Monolocale Michel Blanchard

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    L'appartamento di Michel, posizionato in una zona di Metairie mediamente frequentata in York St. ed incastonato al secondo piano di una palazzina residenziale, è un monolocale di circa 35 Mq totali e prevede fondamentalmente due stanze principali: un soggiorno con angolo cottura, separato solo in linea concettuale da un abile posizionamento dell'arredamento, ed un bagno. Le rifiniture del monolocale, di stile moderno e all'apparenza ricercato, sono di qualità medio-bassa con l'uso di materiali dozzinali e reperiti presso la grande distribuzione. Insomma.. uno specchietto per le allodole ma che visivamente fa il suo effetto.



    Soggiorno/Cucina

    Quest'area compressa e ben suddivisa da un particolare posizionamento del divano letto e dal tavolo della cucina, l'uno addossato all'altra, appare più grande di quello che alla fine è, grazie ad una disposizione mirata di quell'arredamento minimale e per certi versi di "Design" che compare sulle candide pareti perimetrali. Una cucina essenziale, disposta nella zona nord, ricopre circa un terzo della zona giorno ed è accostata ad una più ampia zona relax che occupa la maggior parte del mono locale. Un divano morbido con penisola riesce a divenire una sorta di letto ad una piazza e mezza, visto la trasformazione dei due posti a sedere laterali. Esso, è l'elemento sostanzialmente principale della porzione di casa, accostato ad una minimale zona tv posta nella parte sud. Nella stanza, a dividere un po' quella zona giorno, è presente una vetrata satinata a lato del divano che occulta l'entrata principale posta ad est. Tutto lo spazio è illuminato di giorno solo da una porta finestra, apribile solo per metà, che non porta da nessuna parte visto il poggiolo in ferro subito al di la della soglia e da una vetrata singola a lato della precedente. Oltre al minimale arredamento sono presenti, nella zona ovest nei pressi delle vetrate, i suoi oggetti di lavoro artistico.





    Bagno

    La zona servizi è una zona di piccola metratura, accessibile da quello spazio simil disimpegno appena entrati dalla porta principale, ben disposta e dove le finiture usate sono comunque solo visive. Senza finestre quest'area contiene un Wc, un bidet, un lavabo ed una vasca posta nell'angolo a nord-est. Ad illuminare la stanza sono presenti due fonti luminose: una principale che ovatta l'intera stanza con una luce calda, mentre un'altra posizionata sopra la vasca e che offre un effetto scenico.

     
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    Sensazioni.. solo semplici sensazioni ovattate a destare la sua mente. Percezione dell'ambiente attorno a se sempre più dettagliata man mano che i suoi sensi andavano a destarsi da quel torpore e da quel sonno giornaliero che, oramai da molto tempo.. troppo tempo, scandiva l'avvicendarsi di quella sua cronologia eterna.. e per certi versi senza senso. Immobile, in quella vasca di ceramica, la figura androgina andava a muovere solo le palpebre.. sempre più.. sino a che quelle sue azzurre iridi non furono liberate per poter scorrere in quella appena percettibile penombra. Erano passati circa appena sessanta minuti da quando il sole era tramontato e la sua sagoma ancora distesa in quel giaciglio preparato alla bene e meglio in quel bagno quasi completamente ermetico. Lenti e sinuosi furono i suoi movimenti che consentirono al vampiro di poter uscire dal suo "letto" ed andare a poter finalmente poggiare entrambi i piedi a terra. Uno dopo l'altro, in modo lento, vennero mossi per superare la porta che lentamente veniva aperta per omaggiare l'unica sala vivibile del suo monolocale della sua candida presenza... presenza che andò a prendere posto innanzi a quella vetrata sbarrata dalle persiane lasciate chiuse. Un piccolo sforzo fu eseguito dalle sue braccia nude, come nudo era il suo intero busto sovrastante la parte inferiore vestita da dei pantaloni larghi e comodi di colore nero, per fa si che la sua vista andasse a vagare finalmente verso il notturno paesaggio che si dipanava sempre più. Arto sinistro andò ad affiancare dolcemente il suo fianco mentre il gemello venne posizionato per far si che quella sua mano destra andasse a sistemarsi quella sua scompigliata chioma biondo cenere. Secondi.. minuti.. quelli si stavano susseguendo uno dopo l'altro mentre anche la seconda mano scendeva al fianco e la lingua usciva per scivolare lungo la sua dentatura superiore.
     
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  3. .Rorschach
     
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    ore 20:35


    Il paesaggio notturno di New Orleans in quel momento offriva uno spettacolo a dir poco desolante per il giovane vampiro. Un oscuro squarcio di città si estendeva davanti a lui, silenzioso e deserto, pervaso da una sinistra inquietudine. I pochi passanti di fronte al suo condominio si muovevano veloci, e lanciavano occhiate fugaci dietro di loro e le ombre degli edifici che sovrastavano la zona, sembravano quasi chiudersi a soffocare quel quartiere. Il posto dove aveva trovato casa non era esattamente il migliore, questo il Cainita lo sapeva bene. Tuttavia questi sapeva anche che la zona non era l'unico motivo per quell'aura di terrore che sembrava imperversare di fronte a lui.
    Dopo i tragici eventi avvenuti qualche mese prima, di cui Michael aveva letto qualche articolo, era inevitabile che le strade a quell'ora iniziassero già a svuotarsi. La città era stata preda di una disgrazia dietro l'altra, e la Camarilla stessa ne era stata profondamente scossa.

    Sentì la vitae scorrere dentro i suoi arti, mentre il suo corpo domandava ancora una volta il prezzo per una nuova notte libero dall'abbraccio della morte. Ci vollero pochi secondi prima che il suo intero organismo fosse di nuovo alla sua piena funzionalità. Ogni fibra del suo corpo venne irrorata, e l'intorpidimento generale si dissipò completamente. Se non fosse stata per l'implacabile sete che attanagliava la sua gola, Michael avrebbe potuto davvero credere di essere ancora umano. Ma il bisogno di sangue era ancora lì, pulsante a ricordargli della maledizione che solo qualche anno prima gli era stata inflitta.

    - 1ps per il risveglio.


    Ma al ragazzo non fu dato il tempo di riflettere sulla sua condizione. Un suono limpido proveniente dal suo comodino attirò la sua attenzione. Il suo telefono, appoggiato sopra la lettera che qualche mese prima gli era stata consegnata dal suo sire, dava segni di vita. E non appena Michael vi si fosse avvicinato, avrebbe trovato un semplice quanto interessante messaggio.

    CODICE
    From: unknown

    Carissimo. E' giunta finalmente l'ora che noi due ci incontriamo. Ti aspetto all'Emeril's Delmonico a mezzanotte.

    McCarthy.


    La firma del messaggio coincideva con il nome scritto elegantemente sul retro della busta. Dopo circa due settimane di attesa, finalmente il suo nuovo protettore si accingeva ad incontrarlo. O almeno così sembrava.
     
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    Un suono.. un suono attivò improvvisamente il suo senso dell'udito per far volgere l'attenzione dietro le sue spalle, anche se il suo corpo rimase immobile per una dozzina di secondi ancora. Mille volte udito quell'avviso sonoro e che preannunciava il recapito di un messaggio sul suo cellulare. Mentre le sue iridi scandagliavano il desolante paesaggio per ancora qualche secondo, ecco che la sua snella figura voltava la sua posizione per andar ancora ad alternar i suoi passi dal felpato tocco nudo sul pavimento. ..Mmhmm?.. mugugnò il vampiro in segno interrogativo mentre la luce dello schermo rivolto verso l'alto andava ad illuminare sempre più la figura del giovane. Con calma Michel andò a prendere l'oggetto di tanta attenzione per usare il suo pollice come chiave informatica. Iridi ghiaccio andarono a scorrere prima sull'icona dei messaggi.. e poi.. rapide e vogliose di informazioni, su quelle parole ricevute. Sopracciglia lentamente aggrottate mutarono il volto angelico e rilassato del vampiro per fargli assumere un'espressione lievemente indagatrice.. quando.. essa.. si tramutò grazie all'innalzamento del sopracciglio destroso in una decisamente incredula ed ironica. Era lui.. era colui che dopo essere giunto a New Orleans doveva incontrare per consegnare quella ..aspetta.. la lettera.. pensò di soprassalto mentre il suo sguardo venne diretto repentino verso la lettera. Le palpebre lentamente si chiusero mentre la mente cercava di riassettare le idee. Gettato il cellulare in modo bonario sul comodino.. eccolo spogliarsi di quei suoi pantaloni per camminare verso l'armadio come.. il suo Sire lo aveva fatto. Abiti eleganti per lui quella sera.. non v'era alternativa visto l'importanza della questione. Intimo, camicia, calzini.. per poi passare ai pantaloni ed alla giacca entrambi d'un marrone gessato. A rendere il tutto più sbarazzino.. il suo cappello a tesa corta a coprirgli il biondo capo. Messe le scarpe eleganti ai piedi.. eccolo dirigersi verso la lettera.. prenderla.. e porla nella tasca interna della giacca per subito dopo afferrare il cellulare ed infilarlo direttamente nella tasca destra dei pantaloni. Era pronto.. e con quel tempo che aveva perso per vestirsi.. vista l'ora dell'incontro aveva ancora un po' di tempo per prendere le cose con un po' di fretta mentre la sua figura s'apprestava a lasciare il suo appartamento e a rimuginare un po' tutta quella sua strana non vita.
     
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  5. .Rorschach
     
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    Di fronte allo specchio, Michael potè ammirare la sua figura in tutto il suo splendore. I lineamenti sinuosi e delicati del suo viso, i suoi occhi quasi trasparenti, la tonalità avorio della sua pelle. Fu difficile per la Rosa distogliere lo sguardo, quasi quanto lo era per chiunque altro, ma per sua fortuna ormai a quell'immagine ci aveva fatto l'abitudine. La sua attenzione venne attratta dai suoi abiti. Il suo stile era ovviamente impeccabile, tuttavia non potè fare a meno di notare qualche cucitura imperfetta e il taglio raffazzonato del suo completo.
    Purtroppo, vista la sua scarsa liquidità, non poteva permettersi niente di più raffinato. Erano finiti i tempi in cui i suoi mecenati gli offrivano il meglio del meglio. Tuttavia quella notte doveva incontrare un membro di una certa rilevanza nella società dei fratelli, sarebbero stati sufficienti abiti di fattura mediocre?

    Uno sguardo al display del cellulare rivelò al vampiro come cambiarsi non gli avesse rubato più di tanto. Gli rimanevano circa 3 ore prima di doversi presentare al Delmonico. Un luogo del tutto sconosciuto al francese, così nuovo alla vita mondana della città.
    All'infante era stato insegnato come il tempo fosse una delle cose più preziose nell'esistenza di un Fratello, forse era il caso di sfruttarlo in un modo o nell'altro, magari per prepararsi al meglio a quello che sembrava un'incontro fondamentale per la sua permanenza in Louisiana.

    Edited by .Rorschach - 29/9/2016, 11:46
     
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    Un sopracciglio.. quello destroso per la precisione andò verso l'alto mentre la sua psiche si lascava scappare qualche commento di troppo ..Il resto può andare.. ma.. questi abiti.. rincarò la dose mutando la conformazione della propria posa innanzi allo specchio ..mhhh .. faccio davvero pena.. Capo che come un faro con il mare in tempesta cominciò a ruotare attorno a quella sua figura, lasciando che il suo senso visivo sorvolasse ad indagare anche sulle più piccole discrepanze che dividevano il buon gusto dei salotti prestigiosi.. a quello di sicuro più convenzionale e del popolo.

    Andò verso l'armadio, dove le ante erano rimaste ancora aperte per sbirciare al suo interno e cercare soprattutto con la mente quale di quei completi fosse il più indicato.. anche se.. a sua memoria aveva preso quello più in buono stato ed elegante. Mano sinistra andò verso i capi per scorrerli uno ad uno, afferrarli dolcemente e farli scorrere con la gruccia su quell'asta di ferro ai quali erano appesi. Solo le sue cristalline iridi seguivano i diversi tessuti.. rimembrando fattezze e cercando di scorgere i più piccoli particolari ..pffhh.. sbuffò un po' stizzito per voltarsi di scatto. che fosse davvero l'unica soluzione?

    Androgino che d'istinto prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni mentre i tacchi delle sue calzature risuonavano lievemente ad ogni passo rivolto verso la vetrata della sua stanza. Capo inclinato verso lo schermo, che illuminava il suo volto, permettè al giovane eterno di verificare nuovamente l'ora. Labbra leggermente arricciate per qualche istante iniziarono quel tentativo di ricerca del pollice per cercare informazioni riguardo al punto d'incontro che gli aveva dato il suo principale riferimento. Piccoli dettami tattili cercarono d'attivare il motore di ricerca convenzionale.. per fruire di quei informatici tasti comparsi sullo schermo per comporre il nome del luogo d'incontro ..Emer.. Delm.. sussurrò appena lasciando quelle sue labbra lievemente aperte mentre il nome per intero dovrebbe comparirgli sotto gli occhi. Un attimo ancora e innanzi dovrebbero comparirgli alcune informazioni principali sulla sua futura destinazione finale. In teoria, pochi calcoli rapidi dovrebbero essergli utili per capire di quanto tempo dovrà usufruire per arrivare almeno con un po' di anticipo presso il loco con un taxi.. e con questo determinare a spanne anche quanto tempo può necessitare il suo intervento di restyle.
     
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  7. .Rorschach
     
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    Una rapida ricerca su google fu sufficiente a svelare il mistero rappresentato dal luogo indicato nel messaggio. Il Delmonico non era altro che un lussuoso ristorante di New Orleans, elogiato dalla maggior parte delle guide culinarie per la raffinata chef che faceva a capo dello staff. Oltre a qualche immagine delle pietanze, per la maggior parte a base di pesce e frutti di mare, e dell'ambiente luminoso, Michael non riuscì a trovare informazioni più dettagliate.

    Tuttavia come primo risultato della sua ricerca capeggiava l'indirizzo del locale. Un largo edificio al confine tra il quartiere francese e il Bywater, il centro storico della città. Un'altra rapida occhiata a google maps rivelò inoltre che in automobile, il vampiro ci avrebbe messo tra i 15 e i 20 minuti ad arrivare. E che l'edificio si trovava curiosamente vicino all'hotel Monteleone, Elysium e teatro dell'incontro fra il giovane Cainita e la stimata Principe della città.

    Edited by .Rorschach - 30/9/2016, 00:06
     
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    Con la sua calma elegante, dettata più da un continuo sfogliar nella mente su quei suoi pensieri, cominciò ad osservar la stanza. La lettera l'aveva presa, il cellulare era nuovamente in tasca, e di vestiti concretamente all'altezza non sembrava ce ne fossero. Passo che cominciò a riprendere sotto la sua immagine, mutevole ora nello spazio del suo monolocale, per farlo avvicinare prima a quel cassetto dove, una volta aperto, poté constatare come la presenza del suo coltello fosse ancora li. Lo prese delicatamente per infilarselo all'interno della giacca.. sulla stessa tasca dove nascosta risiedeva quella importante lettera. Poi prese anche il portafoglio, posizionato nell'altra tasca interna.

    I suoi passi ripresero per una manciata di movimenti e la sua figura presenziò davanti al divano, dove adagiata in modo composto, risiedeva un'altra giacca decisamente più da tutti i giorno. Mano principale del proprio estro venne allungata per rovistare all'interno del taschino esterno superiore.. dove.. alcuni secondi dopo.. poté estrarre quell'orologio tanto antico quanto particolare. Un orologio da taschino.. uno di quei orologi che difficilmente, in quei tempi, si potevano vedere in giro ed usati con tanta scioltezza.. ma per lui era più importante quel singolare oggetto segna tempo che il vero e proprio I-Phone. Un dettame antico della sua storia ed abitudine insomma che venne in seguito nascosto all'interno della nuova tasca esterna superiore.. dove di solito, a volte, va posizionata la pochette da uomo.

    Ancora movimento per lui.. calmo ed elegante.. verso quel suo ultimo passaggio innanzi allo specchio. Occhiate severe da parte sua andarono dalla testa ai piedi.. e con quell'ultimo passaggio visivo le sue mani, come dei veri e propri arnesi artistici, cercarono di modificare quella sua presenza.. almeno nell'apparenza per cercare di rendere la sua visione un po' più accettabile a quei suoi dettami mentali. Pollici ed indici vennero chiusi in sincrono su quel colletto della camicia per poter chiudere il primo bottone e per tirare, con un movimento deciso ma non forte, il bordo superiore del colletto verso l'alto, in modo da cercar di poter distendere ancor meglio il tessuto dell'indumento. Poi toccò alla.. ..merde.. pensò d'istinto con pronuncia francese constatando come nella fretta avesse dimenticato di mettere la cravatta. Allungò la mano, pendendone una che stesse in tinta con il suo completo, e cominciò a conferire al proprio essere un tono in più. Nodo stretto e corpo del vezzo sopra a ciondolare morbido sopra la camicia ed in vista per metà grazie al taglio stilistico della giacca. Mani verso il basso andarono ad allacciare in seguito un solo bottone di quell'ultimo indumento citato.. quello superiore per la precisione mentre gli altri due, più in bassi, vennero completamente ignorati. Una.. due.. lievi e morbide prese ai polsini della camicia esternarono parte del tessuto per farlo apparire da sotto le maniche della giacca. Un centimetro.. non di più.. non di meno.

    Postura eretta cominciò a prender forma in modo formale con l'inarcamento delle spalle e quel mento che, con un movimento all'apparenza di puro istinto vanesio, venne elevato lievemente per rendere la sua presenza più sicura. Scansione delle sue iridi indagatrici andarono nuovamente sulla sua figura che.. con dei piccoli accorgimenti sembrava andar un po' meglio.. già.. un po' meglio.. ma decisamente non bene.

    Eterno che cominciò a voltarsi lentamente, andando prima ad abbassare quella tapparella, e poi prendere la strada verso la porta principale del suo monolocale. Chiavi del suo rifugio vennero protette nella mano destra, mentre con la mancina spegneva la luce e richiudeva dietro se la porta. Imboccata la chiave e serrata la chiusura.. eccolo voltarsi verso il corridoio.

    Aveva già le idee chiare ora, una volta uscito dal suo covo ..allora.. un mezzo.. Sinuoso il suo sicuro avanzare lo portò a scendere le rampe di scale per finalmente toccare il piano convenzionale dove la maggior parte dei comuni mortali svolge i suoi interessi. Doveva prendere un taxi oppure un altro mezzo per spostarsi.. andare in quel centro città dove le sue opportunità sarebbero forse aumentate. I passi alternati mantennero sempre la solita cadenza sino ad arrivare forse al non lontano ospedale dove gli sembrava di aver notato, nei giorni passati, un discreto movimenti di persone, e di mezzi di servizio. Non sarebbe stato più distante di una manciata di minuti.. e già da distante il vampiro cercò di visionare la situazione.
     
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  9. .Rorschach
     
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    Un taxy per spostarti lo trovi senza problemi. Dimmi dove vuoi andare e provvedo a spostare la discussione dove opportuno ;)
     
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    Allora.. Al tassista chiederei:

    1: di portarmi a vedere dove si trova l'emeril's delmonico
    2: di lasciarmi presso un negozio di abbigliamento da uomo che al massimo disti 2km dall'emeril's delmonico
     
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  11. .Rorschach
     
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    continuiamo qui
     
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  12. .Rorschach
     
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    continua da qui

    Sono più o meno le 3:30 quando rientri. Descrivi pure il tuo arrivo a casa e quello che fai :) se vuoi puoi tranquillamente fare un post conclusivo della nottata e poi passiamo alla seconda notte ;)
     
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    Scese da taxi, concludendo quel semplice affare, con quell'aria stranita ed apparentemente spaesata degna del più improbabile turista in una nuova e grande metropoli. Ma non fu l'aver girovagato più del dovuto in centro a renderlo così silenzioso e con lo sguardo perso nel vuoto.. ma quella oramai irrefrenabile voglia, ora divenuta quasi una necessità imprescindibile, di dover esternare quegli imput artistici che erano accadute ore prima. Rapido quel suo incedere lo portò ben presto al suo appartamento, dove andò a rifugiarsi richiudendo a doppia mandata quella porta dietro se.

    Il suo sguardo andò a caccia di quel che gli serviva per abbozzare ed imprimere materialmente quell'assaggio dei visioni accolte nella mente, il tutto grazie a quella fioca luce calda dell'abat jour accesa una volta entrato, mentre i suoi gesti automatici andarono a togliersi quei preziosi indumenti per riporli con cura su una gruccia di legno. Una volta rimasto senza vesti a ricoprirgli il corpo, eccolo gettarsi letteralmente a chiudere le pesanti tende delle vetrate e raccogliere in seguito il suo carboncino con quella manciata di fogli di carta a pasta grezza.

    Rapido ed in primo momento schematico, il movimento della sua mano andò a segnare irrimediabilmente quella superficie rugosa e a tinta unita. Linee guida delle immagini impresse nella mente cominciarono a prendere vita quasi emergendo da un piano anonimo. Sensi tesi all'inverosimile accompagnarono quel suo trasporto sempre più sincopato e viscerale. La sua espressione angelica rivolta verso quelle sue abbozzate creazioni, per imprimere quelle sue prime sensazioni, risultò sempre più seria e catturata da quella divagazione mentale che solo una dozzina di minuti dopo lo aveva totalmente catturato. Psiche che collegava i vari elementi uno alla volta o più insieme per intraprendere un nuovo disegno lasciando a metà quello precedente, per poi riprenderlo e perchè no, in seguito continuarne uno nuovo. Apparentemente di stampo quasi autistico, la Rosa esternava quello che la sua mente indicava con fugaci e distinti imput, mentre quella sua mano destra delineava rette e curve scure dall'impronta netta e la mancina provvedeva a sfumare e a raddolcire imponendo volume e giochi di luci ed ombre.

    I soggetti, il piccolo passerotto di "settembre" attorniato dalla inzuppata vegetazione, quella innondata ed immobile Venezia con quel "caronte" in lontananza e quel corpo all'interno della gondola scolpito dalla sofferenza e dal dolore, sempre più cominciarono a delineare le loro forme prendendo vita nel bene o nel male.

    Usando sensi amplificati concludo la nottata creando tre bozze delle visioni vissute al Delmonico. Non mi sono soffermato sui particolari dei disegni perchè non so l'effettivo livello dell'esecuzione.. cosa che provvederò a fare eventualmente con il prossimo post per concludere il tutto.
     
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    Giochi di luci ed ombre, seguiti da quelle linee direttrici di forme, vennero sapientemente adoperati per plasmare quelle che all'apparenza erano delle fugaci quanto intense opere d'arte. Figli della pura passione istintiva fusa a quel raziocinio d'intelletto crebbero nel proprio ventre quelle figure perfette che, una volta partorite sulla nuda e grezza carta, esternarono ogni minima sensazione provata alla sola prima occhiata.. anche del più ingenuo osservatore. Piumaggio arruffato e zuppo d'acqua sembrava aver imbarcato persino la carta che appariva, con incredula illusione, persino ella stessa più pesante e zuppa a sua volta.. come negli altri due bozzetti che con l'acqua avevano sempre il loro indissolubile legame.

    Man mano che il tempo passava, quelle forme divenivano ogni istante sempre più dettagliate.. ma non con pindarici arnesi oppure con futuristiche tecniche.. bensì con pochissimi segni intrisi di sapienza. Il particolare che più avrebbe colpito nel primo bozzetto, sarebbe stato quell'occhio animale.. quell'occhio che.. riflettendo il grigio ed uggioso loco circostante, ebbe in se una vivida quando impressionante presenza indelebile, segno di quel suono di tacchi udito pochi istanti prima del suo risveglio. Un marchio indelebile di quella strana sensazione percepita in quell'istante che lo aveva sconvolto.. come quello sguardo perso ma al contempo enigmatico e ricolmo di un vuoto inquietante di quell'untore incontrato sulle acque della città eterna.. oppure come quel misero ed emaciato corpo all'interno della lugubre gondola dal quale l'essenziale anatomia umana sembrava aver pervaso quelle carni.

    Pochi altri tocchi per quelle sue abili mani e dita diedero alla fine il tocco finale con l'immissione di quelle luci teatrali che resero una profondità scenica ad ogni minimo dettaglio. Composizioni degne di nota quelle.. anche se rapide istantanee delle sue sensazioni provate saggiando quel nettare dalle magiche connotazioni.. vennero lasciate li, sopra quel tavolo accanto all'ingresso mentre il suo corpo, con lentezza ed avvolto da un rigoroso silenzio, si diresse verso quella stanza appartata e priva di finestre, degna del suo riposo diurno.

    Pochi e sinuosi movimenti riposero le membra angeliche nel suo giaciglio mentre la sua mente d'artista andò già all'incontro della notte successiva dove l'opportunità di cogliere nuove vie d'espressione e di messa in luce nella società dei non morti erano dietro l'angolo. Palpebre lente si chiusero per sigillare quella nottata e far tesoro di ciò che aveva appreso.
     
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  15. .Rorschach
     
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    Sembravano passati appena 5 minuti, quando le delicate palpebre della rosa si riaprirono la notte successiva, infuse di nuova vita e nuova vitae. Erano numerosi gli impegni a cui doveva tener fede quella notte, e non era il caso di poltrire ulteriormente.
    Un veloce sguardo al suo orologio gli rivelò che erano da poco passate le 7, ciò significava che aveva ancora qualche ora prima di giungere all'indirizzo dell'esibizione, che secondo il programma avrebbe aperto i battenti alle 11 in punto.

    Un lasso di tempo sufficiente forse per alleviare la sua sete, che si faceva un po' alla volta sempre più insistente, o per riavere indietro il suo telefono e restituire il raffinato abito noleggiato la scorsa notte. Il vampiro non era sicuro fosse sufficiente per rimediare ad entrambi i bisogni.
     
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