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Sambuca.
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L'atmosfera calda e avvolgente dello spazio dedicato al privè da una strana sensazione erotica alla zona, come se si potesse osare.
Divanetti di morbida pelle sono davanti a bassi tavolinetti su cui possono essere presenti magnum di champagne, oppure cocktail, o semplicemente i giacchetti di quelli che si sono presi il disturbo di prenotarsi questo spazio.
La zona è molto vicina alla pista da ballo, concedendo ampio margine di controllo sulla roba lasciata incustodita.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Continua da Qui
Edited by Joker- - 21/5/2015, 18:27. -
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L'auto imboccò la direzione del parcheggio.
Six potè intravedere, dai vetri fumè dell'hammer limou, una discreta fila di gente fuori dalla porta del locale.
Quella fila era per gente comune ma Six, soprattutto quella sera, non lo era affatto.
L'autista si diresse verso i garage, dove una saracinesca si stava alzando, dando loro il benvenuto.
L'auto entrò nell'autorimessa, un posto non molto grande, ma comunque sufficiente per i suoi scopi.
La presenza di un politico adultero e futura carica pubblica, d'altronde, doveva essere salvaguardata.
Così come la reputazione del locare, e non solo la sua.
Carter disse a Six che avrebbero continuato il loro discorso in seguito, che non c'era fretta, che avevano tutto il tempo.
Appena sceso venne accolto da un membro dello staff della sicurezza del locale che, prendendolo da parte, scambiò qualche parola col politico.
Six, da parte sua, venne avvicinata dall'autista.
Mi chiami, se ha qualche problema con qualche uomo qui dentro. - Detto questo l'uomo esitò un'istante, prima di aggiungere -
Per quei problemi che vanno al di là delle mie... competenze, ha l'altro numero. - Poi, mentre Carter tornava verso di loro, si congedò - Sarò qui ad aspettarvi per riportarvi a casa.
Bene cara, spero non ti dispiaccia se ti ho abbandonata un secondo. Volevo sapere se un certo mio amico era presente qui, sta sera.
Allora... - Lo sguardo lascivo di Carter riaffiorò nuovamente mentre si dirigevano verso i privè, ovviamente preferiva starsene in disparte dal resto della massa - Dov'eravamo rimasti?
Una bottiglia già li attendeva sul tavolino ed i divani sembravano comodi ed erano molto ampi...
C'era perfino un palo della lap dance davanti ad uno di quelli e dietro, alcuni ganci attaccati al muro. Probabilmente per qualche gioco erotico più... spinto.. -
Raissa Ackermann.
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Lasciò correre i commenti di Carter, e su tutte le sue idee al riguardo di quella nottata. Diede corda alle fantasie dell'altro, com'era dopotutto tenuta a fare; stava nel mentre ponderando l'idea di servirsi di lui, anzichè smollarlo alla prima occasione utile, anche se fino a quel momento non le aveva rivelato nulla di così importante. Non chiaramente, quantomeno.
Non ebbe fretta di raggiungere il proprio ospite. Lasciò invece che fosse l'autista a farlo, al quale rivolse un cenno risoluto della testa, dando prova di aver compreso. In un certo senso, fu uno sguardo diretto, profondo e privo stavolta di sotterfugi.
Quando Carter tornò nelle vicinanze, si voltò, riprese a sorridere di quel suo sorriso morbido e languido e mosse un passo verso di lui.
«Un amico?» Domandò in tono piuttosto casuale, interessata in modo del tutto generico mentre sfiorò con il fianco quello di Carter. La verità è che voleva approfondire le conoscenze al club per muoversi al meglio, voleva sapere a chi si sarebbe potuto avvicinare quella notte, a parte ovviamente un nome di cui sospettava. Tutto, adesso, poteva aiutarla.
Raggiunse il prive', schioccando la lingua sul palato ed adocchiando con attenzione l'ambiente circostante, nel dettaglio. Il tempo correva, e doveva pianificare con un minimo di criterio. Più facile a dirsi che a farsi.
«Si sieda.» Indicò il comodo divanetto a Carter con un cenno più imperioso, per quanto suadente. Mosse un passo verso il palo da lap-dance.. -
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Si, esatto. Un amico.
Per l'esattezza è il proprietario del locale. Sai, sono una persona molto influente dopotutto.
- Ecco, sembrava che la vodka avesse cominciato ad avere effetto. Carter aveva bevuto un paio di bicchieri forse a stomaco vuoto, forse no, ma l'importante era che l'alcol sembrava stesse iniziando a sortire i suoi effetti. La lingua si scioglie, i freni inibitori si allentano, e la prudenza lascia il posto alle spacconerie di un uomo che ama vantarsi dei suoi successi o presunti tali -
Una volta nel privè, Troy non si lasciò certo ripetere l'invito due volte e si piazzò quanto più velocemente possibile sul divano, accomodandosi e sprofondando in quei morbidi cuscini mentre preparava un altro paio di cocktail. Uno per sé ed uno per la ragazza che, in quel momento, si preparava ad offrirgli uno spettacolo degno di essere pagato...
Ma d'altronde, non era forse incentrata tutta l'organizzazione della serata su quel genere di argomento?.
Club 414 - Privè |
