Una mano lava l'altra - Parte I

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  1. Artemisia_Png
     
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    Le luci del giorno avevano ormai lasciato spazio alle ombre serali da un paio di ore.
    Esile dita notturne scivolano agli angoli delle strade, mentre le fievoli luci dei lampioni cittadini lungo le strade andavano a sostituirsi al chiarore diurno.

    Il cielo era interamente ricoperto da nubi plumbee e a poco a poco, con ritmo sempre più serrato, le gocce della pioggia presero a ricadere sulla città, decretando così l'inizio di un bel temporale primaverile.

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    I fari di una berlina argentata si rifletterono sull'asfalto del vialetto bagnato dello Sheraton, rallentando in prossimità dell'ingresso.
    Ne scesero da prima di figure, una maschile ed una femminile: l'uomo indossava un jeans scuro ed una camicia azzurra tenuta fuori dai pantaloni, portava i capelli appena più lunghi sotto l'orecchio e non appena scese si affrettò ad dirigersi verso la porta a vetri dell'ingresso.
    La donna che scese, carina e non eccessivamente elegante, invece si apprestò ad aprire l'ombrello ed aggirò l'auto per andare ad accogliere sotto la copertura dalla pioggia la sua Domitor.
    Artemisia le rivolse un sorriso ed entrambe si diressero poi all'interno.
     
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  2. madìs »
     
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    ‹ Irene Schöntraut ›
    Malkavian × Personalità Multipla | Abito ×
    Che fossero ore o minuti quelli che Irene aveva trascorso lì, non era importante e ormai, nemmeno quantificabile a dire il vero. Quella ragazzina era arrivata con larghissimo anticipo all'incontro. Wolfgang al solito, aveva agito indipendentemente dalla propria infante, probabilmente presentandosi la stessa sera del loro arrivo a New Orleans. Lei era lì da poco dopo il tramonto.
    E aveva declinato qualsiasi invito a "bere" qualcosa al Lounge Bar dello Sheraton, assieme ad una mezza dozzina di avances. Alla fine, dalla propria borsa aveva estratto lo smartphone e aveva trovato una poltroncina leggermente defilata rispetto alla Hall, dove poter sedere e organizzarsi per stare tranquilla: auricolare all'orecchio, parlava. Parlava da sola ovviamente. Seguitava in un discorso apparentemente sensato agli occhi di qualunque mortale avesse avuto il cattivo gusto di ascoltarla, mentre qualsiasi fratello avrebbe potuto tranquillamente cogliere - con un po' d'impegno - che dall'auricolare non arrivava nessuna voce in risposta ai suoi deliri.
    [Tedesco] « No no. Adesso arriva. Ti ho detto che arriva! » soffiò più simile ad un gatto che cerca di spaventare l'avversario. Parlava nella propria madrelingua, l'accento di Berlino ormai bello che scomparso in realtà. « Le piacerò? Il vestito sta bene? » una manciata di istanti in silenzio, prima di aggiungere uno « No che non sta bene, lo so anche io! Non c'è bisogno che me lo ricordi » disse gesticolando vivacemente e con le unghie tutte laccate di un colore diverso, laccate persino di una fantasia diversa: alcune erano a scacchi, altre a righe orizzontali, altre a pallini. Un casino unico « Oppure è già qui. Magari mi sta osservando! » e si alzò di scatto, per l'ennesima volta in qualcosa come cinque minuti.
    S'avvicinò ad una donna grassa su una sediola troppo stretta per le sue chiappone. La guardò sporgendosi di poco in avanti e fissandola in viso. Ma si ritirò poco prima che potesse arrivare il cameriere per chiederle per l'ennesima volta se andava tutto bene e prima che la donna si inquietasse per quell'atteggiamento. Le mani si torsero, andando ad allisciare i capelli: li aveva raccolti in un grazioso e sbarazzino chignon dietro la nuca, impedendo loro di cadere sulle spalle: una maglietta bianca fasciava il busto, dalle maniche corte e cadeva a pieghe morbide sulla gonna a frange e balze irregolari che si fermava in strisce di stoffa, a metà tibia rivelando la pelle palliddissima e i piedini infilati in due converse bianche.
    Si girò verso l'entrata, ben prima che qualcuno aprisse l'ingresso. Dilatò le narici nonostante fosse quasi un quarto di secolo che l'aria non veniva inspirata. Eppure ogni tanto aveva questi riflessi, quando il viso si animava come quello di un furetto curioso sotto caffeina. Piegò la testa di lato, una volta. Poi la drizzò. Torno a piegarla e poi drizzarla. In tutto lo fece quattro volte e si schiaffeggiò la mano sinistra, con la destra « Ferma tu. Ferma. Non così. Non ora » biascicò guardandosi attorno circospetta e rapidamente tornò a sedere sulla poltroncina. Strinse tra loro le gambe e chinò il capo. Non aveva ancora spiccicato una parola di inglese, salvo con il cameriere di turno e con i clienti, per declinare le avances. Per ora rimanere fedele al tedesco. Ostinata.

    © Code madìs¸
     
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  3. Artemisia_Png
     
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    "Signorina Schöntraut..."
    Il ghoul alle sue attese che la Malkavian si accorgesse di lui, prima di continuare.

    "...lunga Notte." - proseguì, con un tono decisamente troppo morbido - "Se vuole seguirmi, l'accompagno dalla sua Primogenita.
    Così, in silenzio, attraversarono l'ampia Hall dello Hotel, oltrepassarono una successiva sala ed infine svoltarono in una terza saletta.

    Quella saletta era arredata da altri tavoli e divanetti, altri posti per conversare, ma erano tutti vuoti.
    Fatta eccezione per la Primogenita ed i suoi seguaci, che occupavano quello a ridosso della parete diametralmente opposta all'entrata.

    Artemisia sedeva tra i suoi due ghoul, i capelli rossi raccolti in un coda che le poggiava sulla spalla sinistra.
    Quando la vide entrare inclinò leggermente la testa per osservarla meglio e poi accavallò la gamba sinistra sulla destra.
    Annui poi in direzione loro, come ad acconsentirle di avvicinarsi.

    Prego. - esordì Artemisia improvvisamente, esibendo un esuberante sorriso.
    Benvenuta, accomodati pure. le indicò il divanetto di fronte a quello in cui sedeva lei.

    Desideri nutrirti? Hai bisogno di una vena particolare, Irene?
     
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  4. madìs »
     
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    ‹ Irene Schöntraut ›
    Malkavian × Personalità Multipla | Abito ×
    Voltò la testa di scatto, quando sentì una voce appellarla. La bocca si schiuse in una piccola "o" di stupefatta meraviglia. Il tutto durò quanto? Circa 30 secondi prima che la sua stessa vocina, prorompesse in inglese un piccolo « Respira. Ricordate che devi respirare. Respiro profondo! » si disse, convintissima di quello che diceva. Salvo pochi istanti dopo, ingaggiare l'ennesimo discorso disarticolato con sè stessa, in un tedesco fitto fitto. In sostanza, passò un buon minuto e mezzo prima che desse retta al Ghoul.
    « Lunga notte? No no. Mai abbastanza. Mai abbastanza! » ciarlò di rimando, stirando un ampissimo sorriso verso lo stesso, salvo annuire alle sue parole. Si tirò rapidamente su in piedi, osservò le proprie gambe e poi tamburellò con i piedi. Qualche istante di lecito dubbio con quale piede partire, prima di mettersi debitamente alle calcagna. Nella mente della Malkava si fece lemme lemme spazio la consapevolezza che quella non fosse una visita di piacere ma l'incontro con la Primogenita. Camminò con passo elegante, per non lasciar trasparire la sottile impazienza che provava, mista ad un genuino terrore che da umana, l'avrebbe portata ad iperventilare. Una volta giunta nella saletta, rallentò il passo. Un minimo sapeva come comportarsi anche se gran parte della sua esistenza, l'aveva passata attaccata alle sottane di Wolfgang e all'Esylium di Berlino che dopo la caduta di Gustav, così fiorente - dal mero punto di vista del suo sire - non era.
    Attese il consenso della Primogenita per avvicinarsi debitamente, senza mancare che gli occhi zigzagassero discreti sulla sua figura, con fare affabile e guardingo. Rimane in silenzio, finchè non fu Artemisia a rivolgerlesi. Wolfgang si era alacramente spremuto per farglielo imparare « E' un piacere conoscerVi, Madonna » e anche se quel termine suonava forse pastoso ed obsoleto, era tradizione nella vecchia Europa, mantenere quei titoli nei confronti di un Anziano. Lei in quanto Infante, finì per inginocchiarsi poi, dinnanzi alla stessa, senza prendere subito posto. Insomma, meglio peccare di sofisticatezza che passare per un Brujah in una cristalleria della Boemia « Avrei già cenato stanotte, non vorrei passare per quella che si ingozza, ma Vi ringrazio per la gentile offerta » aggiunse poi, tenendo debitamente il capo dinnanzi all'altra. Anche darle del "Voi" era un signor azzardo, ma la punizione di Wolfgang sarebbe stata ben peggiore se avesse mancato di zelo, piuttosto che se ne avesse avuto un eccesso.
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  5. Artemisia_Png
     
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    Seduti al fianco di Artemisia, quei due si scambiarono una rapida occhiata.
    Forse li pareva inusuale udire quella strana forma di cortesia.

    Dall'altra, invece, Artemisia sorrise.
    Il piacere è tuttto mio, Irene.

    Passarono una manciata di secondi prima che questa parlasse di nuovo.
    Rilassati cara, non hai niente da temere, qui con me...
    Disse improvvisamente.
    Siamo in famiglia. E nessuno oserebbe mai farti del male a casa tua. - aggiunse - Non lo permetterei mai.

    Artemisia si sistemò le pieghe del vestito all'altezza della gonna, poi tornò a guardare la nuova Lunatica.
    Suppongo tu sia qui per onorare la Quinta Tradizione, ebbene ragazza mia: ti ascolto.
    Prima sbrighiamo queste faccende burocratiche, prima possiamo dedicare del tempo alla famiglia. Non credi?


    Edited by .Constantine. - 4/6/2014, 15:46
     
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  6. madìs »
     
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    ‹ Irene Schöntraut ›
    Malkavian × Personalità Multipla | Abito ×
    Non si curò dei due ghoul che l'osservavano straniti. Per metà della sua esistenza, la gente la guardava in maniera strana o contorta. Era una lunatica mica per nulla no? Quando in compenso la Primogenita le sorrise, lei sorrise di rimando. Le guance avrebbero potuto persino tingersi di un lieve rossore, se avesse avuto qualcosa con cui tingerle che non fosse chiaramente, una cartodite recisa. Ma rimase in quella posizione, china finchè non sarebbero state espletate le formalità burocratiche di rito. « Oh ma non sono nervosa. Cioè, sì lo sono, un po', giusto un poco poco » alzò la destra per fare una misura con indice e pollice « Ma non perchè tema qualcosa! » s'affrettò a precisamente, degluttendo a vuoto. Degluttire? Sì, ogni tanto succedeva. Come se qualche volta, l'immortalità le andasse strettissima. Poi sgranò per un attimo gli occhi, salvo aggiungere un « Sì! Certo, perdonatemi, per averVi fatto per del tempo » ecco, adesso l'espressione divenne più contrita mentre nella sua testa s'accavallavano voci che andavano mortificandola, poi esaltandola, poi ancora sorreggendola e facendo sentire loro il proprio appoggio. Le labbra si mossero ma senza produrre suono alcuno, per mezzo minuto. Poi sembrò ritrovare la voce « Madonna Artemisia, chiedo il permesso di soggiornare nel Dominio di Sua Altezza Harriet Thompson, Principe di New Orleans, in nome della Quinta Tradizione » poi si prese qualche istante di paura, contando persino mentalmente i secondi come suggeriva la vocina nella sua testa - che avrebbe potuto esser chiaramente Alexis se solo Irene avesse saputo della sua esistenza « Io sono Schöntraut Irene, Bambina del Clan Malkavian, del Dominio di Berlino, Progenie e Pupilla di Wolfang Joseph von Kassel » mormorò in aggiunta, salvo zittirsi e aspettare che la Primogena facesse la sua mossa. L'educazione, veniva prima di tutto.
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  7. Artemisia_Png
     
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    Artemisia incrociò le mani sulle gambe, mentre ascoltava, con un espressione compiaciuta la presentazione di quella nuova Sorella.

    In nome di Sua Maestà... Harriet Thompson, Principe della città New Orleans, io, Artemisia, Primogenita del Clan Malkavian della medesima città, ti concedo di soggiornare in questa città e ti do ufficialmente il Benvenuto.

    Terminò elargendo, subito dopo quelle parole, un sorriso compiaciuto.

    Una figura, chiaramente un cameriere, sicuramente un servo del sangue a servizio dell'Elysium, fece comparsa dalla medesima porta da cui era entrata la Lunatica.
    Portò un vassoio, finemente elaborato e presumibilmente in argento, con due calici pieni per metà di un denso liquido scarlatto: indubbiamente sangue.
    Lo poggiò delicatamente sul tavolo in fronte a loro e se ne andò, il tutto senza mai fiatare.
    Contemporaneamente Artemisia non tolse mai lo sguardo dal suddetto servo, fino a quando non fu uscito, seguendolo con lo sguardo.
    Solo dopo tornò a sorriderle.

    Afferrò uno dei due calici, portandoselo alla bocca.
    Molto bene.
    Dimmi, ragazza mia, cosa ti ha spinto, mi correggo: cosa ha spinto Monsieur Von Kassel ad intraprendere questa lunga traversata per giungere fino a New Orleans?


    Posò di nuovo il bicchiere sul vassoio.
    E tu cosa ne pensi, voglio dire... sei d'accordo con le sue scelte?
     
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  8. madìs »
     
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    ‹ Irene Schöntraut ›
    Malkavian × Personalità Multipla | Abito ×
    Un sorriso genuino tinse le labbra della Lunatica. Era fatta. Era andata. In lei sbocciò un palpabile senso d'orgoglio e di genuino compiacimento. Il corpo ebbe per un attimo un piccolissimo fremito, che poi si quietò, aspettando che Artemisia avesse concluso il benvenuto a cui lei rispose con un delicatissimo « Vi ringrazio » anche se il Voi, era abolito da qualche secolo. Espletate le formalità di rito, si tirò su dalla posizione inginocchiata, passando diverse volte le mani sulla gonna che indossava. Poi senza mai dare le spalle alla primogenita, arretrò quanto bastava per sedere comodamente sul divanetto indicatole precedentemente.
    Gli occhi zigzagarono per qualche istante, sulla figura del Ghoul. Anche lei, non mancò di seguirlo in tutti i suoi movimenti e piegando la testa come un animale curioso fa con una preda. Solo che lei non aveva nulla di predatorio in sè, limitandosi a piegare le labbra scarlatte verso il basso. Rompendo gli induci, attese quindi che fosse la Primogenita a servirsi per prima, salvo allungare la destra verso il calice a sua volta. Ne bevve un sorso e spalancò di poco gli occhi, con gli angoli delle labbra che si arricciarono verso l'altro. Leccò le labbra vermiglie con la punta della lingua, tenendo il calice in mano e lasciando che il sangue ondeggiasse all'interno dello stesso, composta e impettita dinnanzi alla donna « Il mio sire ha decreato che fosse tempo di ampliare i miei orizzonti di conoscenza dei Fratelli al fine di consentirmi di evidenziare le differenze e le similianze con la Vecchia Europa, Madonna. Almeno questo è quanto egli stesso mi ha riferito, cogliendo l'occasione per rinsaldare alcune conoscenze in città » poi strinse le labbra tra loro, prima di andare nuovamente a sorseggiare nuovamente il sangue dal calice « Io sono più che entusiasta, Madonna Artemisia di poter servire il mio clan e la Camarilla anche oltreoceano! » cinguettò poi con un guizzo allegro nella voce « Tuttavia ammetto che il mio sire ha preferito che conoscessi la situazione in città direttamente da me, piuttosto che.. » la voce si abbassò di qualche decibel, prima di allungare la testa verso il lato. Destra, sinistra. Di nuovo destra poi sinistra, quindi un piccolo sorso e le labbra rassodate tra loro « Ficcanasare! » la voce assunse una sfumatura acuta per qualche istante, prima di schiarirsi la gola con un colpetto di tosse, chiaramente artificioso « Sarebbe stato ineducato. Molto ineducato. Assolutamente inaccettabile » e stirò di nuovo un sorriso in direzione dell'anziana Malkava.
    Molto più a suo agio di prima, quello era un dato innegabile. Come se avesse preso finalmente coraggio. Beh, dopo quasi venticinque anni di non vita, magari era anche ora. No?
    © Code madìs¸
     
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  9. Artemisia_Png
     
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    Fece schioccare le labbra.
    Ficcanasare.

    Ripete, con tono divertito.
    Ineducato ed inaccettabile, dici? Piuttosto, pericoloso, di questi periodo, ragazza mia.

    Artemisia si alzò in piedi, senza preavviso, eppure i due suoi Ghoul non parvero sorpresi della cosa, anzi Irene ebbe quasi la sensazione che i due se l'aspettassero in qualche modo.
    Per tua fortuna, ci sono io.
    Vieni, prendi la mia mano, Irene.


    La Primogenita attese che Irene facesse come le era stato chiesto.
    Artemisia le porse mancina, accogliendo quella della Lunatica sul suo palmo.
    La fissava negli occhi, senza seguire mai i gesti delle sue mani.
    Poi le sorrise.
    Non pensi anche tu, che la sicurezza della nostra famiglia, sia affare ben più considerevole che Pluralità stessa cui ci troviamo immersi?
    Senza darle modo di rispondere, aggiunse:
    Prima hai accennato al fatto di sentirti più che entusiasta di poter servire il nostro Clan...
    Bene, seguimi, vieni con me: voglio mostrarti una cosa.


    Uno dei due Ghoul, la donna, a quel punto si portò davanti ad Artemisia, mentre l'uomo rimase a chiudere la fila, e tutti quanti si spostarono, uscendo dalla sala.
    Artemisia teneva sempre ben stretta la mano di Irene, con eleganza e ma mai con la forza.
    Ripercorsero a ritroso la strada dell'Elysium, fino ad uscire.

    Una berlina argentata li attendeva.
    Artemisia le rivolse di nuovo un cordiale sorriso e la invitò ad entrare per prima.
     
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  10. madìs »
     
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    ‹ Irene Schöntraut ›
    Malkavian × Personalità Multipla | Abito ×
    Piegò la testa come un gufo quando Artesimia schioccò le labbra. Annuì con un piccolo cenno del capo, alle sue parole, i capelli che si muovevano come una cascata di seta fluente « Oh sì. Pericoloso è implicito. Non vorrei mai avere gli occhi dello Sceriffo addosso » poi rimase qualche istante « O peggio, dei flagelli! » e nel dirlo, per un istante si ritrovò a degluttire a vuoto. Piegò la testa dall'altro lato e osservò la movenza fluida di Artemisia nel sollevarsi. Gli occhi passarono anche sui Ghoul, con le labbra vermiglie appena dischiuse. Per riempire il silenzio, bevve un ultimo generoso sorso di vitae, senza mancare di leccarsi le labbra con la punta della lingua.
    Quando parlò di fortuna, si concesse di aggrottare la fronte. Poggiò il calice e passò l'indice sul bordo, prima una volta, poi due volte, poi tre volte. Quindi semplicemente si osserverò il polpastrello e lo pulì contro il proprio pollice. Questo, prima di alzare gli occhi sulla donna. Si alzò a sua volta, avendo cura di lisciare altre tre volte la propria gonna. Contò mentalmente fino a quindici poi allungò la mano destra verso quella della donna, offrendole il palmo freddo a contatto con quello altrui. Quando le fece presente quelle parole, lei aprì le labbra ma non riuscì ad articolare le parole, che l'altra la fermò subito dopo aggiungendo poche altre parole. « Sarebbe un onore per me » ribadì il concetto, prima di trotterellarle al seguito, senza mai lasciarne la mano con il palmo che aderiva come una seconda pelle a quella della Malkava anziana.
    La seguì nel percorso a ritroso, osservando i due ghoul che li accompagnavano, torcendo la testa in maniera infantile per poterli sbirciare, un sorrisino leggero sulle labbra e lo sguardo luminoso e attento su di loro e su quello che li circondava « Sono da molto tempo con Voi? Sono bellissimi » azzardò a chiederle, riferendosi ovviamente alla coppia di Ghoul « Ombre che danzano al ritmo di una musica che solo loro sentono » aggiunse sovrappensiero con un tono trasognato e leggero, alludendo alla vitae della Primogena che scorreva dentro di loro. Una volta all'esterno, osservò la berlina da capo a piedi, prima di andare ad allungare la mano libera per aprire lo sportello, avendo cura di farlo solo in caso, non le venisse aperto da qualcun'altro. Guardò la mano che stringeva quella di Artemisia e mosse un paio di passi. Avrebbe lasciato andare la mano solo se necessario e solo in caso fosse stata la primogenita ad indebolire la presa per prima, salvo poi prendere indubbiamente posto all'interno.
    © Code madìs¸
     
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  11. Artemisia_Png
     
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    Artemisia non le rispose subito, quando la giovane Lunatica si complimentò con lei per i suoi Ghoul.
    Si limitò a sorriderle comunque evidentemente compiaciuta dalle sue parole.
    Da sempre! - disse poi, poco rima di uscire dallo Sheraton.

    Artemisia lasciò la presa in cui teneva la mano di Irene per permetterle di entrare per prima, dopo che Tom, il Ghoul di sesso maschile ebbe aperto loro la portiera.
    Si accomodarono e lo stesso fecero i suoi due ghoul, Tom alla guida e Scarlett al posto del passeggero, Irene ed Artemisia nei sedili posteriori.

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    continua QUI
     
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10 replies since 23/5/2014, 15:13   158 views
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