiani, venendo però subito sviata dal ritorno del fratello.

    Allarmata dalle parole di Gregorio, Berenice rispose frettolosamente:

    Bene. Stammi vicino.

    La donna stava ancora ragionando sul da farsi quando ecco comparire, dopo una lunga assenza, Hagos, il cugino africano.

    Berenice fece immediatamente segno a Gianmarco di fermare il gruppo.

    La donna avrebbe voluto chiedere all’africano molte cose:

    Dove cavolo eri finito? Che cosa è successo su quel ponte, tra te e quel tizio?


    Ma, presa dalla fretta, le cose che gli disse furono altre:

    Bartholomew – è morto o in pericolo di vita! Al molo della Caio Duilio, contro due specie di maghi!

    E poi:

    Gli italiani sono qui. Li stavo portando a un magazzino di Bartholomew.

    Concludendo svelta:

    Cosa vogliamo fare? Non possiamo sacrificare nostro cugino.
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    Berenice valutò rapidamente la situazione, passando con lo sguardo dalla via principale alle viuzze laterali, e poi di nuovo alla via principale e…ai lampioni.

    Sabotare l’illuminazione. Sarebbe possibile. Persino facile…

    Pensò tra sé e sé, scartando poi l’idea:

    …Ma no. Non farebbe altro che attirare i vigili o la compagnia elettrica.

    Lo sguardo della donna si spostò allora definitivamente verso i vicoli e le stradine dietro i palazzi.

    Dopotutto raggiungere il magazzino di Bartholomew è secondario.

    Quel che più importa adesso è evitare di farsi notare.

    Dalla polizia e, soprattutto, da Daniel e i suoi amici.


    Berenice andò a intercettare Liang Hu e gli ordinò in cantonese:

    Continueremo per di là – indicando le stradine tra i palazzi.

    Tu sarai la nostra avanguardia. Ti muoverai furtivo, precedendoci di mezzo li*.

    Se noti ostacoli, persone o cose strane, tornerai immediatamente ad avvertirmi.

    Ora vai.


    Quindi si rivolse a Gianmarco, in italiano:

    Passeremo per le viuzze laterali. Seguitemi.

    Evitate ogni rumore. Mi raccomando, soprattutto ai bambini.


    Continuò, con malcelato disprezzo per gli infanti.

    La polizia non è tenera di cuore con gli immigrati.


    Aggiunse, per instillare ulteriormente timore nelle menti degli italiani.

    E così dicendo si mise di nuovo alla testa del gruppo, ripartendo in direzione dei vicoli.

    Se fosse sorto qualche problema, lo sapeva già, avrebbe dovuto pensare lei a risolverlo.


    *Un li misura circa 500 metri, quindi mezzo li sarà circa 250 metri
  14. .
    Berenice si mise alla testa del gruppo di italiani, conducendolo in avanti verso la sua destinazione.

    La donna sfruttò questa posizione di vantaggio da un lato per stare attenta a qualsiasi minaccia o situazione strana che si fosse presentata, dall’altro per continuare a spronare i rifugiati a non rallentare e non fermarsi.

    Così, arrivati all’apertura nel muro che conduceva fuori dal porto, Berenice restò sulla soglia, facendo in modo che non si disperdessero, che nessuno restasse indietro e che tutti andassero verso la giusta direzione – a destra, evitando di passare davanti o anche solo di avvicinarsi all’ingresso ufficiale del porto.

    Ecco a cosa sono ridotta: contare le pecore.

    Una volta assicuratasi che nessuno si era perso per strada e che tutti erano usciti fuori, Berenice rinnovò gli ordini di Liang Hu:

    Tu stai di retroguardia.

    Avvertimi se noti qualcosa, qualsiasi cosa, di importante.


    Infine si mise di nuovo alla testa del gruppo, pronta a pascolarlo verso più verdi lidi, ovvero verso i magazzini indicateli da Bartholomew, incitando così gli italiani:

    Siamo fuori, ormai manca veramente poco.

    Dobbiamo solo raggiungere i magazzini della Famiglia, lì ci verranno a prendere.

    Su, un ultimo sforzo.


    Mentre pensava:

    Gregorio non è ancora tornato. Che sia successo qualcosa?


    Master, se non vedo auto o altro io conduco gli italiani al magazzino di Bart, a piedi
  15. .
    Berenice annuì al vecchio con aria rassicurante, mentre pensava:

    Un dinamitardo. E se fosse lui ad avercele messe, le bombe?


    Per il momento però decise di non approfondire il dubbio.

    Spronò il gruppo a ripartire:

    Riprendiamo, verso il muro di cinta e poi al magazzino sette.

    Ormai manca poco, su.


    Quindi afferrò Liang Hu al volo, raccomandandogli in cantonese:

    Tu stai in retroguardia.

    Attento a ogni evenienza, e cerca di non addormentarti questa volta.


    Berenice attese che il gruppetto passasse per poter parlare con il Fratello, ordinandogli a bassa voce:

    Fratello, vai al molo dove c'era Bartholomew e torna a riferirmi ciò che sta succedendo.

    Noi stiamo andando verso il magazzino sette.


    Solo a quel punto Berenice affrettò a sua volta il passo, per tornare alla testa del gruppetto di italiani e proseguire, attenta a ogni dettaglio come se si aspettasse un agguato da un momento all'altro.
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