Armonioso banco dei pegni di Wen Fang

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    Situato nella Chinatown di New Orleans, tra Elk Place e Rampart Street, non lontano da Storyville (l’antico distretto a luci rosse della città, abbattuto da qualche anno), sorge un piccolo negozietto che apre solo nel pomeriggio e resta aperto fino a tarda sera.

    L’insegna, un pipistrello che tiene una moneta (simboli di fortuna e prosperità), identifica il negozio come un banco dei pegni di origine cantonese. “Armonioso banco dei pegni di Wen Fang”, chiarisce la scritta in caratteri cinesi.

    Non solo l’insegna, ma anche la clientela e la lingua parlata nel negozio sono esclusivamente cinesi. Liang Hu, il misterioso gestore dell’attività infatti, non spiccica una parola di inglese o francese. Ha rilevato l’attività sin da quando, un annetto fa, il buon Wen Fang è passato a miglior vita dopo un pernicioso (per lui) episodio di mancanza ematica.

    Nessuna concessione alle mode occidentali: come da tradizione cinese, il bancone è alto abbastanza da mettere il cliente in una condizione di soggezione fisica e psicologica, tanto per scongiurare il rischio di aggressioni (che, questo i clienti non lo sanno, Liang Hu sarebbe benissimo in grado di affrontare) quanto per far capire da subito al cliente chi è che ha il coltello dalla parte del manico nel corso delle transazioni. Sopra il bancone una vetro rinforzato, a rafforzare il concetto.

    I clienti vengono qui per impegnare, e qualche volta per vendere o comprare, raramente per riscattare, oggetti di qualsiasi tipo: dai più consueti ai più strani e apparentemente inutili. Qualche volta si tratta di cianfrusaglie o di oggetti procurati per strada, qualche volta di cimeli di famiglia, più spesso però sono semplici oggetti ordinari di cui chi viene qui, afflitto dall’urgenza di denaro, è disposto a fare a meno. Anche se magari avrà a pentirsene successivamente. Anche se magari, per allora, sarà probabilmente troppo tardi.

    Dall’alto del suo bancone, Liang Hu esamina la merce e soprattutto le persone, fa domande, valuta sia l’offerta sia chi gliela fa: in genere rifiuta, in qualche caso mercanteggia e a volte accetta o, se ha ancora dubbi, si prende del tempo per consultare “l’esperto”.

    L’esperto in questione altri non è che Berenice della Passaglia, Domitor di Liang Hu, la quale ha dato precise istruzioni al proprio seguace: prendere solo merce di valore o facilmente rivendibile su cui riesce a spuntare un buon prezzo, oppure cimeli di famiglia e altri oggetti appartenuti a defunti. È sempre lei a valutare il vero valore della merce acquistata e a decidere se tenerla (nel caso di cimeli di famiglia) o rivenderla e a quanto.

    Il resto del negozio è costituito dall’ampia vetrina (doppio vetro rinforzato da sbarre di metallo) dietro cui sono disposte le merci non riscattate che vengono rivendute nonché da uno studiolo sul retro dove Liang Hu deposita gli articoli più interessanti per Berenice, e dove lei fa le sue valutazioni e i suoi macabri esperimenti.

    Tra la vetrina e la stanza sul retro, un piccolo comparto segreto cieco, più che altro un’intercapedine, che ospita un lettino e poco altro: è il rifugio di emergenza di Berenice.

    Edited by Berenice della Passaglia - 5/12/2020, 20:45
     
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    Buio pesto, e un misto di odori sgradevoli: stantio, legno di scarsa qualità e sangue rappreso. Il suo.

    Berenice non può ancora vedere, ma già si sente oppressa dall’ambiente claustrofobico di due metri per uno – giusto un’intercapedine nascosta tra due stanze che ospita un lettino e poco altro.

    Si tratta solo un rifugio di emergenza utile, normalmente, a salvare la pelle prima del sorgere del sole o nel caso estremo in cui Villa Vinci fosse compromessa.

    Quella, però, è una serata differente dalle altre: è il 4 aprile. Sant’Isidoro di Siviglia, per i mortali, ma molto, molto di più per i Giovanni e le famiglie a loro consociate: il “compleanno” della famiglia di necromanti veneziani, nata ormai quasi seicento anni addietro.

    Fatta mente locale, Berenice per prima cosa si concentra per far affluire il prezioso sangue alla nuca, e rimarginare così la ferita che ogni notte ricompare a ricordarle l’errore commesso. Monta prepotente l’odio per lo zio Michele.

    Quindi si alza e si dispone a compiere tutta una serie di operazioni preparate con cura la notte precedente: si scinge la sottile veste da notte per indossare un elegante vestito nero e verde scuro. Poi le scarpe, l’acconciatura, quindi un po’ di fondotinta studiato per mascherare il pallore naturale e mascara per evidenziare il contorno occhi.

    Solo allora la donna apre la complessa serratura che permette alla porta di scorrere e, spostato l’armadio che fa da passaggio segreto, di accedere allo studiolo.

    Dal fondo del locale, un parlottio di voci in cinese, una appartenente a una vecchia, dal tono implorante, l’altra appartenente a un uomo dalle poche parole. È l’ultimo cliente della giornata di lavoro, poi Berenice sente la saracinesca chiudersi con un uno schianto metallico.

    Pochi istanti dopo, l’uomo dalle poche parole appare di fronte alla donna con un panno in mano sul quale sono disposte diversi oggetti e ninnoli.

    Ben trovata mia Signora. Questi sono i pegni di oggi.

    Berenice si avvicina un attimo, esamina gli oggetti fino a quando non trova una piccola spilla d’argento.

    Questa. Le altre cose mettile via, si possono rivendere.

    Quindi è ora di prendere le ultime cose: la mezza maschera veneziana, con cui la donna è solita celare il volto. L’immancabile braccialetto tibetano, regalo della madre. Un foulard di seta a cingerle il collo.

    Infine, Berenice tira fuori da un cofanetto un piccolo fazzoletto bianco e se lo rigira tra le mani con un sorriso.

    Buonasera fratello mio. Sei pronto?

    Per poi appuntarselo al petto con la piccola spilla d’argento requisita poco prima e voltarsi a chiamare il servitore.

    Liang Hu prendi le tue cose, è tempo di andare. Non vogliamo far attendere troppo i nostri cari congiunti.



    - 1 PS per rimarginare Ferita aperta

    @Master: per raggiungere Villa Vinci posso fare la più fattibile tra le seguenti: far rubare l'auto a Liang Hu, oppure Dominare qualcuno che mi ci porti con l'auto o ancora, se non è troppo lontano, andare a piedi


    Edited by Berenice della Passaglia - 23/12/2020, 15:13
     
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    Curatasi dell'onta e espletati quei piccoli vezzi propri del quotidiano Berenice attese l'arrivo del taxi prenotato la sera prima, una delle tante comodità proprie della vita moderna e divenute presto normalità in quella parte di mondo. Il buon Liang Hu era tutto preso a chiudere bottega e prepararsi per l'uscita della sua signora, mentre ciò che rimaneva di suo fratello prendeva forma al suo fianco. Odio questo posto. Esordì in Cantonese. Avrei preferito essere lasciato alla Villa, avrei quantomeno potuto tenere compagnia ai nostri cugini durante quei noiosi preparativi. Il volto ectoplasmico rimase definito per il tempo necessario a rendere palesi le tracce del vecchio morbo, andando poi a disperdersi. Da che erano arrivati a New Orleans Gregorio aveva dimostrato di gradire la "nuova" magione di Famiglia e soprattutto la compagnia di Alfredo, uno dei tre Sangue Unico presenti in città.

    Un improvviso quanto fastidioso rumore di clacson tarpò via il brusio proveniente dalla strada, ripetendosi dopo circa dieci secondi. Mia Signora, è arrivata l'auto. Il Ghoul sottolineò l'ovvio, premurandosi di seguire la padrona all'esterno qualora fosse pronta ad uscire.


    un favore, metti lo schema di colori in firma. Mi sono permesso di scegliere al volo un colore per Gregorio, ma cambialo pure se vuoi.
    -1ps, danno curato.


    Edited by Shaitan - 23/12/2020, 18:22
     
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    A sentire il discorso di Gregorio, Berenice inarcò appena le sopracciglia e rispose tagliente:

    Caro fratello, so bene che ti piacerebbe riassaporare la libertà perduta, ma quello è per te ahimè un sapore perduto, irrecuperabile.

    Lontano da me non troveresti nessuna nuova libertà, ma solo nuove schiavitù. E non tutti sono gentili come me, tienilo a mente.

    Piuttosto, nelle prossime ore cerca di starmi sempre attaccato se non sono io a dirtelo. Se ti succedesse qualcosa sarebbe oltremodo spiacevole, ne convieni?


    Nel frattempo, il servitore mortale aveva annunciato l'arrivo del taxi.

    Berenice fece segno a Liang Hu di sedersi davanti, insieme all'autista, mentre lei - e l'impercettibile Gregorio - prendevano posto sul sedile posteriore.

    La donna si sporse leggermente verso l'autista, ordinandogli:

    Ci porti a Villa Vinci.

    E dandogli l'indirizzo, per poi appoggiarsi al sedile e rimettersi a pensare, il sopracciglio ancora inarcato, disattenta a quello che succedeva fuori dal finestrino.



    Cosa so io di Alfredo? Che tipo è come carattere? Di cosa si occupa, cosa studia? Ha particolari interessi?

    P.S. ho scelto il verde per Liang Hu, fa più contrasto
     
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    L'avrei vista più come vacanza premio che come vera e propria libertà, Berenice. Le soffiò all'orecchio la voce spettrale di Gregorio. Anche se ritengo che tu ti stia sbagliando su una cosa, in quanto ho trovato i padroni di casa piuttosto bendisposti. Soprattutto l'Anziano Alfredo, visto quante poche volte abbiamo potuto incontrare suo fratello Roberto. Alla cainita quelle parole suonarono po' strane, con lei Alfredo si era dimostrato tutt'altro che accomodante e propenso alla chiacchiera. Era un capofamiglia duro, che voleva tenere saldamente le redini di quel variopinto carrozzone con cui condivideva la Villa. Non aveva mai dato mostra delle sue capacità Necromantiche di fronte a Berenice, dimostrandosi più propenso a questioni terrene. Non aveva però ben capito quali fossero i suoi campi, cosa gli interessasse in quella città così umida e cupa. Sapeva ancor meno dell'altro Giovanni a capo di Villa Vinci, Roberto. Ma in questo caso per semplice latitanza dello stesso. L'unico Veneziano che Berenice poteva dire di aver conosciuto come si conviene era Michael Giovanni, il fratello minore di Alfredo e Roberto messo dagli stessi a guida dei Doppio Sangue. Ne convengo. Un bofonchio stufo per poi girarsi dall'altra parte, concentrandosi sul quartiere cinese oltre il finestrino.

    Il Taxi ci mise un po' più del dovuto a lasciare il centro urbano, complici alcuni posti di blocco che l'autista aggirò con la sagacia propria di chi conosceva a menadito strade e stradine. Ma alla fine Berenice scorse le campagne dell'entroterra, la strada verso casa.


    Continua qui.


    Edited by Shaitan - 23/12/2020, 21:39
     
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4 replies since 5/12/2020, 20:05   136 views
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