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Incantevole monofamiliare circondata da un esotico e curato giardino, che accoglie i visitatori nel suo confortevole abbraccio architettonico, di un classico e sobrio stile colonialistico locale.
La proprietà, in origine un vasto appezzamento sul bayside del Lago Pontchartrain era molto più grande: è stata lottizzata dal neo proprietario prima che le propagini cittadine raggiungessero del tutto Kenner; difatti può godere di un discreto isolamento dal resto di New Orleans, pur non trovandosi completamente tagliata fuori.
L'esterno è caratterizzato dal viale di accesso che circumnaviga la fontana centrale che, adombrato dalla vegetazione, fa da centro alla figura disegnata dalla straducola ghiaiata. Aggirado la casa, è possibile raggiungere un grande box auto e godere della vista sul lago dalla veranda e dal giardino.
Sorge su tre livelli, primo piano, piano terra ed interrato. Il piano terra è composto da ingresso, guardaroba, ampia e lussuosa cucina, sala da pranzo e salotto, uno studio ed un bagno. Mobilia e cromie richiamano la semplice ricercatezza del luogo, i suoi colori, e donano una innegabile sensazione di comfort.
Al piano superiore si trovano stanze per gli ospiti, la camera padronale, altri servizi e lo stile non si discosta affatto dal pianterreno.
Dalla cucina e da un accesso non distante dal box auto si può giungere al piano interrato; ben tenuto e dotato di una piccola ma invidiabile cantina dove toneggiano vini e spiriti da un lato, e normo dotazioni per la cura della casa, se si conoscono i passi da compiere è possibile accedere ad uno spazio segreto, ricavato durante i lavori di ristrutturazione.
La stanza claustrofobica, sapientemente isolata dal resto della casa e dal terreno circostante, appare più piccola di quel che sembra; non è raro trovarvi chiazze di sangue rappreso, libri di medicina ed anatomia sparsi alla rinfusa accanto agli apparati dell'epoca ed agli arnesi da chirurgo. La lettiga, di solida presenza, è dotata di spesse e robuste cinghie di cuoio e si trova pressapoco al centro della stanza. L'odore di formaldeide e prima putrefazione può portare i più impreparati a trovare l'idea della nausea più che plausibile.
Un mobile contenente attrezzi di laboratorio, contenitori, farmaci e dubbi materiali come sassi dipinti con quello che difficilmente potrebbe non essere sangue campeggia di fronte all'ingresso segreto, lasciando tutta l'attenzione per la lettiga al centro. alle ali di questa una cella frigorifera sulla sinistra dell osservatore, ed alla destra quattro bare poggiate contro la parete.
Avanzando nella stanza, inoltre, è possibile udire lo scalpiccio delle suole su incrostazioni sanguigne, polveri di gesso e cera di candele ormai spentesi.
La comoda civiltà dell'abitazione, specie se la natura di eventuali visitatori rispetta gli standard più conservatori della Famiglia o di visitatori non ve ne siano affatto, può vedersi alterata per la presenza del personale domestico: cadaveri semoventi e lamentosi, perfettamente abbigliati da cameriera o da butler, di tanto in tanto possono essere incrociati o possono sopraggiungere mentre trasportano con scarna partecipazione biancheria o qualche vassoio, oppure mentre spolverano come automi in giro per la casa.
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Non è del tutto vero, ma glielo lascio credere. Adoro avvertire le vibrazioni di desiderio sulla sua schiena sfiorata dalla seta, quando carezza il mio corpo con il suo per svegliarmi.
Non è lei a svegliarmi, è la notte, ma glielo lascio credere. A volte me ne convinco anche da solo. La chiave per una buona menzogna è crederci per primi.
Siamo quasi comici, a vederci assieme, lo pensiamo entrambi ma non potrebbe importarci di meno. E' il nostro divertimento, non quello di qualcun'altro. La afferro subito per le natiche trascinandola verso il mio viso. Ride, mi dice che la cena è pronta. Ne sento il profumo, appena svegli è impossibile non sentirlo.
Le dico che preferisco altro, prima. Lei lo sa bene, e finge un femminile sconvolgimento per i miei appetiti. E' brava a lasciarmelo credere; quasi quanto me, o forse più brava. Picchia sulla mia pancia, tenta di rivoltarsi, ma poi gode e mi tira verso il suo sesso per i capelli. Mi si spezza il cuore, stanotte è la notte e dovrò lasciarla prima del solito. Per fortuna ho già programmato tutto.
Se il profumo del pasto mescolato al suo è inebriante, i sapori assieme sono paradisiaci. Il pensiero di mettere la colonia, che cancellerà gran parte dell'amplesso orale da me, mi infastidisce. Vorrei divorarla. Passare molto diversamente la serata.
Ma non sarebbe professionale presentarmi a Villa Vinci odorando di lei, anche se è mia moglie, ancor meno lo sarebbe arrivare in ritardo perché voglio sbattermela e farmi sbattere per tutta la notte mentre mi ingozzo. Persino i vestiti mi danno fastidio. Sanno di pulito, io voglio addosso lei, che già pensa ad altro, col suo libro della serata tra le mani, distesa sul letto. E' brava a far finta di leggere, sono bravo a far finta di essere ferito perché mi ignora. Entrambi sorridiamo discretamente e stiamo al gioco.
Sono pronto. Le dico, voltandomi.
Stai bene. Tornerai tardi? Mi domanda lei.
Tu stai meglio. Non lo so, immagino ci sia molto di cui discutere. Temo che lo saprò solamente una volta giunto all appuntamento. Ci diciamo ciò che c'è da dire con un solo sguardo, esco ed imbocco le scale. Incrocio Stanley, all ingresso. Salve, Stanley. Splendida serata, non è vero? Oh, ma grazie... Lo privo del cilindro che mi porge con grazia, per non fargli lasciare i polpastrelli attaccati al castoro. Devo procurargli dei guanti, santo cielo. Chissà dove li ha lasciati. Il butler mi risponde con un mugghiare convinto, quando gli ordino di badare alla casa ed a Esther. Il buon vecchio Stanley. Peccato che cominci a cadere un po' a pezzi, dopotutto ha già qualche mese. Migliorare i trattamenti, dovrò inserirlo in agenda. Il soprabito ed il bastone, sono fuori di casa.
Lo scroscio della fontana è coperto dal rombo della Duesenberg nera che si ferma proprio davanti al portone. Sfilo l'orologio, spio l'ora. Impeccabile, Armando. Impeccabile. La berlina nera si inclina quando impegno le sole sospensioni del lato passeggero posteriore. Siamo in perfetto orario. Confido nella tua abilità al volante, ora...
L'italiano si volta appena per squadrare il mio abbigliamento. State un fiore. Numerosi assensi, mette la marcia e ci allontaniamo dalla proprietà, salutati dai palmizi e dalla silhouette di donna al piano superiore. Posso sentirla, e quando mi volto è proprio lì, appena oltre i tendaggi leggeri ed i profumi delle infiorescenze. Nessuno dei due riesce a fingere per troppo tempo, l'uno con l'altra.
Non risparmiare sul carburante, Armando. Lo sportellino dell'orologio scatta di nuovo. Sentiamo come la fai andare, questa meraviglia. I giri salgono, Vacherie è già più vicina.
Edited by Bartholomew Dunsirn - 22/12/2020, 12:11. -
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Certo, Signore. Armando uscì dal bel vialetto della Villa e prese una strada ben lontana dalla giungla cittadina, per donare un po' di quiete al Dunsirn prima del gran galà. Si preannuncia una bella serata, Signore. Non era ancora riuscito a far suo il più consono Sir, che cadeva di fronte alla dolce Madre Lingua. Chilometri vennero macinati e nuovi, più semplici paesaggi si avvicendarono oltre il finestrino della Duesenberg...quando ad una certa Armando spezzò il silenzio, il dolce cullare della velocità di crociera. Signore, mi scusi l'impertinenza ma prima di partire mi sono permesso di procurarle una delle edizioni serali del Times-Picayune per il viaggio. Gli occhi scuri del Putanesca incontrarono quelli del suo Domitor nello specchietto retrovisore. Nel caso potrà trovarla nel comparto di destra. . -
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Ipertinenza...? Oh, ottima idea... Ottima idea. Emette bonariamente; lungi dall ammetterlo, non si trova del tutto a proprio agio sui sedili posteriori. Il continuo spostarsi e far caracollare l'indiscreta massa corporea è sintomo di una certa irrequietezza, confermata dalla sottile, innocente invidia diretta al guidatore. Eccolo. Sfila il quotidiano, lo dispiega e domina la prima pagina in cerca di notizie interessanti. Mi distrarrà... A proposito Armando, hai spesso più occasioni di me, di guidare, e so che apprezzi come me i motori. A tuo giudizio, hai sentito parlare di nuove case automobilistiche, o scuderie? Pur contento, col suo Times locale, non fa a meno di interessarsi alla guida ed alle automobili. Peccato che l'occasione richieda un certo stile. . -
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Il giornale portò le solite brutte notizie dal lato finanziario, tracolli telefonati che Bartholomew era riuscito ad evitare grazie a investimenti esteri e magri rimbocchi che avrebbero interessato più qualche pesce piccolo in pastura su ciò che rimaneva di Wall Street dopo l'anno precedente che uno squalo come lui, spostatosi in tutt'altri mari. Ma non fu la piaga dei mercati a guadagnarsi la prima di copertina, quanto la crescente diatriba tra il governatore della Louisiana Huey P. Long e il Sindaco di New Orleans, Semmes Walmsley. Gli attacchi via stampa del governatore si facevano via via più pressanti, e in tutta risposta Walmsley chiamava alle armi in difesa dell'autonomia cittadina. Una guerra fredda che andava scaldandosi, sempre più.
Il resto delle notizie prese così meno spazio del dovuto, venendo relegato alle terze pagine di cronaca: un senzatetto dalla morale dubbia quanto la sua igiene mandato in sanatorio dopo aver distrutto la vetrina di una boutique, l'ennesima prostituta aggredita e lasciata malconcia per strada. Come sempre la Big Easy si dimostrò viva e pulsante, soprattutto nelle disgrazie.
Nel mentre Armando aveva iniziato a parlare del nuovo modello della Bmw, la 3/15. Una spanna sopra alle concorrenti dello stivale come la Ansaldo e simili, ormai sulla via del tramonto.SPOILER (clicca per visualizzare)N.b. la questione Long vs Walmsley è storia vera. In azione mi sono tenuto sul vago per ovvi motivi, ma visto il tuo alto punteggio di politica ne sai certo di più. Se vuoi approfondire la cosa fammi sapere, ti dico bene in privato.
Continua qui.
Edited by Shaitan - 23/12/2020, 21:39.
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