Club 414 - Piano terra

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  1. Sambuca
     
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    Il piano è molto ampio e diviso in differenti aree. Alcune sono chiuse durante il giorno, altre durante la notte.
    Zona ristoro (dalle 5:30 fino alle 20:00): ci sono molti tavoli di legno lucido con sedie sempre in legno fornite di cuscino in gommapiuma rosso. Dei camerieri accompagnano i clienti o si fanno vedere al tavolo di chi si è appena accomodato.
    Bar (doppio turno dalle 14:30 fino alle 20:00 e dalle 20:00 fino alle 6:00): i bar forniscono un servizio differente a seconda dell'orario. Infatti durante il giorno servono una ristorazione leggera. Di notte invece dietro il bancone ci sono barman freestyle che servono superalcolici a chiunque esibisca uno scontrino.
    Sports Bar (dalle 5:30 fino alle 18:00): Bar dedicato agli sportivi, prevalentemente golfisti. E' utilizzabile solo fino all'inizio della cena. Poi l'area viene chiusa e il passaggio non più permesso. Ci lavorano vecchi barman che possono raccontare molte storie divertenti, oppure pronti ad ascoltare i problemi o le gioie dei clienti. Il servizio che forniscono è molto familiare.
    Front desk (dalle 5:30 alle 17:00): sita prima dell'uscita verso i campi da golf, permette la prenotazione di campi, golf cart oppure l'acquisto di gadget o di attrezzatura. Le vetrine vengono svuotate tutte le sere, lasciando alle 17:30 lo spazio completamente vuoto e chiuso.
    DJ (dalle 22:00 alle 6:00): un grande palco su cui si esibiscono DJ o gruppi appositamente chiamati dal club. Entra in funzione solo la sera.
    Private: sono stanze che non hanno un orario preciso. Chi ha diritto di entrarvi dentro può starci tutto il tempo che vuole, o almeno finchè non spetta ad un nuovo cliente occupare la stanza. Sono zone quasi avulse dal contesto generale.
    Bagni uomo/donna: sono bagni unisex che hanno un odore abbastanza presente, seppure sopportabilissimo, di ammoniaca. Sono tutti forniti di una cabina con il gabinetto, dei lavandini con apposite saponiere e asciugamani ad aria o con il rotolo di panno. Ciò che differisce è che la zona uomini ha gli orinatoi, mentre la zona donne ha un fasciatoio per mamme che non rinunciano a portarsi a presso il proprio neonato.
     
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  2. Sambuca
     
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    La zona era brulicante di ragazzi e ragazze, ma anche persone un po' più in la con gli anni, molti dei quali con cocktail in mano o cellulare.
    Molti si parlavano all'orecchio, alcuni si scambiavano effusioni più o meno tenere. La serata era effettivamente molto avanti con il tempo, quindi non era più il momento dell'approccio...
    I due vampiri poterono constatare che erano le 2:00. Mancavano ancora due ore e mezza prima che il sole sorgesse e quindi non c'era pericolo di far tardi a tornare al proprio rifugio
    i vostri rifugi distano mezz'ora dal club.


    Al notò che molte ragazze, ma anche qualche sparuto ragazzo, guardavano Alexander in maniera molto "particolare". I tipici sguardi che lui non riceveva mai per capirci. Effettivamente, per quanto lo riguardava, le persona come al solito continuavano a giudicarlo dall'aspetto piuttosto che da quello che poteva loro offrire chiacchierando.

    Alexander noti che la reazione delle persone al passaggio del grosso Fratello è molto intimorita. Effettivamente Al è come se avesse un cartellino addosso che dice a tutti "non disturbare o sono botte".
    Per quanto ti riguarda invece attiri come al solito un cospicuo numero di sguardi e, se non ci fossi abituato o se fossi vivo, potresti imbarazzarti per quante persone ti stanno spogliando con gli occhi.
     
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  3. Alexander Van Hallen
     
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    Non era quella situazione in cui apprezzavo essere al centro dell'attenzione. Anzi, speravo di andarmeno in fretta di li.

    Odio i posti come questo.. sovraffollati e rumorosi...

    Mi rivolsi ad Al con un'espressione che non nascondeva certo la mia voglia di andarmene.
    Al.. che ne dici di trovarci un posto piu tranquillo e farci due chiacchere? Cosi ci organizziamo per dopodomani.
    E poi sono curioso di sapere di piu di questa citta, in fondo sono appena arrivato, e te mi sembri uno che conosce i ppsti dove ci si puo divertire da queste parti...


    Edited by Alexander Van Hallen - 29/6/2014, 20:41
     
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  4. _Bertrand_
     
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    Al si guardò in giro, infasidito dalla moltitudine di persone presenti nel club. Fece relativamente fatica a sentire ciò che gli disse Alexander, nonostante fossero vini.

    "Sì, preferirei uscire di qui il prima possibile. Se non ti dispiace preferirei passare da casa mia. Voglio togliermi questa dannata camicia."
     
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  5. Alexander Van Hallen
     
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    Non c'è problema... Fa strada te allora..
    Detto questo lo seguii, uscendomdal locale.
     
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  6. Sambuca
     
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    continua da qui


    2014-09-28 13:18:07 susan rolls 6 dice to pers + intim 9,10,2,8,10, 6 [5 successes]

    va bene va bene... scusi signorina, la prego. Entri pure.

    Susan percepì una strana inflessione nelle parole di quell'uomo, qualcosa di simile al panico, forse c'era un qualche caso di omonimia ma per qualche motivo ebbe il sentore che lui avesse capito che lei fosse infante di "quell'altro Duchamp".

    La donna parcheggiò la moto ed entrò nella sala centrale del locale, c'era un po' di gente, ma non tantissima, al massimo una quindicina di persone che chiacchieravano e bevevano sedute ai tavoli, le luci erano basse e la musica abbastanza tranquilla, non c'era nessuno che potesse riconoscere al volo e al bancone non c'era Pierre ma un altro tipo. Il dancefloor era vuoto e le luci erano spente. Non c'erano serate programmate e quello che le si parava davanti era un normalissimo bar notturno, un noioso bar notturno per la precisione.

    Nel complesso c'erano altre sale e almeno altri 2 bar, uno al piano di sopra e altri in altre zone.
    Poi c'era la piscina coperta sotterranea, il campo da golf e il privé.
     
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    era incredibile come fortuiti casi di omonimia potessero rendere la vita molto più facile, ma Pierre non c'era, e Susan temette di dover litigare con un altro francese.
    Si avvicinò al bancone, e fece come tempo prima aveva fatto col povero Pierre: attirò l'attenzione del barista e parlò:

    Ehi, tu. Devo vedere il capo.
     
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    Il tipo si guardò intorno come se non avesse capito bene...
    parli con me?
    disse indicandosi.

    Scusa ma quale capo? vuoi vedere il signor Halloran, il capo del personale oppure vuoi vedere il signor Hawks, cioè il direttore del club?
    Rispose lui sorridendo imbarazzato.

    Considera che comunque non c'è ne' l'uno ne' l'altro.
    Fece spallucce.

    Comunque se vuoi qualcosa da bere fammelo sapere.
     
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    Ecco, appunto.

    Prendo un bel rosso vivo, della riserva speciale.

    Al contrario di come aveva fatto con Pierre, questa volta Susan decise di non essere troppo diretta. In fondo quel povero barista non era francese.

    Voglio parlare col "capo dei capi." Duchamp. Sono un suo ospite speciale.

    Spiegò, sorridendo come un predatore.
     
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    Il barista rimase interdetto qualche secondo poi annuì serio, senza dire nulla.

    Finì di asciugare un bicchiere, si levò il grembiule e fece segno a Susan di seguirlo.

    Attraversarono il dancefloor desolato ed imboccarono un corridoio che portava verso il piano di sopra, passarono poi per la zona privata del club...



    Dove erano sedute alcune persone, uno dei quali aveva un vestito nero, degli occhiali da sole e un viso molto pallido.

    Quando Susan passò lui le sorrise. Non ci voleva molto per capire che quello fosse un cainita, quando Susan ci pensò si ricordò del fatto che non aveva fatto niente per mascherare il suo aspetto e che probabilmente quel tizio l'avesse identificata con altrettanta facilità.
    Passò davanti ad uno specchio ed esso le confermò i sospetti della sua dimenticanza, aveva un aspetto chiaramente da vampiro; c'erano moltissimi specchi in quell'edificio, un numero forzatamente esagerato, quasi una dichiarazione d'intenti verso i Lasombra e il Sabbat.

    Superarono questa zona privata e uscirono dal locale, su una zona che era evidentemente un giardino interno estremamente curato e protetto da numerose siepi e addirittura un piccolo molo privato per il lago.



    Susan si sentiva inspiegabilmente a casa, il sangue che le scorreva nelle vene, quel sangue Ventrue che le aveva donato la vita eterna - non una vita eterna qualsiasi ma una vita eterna di grandissima qualità a livello sociale - la stava stranamente pervadendo di orgoglio. Era tutto così pulito, così curato; rifletté sul fatto che quello per cui i nosferatu stavano lottando con così tanta foga fino ad arrivare a mettersi a fare comunella con i demoni e con gli infernalisti a loro Ventrue era stato conferito in maniera quasi ossequiosa dal destino e dall'umanità.

    I leader naturali di questa assurda e metaforica società di parassiti/predatori.

    Riflettè sulla figura di Harriett, era un cainita molto potente e semplicemente terrificante e lei questo glielo riconosceva con una punta di rispetto, ma il suo posto erano evidentemente le fogne. C'era poco da fare, poteva creare una città di puro terrore ma ciò non cancellava la realtà, ovvero che non fosse "adatta" a ricoprire il ruolo di principe.

    Susan notò che il barista si era allontanato, era tornato dentro... c'era un vialetto davanti a lei e a meno di non volersi buttare dentro al lago questa era l'unica strada che poteva fare.

    chi debbo annunciare, chiedo scusa?
    Chiese una ragazza in tailleur all'entrata di una bella villetta d'epoca che le si parò improvvisamente davanti non appena girò l'angolo mentre Susan era ancora assorta.

    e a che cosa è dovuta la Sua visita?
     
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    Susan si irritò, accorgendosi di non aver pensato a mascherare la propria natura. Era da tempo che non aveva molto a che fare con esseri umani, e la cosa non le aveva nemmeno sfiorato l'anticamera del cervello. Fece spallucce. Non doveva certo fare bella impressione con un mortale, ma con il re del clan dei nobili tra i predatori. Sarebbe dovuto essere il re anche dei predatori meno nobili, ma si era fatto scippare il posto da un lurido topo di fogna. Forse il Primogenito non era così forte come ci si dovrebbe aspettare. Da un certo punto di vista, Susan ci contava.

    Susan Miller, progenie di René Duchamp, del clan dei Sangue blu.

    Quei formalismi la facevano ridere. Incontrare Miller, tempo prima, era stato più divertente. L'ex Primogenito era uscito di persona a rimproverare Susan per aver maltrattato Pierre. Miller era un guerriero, e, nonostante l'incontro burrascoso, c'era stata intesa tra i due. Duchamp, invece, cos'era?

    Dobbiamo parlare della festa in onore dell'insediamento del nostro amato Principe.
     
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