Nei pressi di St. Louise

Stradine come tante

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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    Limitrofa alla zona della cattedrale, si tratta di un'area di media sorveglianza, abitata e trafficata solitamente fino a tarda notte. è l'ultimo punto in cui un motore può essere parcheggiato prima di accedere a una zona prettamente di scorrimento urbano.

    @Jerome: continua da qui.

    Uscendo trafelato dal proprio appartamento, il Toreador comprendeva di dover recuperare il tempo impiegato. Ironicamente, la sera del suo rapimento, aveva anche deciso di non allontanarsi eccessivamente dalla zona del suo rifugio.
    Ma ora si trattava di ricordare precisamente dove fosse, cosa che lo avrebbe costretto a un paio di minuti di ricerca.

    @Musashi: Continua da qui

    Aveva ancora il caldo sapore della vitae sulla lingua mentre guidava rapidamente verso la St. Louise. Il clan del resto lo aveva chiamato, e la tempistica era una delle pretese della piramide. Stephanie lo aveva chiamato.
    Aveva circa dieci minuti per essere puntuale. un tempo più che abbondante per giungere in cappella.
    Ma il fato doveva avere qualche tipo di riserva su Musashi e i suoi appuntamenti, poichè lo stesso, parcheggiando il proprio veicolo nei pressi della cattedrale, non potè che stupirsi.
    A nemmeno venti metri da lui, lo scomparso da quasi due notti Jerome, camminava rapido guardandosi attorno come alla ricerca di qualcosa.

    Turni:
    -Musashi
    -Jerome
     
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    Musashi aveva da poco posteggiato, quando ad un tratto il suo sguardo ricadde su una persona a lui non distante.
    Strofinò una mano sul viso con vigore, come a cercare di aguzzare la vista. Non era certo di vedere bene

    Ma è lui?! Che tempismo dannazione..

    Inoue sembrò pensare fra sé e sé cosa fare.
    Aldilà di avere i tempi contati, non gli andava a genio di farsi trovare in quei luoghi.
    Tuttavia lo cercavano non da poco e le informazioni che poteva avere sarebbero potute essere utili alle lance e indirettamente al suo stesso Clan.
    Oltretutto, stando alle parole anche di Cooper, Jerome non era un fratello qualsiasi, per quanto in questo momento le apparenze potessero ingannare.

    Musashi si avvicinò piuttosto rapidamente, senza tuttavia correre.

    Jerome!

    Esclamò con tono fermo; udibile ma senza alzare troppo la voce. La sorpresa di vederlo li era evidente
     
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    Jerome era assorto nei suoi pensieri. Quello era il luogo dove lo avevano rapito, ma non riusciva a ricordare alcun particolare che lo potesse aiutare in qualche modo. Sembrava fosse passato molto tempo da quel disgraziato istante. E proprio mentre cercava di fare luce su quanto accaduto, si sentì chiamare da una voce familiare ma che non riusciva ad inquadrare con certezza. Poi alzo lo sguardo e con grande stupore, vide la sagoma di Musashi, che pareva stupito quanto lui. Lieto di vederti ancora fratello. E di questi tempi la cosa non e' così scontata. esordì l'artista, accompagnando le parole con un teatrale gesto della mano ad indicare un sorta di riverenza. Avrei da raccontarti un sacco di avvenimenti, ma suppongo che sarebbe lo stesso per te e rimanderei la discussione su quanto abbiamo vissuto a momenti migliori. Piuttosto dimmi: come mai ti trovi qui? Sei stato contattato per caso da Otto pure tu?
     
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    Musashi si grattò la nuca con un sorriso perplesso a stento celato.
    Forse era in parte divertito da quella situazione surreale; del resto era da giorni che cercavano i due ed ora, come nulla fosse, eccoli a portata. Peccato non avesse troppo tempo.

    Lunga Notte Jerome

    Rispose con altrettanta riverenza e cordialità.

    ..in realtà destino vuole che cercassi proprio te e otto..proprio per scambiarci le esperienze a cui alludevi..

    Inoue si passò il mento con fare perplesso, per poi continuare

    Ora ho un attimo un contrattempo prima di un appuntamento importante..alle 22 d oggi, assieme a Julius, siamo attesi dalle Lance..sarebbe fondamentale che ci raggiungeste anche tu e Otto..a tal proposito ti chiederei i vostri contatti, in modo che vi possa girare la posizione..sarà mia premura segnalare il vostro arrivo

    Inoue prese il telefono, per guardare con nonchalance l ora e per mostrare fosse pronto a registrare i due numeri.
    Nei modi non voleva tradire la fretta che avesse e manteneva un atteggiamento rilassato e rispettoso di chi aveva davanti.

     
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    Più avanti lungo quella stradina tortuosa cammina un individuo piuttosto singolare.
    Curiosamente e in un modo forse un po’ paradossale, ciò che maggiormente rende l’uomo oggetto della curiosità dei passanti è il suo ridicolo e oltremodo controproducente tentativo di passare inosservato, che si riflette nel suo abbigliamento così desueto.
    In altre parole quel tizio, che forse ha visto troppi vecchi film di spie, dev’essere intimamente convinto che per non destare attenzioni indesiderate l’ideale sia coprirsi con un lungo trench grigio fumo e indossare il cappello… insomma, un po’ come Humphrey Bogart in Casablanca.
    Aggiungiamoci poi quel vistoso paio di baffi e il taglio di capelli d’altri tempi e il cosplay da spia sovietica è bello che pronto…

    von-braun

    Otto von Braun – tanto Jerome che Musashi potranno facilmente riconoscere il lunatico quando questo si sarà fatto più vicino – tiene una sigaretta accesa nella mano destra e la sinistra nella tasca dell’impermeabile: né l’artista né lo stregone avranno dubbio alcuno su cosa il cainita possa nascondervi…
    << Jerome. Una lieta notte a te. >> Esordisce il ventriloquo per poi appurare che l’uomo accanto all’artista è davvero uno degli altri passeggeri della suggestiva gita di qualche notte prima. << Musashi, è bello rivedere anche te. Dove hai messo il tuo vivace compare? >>
    Usa l’aggettivo “vivace” ripensando a Julius in preda alla frenesia terribile e distruttrice, poco dopo l’incidente stradale e infatti mentre fa quella domanda, Otto si liscia nervosamente i baffi.
    << Spero che anche il buon Jeremy si sia ripreso da quel piccolo infortunio. >>

    Conclusi quelli che apparentemente potrebbero sembrare meri convenevoli ma che in realtà contengono implicitamente due domande piuttosto rilevanti (Musashi è ancora in contatto con Julius? Cosa ne è stato del cainita in torpore?), Otto von Braun si rivolgerà a Jerome, seppur parlando evidentemente ad entrambi i Fratelli: << Ci sono stati dei recenti sviluppi. >>
    Annuncia e poi enigmaticamente precisa: << Ho ricevuto un messaggio dalla Rete. >>
    Se alludesse ad un semplice messaggio e-mail questa espressione suonerebbe assai arcaica e criptica anche per i suoi standard… probabilmente si tratta di qualcosa di diverso.
    << Vi spiegherò ogni cosa e pianificheremo insieme il più corretto modo d’agire, ma ora vi invito a seguirmi. Ambrogio ha parcheggiato qui vicino e potremo discutere strada facendo. Un giorno un giovane boy-scout mi fece vedere un doppio nodo capace di stringere una cima in entrambe le direzioni nella quale la si tirasse. Il tempo per noi ora stringe allo stesso modo: più tempo passiamo qui allo scoperto, più siamo bersagli facili nell’eventualità tutt’altro che remota che il mandante del nostro sequestro decida di darci la caccia. E al tempo stesso più le ore corrono e più ci sarà difficile rintracciarlo e restituirgli il favore. >>
    Per quanto il lunatico non abbia rinunciato alla propria teatralità e ai suoi modi generosamente definibili “eccentrici”, tanto a Musashi quanto a Jerome apparirà oltremodo chiaro quanto egli sia nervoso in questo momento: continua a lisciarsi i baffi e a lanciarsi occhiate furtive attorno.

    Come descritto Otto cercherà di esortare sia Jerome che Musashi a seguirlo subito. Se decidessero di assecondarlo e non si verificassero imprevisti di qualche sorta, la scena si potrebbe spostare poi nell’auto guidata da Ambrogio.


    Edited by EnricoPallazzo - 13/7/2021, 22:29
     
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    Le Lance, ripeté fra sé e sé Jerome dopo aver ascoltato le parole di Musashi. Lo fissò negli occhi colore pece e ripensò alla bizzarra avventura vissuta con Otto. A questo punto sono ancora più curioso. Per quanto riguarda io e il mio socio... distolse lo sguardo e si guardò in giro come in cerca di una risposta a dire il vero non so nemmeno da dove iniziare.

    Non fece in tempo a finire la frase, che scorse l'inconfondibile portamento di Otto alle loro spalle. Il ventriloquo sembrava il dottor Frankenstein persona. Naturalmente non si stupi del suo appariscente travestimento, quanto della sua incosciente serenità nel portarlo.

    Li salutò e chiese loro di seguirlo. Le parole che disse non sembravano avere poi molto senso, ma Jerome cominciò a domandarsi se non fossero davvero giunti a una svolta.

    La luna era alta nel cielo quella notte. Il viale dove i tre fratelli tenebrosi si erano ritrovati, accoglieva il suo bagliore trasformandolo in un pallido riverbero. Avevano molte cose di cui parlare.
     
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    Musashi rimase un attimo perplesso davanti le parole dell'artista.
    Se aspettava Otto era chiaro ne dovesse avere un contatto. Forse si erano messi in accordo in altri modi?

    Mentre era ancora con il cellulare in mano in attesa di ricevere i due numeri, qualcuno si aggiunse al duo; era arrivato anche l eccentrico Otto.

    Parli del Diavolo..

    Musashi, sorpreso, salutó anche il nuovo arrivato ma con un mero cenno cordiale del capo. Anche lui tradiva un certo nervosismo di fondo.

    Ascoltò le parole del lunatico senza farsi influenzare troppo dall ormai conosciuta apparenza del "personaggio".

    A colpirlo furono le parole e il sottile nervosismo che si mostrava ai suoi occhi.

    Ha davvero un autista al suo servizio o cosa?

    A parte che da due notti che la fretta di capirci qualcosa ci attanaglia, che novità ci sarebbero?

    Non sapeva di me e tantomeno di Julius..quindi non pare abbiano avuto contatto con le lance..credo non mi abbia sentito parlarne che stava appena arrivando..ad ogni modo, per quanto interessato a quanto abbia da dire, devo muovermi..


    Lunga Notte anche a te Otto..stavo giusto chiedendo un numero di telefono tuo e di Jerome per girare ad entrambi il luogo di incontro con le Lance..vi stavamo cercando per discutere di qualsiasi novità potreste condividere..potremmo continuare li la conversazione?

    Fece un attimo di pausa. Con il cell ancora in mano, continuò sempre all indirizzo del lunatico.

    Se non hai altri motivi per andare altrove, l'appuntamento sarebbe alle 22 nella zona che vi girerei..proprio perché il tempo stringe, devo congedarmi per alcune faccende da risolvere privatamente prima di andare li..in caso, potreste raggiungerci in seconda battuta o potremmo venire noi da voi..ma ora dovrei proprio andare, quindi..

    Musashi rimase in una breve attesa. Se non gli avessero girato i numeri, era chiaro che sarebbe partito verso la sua prossima destinazione anche senza quelli.
    Seppure educatamente, lo Stregone non mascherava troppo le sue attuali necessità.

    Ad occhio e croce dovrei essere nei tempi.

    Se non mi danno i numeri, mi allontano con le dovute "accortezze", lasciando loro il mio di numero (quello del cellulare datomi) scritto su un foglio di carta se a disposizione o detto a voce
     
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    Jerome e Musashi ci avevano visto giusto: Otto si stava dimostrando piuttosto nervoso e paradossalmente forse lo era ancor più che durante la prigionia, rinchiuso con gli altri nelle gabbie caricate nell’oscurità del cassone di quel camion.
    Che la sua sia paura?
    Indubbiamente.
    Ma che ci sia anche altro a mescolarsi ad essa?
    Questo è già più difficile stabilirlo con certezza…
    La mano sinistra si muove irrequieta nella tasca del trench e se gli altri due cainiti non sapessero di Zoobo, potrebbero facilmente fraintendere il gesto e credere Otto un maniaco sessuale (che poi fra l’altro sta indossando il tipico “impermeabile da esibizionista”).
    Forse, pur non avendo comunque alcuna connotazione sessuale, è l’eccitazione a far agitare tanto il dispotico pupazzo del ventriloquo: quasi tutte le assurdità capitate a lui e a Jerome la notte prima, per non parlare di quella prima ancora, impallidissero davanti ad un più recente e oscuro evento...
    << Oh… quindi siete riusciti a coinvolgere le… uhm… autorità. Eccellente. Noi tre abbiamo avuto una notte piuttosto movimentata e ci è mancata l’occasione. Cercheremo di presenziare, sperando che la nuova finestra che ci si è aperta non cali all’improvviso alle nostre spalle, rivelandosi una trappola. >> Otto fa un gesto vago con la mano che tiene la sigaretta (e che in tutto questo tempo mai ha avvicinato alle labbra). << Ad ogni modo teniamoci in contatto, certo! >> E detto ciò pescherà dal taschino quello che si direbbe un biglietto da visita che porgerà a Musashi:

    Idrospurghi “Millennium”
    di Smith & Torres
    Dal 1982 al vostro servizio.


    Otto deve aver recuperato quei vecchi bigliettini ingialliti chissà dove e sul retro vi ha appuntato un numero di telefono cellulare, seguito dalla ridicola indicazione “chiamare ore pasti”.
    Poi un rapido ma pur sempre teatrale inchino col quale il lunatico si congeda dallo stregone. << Porta i miei saluti e quelli di Zoobo a Julius. A presto! >>
    Infine, rivolgendo un rapido cenno a Jerome. << Non tergiversiamo ulteriormente… che fra l’altro Ambrogio ha dovuto parcheggiare in doppia fila. >>

    - - - - - - - - - - - - -

    L’attempato ghoul del cavaliere della luna, alla fine era riuscito a trovare un posto dove parcheggiare senza rischiare una multa salata… ma il buon Ambrogio fece giusto in tempo a spegnere il motore che ecco di ritorno il suo/i suoi padrone/i, in compagnia di Jerome.
    Rapido l’autista di origini italiane scende dal posto guida dell’Audi Quattro Rossa anni ‘80 e facendo scorrere il sedile del lato passeggero in avanti, fa accomodare dietro il lunatico e l’artista.
    Appena Otto si sarà seduto, un po’ come un pupazzo a molla (in un certo senso, letteralmente) Zoobo sbucherà fuori dalla tasca del trench del ventriloquo.
    << Ambrogio, vai a quell’indirizzo sulla Filmor Avenue. Svelto, ma senza superare i limiti di velocità. >> Ordina subito, per poi voltarsi prima verso Jerome e poi verso Otto.
    << Ben ritrovato. Otto, lo hai aggiornato circa gli ultimi eventi? >>
    << In effetti… no, non proprio… beh Jerome… ad ogni modo… come ti abbiamo scritto nel messaggio, la ricerca del numero di targa alla motorizzazione non ci ha fornito informazioni utili… >>
    << Molto deludente. >> Conferma Zoobo, lanciando una “presunta occhiataccia” ad Ambrogio, attraverso lo specchietto retrovisore.
    << Tuttavia… uhm… ecco… qualcuno ti ha mai parlato della Rete Malkavian? >> E quindi senza aspettarsi una risposta da parte dell’artista, evidentemente retorico, spiega: << Noi del Clan della Luna abbiamo un modo tutto nostro per… uhm… condividere. Sai… è un po’ come la posta pneumatica, ma con un’intricata rete sinaptica condivisa al posto dei tubi, la consapevolezza di ciò che si cela al di sotto del sudario che ricopre la realtà al posto della pressione e una sconfortante indeterminatezza al posto di un foglietto arrotolato. Sì, insomma… una cosa del genere… >>
    Zoobo spazientito dopo aver sollevato lo sguardo al tettuccio della Quattro, interrompe il ventriloquo: << Siamo stati contattati attraverso una scritta su giornale subito scomparsa. >>
    << Sei stato rapito? >> Recita a questo punto Otto. << Dicci come! Gentilly, Filmor Ave numero 34. >>
    << È lì che ci stiamo recando. Esiste ovviamente la possibilità che si tratti di una trappola, ma tenderei ad escludere che il nostro rapitore possa servirsi della Rete con una tale disinvoltura. >>
    << Magari è Isabella! >> Esclama il ventriloquo improvvisamente tutto felice.
    << Possibile. >> Replica più cauto Zoobo. << Potremmo spenderci in infinite speculazioni, ma dato che per il resto brancoliamo nel buio, credo che il gioco possa valere la candela. >>
    << Ora che ti abbiamo aggiornato… vuoi venire con noi? >>
    Scusatemi per la lunghezza della risposta, ma ho voluto accorpare in un'unica risposta i due momenti. Il secondo ovviamente non coinvolge Musashi, che può anche leggere fino alla riga tratteggiata.
     
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    Musashi, mentre il lunatico rovistava sotto la giacca, si guardò attorno con fare imbarazzato. Tuttavia non smise di ascoltare le parole di quel cainita, mostrando compiacimento nell'appurare che l'invito a incontrare le lance fosse stato colto.
    Del resto si chiedeva sinceramente che sviluppi vi fossero e avrebbe voluto saperne di più e seguirli, se non fosse che non poteva andare con loro in quel momento.

    Socchiuse poi gli occhi, come a mandare giù un boccone amaro, vedendo il biglietto che il cainita gli diede. Fortunatamente aveva avuto modo di farsi un'idea di chi aveva davanti ed era consapevole fosse bene diffidare dalle apparenze; Otto era più affidabile di quanto potesse sembrare.

    Posò il numero senza farsi ulteriori domande e, lasciando il tempo a Jerome di passarglielo a sua volta, si rivolse ai presenti

    Perfetto e grazie... ci sentiamo più tardi allora..

    Inoue, dopo un inchino cortese del capo, si allontanò. Appena i compagni di sventura non prestarono a lui attenzione, si diresse verso il luogo dell'appuntamento. Era da un po' che non valicava quella soglia e ad occhio e croce era quasi ora.
    Usando il cellulare a lui affidato da Cooper, inviò a quest'ultimo un breve messaggio.

    CITAZIONE
    Salve, appena incontrato Otto e Jerome. Ho accennato al nostro prossimo incontro. Chiedo conferma per inviare loro indirizzo e ora dell'appuntamento. Dato il possibile ritardo, vi avviserò appena sono in zona. Chiedo preventivamente venia in tal caso.

    Si assicurò di mettere in silenzioso gli apparecchi, in modo non potessero disturbare da li a breve. La tensione saliva ad ogni suo passo verso la sua meta.
     
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    Jerome rimase deluso dal dover congedare Inoue senza aver ascoltato la sua storia. Era probabile che anche l'altra parte del gruppo avesse vissuto qualche assurda avventura e chissà quali stranezze avevano incontrato sulla loro strada. E avrebbe voluto vedere la sua faccia mentre gli raccontava dei Gremlins... Ci sarà un'altra occasione, pensò e lo salutò congedandolo con un cenno della mano.

    Ma non era meno interessante quanto gli raccontò Otto una volta giunti in macchina. Aveva sentito parlare di una sorta di rete mentale che univa i malkavian, ma in fin dei conti non aveva la più pallida idea di come potesse funzionare. Ma aveva scoperto qualcosa e per questo avrebbe certamente avuto meno diffidenza di quel clan in futuro. Li aveva sempre immaginati come dei vampiri folli e disillusi, quasi un segno di sconfitta della loro razza, reietti e miseri. Ma Otto lo aveva fatto ricredere: forse la loro follia non era altro che un eccesso di genio, che sgorgava dalla loro mente come acqua che straripava da una vasca per colpa di un rubinetto guasto. Era, in una parola, affascinante. E il fascino, Jerome lo sapeva bene, era bellezza e ispirazione. Tutto ciò di cui un artista aveva bisogno.

    Sai Otto, mi piacerebbe avere sempre uno come te al mio fianco. La tua capacità di andare in fondo alle cose, è a dir poco ammirevole. E lanciò una fulgida occhiata alla luna, che galleggiava placida nel mare di tenebra. Andiamo, non vorremmo mica fermarci qui, giusto?
     
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    @Musashi: continua qui
    @Jerome e @Otto: fatevi un altro giro qui.
     
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    La Quattro attraversava il mare di luci del French Quarter. Era caduta qualche goccia di pioggia e ora sui finestrini dell’Audi, sul parabrezza e sul lunotto posteriore le luci delle altre auto, delle insegne al neon e dei lampioni stradali dipingevano opere impressioniste, attraversando le goccioline d’acqua sui cristalli e scomponendosi in mille prismi colorati.
    Forse quella vista suggestiva potrebbe ricordare all’artista qualche opera di Monet… al lunatico piuttosto fa venire in mente qualche vecchia puntata di Star Trek, quando i membri di turno dell’equipaggio, con quelle loro ridicole divise-pigiami azzurre, gialle e rosse (insomma, conciati un po’ come Qui, Quo e Qua) venivano scomposti in millanta brillanti particelle dal raggio del teletrasporto. Tanto eterea e immateriale gli appare la realtà, questa notte come non mai: un mondo formato da trascurabile materia simile a granelli di sabbia, circondata da un abisso di vuoto…
    “E in quel vuoto certe volte noi malkavian possiamo sentire riecheggiare un eco remoto… Un suono confuso e sporco, come un segnale radio distorto.” Riflette Von Braun, mentre osserva distrattamente l’insegna rossa di un kebab tingere il finestrino di sangue. “La Piotrowski ha trovato infine un modo per contattarmi? Che sia coinvolta ad un qualche livello in questa torbida storia?”

    luci



    << Non abbiamo idea di cosa ci aspetti a quell'indirizzo. >> Osserva ad un tratto Otto, riemergendo dal proprio monologo interiore, per rivolgersi nuovamente a Jerome. << Temo dovremo improvvisare… ma ultimamente ci siamo abituati... >>
    << Fin troppo. >> Puntualizza cupo Zoobo.
    << Comunque c’è un’altra questione piuttosto… delicata... sul quale dovremmo confrontarci. E Musashi ce ne ha ricordato l’urgenza. Presto o tardi che sia dovremo rendere conto a qualcuno su ciò che ci è accaduto da quando noi tre ci siamo separati da Jiulius e Musashi… Non è tanto la questione della fine di Julia a preoccuparmi… >>
    << Si fotta quella. >> Commenta bruscamente la marionetta.
    Otto dal canto suo si limita ad un’occhiata di biasimo al calzino parlante e conclude il suo pensiero: << Ciò che mi turba è il fatto che siamo tenuti al silenzio circa il nostro incontro e il nostro accordo con Claudius. >>
    << Dovremo omettere e nel caso più estremo, mentire. >>
    << Lo penso anch’io Zoobo… Non dovrebbe essere un problema limitarci a raccontare di aver raggiunto il Labyrinth, trovato un telefono e chiamato Ambrogio affinché ci venisse a prendere… ma… >>
    Sarà Zoobo a concludere il pensiero del ventriloquo: << Se si venisse a sapere della nostra caccia al gremlin potrebbero sollevarsi molte domande alle quali difficilmente sapremmo rispondere. >>
     
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    Sempre che Labyrinth non equivalga a Claudius anche per le Lance. In tal caso nemmeno le bugie potrebbero bastare. e quelle parole avevano la forma di un pensiero ad alta voce, più che di una risposta rivolta al compagno. Ed effettivamente Jerome non era propriamente lì in quel momento: la sua mente stava vagando tra Gremlins che giocavano d'azzardo, fatati con manie di onnipotenza e splendide modelle dal sangue dolce come miele. Quei pensieri salivano a spirale dal suo ventre e fiorivano nei suoi occhi, nitidi a tal punto da sembrare tangibili.

    Ma Otto come sempre, aveva ragione. La loro era diventata una situazione più che in bilico, tendente al traballante. Una parola fuori posto, ed entrambi avrebbero potuto fare una brutta fine.

    Non so te fratello, ma io con le bugie mi trovo molto a mio agio. A dirla tutta, potrei definirle la mia arma che mi ha permesso di arrivare fino a qui. Le luci delle automobili danzavano ad un ritmo sconosciuto, confondendosi con le segnaletiche e i neon dei locali. Quindi mentire sarà quello che continuerò a fare, fino al giorno in cui questo mondo in disfacimento non deciderà di liberarsi di me.

    E comunque la si volesse vedere, la bugia era probabilmente l'unica strada percorribile.

    Per caso hai novità su Rumple?chiese l'artista, lasciando intendere che il discorso per lui non aveva motivo di continuare.
     
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    << Dici bene. >> Annuisce Zoobo al pensiero espresso ad alta voce dell’artista.
    << Ma in quel caso non potremmo farci nulla: i nostri compagni di sventura sanno bene che ci siamo diretti al Labyrinth e non altrove. >>
    Otto seguita a guardare dal finestrino, mentre l’auto, che ora viaggia a velocità sostenuta, trasforma le gocce sui cristalli in filamenti sottili, simili a quelli di una ragnatela… o sono solo i cupi pensieri del lunatico a farli apparire come tali?
    << In quanto al tuo amico, temo di non avere buone notizie da darti. Abbiamo fatto un sopralluogo al suo negozio di antiquariato. Di Rumple nessuna traccia… e neppure del gremlin che avevamo catturato. Pare che quella piccola carogna abbia ben pensato di procurarsi delle ferite e aprirsi una via di fuga nella gabbia corrosa dal suo sangue acido scavando con i denti e con le unghie… Suppongo che la sua uscita di scena sia un bene per noi: una cosa in meno da spiegare! >>
     
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    L'auto di ambrogio muoveva nel mare di strade di New Orleans con solerzia, sferzata come un equino dalla direzione impostagli da Otto e Zoobo e guidata dallo stesso ghoul.
    La distanza tra la zona di St. Louise e Gentilly si era accorciata notevolmente già nei primi scambi dei due fratelli a bordo, e mentre Otto finiva di arringare il proprio pensiero, il ghoul arrestò il veicolo.

    ehm... Capo... non vorrei darvi a pensare ma... siamo arrivati.

    continua qui
     
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