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Situato a sud di tremè, precisamente tra il Lower Garden District e il Warehouse district, si erge un ristorante francece dalla fama eccellente. Per coloro che sono ancora in grado di mangiare Le Chat Noir ospita alcuni tra i cuochi locali più ferrati sia nella tradizione parigina che nelle innovazioni della cucina Cajun, raccogliendo tanto i segreti delle due cucine quanto le innovazioni che solo un raffinato ristorante americano può portare.
Sale grandi, areate e ben illuminate per una clientela non ancora pronta a farsi rubare i soldi dalla cucina turistica dell'altisonante french quarter ma ancora troppo ricche per imparare a cucinare.SPOILER (clicca per visualizzare)@Otto e @Rebecca: cominciate qui
Questasera tuttavia, il felice ristorante è insolitamente chiuso al pubblico. l'elegante Maitrè Gastòn è posto all'ingresso ma rimbalza tutti coloro che non sono di suo gradimento arricciandosi l'elegante baffo e tendendolo come un elastico prima di lasciarlo andare verso la sua impomatata curva.
Dietro di lui le luci sono accese, così come il personale sembra essere presente. Ma in vetrina si vedono gli eleganti tavoli imbanditi completamente deserti, e il giurare dell'imperturbabile Gastòn della presenza di un evento privato pare sempre scricchiolare.
Eppure è qui che ha detto l'invito.
Di tutti i posti vagamente assonanti alle tematiche gatto e tana, solo questo ha titillato quel nervo nascosto, quella parte bruciata della mente dei due (tre) malkavi. E questo sia Rebecca che Otto (per non parlare di Zoobo) lo hanno ricevuto e capito.
Ma chi li abbia invitati , e le motivazioni dietro quel gesto... rimane avvolto da un quasi totale mistero.SPOILER (clicca per visualizzare)Arrivate separati al loco. Ore: 21:00.
Dagli eventi di Tempus Fugit è passato circa un mesetto.
Prego.
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Alle nove di sera spaccate, puntuale come un orologio rotto ma che comunque due volte al giorno l’ora giusta la deve pure segnare, Otto von Braun e Zoobo (al momento discretamente nascosto nella tasca sinistra del trench del ventriloquo) si presentano all’ingresso de Le Chat Noir.
Sotto l’impermeabile grigio fumo un completo di tweed che tutto sommato, per quanto fuori moda, avrebbe quasi potuto conferire all'uomo un aspetto distinto, non fosse per quel ridicolo fiore di plastica all’occhiello (di quelli che usano i clown e che nascondono uno spruzzino al loro interno) e le coloratissime bretelle con i personaggi dei Peanuts. Sulla testa un cappello degno di un detective in un noir degli anni ‘40 e ai piedi un brutto paio di mocassini scamosciati.
È trascorso circa un mese da quei tumultuosi eventi che lo hanno visto chiuso in gabbia su un camion poi coinvolto in un catastrofico incidente, quindi ostaggio di un megalomane fatato, alle prese con Alvaro lo spacciatore, a caccia di gremlins prima in un antiquariato e poi in una bisca di samedi e molto altro ancora… un susseguirsi di notti surreali e che forse proprio per questo gli hanno permesso di avvertire nitidi e frequenti come non mai i messaggi della Rete.
Ed è proprio seguendo uno di questi che stasera il Cavaliere della Luna ha raggiunto il raffinato ristorante francese di Tremè.
Ma ecco dunque che, sfoderando un amabile sorriso (ma con il terribile Zoobo pronto a saltar fuori come il proverbiale pupazzo a molla) Otto si rivolge al maitre del locale, ricorrendo a quel carisma, tutt’altro che naturale, al quale il pasciuto ventriloquo non avrebbe mai pensato di poter ricorrere prima del suo drammatico (seppur concluso) “scambio di personalità” con Zoobo… se così vogliamo definirlo per mera convenzione, guardandoci bene così dall’inoltrarci troppo nel contorto groviglio dei malsani pensieri del malkavo.
<< Buonasera a lei. Sono qui per un appuntamento… Ci dovrebbe essere una prenotazione a mio nome: Von Braun. Le risulta? >>SPOILER (clicca per visualizzare)Soggezione sul maitre.
Edited by EnricoPallazzo - 12/1/2022, 09:35. -
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La giovane Malkavian rimane molto interdetta nel captare quei messaggi dalla rete. Per quanto avere a che fare con gli esponenti del suo stesso clan possa essere di per se un evento drenante, capace di sfiancare la maggior parte dei Vampiri, il problema che attanaglia la bionda è diverso. Lei ricorda molto bene chi, circa un mesetto fa, l'ha contattata attraverso la rete.
E il solo pensiero di passare un'altra serata di incubi e follie con Kappa le fa venire un po' la voglia di ignorare quella chiamata. Ma si fa forza, decide che ne vale la pena, anche solo per sapere che fine ha fatto il compagno di clan dopo l'ultima scampagnata a Tickfaw.
La donna si avvicina al locale, parcheggiando la sua auto ad un isolato di distanza, scomparendo sotto il velo paranoico di Oscurazione. I suoi abiti, classici, un semplice parka sbottonato che lascia intravedere una t-shirt nera aderente. Le gambe fasciate da dei semplici skinny jeans neri semplici e delle comode vans slip-on ai piedi, nere a scacchi bianchi.
Una volta nelle vicinanze, dalla distanza non può che notare il compagno di clan alle prese col Maitre. Un sospiro la fa scivolare fuori dall'Oscurazione.
Come l'ultima volta, Otto e Zoobo sono qui. Siamo gia a quota due coincidenze e lei è ancora in tempo per fare retro-front...
... Ma no, forse è la volonta di Malkav che la convince ad avvicinarsi, per affiancare il Ventriloquo.
"Oh, Mister Braun vedo che continuiamo ad incontrarci nei momenti più peculiari." dice la donna, una volta a portata d'orecchio.
"Credo di essere anche io nella lista degli ospiti. Ms. Clark." infine, verso il maitre.. -
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l'uomo all'ingresso squadrò Von Braun e Clark con l'aria neutra, intrisa di giusto una punta di diffidenza.
mmmh, siete qui per l'evento speciale? controlliamo mmmmmh disse arricciandosi il baffo con la mancina, mentre la destra scorreva lungo un foglio davanti allo stesso, posto sul leggio.
A vuoto peraltro, dato che entrambi i vampiri poterono notare che il foglio era quasi totalmente bianco, ad eccezione di tre righe scritte in cima.
Tuttavia, il magnetismo innaturale di Otto sembra aver fatto breccia sull'uomo quanto basta da fargli alzare immediatamente lo sguardo. c'è una certa attenzione in lui, palesemente data dalla soggezione innaturale che il baffuto von braun conosce.
mmmh, è proprio vero. ecco, signor... Von Braun.... mmmh qui c'è scritto che dovrebbe avere un +1... mmmh non vedo il +1.
Per quanto riguarda la sigorina Clark... mmmh si ecco, ecco.. eccola.
Comunque mmmh, potete entrare. mi spiace non abbiate compagnia signor Von Braun mmmh...
le eleganti movenze dello stesso fecero invito ai due di varcare la soglia del ristorante. mmmh, seguite Jabeon, vi condurrà al vostro tavolo... aggiunse l'uomo, prima di abbandonarli alla presenza di un elegante afroamericano sui tardi vent'anni.Sono Jabeon. vogliate seguirmi signori... E senza nulla dire, lo stesso li scortò verso l'interno del locale, in quella che era una sala larga ma priva di finestre all'esterno.
Otto e Rebecca camminarono tra circa venti tavoli apparecchiati e orribilmente vuoti, prima di stazionare verso l'unico tavolo effettivamente occupato. Altre due persone sembravano essere in presenza nella stanza, e quando Jabeon abbandonò gli ultimi due arrivati, i due ebbero modo di riconoscere i volti.
Il primo era Kappa, l'instabile psicopatico malkavo conosciuto durante le disavventure di qualche tempo addietro. Il suo vestito era stranamente elegante, così come la sua pettinatura; non fosse che stava insistentemente giocando al gioco del coltello sul tavolo con quello che pareva un serramanico decisamente non incluso nella posateria del ristorante, poteva quasi sembrare una persona normale.
l'altro soggetto invece era sconosciuto a entrambi.
una cinquantina d'anni portati discretamente, eccezion fatta per la barba poco simmetrica e il capello medilungo ribelle, avvolti in un completo gessato di un certo livello e immancabilmente stonato da un improbabile cappello da cow-boy fatto di paglia.
Eppure, Tanto il ventriloquo quanto la hacker, non poterono che provare un vago ma palpabile senso di familiarità con il soggetto.
Chi diavolo era?
Oh. Kappa, sono loro? fece lo sconosciuto, dando un colpetto leggero al braccio del circense. Il tono era affabile, così come il timbro della voce avvolgente. Per tutta risposta Kappa alzò lo sguardo, incise sul suo volto un sorriso spiritato e alzò la mano con tanto di coltello ondeggiando a saluto. EHILAAA? RAGAZZI?! YU-HUUU!!. -
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<< Rebecca... buonasera. >> Il tono di Otto è educato e anche un po’ sorpreso. È la prima volta che i due malkavi hanno l’occasione di incontrarsi dopo il loro frettoloso ritorno da Shreveport e il ventriloquo ha giusto un momento per domandarsi se la giovane si trovi lì esattamente per la sua stessa ragione.
“D’altro canto anche la prima volta è stata la Rete a farci incontrare.”
Ma è appunto la considerazione di un attimo, poiché dopo un breve istante di esitazione il maitre, affascinato dall’esercizio di quel potere che altrimenti lascerebbe Von Braun assolutamente resistibile, pare trovare il suo nome sulla lista.
<< Oh… il mio socio ci raggiungerà a breve. >> Precisa quindi sempre con quel sorriso da imbonitore stampato sul viso rotondo.
Il maitre affida poi i lunatici alle cure di un giovane cameriere afroamericano che li guida attraverso quel raffinato cimitero di tavoli vuoti fino al punto del locale dove sono accomodati gli unici altri ospiti che le Chat Noir ospita quella sera.
Nel frattempo, evidentemente indifferente alla reazione del povero Jabeon, Zoobo è emerso dalla tasca del trench del ventriloquo. Il dispotico pupazzo ha l’aspetto di sempre: una marionetta ricavata da un calzino di lana misto poliestere viola, con l’aggiunta di bottoni azzurri e di scampoli di tessuto colorato a rappresentare rispettivamente gli occhi e i capelli.
Inoltre questa sera emana un piacevole odore di sapone di Marsiglia: evidentemente Otto deve averlo lavato con cura prima di lasciare il suo rifugio e recarsi a questo misterioso incontro.
<< Signorina Clark, Kappa. Lieto di rivedervi. >> La voce della marionetta come sempre risulta nasale ma al tempo stesso ammaliante e cupa.
Mentre poi Otto saluta i presenti sollevando il cappello, che poi andrebbe a togliere, i bottoni di Zoobo indugiano sull’altra persona presente, che ricorda un po’ un cowboy texano costretto a partecipare ad una cena di gala.
<< Credo che non abbiamo ancora avuto modo di conoscerci. Io sono Zoobo e questo è il mio assistente speciale: Otto. >>
A tal dire borbotta il ventriloquo: << Ehi! Assistente? Credevo ne avessimo già discusso… >>
<< Assistente speciale, ho precisato. Otto, impara ad accettare un complimento. >>. -
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La Dama segue il cameriere all'interno, non senza dare un cenno di saluto al compagno di Clan in risposta al saluto di Otto.
C'è un particolare che attira l'attenzione della giovane donna, esattamente l'assenza di Zoobo che però viene rapidamente colmata quando il Fratello lo tira fuori dalla tasca. Ed è in questo momento che la bionda si perde, gli occhi persi nel vuoto per un paio di secondi.
Se odora di sapone di Marsiglia, vuol dire che è stato lavato recentemente. E come funziona con la Maledizione del clan? Nel senso, chiaramente il Fratello è qualche rotella fuori posto, così come è tipico all'interno del suo clan. Tuttavia, la maledizione sembra presentarsi sotto forma di una doppia personalità, un disturbo evidente portato all'estremo dalla presenza del pupazzo. Ma... Come si stacca dal corpo dell'uomo? Otto deve soffrire terribilmente tutte le volte che deve lavarlo. Non ha paura di affogarlo o qualcosa del genere?
Mille domande attanagliano la mente della hacker, domande che perà dovranno attendere una risposta.
Avvicinandosi al tavolo, ovviamente nota Kappa. Se l'aspettava, non c'è niente da fare, l'uomo è sicuramente quello che ha richiamato i due attraverso la rete.
L'altro, invece, è un'incognita.
Fa un piccolo cenno del capo, come a salutare. "Hey Kappa, anche con te è da un bel po' che non ci si vede. Come te la passi?" gli chiede, mostrando prima un sorriso, per poi spostare lo sguardo verso lo sconosciuto con un'aria interrogativa, come a chiedere al compagno di Clan chi questa persona potrebbe essere.
"Salve, io sono Rebecca." lo sguardo titubante lascia il posto ad un sorriso bonario. Le sue parole sono chiaramente arricchite da un accento canadese peculiare.
La sua intenzione, tuttavia, è quella di togliersi un sassolino dalla scarpa. La sua ricerca di informazioni la spinge a guardare oltre, a cercare l'aura dello sconosciuto, per cercare di scoprirne la natura.SPOILER (clicca per visualizzare)Vorrei fare Auspex 2 sul nostro sconosciuto!. -
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Signor Otto, ma che piacere. Ossequi, Zoobo. Signorina Clark, la prego, si segga. l'uomo, con il fare e le movenze di un padrone di casa esortò gli stessi a occupare due sedie vuote.
D'altro canto Kappa, con fare molto più tranquillo, si limitò a salutare entrambi nuovamente e a rimettere via il coltello. com'è? aggiunse, stendendo le gambe sotto al tavolo e stirandosi sullo schienale della seggiola.
La veloce lettura dell'aura non diede i risultati che rebecca sperava tuttavia. La figura davanti a lei non aveva un'aura, non una che lei riuscisse a leggere quantomeno. e più che cogliere che si trattasse quantomeno di un vampiro, la stessa non riuscì ad ottenere.
Alla presentazione tuttavia, non mancò il garbo espresso dallo stesso. L'uomo tolse il cappello e lo poggiò sul tavolo, sfoderando un sorriso vincente e presentandosi.
Piacere, miei cari. mi chiamo Blake.
Un lungo secondo di silenzio percorse il tavolo. Era evidente che l'uomo si aspettasse una reazione, ma nè rebecca nè otto e Zoobo sapevano assolutamente nulla dello stesso.
...il mio sire? introdusse debolmente Kappa, un po' incerto. Blake l'oracolo? l'anziano malkavian più importante nel raggio di tre stati? ragazzi?
Via ragazzo, via. Non offendere il nostro altissimo principe per così poco. alzò una mano per dissipare il crescendo dello spiantato equilibrista e tornò sui due. non è mia abitudine convocare fratelli sfruttando un mezzo così nobile come la rete, spero di non avervi turbato.. -
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Otto si sfila il soprabito e lo appoggia, insieme al cappello, allo schienale della sedia davanti a sé, per poi prendere posto al tavolo dei malkavi.
Un tenue sorriso a Kappa (che ha appena concluso un gioco nel quale il ventriloquo si ritroverebbe con diverse difficoltà tecniche, oltre a quella della semplice manualità con i coltelli) e quindi l’uomo (e così il calzino parlante) rivolge tutta la sua attenzione al fratello di clan sconosciuto che – Otto non potrà fare a meno di notare – ricorda un poco il personaggio di Spike, fratello di Snoopy, che per ironia della sorte compare stasera sulle sue bretelle colorate fra Pig-Pen e Piperita Patty.
<< Piacere di conoscerla, signor Blake. >>
All’adempimento di quella formalità segue però un silenzio carico di aspettattive disilluse.
È Kappa a rivelare ciò che forse i due avevano dato per scontato e che tanto Von Braun, quanto Rebecca, a giudicare dalla sua espressione, ignoravano completamente: non solo questo Blake era il suo sire, ma a quanto pareva si trattava di un pezzo grosso del clan…
<< Temo che in questo particolare frangente la vostra nomea non vi abbia preceduto… cosa non sempre disdicevole nel nostro… uhm… ambiente. Ad ogni modo un individuo capace di piegare la Rete alle proprie esigenze e di usarla come un citofono psichico per convocarci qui… beh… è… >>
<< Davvero notevole. >>
<< ...stupefacente! >>
Ogni parte del frammentario io di colui che un tempo fu Ludwig von Braun conviene, seppur mostrando diversi livelli di entusiasmo, la sua ammirazione per quella che... "È forse stata una dimostrazione di potere?”
E nel mentre il Cavaliere della Luna si ritrova a pensare al suo unico metro di paragone: “Isabella ci riuscirebbe?”. -
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La bionda accetta l'invito del Compagno di clan, sedendosi e tenendo lo sguardo su di lui, interessata dalla situazione. Inarca leggermente le sopracciglia, sorpresa alle parole di Kappa.
"Credo che... la sua nomea non sia arrivata fino in Canada, Kappa... E come sai, io sono qui da non piu che pochi mesi." spiega, più per Blake che per Kappa.
Annuisce poi a quanto detto dall'Oracolo. "Nessun disturbo, anzi. È sempre un piacere incontrare esponenti del Clan, soprattutto di cotanta levatura." fa una piccola pausa "E spero di essere vagamente utile alla causa che ti ha spinto a convocarci." ammette, poggiando le mani sul tavolo.. -
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il più giovane dei due si limitò a sbuffare, incrociando le braccia e a volgere lo sguardo altrove. L'ignoranza dei due nei confronti di Blake lo aveva indispettito. Tuttavia, doveva trattarsi di una reazione ancora moderata, considerando la vena violenta ben nota del suo comportamento.
Blake invece non fece una piega, limitandosi semplicemente a sorridere con fare paterno. Vogliate perdonarlo. si scusò egli stesso per la propria progenie è un po'...Entusiasta. Qualche anno di eliseo e si aspetta che tutti conoscano la mia persona solo per il mio status.
Voi potete semplicemente chiamarmi Blake. La mano si protese sul tavolo, a sfiorare la testa del proprio cappello.
Che maleducazione, non vi ho nemmeno chiesto se gradite ancora l'inganno del cibo o meno. Nel caso non esitate; questo ristorante è mio, e vi lavorano solamente i migliori cuochi Cajun e importati Francesi che io abbia scovato. esortò i due, stendendo un dito su un menù posto sul tavolo.
Se invece preferite nutrirvi davvero, qualcheduno dei miei camerieri è assuefatto al bacio e libero da impegni serali. Vi chiedo solo di non dissetarvi eccessivamente, non vogliamo disdicevoli disaccordi no? occhieggiò di soppiatto Kappa, che si limitò ad alzare il mento e a guardare altrove, come a fare lo gnorri.
Presosi una manciata di secondi per contemplare la situazione, tornò a osservare i due soggetti.
Vi confesso, signori miei, che siete stati convocati perchè Kappa mi ha parlato di voi. Avete avuto una spiacevole disavventura che vi ha uniti, e ho pensato che la transizione avrebbe potuto risultare leggermente più... semplice.
Inoltre mentirei se non specificassi che, a quanto pare, gli esponenti del clan a New Orleans si contano sulle dita di un paio di mani con qualche problema con la sega circolare quindi... Quando lo stesso mi ha riferito la vostra esistenza, non ho resistito alla tentazione.
Invero, la sua voce tonante e gentile sembrò incrinarsi leggermente, come se tradisse una leggera paura. Di cosa non era chiaro, forse anche solo di quello che stava per dire.
Parleremo immediatamente della Causa, signorina Clark. non dubiti. Ma dal momento che siamo qui e che è la prima volta che ci si conosce, non preferireste prima fare qualche amabile chiacchiera? Le notti sono così tetre senza un po' di piacevole conversazione...
Maestro intervenne allora lo smilzo Non voglio sembrare da meno, ma magari i ragazzi qui vogliono sapere il motivo di tutto questo e...
Amabile tempo all'amabile tempo, impaziente sangue del mio pazientissimo sangue lo tagliò corto. lo sguardo dell'anziano oscillava tra Rebecca e Otto, non mancando di occhieggiare Zoobo come fosse effettivamente una presenza contata.
Ditemi, signori miei: All'infuori delle disdicevoli avventure che vi vedono legati, come vi trovate sotto l'alto dominio del rispettabilissimo principe?. -
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La reazione controllata di Kappa, accende una lampadina nella mente in comproprietà di Otto e Zoobo: non ancora aperto sospetto, ma più una curiosità che il ventriloquo cercherebbe di soddisfare ricorrendo al dono dell’auspicio.
<< La ringrazio, ma temo che l’ultimo pasto umano che mi sono potuto godere siano state delle huevos rancheros in un ristorantino di Pasadena… >> Va sospirando Otto, mentre scuote la testa. << ...cosparse con molto coriandolo e pico de gallo. Da allora seguo rigorosamente una dieta liquida… >>
<< Siamo a posto così. >> Taglia corto Zoobo.
Il Cavaliere della Luna ascolta in composto silenzio le parole successive di Blake e tanto gli occhi celesti di Otto, che i bottoni azzurri di Zoobo si spostano su Rebecca, quando il loro ospite menziona la “Causa”.
Poi, sollecitato da Kappa, Blake rivolge loro quella che qualcun’altro potrebbe scambiare per una domanda piuttosto retorica, posta come ennesima formula di cortesia… ma non il tedesco.
Le sensazioni avvertite nella Rete, le parole di Kappa e l’idea di quella possibile mera esibizione di potere convergono nella mente divisa ma tutt’altro che ottusa di Von Braun, rafforzando una convinzione sempre più solida. “Ciò che abbiamo in comune con Rebecca, evidentemente, non si limita al Clan e alla disavventura trascorsa insieme. Siamo nuovi qui: semplici pedine di poco conto, magari. Ma prive di colore.”
Alla domanda di Blake, deciso a presentarsi come un tipo alla mano (ma che poi si fa chiamare “Blake l’Oracolo”), Zoobo per ora non risponde, studiando il suo ospite con un’inespressività che in effetti gli risulta piuttosto naturale.
È Otto a dare una risposta piuttosto timida e formale: << La questione del rapimento e tutta una serie di disavventure che ne sono derivate, ha reso il nostro arrivo in città oltremodo… uhm… burrascoso. Ma ci auspichiamo di trovare il posto a noi consono e servire, al massimo delle nostre possibilità e nel rispetto delle tradizioni, la Camarilla e il Principe di New Orleans. >>SPOILER (clicca per visualizzare)Mentre ascolta le prime parole di Blake, Otto proverebbe a ricorrere alla Percezione dell’Aura: se possibile cercherebbe di avere una lettura completa di Blake e di Kappa, ma più nel dettaglio vorrebbe capire se Kappa è spaventato e/o eccitato durante questo incontro.. -
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La donne scuote la testa e come il compagno di clan dalla duplice voce, anche lei fa diniego all'offerta di cibo.
"Ringrazio per l'offerta, ma purtroppo il cibo mi rimane sempre un po' sullo stomaco." fa un sorriso divertito alla sua scarsissima battuta, prima di proseguire.
Lo sguardo si alterna tra Blake, che ha un buon 80% delle attenzioni di Rebecca, e Kappa, che riceve il restante 20%. Soprattutto quando Blake menziona le ultime disavventure del gruppo di Lunatici.
"Come nel caso del rapimento, signor Oracolo, le mie abilità sono al servizio della Torre e dei suoi componenti ovviamente." annuisce socchiudendo gli occhi per un secondo.
"Purtroppo non ho avuto ancora modo di conoscere il nostro amato Principe di persona per farmi un'idea chiara di che tipo di persona sia, ma questo principato è molto più tranquillo di quello della mia città natale, è questo è gia un bene." fa una piccola pausa "Per il resto, le cose sembrano essere come ci si aspetta in un po' tutte le corti.". -
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Gli occhi di Otto e Zoobo orbitarono a osservare Blake e Kappa ma con molto poco successo. Blake, riconobbe, era un vampiro. informazione già fin troppo nota al tavolo. Kappa invece, nel pallore della sua aura, fece riscontrare un tenue azzurrino, a indicare una tranquilla calma interiore.
Comportamento e colore talmente contrastanti con la palese natura caotica del ragazzo, da farlo sembrare leggermente innaturale, come in uno stato di estasi contemplativa.
Blake dal canto suo osservava il duo chiacchierare compiaciuto, con la quiete di chi non ha nulla da perdere a questo mondo. Ah, signor zoobo, lei invece? silenzioso osservatore, ha trovato piacevole occhieggiare per le nostre ricche strade? ammiccò in favore del calzino.
L'anziano volse quindi lo sguardo verso Rebecca. La prego, davvero. Blake basta e avanza. signor Oracolo è così austero, e in questo momento non vi è spazio per il costume sociale.
Ahinoi, siamo qui perchè siete degni Ammiccò verso Kappa, che estrasse da sotto il tavolo un paio di fogli arrotolati, che vennero rapidamente passati a Blake. Il primo era una palese pergamena, e vi era impresso sopra il simbolo del clan a mò di sigillo. Il secondo era molto più prboabilmente un foglio da disegno, sul quale l'impronta di grafite parziale che si poteva vedere in trasparenza lasciava a intendere vi fosse una qualche sorta di composizione, probabilmente un ritratto.
Degni di divenire malkavian puri a tutti gli effetti.
Fece una sottile pausa, e poi continuò.
Sapete perchè il vostro sangue è denominato "cavalieri della luna" e il mio "lunatici?"SPOILER (clicca per visualizzare)Ho fatto dei tiri per capire di che parla Blake. Al momento Rebecca ha 1 successo e Otto zero. Quindi al momento Rebecca ha una vaghissima memoria della divisone della bloodline, Otto e Zoobo manco quella. questi tiri non sono definitivi, e se volete pensarci (e spendere wp) fatelo in spoiler che alla prossima azione vi re-rollo.. -
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La lettura delle auree non è chiara e Von Braun si sente di escludere che ciò sia dovuto al fatto che è solo da poco che ha imparato a padroneggiare questa capacità. In maniera piuttosto controintuitiva (per la maggior parte delle persone, almeno) ritiene semmai questa indeterminatezza in sintonia con la fumosa e fosca natura di quell’incontro.
Quando Blake invita espressamente Zoobo a fornire il proprio parere, quest’ultimo parla senza esitazione, ma con la sua consueta ferrea determinazione. Il tono tuttavia manca della solita autorevolezza: decisamente più inquadrato negli schemi di potere rispetto al frivolo “socio” o “assistente speciale” che dir si voglia, il pupazzo non finge di ignorare l’evidente asimmetria negli equilibri di forza in quell’incontro.
Il tavolo al quale sono seduti potrà anche essere rotondo, ma è Blake che siede a capotavola.
<< Siamo pesci piuttosto piccoli, gettati in un acquario che presenta un ecosistema assai complesso. Ma ad ogni modo, sì. Le strade sono ricche di vacche… e di opportunità, suppongo. >>
La sinuosa voce di Zoobo marca in un modo particolare la parola “opportunità”, ma almeno per ora non aggiunge altro.
La marionetta poi si gonfia in petto… uhm… diciamo che si irrigidisce il polso sinistro del ventriloquo, quando Blake afferma di averli invitati lì in quanto li reputa degni… “ma degni di cosa, di preciso?”
Ecco dunque che giunge quella domanda inaspettata e nonostante il fare sciolto e discorsivo del loro ospite, Von Braun dubita che abbia tirato fuori questo argomento per delle frivole chiacchiere da ristorante…
<< Il mio sire… beh… una volta mi ha detto qualcosa a riguardo, seppur in maniera piuttosto… uhm… laterale, istruendomi sui miei poteri… È una distinzione… uhm… netta? Ad un certo punto della storia del nostro clan si è verificata una sorta di... scissione? >>
Zoobo, dal canto suo, è meno interessato alla storia e agli aspetti “accademici” e più determinato a confermare il suo teorema. Perciò la sua domanda è curiosamente specifica: << Il nostro magnifico Principe condivide con lei questo particolare retaggio? >>. -
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La giovane ascolta interessata le parole dei compagni di Clan, occhieggiando Otto e Zoobo incuriosita quando loro prendono la parola.
L'argomento non sembra per niente nuovo alla bionda, è chiaro che è qualcosa di cui ne ha, perlomeno sentito parlare.
"è un argomento di cui la mia Sire mi ha accennato, una volta o due, molto vagamente. Non ne so molto." risponde, semplicemente.
"So che molti del nostro clan sono bistrattati e in un certo senso temuti per via delle nostre discipline, anche se non abbiamo nulla di... peculiare nelle nostre conoscenze. Presuppongo abbia qualcosa a che fare con questo, ecco." annuisce leggermente.
Anche lei, come Otto, sembra abbastanza perplessa dalla scelta di parole di Blake..
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