Ponte-Periferia New Orleans

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  1. Doctor_Bees
     
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    All'incirca l'una di notte
    Tre posti, dietro è molto ampio e ci sono perlopiù attrezzi e catene. Ora sapete a cosa servono.


    Ormai Marco si era calmato completamente, per cui Adam obbedì a Pascal senza obiettare, liberando il ragazzo. Abbastanza dolorante, Marco riuscì a rimettersi seduto.

    N-no. Non dirò null'altro su Maria. Non qui.

    Marco aveva ritrovato una qualche forma di determinazione non appena la questione Maria era entrata in gioco.
    Shepard scrollò le spalle. Guardò in modo inespressivo i due giovani vampiri, ignorando ormai Marco, se non per dargli un'ultima occhiata.

    Bè, dato che avete raggiunto un accordo, me ne vado. Mi devi un favore, Marco. Per quanto riguarda la supervisione del mio corvo... Mi sembri abbastanza versato nel mio stesso potere, per cui posso prestartelo.

    Il corvo, dopo aver guardato negli occhi Shepard, andò a posarsi sulla spalla di Pascal.

    Tranquillo, sa ritrovare la strada di casa. Per il resto, il fatto che preferirei sapere in vita la piccola Maria non implica che sia disposto a rischiare la mia vita per trovarla o per salvarla. Lascio questo compito a voi, intrepidi eroi.

    Con un tono decisamente sarcastico, iniziò ad allontanarsi dal gruppo. Dopo qualche secondo Marco riprese parola, mentre si massaggiava i polsi nel punto in cui erano legati dalle catene.

    Comunque no, non ho idea di cosa ci stia dando la caccia. Per questo preferirei sbrigarmi a raggiungere il rifugio di Maria. Se per mangiare intendi... bere sangue, non so se ci sono posti adatti... V-voglio dire, non ho idea di come ve lo procuriate voi...

    Se non c'è altro vi sposto!
     
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  2. Maestril
     
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    Oddio il corvo **

    Co-Cosa?! , sorpreso dal gesto di Shepard, l'Informatico si irrigidì. Se la propria teoria era giusta e quel corvo aveva il sangue del Bimbo non-morto nelle sue minuscole vene, sarebbe stato indubbiamente difficile poterselo... Fare amico. O almeno così temeva. Furono le parole dell'Altro ad insinuargli qualche dubbio. Forse non era ghoul, quella bestia. Stava perdendosi in quei pensieri quando avvertì le zampette del pennuto artigliargli la spalla - chiamando la sua Bestia in qualche modo. Girò il volto perché fossero faccia a faccia, lui e il corvo. Accennò un sorriso. D'accordo. , una vibrazione di esaltazione percorse la voce dai toni increspati. Ti ringrazio. , gli venne spontaneo dire sebbene un brivido immediato percorresse la sua schiena nell'istante in cui istintivamente osservò Shepard.

    Aggrottò la fronte nel vederlo allontanarsi. Dopotutto aveva lasciato comunque una traccia di sé. E lo spirlungo Nosferatu non potè fare a meno di sentirsi in qualche modo spiato. S'impegnò per richiamare la parte ferina del proprio sangue - la propria Bestia - perché trovasse quella di quel corvo - la facesse venire a galla a sua volta. Un suono si arrampicò lungo la gola dell'Informatico - stretto - stridulo - acuto - affilato. Un verso breve. Che non apparteneva alla lingua di un uomo. D'improvviso, in quel momento, gli occhietti da rapace del Fratello acquisirono un senso sul suo viso deforme.

    Non insistè per cibarsi, né troppo per andare nell'abitacolo, restando volentieri anche nel "retrobottega" del furgone, durante il viaggio.

    Animalità 1 - Sussurri ferini
    Vorrei chiedere al corvo di seguirci in volo fino al rifugio di Maria per capire se qualcuno ci segue

    Ps. Non ho altro da aggiungere, per me possiamo spostarci!
     
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  3. Fatum81
     
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    Non disse nulla in risposta alle parole di Marco, scosse solamente la chioma bionda per mostrare il suo disappunto; entrambi i pugni furono chiusi come per frenare un senso di rabbia e voglia di urlare.

    --Il più tonto dei Deboli l'abbiamo trovato noi-- Pensò sorridendo e spostandosi in direzione del posto del passeggero anteriore, si sedette ed allacciò la cintura.

    "Grazie per tutto l'aiuto che hai saputo fornirci" Disse poi in direzione di Shepard subito dopo aver abbassato il finestrino, la mano destra venne quindi alzata in sua direzione per portargli un cenno di saluto "Tieni questo è il mio numero per le persone speciali, non si sa mai cosa riserva il futuro non credi?" Null'altro aggiunse sporgendo in seguito in sua direzione un biglietto da visita con su annotato il numero privato per i soli Fratelli.

    Rimase silente per lunghi minuti mentre il furgone era in movimento giochicchiando semplicemente con il suo Smarthphone, quindi si voltò in direzione di Adam "Ho guardato un pò su internet e ci sono alcuni locali in cui potrei fare un pit stop per mangiare un attimo" Sentenziò secco quasi a impartire la sua volontà e bisogno.

    "Marco, so che hai fretta al culo di andare al rifugio di Maria..." Iniziò atono a rivolgersi nei confronti del loro protetto "Ora ci siamo solo noi...vuoi snoccialare qualcosa o stai ancora in silenzio stampa?" Disse poi con una punta di ironia voltando lo sguardo in direzione di Pascal vedendolo con il pennuto nero.

    --Minchia ascolta di più quel corvo che sto cacasotto-- Riflette sbattendosi la mano sulla fronte quindi riprese a parlare mentre si assicurava che la pistola fosse ben inserita nella fondina ascellare "Avete mille paranoie, io ho fame... Contatela come fosse una paranoia e fermiamoci ok?" Si girò a guardare la strada guardando di nuovo in posizione corretta e dando le spalle a Moore e Marco, fece solo un gesto eloquente cercando di non esser visto se non da Adam; entrambe le mani si mossero all'altezza dei genitali scuotendo l'aria emulando così il tipico gesto di chi si sta stufando.

    Azione=> SE ci si ferma entro in un locale e vado a caccia in ricerca di cibo a me congeniale, dopo qualche minuto di corteggiamento mi nutro in disparte SIMULANDO effusioni per poi richiudere la ferita LECCANDOLA per non lasciare segni. Mi nutro SENZA uccidere e per riportarmi alla quantità MASSIMA di Punti Sangue.


    Anche per me se non vi è altro da aggiungere possiamo spostarci.
     
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  4. Doctor_Bees
     
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    Avevo fatto diversi tiri ieri, ma ho perso lo storico

    Ore 4


    Aristotele camminò e camminò. La notte correva, e lui si avvicinava sempre più alla città. Riuscì a trovare una cabina telefonica, dal cui elenco telefonico, strappò una cartina della città, ma non riuscì a trovare alcun riferimento a una "Città dei Topi". Evidentemente non si trattava né di un negozio, né di un locale.

    L'alba si avvicinava. Ancora un paio di ore e il sole sarebbe sorto. Il Nosferatu era riuscito a portarsi fino al ponte intitolato al vecchio governatore Huey Long, via d'accesso meridionale alla città. L'agglomerato residenziale di Bridge Port era una desolazione. Se il Nosferatu avesse deciso di inoltrarsi nelle vie tutte uguali, avrebbe trovato una schiera apparentemente infinita di basse casette in mal arnese. Tutte con il loro giardinetto poco curato e dall'erba rada e riarsa.
    Un quartiere per ceti bassi, dove forse avrebbe potuto trovare con una certa facilità qualche emarginato da interrogare, a ma a così poca distanza dal bacio del sole, si trattava di fare una scelta tra l'indagine e la ricerca di un rifugio.

     
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    Aristotele aveva molto apprezzato il saluto dei gufi. Era abituato a stare da solo, ma questo non voleva dire che non pesasse. Soprattutto, mancava spesso un senso di familiarità, di appartenenza.. adesso poi che aveva lasciato i suoi topi e ancora una volta si muoveva per questa terra straniera, era bello sentire di aver creato un legame.
    Certo, molte persone posto come oggetto di questo ragionamento altri esseri umani, ma per Aristotele gli esseri umani erano purtroppo qualcosa di parecchio fuori dalla norma.
    Di buon umore, se così si può dire, camminò senza incontrare problemi per quasi tutta la notte.

    La scoperta che la Città dei Topi non era né un locale né un negozio eliminava una possibilità che sarebbe stata molto comoda; tuttavia, era pur sempre un passo avanti, per cui non la prese male.

    Una volta arrivato al ponte Huey Long, si fermò. Era arrivato ai confini della città, e c'era un che di simbolico: la notte stava finendo, e per entrare in quel.. nuovo mondo,un mondo urbano , così diverso da quello da cui si era incamminato, avrebbe aspettato una nuova notte.

    Il quartiere che lo circondava era di tipo residenziale periferico, e decisamente di gente semplice. Forse lì avrebbe potuto trovare qualcuno a cui chiedere informazioni.

    Ma non stanotte. L'alba si avvicinava, e lui credeva che la saggezza si manifestasse con la pazienza. Non c'era alcuna fretta, dopotutto: il quartiere non sarebbe scomparso andare alla notte dopo.
    Inoltre, pensava sarebbe stato più probabile trovare qualcuno alle 10 di sera, che alle 4 di mattina.

    Si decise così a cercare un rifugio per la notte. Era sempre un'incognita, in realtà. In un quartiere come quello, paradossalmente, dove le case in uso non erano poi così diverse da quelle vuote, sarebbe potuto essere particolarmente impegnativo. La quasi desolazione circostante sembrava negare la possibilità di ditributori, magazzini, container, cisterne o simili abbandonati.
    Ma forse era solo il buio e il suo punto d'osservazione.

    Decise di fare un giro coprendo lungo i bordi del quartiere, e le strade che scorrevano parallele al ponte, guardando la situazione delle case che vedeva, e se magari c'era qualche altro edificio di servizio o luogo poco frequentato adatto alla scopo.

    In lontananza, gli sembrava di vedere anche una macchia di alberi. Forse anche loro potevano essere una risorsa.

    Doveva fare attenzione, però. L'area da coprire poteva potenzialmente diventare troppo grande, e rischiare di trasformarsi in una perdita di tempo. Perciò decise che non avrebbe dedicato più di 40 minuti a questa ricerca, camminando a passo svelto dove non avesse causato problemi. Al termine, avrebbe fatto il punto della situazione.

    D'altronde, era più facile trovare un topo a cui chiedere consiglio tra le case o gli alberi, che lì nel mezzo di un vasto incrocio d'asfalto.

    faccio una ricerca tra le vie più esterne del quartiere e le strade parallele al ponte, che magari vanno in qualcosa di poco frequentato o un ditributore in disuso. Faccio attenzione inoltre ai posti che per una ragione od un'altra potrebbero ospitare un gran passaggio di topi: canalette e tombini aperti come quelli che c'erano a Jean Lafitte, per esempio. Così dopo nel caso so dove andarli a cercare.
     
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    Scusami il ritardissimo, ma questa settimana ho avuto davvero poco tempo.


    La zona residenziale non offriva grandi ripari, se non fare irruzione in qualche casa. Aristotele così si spostò verso l'area portuale, in evidente depressione. Un container arrugginito e probabilmente abbandonato, avrebbe potuto fornire un rifugio rischioso, ma accettabile.
     
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    Come aveva sospettato, il basso sviluppo del quartiere rendeva in realtà più difficile il trovare un posto sicuro dove nascondersi per il giorno. Non c'erano spazi poco utilizzati o innecessari: la gente che viveva lì aveva bisogno di ogni singolo centimetro di quelle basse case. Ad Aristotele ricordarono quasi delle tane per animali: piccoli rigonifamenti nel terreno, profondamente scavati, separati da larghi spazi desolati. Praticamente niente recinti, niente vasi di fiori, niente gnomi da giardino. Perfino le cuccie dei cani erano vicino al muro delle case.
    Certo non era il solito quadretto di villette con la staccionata bianca.

    Là nella zona portuale, invece, ebbe più fortuna. Quel container faceva giusto al caso suo. Certo, se ne era beccato uno simile (anche se messo meglio) come rifugio per un bel po', sulla Vasco de Gama, e non di era ancora del tutto depurato da quell'esperienza, ma per una notte sarebbe andato bene.
    La prima cosa da fare, visto che aveva un po' di tempo, era assicurarsi il più possibile che fosse abbandonato. Le circostanze sembravano suggerirlo, ma un ulteriore controllo non avrebbe guastato. Voleva vedere se c'erano tracce di movimenti, di mezzi o persone, intorno al container.

    Se fosse sembrato tutto libero, allora avrebbe provato a cercare un po' di scarti abbandonati nella zona: un secchio di vernice vuoto, pellet rotti, sacchi di plastica e così via. Materiale di scarto la cui presenza non avrebbe generato sospetti dentro al container.
    Aristotele non aveva modo di bloccare le porte del container, quindi voleva assicurarsi che, anche se qualcuno fosse entrato, lui non venisse notato.
    Era molto avvantaggiato: per qualche ragione, di giorno la realtà cercava di escluderlo, di buttarlo fuori, e il mondo attorno a lui faceva di tutto per non considerarlo. Era un pregio per cui molti del suo sangue avrebbero dato un braccio.. ma per lui sembrava soprattutto una conferma che era un'aberrazione.
    Aveva scoperto, comunque, che in certe situazioni la mente umana voleva a tutti i costi vedere qualcosa. Soprattutto in condizioni di "vuoto".
    Il modo migliore per evitarlo era dare qualcosa da guardare a degli ipotetici osservatori, qualcosa di diverso dal Nosferatu.

    Avrebbe distribuito un po' di rudo dentro al container, e poi, sedutosi in un angolo, lo zaino ancora silla schiena e infilato nel sacco a pelo, si sarebbe circondato, in parte coperto, da un po' di quegli scarti: un frammento di pellet, un sacco di plastica, tutto a far sembrare che ci fosse una pila di rudo inutile. Non serviva effetivamente una montagna di spazzatura, bastava qualche oggetto a distrarre l'attenzione e la sua abilità innata di sparire avrebbero fatto il resto.
     
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    2018-06-07 12:24:14 Aristotele rolls 6 dice to Perc. + sopravv 3,3,4,10,2, 1 [failure]

    ore 4.30


    Purtroppo tutti gli sforzi del Nosferatu furono inutili. Tempo mal speso. Per quanto la sua opera potesse essere pregevole, e frutto dell'abitudine di arrangiarsi in territori inospitali, a nulla sarebbe servito se, come Aristotele si accorse con rammarico, la ruggine aveva mangiato irrimediabilmente l'acciaio del container, e troppe erano le parti erose da cui sarebbe filtrata la luce del sole, per poterle tappare in qualche modo. Poteva rischiare e fare affidamento semplicemente sul suo sacco a pelo e sulla felpa? O forse sarebbe stato più saggio cercare un rifugio alternativo? Fare irruzione in una casa e sottometterne gli occupanti sarebbe stato più rischioso? E seppellirsi sotto il limo del letto del fiume? Una serie di opzioni rischiose che dovevano essere però ponderate a dovere, mentre l'alba si avvicinava inesorabile.
     
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    scusa per il post un po' a cazzo, ma mi sono ammalato e se no rimandavo ancora

    Aristotele venne colto da un breve attacco d'ansia. Il container che avrebbe dovuto accoglierlo e proteggerlo durante il giorno era in realtà una trappola letale! Aveva fatto bene a controllare con attenzione, ma la soddisfazione del "avevo ragione" non era sufficiente a sovrascrivere il malumore. L'alba si stava avvicinando e il posto non sembrava offrire molti altri nascondigli. Più che altro, forse avrebbe potuto trovarne ancora uno, ma cosa sarebbe successo se anche questo non fosse stato protetto dal sole? Sarebbe rimasto senza tempo.
    Cercò di riprendersi un attimo. Forse la protezione del sacxo a pelo e dei suoi molti abiti sarebbe stata sufficiente, se usata saggiamente? Non era insensato, ma era uno di quei rischi che voleva correre solo se fosse rimasto privo di ogni altra opzione.
    Aveva pensato varie volte di nascondersi sotto lo spesso limo del letto del fiume, ma per quanto il Mississippi fosse noto per essere così fangoso da poter bere la sua acqua con una forchetta, non aveva in realtà una certezza su com'era in quella zona. Avrebbe dovuto prima ispezionare il fiume. Poi immergersi significava rovinare il suo zaino, a meno si non trovargli un nascondiglio in superficie. Altro tempo da perdere.
    Mentre cercava di raggruppare idee nella sua testa, Aristotele si ricordò di un insegnamento che lui stesso un tempo aveva predicato agli altri: quando un problema appariva troppo grande, non c'eta nulla di disdicevole nel chiedere aiuto. Non dobbiamo portare tutto il peso da soli.

    Nel caso attuale, Aristotele non era da solo perché poteva condividere il suo problema con i roditori che vivevano nella zona.

    Cercò di recuperare le swnsazioni d'ansia che l'avevano colpito un istante prima. Continuò a visualizzare immagini di ricerche fallimentari, del poco tempo, e dell'alba immanente. Lasciò che il suo subconscio si turbasse, e che la Bestia, infastidita dallo scuotersi della gabbia dei suoi pensieri, sbuffasse.
    Si strusciò varie volte contro la parete esterna del container, a sfogare la tensione nervosa; camminava in circoli stretti ripetendo l'operazione, spesso mettendosi a quattro zampe e cambiando improvvisamente velocità di movimento.
    Come un topo in difficoltà, lanciò un richiamo, una distress call, spinta dal suo stato d'angoscia e modulata dai suoi atteggiamenti.

    provo a usare richiamo per i topi. Non pongo freni: più vengono, meglio é. Intendo presentarmi come notturno e con assoluto bisogno si trovare prima dell'alba un riparo abbastanza grande per me dal sole e dagli umani; mi offro di condividere il mio cibo con loro; sperando che qualcuno conosca qualche posto. Ti ho detto tutto per sveltire, ma se vuoi me la gioco senza problemi.
     
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    2018-06-18 10:44:39 Aristotele rolls 7 dice to 1,3,2,6,4, 4,3 [failure]

    Che sfortuna!


    Aristotele attese qualche secondo, dopo aver emesso il verso. Il richiamo rimase però inascoltato. Forse in quella zona del porto non c'erano topi a portata di orecchio. o forse le creaturine erano troppo spaventate da qualcos'altro.
     
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    Com'era possibile? Era certo di aver fatto tutto nel modo giusto. Per un istante, era stato un topo, e come topo aveva trasmesso le sue emozioni. E allora perché nessuno aveva risposto al suo richiamo???

    No, non poteva essere a causa sua. Doveva esserci qualcosa d'altro. Forse non c'erano topi in zona? Poco probabile.
    Forse. .forse qualcosa, o qualcuno, li stava trattenendo. Ma cosa? E come? E infine, a che scopo?

    L'ansia che il Nosferatu aveva cercato di accumulare per mandare un potente richiamo gli si stava ritorcendo contro, facendo sbocciare fiori di paranoia nella sua mente.

    Cercò di calmarsi. Prese un bel respiro, o almeno ne fece il gesto.
    Quali che fossero le ragioni, sembrava che quel posto non apprezzasse la presenza di Aristotele. Bene. Non c'era ragione di andare nel panico. Npn era stato attaccatto o niente del genere.
    In passato si era trovato spesso on situazioni difficili e aveva dormito in posti più conplicati. Tempo di far valere la sua esperienza da survivalist, si disse.

    La zona della base del vicino ponte poteva essere un buon punto dove cercare. Quando venivano realizzate delle costruzioni così grosse nelle vicinanze e sull'acqua, c'erano spesso una serie di vani per collettori, cisterne, snodi di tubature, depositi di attrezzi o centraline elettriche, chiuse da una grata o da un tombino o simili; e Aristotele aveva con sé il suo piccolo, ma fidato, piede di porco proprio per queste evenienze.
    Senza dimenticare poi i classici scarichi fognari del quartiere vicino, che molto probabilmente davano su quella zona del fiume.

    Convinto, si diresse in quella direzione.
     
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    Scusami il ritardone, ma non ho avuto un minuto per postare questa settimana!


    Aristotele in effetti, riuscì a trovare una grata smossa, che avrebbe dovuto bloccare il passaggio a uno stretto canale di scolo sotto il ponte.
    Ormai incalzato dall'approssimarsi dell'alba, il Nosferatu si stese sul terreno fangoso e, preceduto dallo zaino, strisciò nel mezzo metro di diametro che aveva quella canalina di cemento. Così stretto, difficilmente avrebbe passato un giorno riposante, ma se non altro, sarebbe stato al riparo dai raggi solari.

    2018-06-28 02:48:20 Aristotele rolls 8 dice to Incubi (Diff 8) 10,5,1,2,2, 10,3,10 [2 successes]

    Ore 21.15

    -1 ps, + 1 wp


    Aristotele si svegliò, ad accogliere una nuova notte.
    Gli incubi non lo avevano perseguitato, nonostante la scomodità del giaciglio, e la sua angustia, che avrebbe potuto ricordare quella di una tomba.
    Il Nosferatu si divincolò fuori dal cunicolo, recuperando il suo zaino.
    Fuori dal cunicolo, una figura umana, vestita di cenci, era seduta china sul bordo dell'acqua. Sembrava che l'uomo stesse pescando, dando la schiena al Fratello.
     
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    scusa il ritardo, lunedì mi si é rotto il pc. E mentre cercavo di copiare i dati sull'hd esterno per evitare la fotta, mi si é rotto pure quello. Allegria.


    Curiosamente, si svegliò sereno: aveva dormito senza avere incubi, nonostante (o forse proprio grazie) il rifugio di fortuna che aveva trovato.
    La mente sgombra di ansie gli consentì di sentire subito, dentro di sé, i lontani grugniti della Bestia. Reclamava il suo tributo di sangue, ed era meglio non dimenticarsene, se non voleva doverci di nuovo lottare come l'altra notte.

    Il tempo di alzarsi, però, e rimase sorpreso dal trovarsi davanti, seduto sulla riva, che pescava dandogli la schiena, un uomo.
    Si irrigidì immediatamente e si immobilizzò.
    A nessun vampiro piace trovare qualcuno di inaspettatl vicino al proprio rifugio al momento del proprio risveglio. Faceva sentire terribilmente indifesi.

    Nonostante Aristotele fosse palesemente tutto intero, il disagio era inevitabile.
    La Bestia ne approffitò per fargli notare che, in quella posizione, l'umano era preda facile per il silenzioso vampiro, e lui doveva sfamarsi, no?

    Ma dopo qualche istante in cui il Nosferatu rimase immobile, i sussurri della Bestia caddero nel vuoto.
    Era più di un mese che non parlava con un altro essere umano, e Dio! se ne sentiva la mancanza. Non si sarebbe lasciato sfuggire quest'occasione. Sembrava una persona semplice, che non avrebbe fatto troppi problemi per l'aspetto da trapper bardato di Aristotele, e poi stava giusto cercando qualcuno prr chiedere informazioni sulla Città dei Topi, no?

    L'Animale poteva suggerire la fuga, il Mostro avere piani sanguinari, e la Bestia avere fame, ma questa volta l'Uomo senza mezzi termini li liquidò e prese la sua decisione.
    Altro che fame, si sarebbe strappato lo stomaco e ficcato in gola piuttosto che lasciarsi sfuggire un po' di contatto umano.

    Così, dopo aver scrutato il pescatore e i dintorni, con le orecchie tese, alla ricerca di qualche altro dettaglio su di lui o di eventuali pericoli nell'ambiente circostante (il suo desiderio sociale non gli aveva fatto dimenticare la prudenza), si avviò lentamente verso l'uomo.

    Compiva grandi passi lenti, come per schivare arbusti e radici, e spostava spesso lo sguardo sul terreno; in realtà lo scopo era consentire all'uomo di osservarlo e abituarsi a lui mentre si avvicinava, senza sembrare che ko stesse facendo apposta.

    Ehi amico!

    salutò, richiamando l'attenzione dell'uomo. Un breve cenno della mano, che poi tornò ad appoggiarsi su un tronco d'albero, per sostenerlo mentre discendeva verso la riva.

    Come va?

    Stai pescando?


    disse lanciandogli un altro sguardo, che poi tornò a verificare che il suo piede non inciampasse in una radice.
    Arrivato praticamente di fianco all'uomo, si tolse lo zaino, e guardando verso l'altra riva del fiume, si stiracchiò.

    Uhff.. ti spiace se mi siedo qui? É da un po' che cammino e ho le gambe a pezzi.

    Se l'uomo non glielo avesse impedito, si sarebbe seduto praticamente al suo fianco. Avrebbe aspettato un istante, come per tirare fiato, prima di riprendere:

    Allora.. come butta? Abboccano?

    faccio una prova per vedere se noto qualcosa di più/ particolare sul tizio, e per come sono messi i surroundings. Se non salta fuori nulla di preoccupante, come ho descritto lo approccio
     
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    2018-07-04 13:06:59 Aristotele rolls 6 dice to Perc.+6 8,4,3,3,9, 3 [2 successes]


    Nulla sembrava far presagire a pericoli di sorta, e il Nosferatu si avvicinò all'uomo.

    Per la miseria!

    L'uomo esclamò sobbalzando.

    Ragazzo, mi fai prendere un accidenti!

    Era un uomo di colore di mezza età. Evidentemente un senza tetto.

    Non abbocca un accidenti qui. L'acqua non è più quella di un tempo. Troppo sporca, troppo marcia. La palude sta morendo.

    Detto questo, sputò in acqua.
     
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