Blue Nile

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    E la porta si aprì, invitandoli ad entrare.
    Risentendo nuovamente quella voce "cupa", Musashi si voltò verso la compagna con fare un po'ironico.
    Forse voleva sdrammatizzare quel momento grottesco.

    Dopo di lei Madame..

    Possibile la gente abbia bisogno di cose così per passare una serata? Il blu ti destabilizza eh Julia? Sto rosso e sto buco invece..relax totale, vero?

    Musashi guardò nuovamente Vivienne. Alla piccola incertezza di lei, avrebbe fatto strada lui; sempre non si fosse all ultimo dissuasa dal procedere.
    Il suo sguardo, ad ogni modo, era molto esplicativo:

    "Speriamo di trovare qualcosa che non siano problemi"

    Sarà da capire come agire e come concordarsi per farlo..qualcosa mi dice non sarà come prima ..spero sia solo questa atmosfera a suggestionarmi..dal nome,al buco che è, al "tema" ed il simpatico personale..si vede non fossi da vita "mondana" per quanto abbia bazzicato per le "strade"..
     
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    Beh, che dire, ricordarsi i casi di omicidi strani di una città poteva essere un asso nella manica perenne.
    E da qui aveva capito anche che questo fosse uno di quei club fissati con ciò che era disturbante e il grottesco.
    Oh be, presto avrebbero visto entrare l'incarnazione stessa di entrambi, senza mai saperlo. O almeno, questo era l'intento.

    Se Musashi aveva voglia di galanteria, perchè non concedergliela? Vivienne entrò subito senza tentennamenti.
    Muri di mattone nudi, luci rosse, e musica goth che pian piano si faceva sempre più udibile.
    Questo locale dava l'impressione di essere fermo ai primi anni duemila. O forse li volevano far vivere dopo la loro morte.

    Cosciente che adesso il campo dei telefoni era probabilmente andato a farsi benedire, non rimaneva che entrare nel locale. A meno che Musashi non avesse da obbiettare in merito.
     
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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    Inizio quest
    "Show Must Go On"



    Ricky, ancora sul palco, ha appena finito la ballata un po' country e un po' blues con la sua sei corde.
    Nella cassa armonica residuano un paio di note, che oziava giocando a fare le pallina da flipper nella lignea prigione.
    Il ragazzo esala un profondo respiro. Ormai il suo l'ha fatto e, per quanto il magone non smette in vista del verdetto di vita o di morte, comunque l'ansia di andare bene o male è sparita perchè indietro non si può più tornare.
    Dovrà trovarsi un nome d'arte? Oppure Ricky Hoffman va bene?
    Ovviamente c'è anche la possibilità peggiore, vale a dire quella per cui lui non va bene e il suo futuro deve avere basi migliori per poter essere scritto.
    Ha fatto un buon pezzo, considerando che è suo. Arrangiamenti così così, musica ispirata (come ormai succede da decadi), ma tutto il complesso può far buttare qualche orecchio ad ascoltarlo.
    Logico e certo, inutile girarci intorno, ne ha di strada fare e dovrebbe trovarsi una band buona per andare avanti e aprire qualche concerto.
    Fare il solista? Può darsi, ma così la strada sarà ancora più in salita.
    Dal canto suo tutto quello che Jeff ha fatto fin'ora è stato raccontargli di sè e ascoltare di lui, prima di farlo andare lì sopra a dimostrargli quanto vale.
    Seppure non è lui il capolinea dei sogni del vampiro, comunque potrebbe essere qualcuno su cui poter puntare.
    I bicchieri di liquore sono ancora fermi sul tavolino, con solo un paio di dita di coraggio liquido prelevato dal vetro.
    Il ragazzo è in trepidazione, fermo e, seppure un secondo prima ha espirato avendo terminato il suo pezzo, ora aspetta un verdetto in un'attesa lunga un secolo o forse più, anelando il prossimo respiro per il quale il cervello non da il permesso!
    La quest inizia dall'ultimo evento che hai messo tu in scheda, prego
     
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    Jeff ascolto molto attentamente le note uscire potenti dalle mani e dalla chitarra del ragazzo. Il suo stile era grezzo ma c’era tanto cuore in quello che stava facendo. La tecnica era buona, la canzone, anche se un po' scopiazzata dai vecchi standard blues del sud, non era male, lo stile anche non era da buttare ma c’era qualcosa che proprio non lo convinceva.

    ( Forse un po' di inesperienza, può capitare, d’altronde il ragazzo è giovane, forse non si è esibito abbastanza dal vivo, oppure può essere la mia presenza, forse è un po' timido e la situazione l’ha innervosito. Però ha del potenziale.).

    Jeff si alzo dalla sedia ed iniziò ad applaudire. Un applauso lento che riecheggiava da solo tra le mura del locale. Con due dita fece cenno al ragazzo di avvicinarsi e di riprendere posto al tavolo che era stato riservato per loro due. Quando il ragazzo si sedette Jeff verso del’ altro liquore nei bicchieri, fece un bel sorso, si accese una sigaretta.

    -Ricky Hoffman, Ricky, Ricky, Ricky… Sarò sincero con te, non sei andato male – Si prese una pausa.
    - Ma nemmeno molto bene, ti dirò c’è qualcosa che non mi ha convinto in pieno, eppure mi sei piaciuto, si sente che hai messo tutto te stesso in quello che mi hai fatto ascoltare. Però mi è mancato qualcosa. Voglio capirti meglio, voglio entrare nel tuo mondo, raccontami di te, cosa vuoi davvero? Con il brano che mi hai fatto ascoltare che cosa volevi dirmi? - Jeff fece un altra pausa per fare un tiro di sigaretta e un altro sorso di alcol. - Tu di certo non hai lavorato nei campi di cotone e allora con questo blues cosa vuoi raccontarmi? Perché esprimi questa tristezza? Cosa vuoi urlare al mondo? -.
     
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    Con il brano che mi hai fatto ascoltare che cosa volevi dirmi? - Jeff fece un altra pausa per fare un tiro di sigaretta e un altro sorso di alcol. - Tu di certo non hai lavorato nei campi di cotone e allora con questo blues cosa vuoi raccontarmi? Perché esprimi questa tristezza? Cosa vuoi urlare al mondo? -.

    Il ragazzo annuisce con brevi cenni del capo nervosi. La mandritta artiglia con le dita il manico all'altezza dei primi tasti, morsa che rapidamente si scompone in un gestualità compositive e polpastrelli che scivolano centimetro per centimetro sulle corde con movimenti a corto raggio. La mancina invece gioca con la tasca, senza mai riuscirci a finire dentro, passando di tanto in tanto sui passanti della cintura, liberi da lacci di cuoio.
    Alla domanda di Jeff sulla sua vita, Ricky comincia a snocciolare di come sia nata la sua passione. Una storia nostalgica di un nonno che aveva questo gruppetto di amici in cui è entrato un ragazzo di colore con la sua chitarra; qualche vecchio vinile ereditato alla morte del vecchio e molti altri aggiunti alla collezione; poi l'ascolto di quel genere diventato più intenso da quando aveva sostanzialmente dieci anni.
    La chitarra che indossa fa parte di quella massa che l'anziano gli ha passato al giorno della sua morte. Un po' sbeccata, un po' rigata - anche se da lontano è impossibile vederlo - e molto vissuta. Al di là del suo tic nervoso, in cui le dita hanno fatto presa sui tasti in modo un po' più pesante, chiaramente è ben tenuta. Anche la custodia, scucita ai lati, ha però l'interno foderato in modo ancora perfetto.
    Ricky racconta di aver provato anche a fare qualcosa, organizzare una band, ma la sua età gli preclude di aver trovato fino a quel momento amici che vivano il country blues al posto delle canzoni pop.
    Sarebbe voluto venire al Blue Nile con qualcuno che l'accompagnava, ma nelle due band in cui suona gli stili sono troppo attuali e a lui interessa più che altro scrivere pezzi e farsi conoscere nell'ambito musicale che ha portato quella sera.

    Quando ho scritto questa canzone guardava fuori fumando una marlboro. La luna era quasi piena, le foglie cadevano, il cielo si stava oscurando e la vecchia resofonica sembrava diventare sempre più scura con la stagione. Stacy, la mia Dobro Duolian mi fissava dall'angolo, quindi l'ho preso in mano e questa canzone ha iniziato a uscire fuori. A volte una canzone ti mette in testa un'immagine, e questa mi ha subito fatto pensare a una baita abbandonata in montagna e ai fantasmi che la chiamano casa. La canzone è più sua che mia, immagino...è Staxy che me l'ha sussurrata

    Spiega e mentre lo fa tocca la steel guitaro, muovendo il dito fasciato di ferro sul manico e lasciando che le corde risuonassero flebilmente, giacchè ancora amplificate.
     
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    Jeff ascoltò con attenzione le parole del ragazzo, era quasi divertito dal suo essere nervoso.


    (Che tenero, forse ha paura che io possa mangiarlo…ahahahaha. La sua storia è un po' banale ma ehi, chi sono io per giudicare una storia d’amore).



    Il volto di Jeff era divertito, la storia del ragazzo non l’aveva particolarmente impressionato ma vedeva qualcosa in lui.

    Il suo amore per la sua chitarra invece lo aveva particolarmente colpito, si è vero, se chiedi a un musicista della sua chitarra sicuramente ti dirà che ha un nome, (Lucille, Tiger, Micawber, tutti nomi di chitarre famose) che gli è stata donata da un nonno, uno zio o dal diavolo in persona. (Tutte stronzate). Ma Ricky teneva davvero alla sua, nonostante lo strumento avesse i suoi anni, era ben tenuto e soprattutto ben curato, era questo che faceva la differenza tra un artista e un ciarlatano.



    - Inanzi tutto fatti un goccio, mica vorrai farmi bere da solo - Jeff sembrava più rilassato, la sua voce prese un tono più amichevole e rassicurante.

    - Seconda cosa, ragazzo rilassati, non ti mangio mica – Jeff scoppiò in una fragorosa risata.

    - Comunque, vedo la passione in te, mi hai colpito sai? Capisco i problemi che puoi avere alla tua età affrontando un genere cosi particolare, in fondo i ragazzi della tua età sono attratti da generi più “commerciali” e che li fanno scopare di più.- Altra risata. - Scherzi a parte, capisco perfettamente ciò che mi stai dicendo.- Dopo queste parole Jeff pose la sua attenzione sulla Dobro imbracciata dal ragazzo. - Posso?- Allungo la sua mano verso chitarra, il giovane ebbe qualche secondo di esitazione ma poi la passò al vampiro. Jeff cominciò a ispezionare la chitarra, guardo il manico i tasti e la cassa come se stesse valutando l’ effettiva funzionalità dello strumento. Accennò un paio di note dopo di che ridiede la chitarra al suo proprietario.

    - Ha bisogno di qualche lavoretto, la terza e la quarta corda frustano un po' al 5° e al 7° tasto, in più il manico va un po' raddrizzato, ma i tasti stanno messi bene. Scusami non avrei mai voluto suonarla ma quel test era necessario. - Le scuse erano sincere, il suonare la chitarra di un altro per lui era equiparabile alla violenza carnale. - Comunque mi è venuta un idea...- Il vampiro si alzò dalla sedia e guardo Gabriel intento a sistemare le bottiglie di liquore dietro il bancone. - Ghigo potresti andare un momento alla batteria?- Poi si giro verso il ragazzo – Forza, ti ho trovato un batterista, fammi sentire ciò che senti ora.- Gabriel e Ricky salirono sul palco e iniziarono a suonare. Gabriel era un gran batterista e riusciva senza problemi ad accompagnare e in qualche modo a esaltare quello che il ragazzo stava suonando. Jeff era molto felice del risultato e preso dal’ attimo sali anche lui sul palco e si uni alla jam. La musica riecheggiava tra le mura chiuse del Blue Nile, l’alchimia che si creò era quasi palpabile, quel brano di una manciata di minuti sembrò durare un eternità.

    - Grazie Ghigo, grazie Ricky – Quel ringraziamento era quasi commosso. Fece cenno al ragazzo di tornare a sedersi. Altro bicchiere, altra sigaretta.

    - Bello no? Ho buone sensazioni, te la sei cavata. Però amico mio dovrai impegnarti molto di più, l’amore che hai non basta, qui ci vuole il sacrificio e il sangue se vuoi fare della musica la tua vita, e ora dimmi… Alla luce di quello che abbiamo fatto che cosa vuoi fare?-
     
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    Il ragazzo sorride, tocca la fesa del cappello che abbassa insieme a medesimo movimento del capo.
    Stacca i cavi collegati alla chitarra, lasciandoli poi vicino all'amplificatore di cui gli è stato concesso l'uso.
    Si avvicina alla custodia della chitarra, lasciata aperta dopo che lo strumento è stato preso tra le giovani mani, e passa un panno per pulire o asciugare le corde e la struttura della steel guitar. Poi la ripone e, come fosse una coperta, appoggia quello stesso fazzoletto sullo strumento prima di chiuderlo e metterlo definitivamente al sicuro. Preso per il manico della valigia, inizia a scendere dal palchetto verso Jeff.
    Un po' legnoso, ma il movimento è sufficientemente fluido da farlo arrivare senza inciampi al capolino del talent scout.

    Sì...è abbastanza un disagio sentire gli altri scambiare la musica per qualcosa con cui infilarsi meglio il condom

    Ironizza, poi prende un sorso. Fa una faccia un po' tirata: il liquore è forte! Lui ha ventun anni, quindi può tranquillamente bere, ma gli anni non gli hanno ancora concesso di reggere a dovere il sapore dell'alcool. Quando Jeff gli chiede di provare la chitarra Ricky la tira fuori con una lenta rapidità.
    L'evidente ossimoro rende bene l'idea perchè, seppure risulta l'esto a consentire a Jeff di testare Staxy, comunque non la sta passando come fosse una mera penna, ma più che altro sembra un fratello maggiore che consente ad un altro ragazzo di toccare la mano di sua sorella. Stessa gentile tensione, stessa identica speranza che la fanciulla non soffra a causa del tocco estraneo, stessa ferma risolutezza ad intervenire in caso le cose non vadano bene.
    Jeff può mettere le mani sulla chitarra e fare le sue valutazioni. Il vecchio chitarrista la sa toccare, sa come prenderla e come lasciare che il peso dello strumento non cada secco a scomodare la pressione del legno del manico e della cassa armonica.
    Il vampiro è sicuro di una cosa, se venisse la scientifica a fare rilievi su Staxy non troverebbe nulla a parte le ultime impronte di quella sera.
    La chitarra era ben bilanciata, ben tenuta, aveva un discreto valore. C'erano pezzi di maggior pregio e maggior valore, ma il sentimento impresso su quella sei corde di certo la rendeva per il proprietario inestimabile.
    Il commento sullo stato della chitarra lasciarono il ragazzo con un amaro sorriso di circostanza. Se Jeff avesse dato alla madre di Ricky della puttana, probabilmente lo avrebbe offeso di meno. Ma Ricky pare capire l'intento - oltre alle sentite scuse - e non da segno di essersela presa (non più di tanto quanto meno). Del resto non è nella condizione di dire qualcosa, lui sta cercando un'opportunità e l'orgoglio, specie quello frivolo, al momento non ha proprio senso.

    Sì signore

    Un suono un po' robotico esce dalla gola del giovane, mentre lo sguardo si sposta sul collega di Jeff. Nel frattempo le mani calde del mortale si riappropriano dello strumento. Lui si alza per tornare lì da dove è venuto, questa volta il passo è veloce e fluido, come fin'ora non l'ha ancora avuto. Lascia la custodia dove è ora Jeff, non avendo senso rifare da capo tutta la procedura per sistemare l'oggetto.
    L'esperimento comincia e va a gonfie vele. La sessione dura nella realtà dei fatti un'intera ora, davvero tanto tempo da trascorrere nella saletta privata mentre il locale vive la notte.
    Però, quando si fa qualcosa che si ama, il tempo vola!
    Alla fine di quei pochi secondi percepiti - che nel mondo reale corrispondono a sessanta minuti - ecco l'ultima parte dei giudizi di Jeff

    Sì certo signore! Mi impegnerò sicuramente! Io voglio avere quella possibilità che sento di meritarmi!

    Esclama Ricky estatico, aspettando di poter sentire magari anche il resto delle belle notizie sperate. Che cosa gli stava per dire Jeff? Vai a casa oppure...

    Vale quanto ti ho detto privatamente sul muovere i png e scegliere tu l'esito della scena.
    Ora ti sei allargato parecchio, ma te lo faccio passare perchè sei Rookie e comunque non è nulla che crea problemi e quindi non devi rimaneggiare quello che hai scritto.
    Ricorda però due cose:
    1) è solo il narratore a dare l'esito di una scena in cui sono compresi suoi png o scene che fanno parte di una quest. Un conto è che sei in una stanza da solo e quindi puoi permetterti di muovere senza problemi oggetti semplici (ad esempio se prendi un bicchiere e ti fai un wisky nessun problema). Tutt'altro conto è che decidi di tuo che l'epilogo è quello che vuoi tu interponendoti alla scelte del narratore (che magari possono pure essere le medesime da te proposte, ma che non spetta a te decidere);
    2) i PNG del narratore non li puoi muovere e non puoi decidere tu cosa fanno perchè questo tipo di azioni da vita a risposte autoconclusive. È plausibile che un PNG tuo, come un ghoul o un alleato, ottemperi alle richieste del PG senza battere ciglio. Quindi, come in questo caso, Gabriel non fa storie nell'accompagnare alla batteria Ricky su richiesta di Jeff, lasciando tutto quello che sta facendo; ciò però non riguarda elementi che non hanno nulla a che vedere con la scheda e che orbitano intorno al PG per un motivo scenico.
    In buona sostanza, lasciati giocare la scena proposta e lascia che la scena venga gestita dal Narratore, senza cercare di tagliare i tempi sostituendotici

    Domanda, Jeff, stante il suo pregio, ha bevuto tutto?
     
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    Jeff guardò negli occhi il giovane, vedeva il fuoco della vita e la speranza in essi. Il ragazzo lo aveva convinto, si meritava un opportunità ma prima doveva crescere e lui doveva trovare un modo per farlo. Stava giocando con la vita di un ragazzo e lo sapeva benissimo che ogni sua decisione avrebbe potuto distruggere i suoi sogni. Si prese qualche minuto per pensare sul da farsi.

    - Ok Ricky voglio aiutarti, però ti avverto c’è molto da lavorare e la gavetta sarà lunga, ma se segui i miei consigli potrai fare grandi cose. Ora dimmi, hai un po' di seguito? Hai qualcuno che viene a sentirti quando suoni? Hai già suonato in un locale? Tutte queste domande sono per sapere qual’è il tuo effettivo livello. Non mentirmi, anche se sei bravo mi accorgerei se non sei in grado di affrontare determinate situazioni. Con la chitarra ci sai fare, ma con la voce?-

    Jeff beve solo davanti al ragazzo, quando gli è lontano sorseggia il liquore e risputa nel bicchiere, se sente di essere pieno va al bagno e vomita. Sorry l'ho dato per scontato.
     
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    Il ragazzo guarda il bicchiere, specchiando non sè stesso ma bensì i suoi ricordi nel vetro che, nella realtà, riflette in modo sbiadito ed opaco la sua figura. Non tocca più alcool, ma comunque annega nei pensieri del passato per metterli in fila ed averne lucidità

    Ho fatto un paio di esibizioni al Krazy Corner, sempre in questo quartiere

    Afferma, citando il nome di uno dei competitor sulla scena musicale di New Orleans dalle ben note e, per certi versi, impareggiabili capacità. Nell'ambiente si dice che chiunque sia quello che gestisce il Krazy Corner può effettivamente far diventare uno sconosciuto qualcuno.

    Lì non mi hanno dato una chance, ma non li posso biasimare. In quelle due occasioni non mi sono distinto ed ero ancora molto in erba, oltre ad essere una difficoltà per il fatto che non potevo bere. Diciamo che non ero a mio agio...non come insomma oggi. Del resto succedeva anche due anni e mezzo fa

    Di pali il povero Ricky ne aveva quindi già affrontati. Pochi però c'erano.

    Poi, come detto, collaboro con un paio di gruppi e qualche persona la conosco, ma sono più che altro amici a cui si chiede di venire per far numero...
     
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    Jeff guardò il ragazzo riaffrontare quei dolorosi ricordi, sembrava lui da giovane. In un secondo gli tornarono alla mente i ricordi di tutti quei No raccolti quando era un ragazzo come Ricky e tutti quei No che aveva dovuto dire ai ragazzi arrivati da lui con la speranza di diventare qualcuno. Si soffermo ancora un attimo sulla figura di Ricky, si alzò dalla sedia e cominciò a girare intorno al tavolo.


    - Ok ragazzo, ho un idea: una volta ogni due settimane verrai qui e suonerai. Ti concedo mezz’ora a sera, per iniziare verrai il martedì, verrai alle 20:30 sistemerai la tua attrezzatura e farai il sound check, dalle 21 alle 21:30 il palco sarà tuo. Devi farti le ossa e il pubblico del martedì è più tenero con gli artisti emergenti. Bada bene ho detto più tenero non stupido. Niente ti sarà perdonato, ma so già che non mi deluderai.-



    Mise entrambe le mani sul tavolo, guardò fisso il ragazzo per qualche secondo e poi riprese a girovagare nel locale aumentando il volume della voce quando si allontanava troppo per poi riabbassarlo quando era vicino al giovane. Quello che stava accadendo era strano, le parole del cainita sembravano più un pensiero a voce alta, quasi come se stesse già immaginando il futuro del ragazzo da qui all’eternità, e a rendere la cosa ancora più bizzarra ogni tanto intervallava il suo camminare semplice a dei passi di Valzer.



    - Naturalmente ti pagherò un piccolo compenso in base alle persone che verranno a vederti, quindi più sarai bravo e più gente porti più grana metterai in tasca. Questo è quello che ti darò io. Ora parliamo di quello che voglio da te...-



    Jeff fece un sorriso maligno, sembrava come se il suo posto fosse stato preso da il diavolo in persona che in cambio di un favore stava per chiederti l’anima in cambio.



    - Faremo un contratto di esclusiva per due anni, suonerai solo qui e a casa tua, nessuna uscita pubblica se non con il mio consenso, niente droghe, quelle annebbiano solo il cervello e non ti permettono di concentrarti. Potrai postare foto di te mentre suoni qui o mentre studi a casa a patto che io non compaia mai in esse. Farò redigere il contratto dal mio avvocato con tutte le altre cose che, sia io che te dovremo rispettare.-

    Tirò un sospiro e il suo volto tornò a essere normale.

    - Richy rispetta queste poche regole e farò di tutto per farti realizzare il tuo sogno, sempre che tu ne abbia le capacità, allora cosa ne pensi, ci stai?-
     
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    Il ragazzo rimane piantato con la schiena sulla sedia, ma il contraccolpo emotivo è impossibile per lui da camuffare. Gioia, felicità, entusiasmo, ma anche preoccupazione e caos con punte importanti di quello che chiunque ormai adulto deve provare: vale a dire confrontarsi con accordi che valgono soldi e quindi che immettono in un circuito dove la mamma e il papà possono fare poco.
    Ricky guarda Jeff e la sua prima risposta è un "" di un tono sopra il dovuto, perchè la gola non riesce a modulare correttamente la voce e ciò è inevitabilmente dovuto al fatto che lo stesso cervello non sa dare una risposta concreta ai fatti.
    Poi inizia a muovere le mani sul manico, giocare con le corde ed i tasti. Alcuni piccoli suoni, inevitabilmente, escono fuori.
    Gabriel si intromette con tono calmo e timbro caldo

    Un'ottima opportunità per farsi le ossa ragazzo. Ci fosse stata data a noi una scelta di questo tipo, invece di un panino e una pacca sulla spalla a fine serata, dopo aver rimesso gli amplificatori sul furgoncino e mentre tiravamo fuori i centesimi per fatto i conti per la benzina del ritorno...

    termina con una risata, lasciando presupporre che quello che passa un artista oggi è sempre meglio di ciò che le generazioni addietro hanno dovuto vivere. Del resto è noto che gli odierni dei della musica non avevano la musica come reale introito, altrimenti Tony Iommi non si sarebbe amputato le falangi nell'officina metallurgica.
    Ricky quindi fa la scelta immediatamente. Nessuna richiesta di contratto, nessuna richiesta di vedere le clausole o analizzare l'accordo. Subito si butta in una """"decisa"""" ed affermativo adesione a quanto gli viene proposto
     
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    Se solo il Vampiro avesse avuto un cuore ancora capace di funzionare, ecco, adesso starebbe battendo all’impazzata. Adesso dopo anni aveva di nuovo la voglia di vivere e impegnarsi su un qualcosa che avrebbe di nuovo reso la sua immortalità degna di essere vissuta a pieno. Quell’umano, quel ragazzo aveva tolto il velo di malinconia che da sempre adombrava i suoi occhi.
    Guardò per qualche secondo Gabriel, il suo intervento riportò alla sua mente i ricordi di un tempo ormai passato e di una spensieratezza che solo la Morte Ultima ormai poteva restituirgli. Sorrise al suo amico che lo aveva accompagnato da sempre e che per sempre lo farà, per poi rivolgere di nuovo lo sguardo sul ragazzo.



    - Allora, ragazzo mio, ci aspetta un grosso lavoro da fare per farti diventare un vero professionista e un vero uomo. Cominciamo dal nome: Ricky è troppo da bambino, da ora sarai Rick Hoffman. Poi il nome per la band lo troveremo, sempre se tutto va come deve andare. Ma del futuro tu non devi preoccuparti, a quello ci penso io, tu concentrati sulla tua musica e a rigare dritto, non voglio nel mio locale piantagrane drogati o che hanno problemi con la legge.-



    La voce di Jeff riecheggiava tra le mura, il volto del ragazzo quasi in estasi lo portava ancora più su di giri, quasi non riusciva a trattenere le sue emozioni. La sua professionalità però tenne ben strette le redini.

    Gabriel rideva sotto i baffi, sapeva cosa passava per la testa del suo amico immortale ed era pronto a correre questa maratona insieme a lui come aveva sempre fatto.



    - Sai Rick, la strada per diventare un musicista è molto difficile, non nego che ci saranno situazioni che ti metteranno a dura prova, che ti faranno pensare di mollare tutto, ma bisogna resistere. Come hai visto sta sera l’opportunità è sempre dietro l’angolo ma devi essere pronto a raccoglierla. La tua fortuna caro Rick è avermi incontrato, non ti tratterò come un pezzo di carne come hanno fatto in passato.-



    Si prese una pausa molto teatrale, il tempo giusto per far assorbire il concetto appena espresso al ragazzo.



    - Però voglio risultati, fammi capire che non mi sto sbagliando. La strada del musicista passa anche dalla sofferenza e dal sacrificio, non farti ingannare da chi ti dice che è tutto facile, che basta il talento perché, ragazzo mio, è una grandissima stronzata. Il talento va coltivato, è come una piantina che pian piano germoglia, se non gli dai cure e attenzione tutti i giorni quella muore.-



    (MA CHE CAZZO DI METAFORA DA DEFICIENTE HAI FATTO JEFF???)



    Dopo questo pensiero che gli fece perdere il filo del discorso tornò in se.



    - Spero di essermi spiegato bene Rick.-
     
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    Il ragazzo annuisce e acconsente a quelle che sono le decisioni di Jeff, senza stare su a pensare o ad aggiungere altro.
    Annuiva con sogni e speranze che già iniziano a ronzargli in testa, concretizzandosi e dissipandosi in attimi differenti e contigui tra loro.
    Da forma ad una nuvola, per riuscire già da quel momento ad apparire come una persona affidabile, su cui il talent scout non perderà tempo.
    Intanto Gabriel si alza e va nel locale vero e proprio per capire come stanno andando avanti le cose per la serata, lasciando Jeff e Ricky...o Rick soli a confabulare sul da farsi.
    Cosa avrebbe fatto quindi il vampiro con quel bipede pezzo di creta, oltre ad averlo imbrigliato in assertiva funzione di risposta ad ogni stimolo positivo?
     
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    Jeff si diresse verso il palco e iniziò a rimettere apposto tutta la sua strumentazione. Il suo fare era quasi solenne, come se stesse celebrando un rito religioso di qualche tipo.

    - Ora va ragazzo, vai nell'altra sala ad ascoltare un po di buona musica. Sta notte sei ospite mio. Ci vediamo tra due settimane. Possibilmente con un nuovo pezzo. E prima di andartene lascia il tuo numero a Gabriel.-

    Fece l'occhiolino al giovane e con un gesto della mano gli mimò di andarsene.

    Si prese qualche secondo per pensare a ciò che era successo, si era fatto prendere dalle emozioni un altra volta, le stesse emozioni che non gli appartenevano più da tempo ormai. Però se tutto fosse andato come aveva pensato avrebbe avuto grandi soddisfazioni e il giovane Rick tanto successo.
     
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