Appartamento/Rifugio di Ryan Mitchell

Poseur connection

Un’ altra schifo di notte. Il sole era appena calato dietro le imposte chiuse delle finestre, e la bestia lo aveva sentito. Precisa come un orologio svizzero aveva rizzato le antenne assorbendo nei muscoli il sangue necessario per riattivarli ancora, per un’altra schifo di notte. In cuor suo sperava un giorno di non svegliarsi più, l’aveva sempre sperato, ma quel desiderio sembrava essersi indebolito quando era stato abbracciato. Si sarebbe alzato un’altra notte e per tutte le altre notti del mondo a seguire, mosso solo dalla bestia che era diventato. “Spegnere” la creatura immonda sarebbe stato impossibile, perché volente o nolente ella avrebbe preso il controllo del suo corpo se avesse smesso volutamente di nutrirla. Era una parassita del suo corpo e lui un parassita della società. Che bella merda. Si alzò di malavoglia dal letto su cui aveva riposato. Un’altra schifosa nottata avrebbe altrimenti atteso la sua presenza e sia mai che la bestia aspettasse. Rifece il suo letto preciso e ordinato come ogni sera pur di ritrovarlo intatto al momento di caricarsi. Era una cosa che gli aveva insegnato suo padre che aveva fatto il militare a suo tempo: rifai il letto appena sveglio tutte le mattine, così per quanto male andrà una giornata avrai sempre un giaciglio pronto. Si recò poi in bagno a darsi una sistemata. Non serviva davvero farlo: il suo corpo aveva smesso di vivere, la sua barba e i capelli non sarebbero più cresciuti, ne caduti. Non aveva più bisogno di lavarsi perché la sua pelle non sarebbe più ingrassata, ne avrebbe emesso schifosi odori. Era un vantaggio, un minimo vantaggio per una vita eterna da schifo. Si vestì come era solito fare, più una giacchetta leggera. La primavera era iniziata e le temperatura con lei iniziavano ad alzarsi; di poco, ma si alzavano. Si ingigantiva però anche la durata del giorno e con essa la lunghezza del suo sonno vampirico.

Andò al cellulare e presolo in mano iniziò a scrollare sulla prima pagina di internet le notizie della giornata. Di sicuro era morto qualcuno, probabilmente un incidente stradale, di sicuro una ragazza era stata stuprata da qualche parte e di sicuro ci sarebbe stato un ennesimo scandalo politico di cui così poco gli interessava. L’unica cosa veramente divertente di questi ultimi era la magia che trasformava le sostanze stupefacenti dei politici in normalissima farina integrale. Ecco, quella era una magia che avrebbe voluto imparare.

A proposito di stupefacenti, era il caso di andare a fare un giro per la città, incontrare il proprio gregge, scoprire da loro qualche notizia più pertinente alla città stessa, per poi offrire loro un piccolo premio fedeltà prima di cibarsi di loro. Non era una cosa che amava fare, anzi lo disgustava dover dare quell’oro bianco ad altri per poterlo assumere lui stesso. Non lo disturbava più il fatto di dover bere sangue, la bestia l’aveva quasi educato a quell’azione e gliela faceva passare per la cosa più banale del mondo, quasi come fosse bere un succo di frutta. Pompelmo o umano non c’era poi molta differenza, no? Respirare però gli mancava, così come gli mancava sentire la pelle lesa da una siringa e la sensazione di caldo o freddo che ne seguiva. Gli mancavano le sensazioni carnali, quelle dei mortali. Quelle mentali invece erano ancora lì, quasi potevano dire di essere peggiorate dopo il trapasso.

Recuperò quindi il necessario da casa sua, qualche bustina che avrebbe ben nascosta sul suo corpo, il portafoglio con i soldi, le chiavi e poi via per le strade della propria città che aveva battuto più e più volte. Non era il caso di prendere la macchina quel giorno, c’era bel tempo e non aveva piani di andare lontano dal suo centro solito. Forse sarebbe passato all’Elysium se fosse successo qualcosa, se avesse dovuto incontrare i suoi fratelli cainiti, bestie maledette tutti quanti. Non gli piaceva nessuno di essi, né la sua signora, né il suo famigerato capo o principe che si dicesse. Erano solo strumenti, alla stessa stregua degli umani, solo erano giocattoli più pericolosi da maneggiare.

La vita tutta era solo una grandissima scatola dei giochi: bisognava solo avere la fantasia di mettere tutti i pezzi in ordine per inventarsi qualcosa di nuovo. Si, ma prima di tutto, come ribadiva la bestia, bisognava mangiare. Che fosse Fred o Tania, qualcuno del suo gregge insomma, o la subrette della 56esima strada poco importava: qualcuno doveva diventare il suo pasto per quella giornata. Sfamarsi dai soliti era quasi meglio: dovevi loro poche spiegazioni, gli davi una bustina, loro si facevano e tu ti facevi di conseguenza. Un lavoro facile. Il vero problema era trovare uno di loro.

Poseur connection

Scrollando le pagine web Ryan non poté non notare come ci fosse una notizia in particolare che era stata ritwittata ancora e ancora dalla sua cerchia più intima. “Corse clandestine: Ancora nessuna traccia della banda colpevole della distruzione di una pizzeria a Slidell” Era l’evento di… cosa una settimana prima, tipo? Sembrava che durante una corsa clandestina una delle auto partecipanti avesse sfondato in pieno il locale. L’idea delle corse clandestine in città non era nuova. Ricordava che all’accademia di polizia qualche suo collega più anziano aveva già indagato su qualche mafioso o scapestrato che si divertiva la notte. Più che altro era incredibile non essere ancora risaliti a nulla della macchina che aveva causato l’incidente e da essa chi la stava guidando. Forse però non era colpa della polizia: forse non si avevano notizie perché i clan vampirici avevano oscurato il tutto. Quelle sporche bestie allungavano i loro denti su qualunque cosa volessero, non era difficile escludere un loro coinvolgimento anche in quella faccenda. Non era nulla di speciale come notizia in se’, soprattutto se non vi erano sviluppi. Scrollò oltre.

Tra i messaggi personali però due attirarono la sua attenzione. Quel gaglioffo di Adam gli aveva scritto. Era in giro con una nuova tipa da quanto aveva capito e la povera cornuta moglie era a casa da sola. Quel mortale non sapeva che santa donna avesse affianco. Era intelligente Claire, e sapeva benissimo che da pesci era divenuta una toro per tutte le corna che Adam le aveva messo. Perché stava ancora con lui, quello sì che era un vero mistero. Gli mandò l’emoticon del pollice in su e quindi gli scrisse “ Se la vedo le dirò che stai indagando su quelle corse clandestine.” Era importante mettersi d’accordo fra colleghi su quale balla raccontare. Se Claire arrivava potevano farsi due risate sul fatto che le indagini non procedessero proprio perché c’era Adam al lavoro su di esse. Quello sarebbe stato spassoso.

Subito dopo una notifica: messaggio vocale dalla lancia brujah. In vita sarebbe stato un buon compagno di sniffate… peccato che fossero non morti. Cosa poteva volere il vicesceriffo di un altro clan da lui? Premette il pulsante di riproduzione del messaggio venendo immediatamente stordito dagli insulti in spagnolo. Ramirez e la tecnologia, quale duo migliore? Forse Caino e Abele.

Ryan alzò un sopracciglio nell’ascoltare il messaggio, dopo aver abbassato il volume. Il vice sceriffo, forse preso dalla sindrome di Adam non aveva voglia di lavorare e stava scaricando a lui ed ad un altro nuovo vampiro un suo compito? Ah beh, figo. Si, se per figo si intende che palle. Però… era il vice sceriffo. Una carica civile, ma una mano lava l’altra e favore dopo favore.. magari… poteva farsi strada nella società vampirica. Nel peggiore dei casi, poteva considerarlo tutto un gioco. Avrebbe voluto rispondere un pollice in su come conferma di lettura, ma sapendo che si trattava del brujah optò per un messaggio testuale più decente “Mi avete intrigato. Passo appena possibile”.

Peccato che l’Elysium fosse dalla parte opposta della città, in una zona niente male tra l’altro. Quartieri stupendi e bassifondi… bassifondi in cui nessuno avrebbe cercato. Si, però non era la sua zona, non era il suo gregge. No, la cosa migliore da fare ora era andare a mangiare qualcosa da uno dei suoi e poi forse prendere un tram o un taxi. Ma prima pappa, gli ricordava la bestia. Ma prima pippa gli ricordava il cervello. Aveva ben due demoni a cui obbedire. [Continua Qui]