Huck Finn's

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  1. .Constantine.
     
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    huck-finns



    Ore 21.45

    La luce del giorno aveva ormai lasciato il posto alle lunghe dita della sera
    Quella stessa sera, al suo risveglio, Herman aveva ricevuto un messaggio firmato da Artemisia, dove lo invitava ad incontrarsi; solo in un secondo momento, mentre si preparava ad uscire, ripensò alle parole di quel messaggio che gli risuonarono molto più simili ad ordine celato che ad un vero e proprio invito a risposta libera.

    Tuttavia non volendo certo sollevare l'irritazione di qualcuno sopra di lui, figuriamoci di Artemisia, si affrettò ad infilarsi qualcosa di consono e inerente al suo stile, affrettarsi a cacciare la sua cena e poi dirigersi verso i quartieri a sud di Parkview.

    Riuscì a trovare quasi subito il locale che gli era stato indicato e mentre si apprestava ad entrare gli venne normale chiedersi il perchè di tale scelta; un luogo così comune e condiviso da molta della società mortale.
    Trovò Artemisia seduta ad un tavolo in fondo al locale, ma dritto all'entrata, una buona posizion per tenere d'occhio chi entrava ed usciva.
    I suoi due Ghoul, Tom e Scarlett le sedevano di fianco e sorseggiavano quasi controvoglia una birra scura.
     
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  2. herman.walker
     
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    Quella citta` era territorio nuovo per Herman e i preparativi per la sua scalata ancora molti.

    L'appartamento che Jesus aveva fatto acquistare per lui non era male e la vista su uptown al risveglio era un piacere per occhi abituati a cambiare citta` di mese in mese.

    La vita che Artemisia negli anni aveva scelto per lui non era stata delle piu` facili. Strano tipo il suo mentore. Bella di una bellezza particolare - l'aveva incontrata la prima volta in un club e gli sembro` fosse li` per lui.

    Gli sembro`, fin dal primo momento, lei fosse l'unica persona a pensare in un modo simile al suo. Sapeva tuttavia che un giorno Artemisia sarebbe stata sulla sua strada e con questo pensiero in testa senti` come un boccone amaro scendergli in gola.

    Trovo` posto per la Jaguar pochi metri dopo l'entrata del locale e si diresse dentro con Jesus e Narciso.

    Facile trovarla anche solo alzando gli occhi - la vista di lei gli mise in testa molti ricordi.

    Si mosse velocemente fra i tavoli verso di lei.

    "Il fascino e` quello di sempre!" fu il suo esordio verso il suo mentore. Con un cenno del capo si rivolse ai due accessori di lei e, con il piu` vero dei suoi falsi sorrisi, li saluto`: "Ragazzi!"
     
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  3. Artemisia_Png
     
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    Si chiama 'Elisir dell'Immortalità', Herman. Forse un giorno ti dirò dove trovarne un po'...
    Artemisia ironizzò increspando leggermente le labbra in un breve sorriso di circostanza.

    Dal momento che Herman era entrato all'interno del locale si era sentito il suo sguardo addosso.
    Lo aveva seguito con gli occhi fino a che non si era avvicinato al tavolo e gli rivolse la parola solo quando fu lui il primo a parlare.

    Da quanto in città Herman? Sono venuta a sapere del tuo arrivo solo ieri notte.
    Lo sguardo si fissò in quello di lui e per i secondi successi alla sua domanda nessuno dei due parlò.
    Come lo so io, lo sanno anche altri. Sai a cosa mi riferisco, sei una persona molto intelligente e perspicacie.

    Incrociò le mani sul tavolo difronte a lui, le gambe accavallate sotto al tavolo.
     
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  4. herman.walker
     
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    Era sorpreso dalla sua domanda. Tornava proprio da una delle strane "commissioni" che lei gli aveva impartito.
    Sapeva che c'era qualcosa sotto - ormai aveva imparato a conoscerla abbastanza bene e non poteva essere un caso che gli avesse dato appuntamento in un posto come quello e si fosse portata dietro i suoi cani.

    "Uhm...elisir dell'immortalita`" mormoro`, "su alcuni lavora meglio che su altri."

    "Apprezzo l'osservazione rispetto alla mia intelligenza e alla mia perspicacia; e` sempre bello vedersi apprezzati" aggiunse sorridendole quasi ad ostentare serenita`, "ma il tuo servizio di informazioni e` diventato fin troppo efficiente! Sono arrivato proprio ieri notte quando quasi albeggiava e la mia intenzione era esattamente di venirti a far rapporto oggi rispetto alla questione dei nastri - che, per inciso, e` stata un discreto successo. Fatto cio` era mia ambizione per la corrente notte di andarmi a presentare agli altri a cui tu penso ti riferisci. Per questo tra l'altro mi sarebbe molto utile avere delle indicazioni a proposito di luoghi e persone essendo io nuovo del posto."

    Rivolse un secondo sorriso per il suo mentore - un sorriso a meta` fra quello che un figlio avendo il dubbio di aver fatto un marachella rivolge alla madre e quello del marito che vuol farsi perdonare per non aver portato dei fiori a casa dopo un lungo viaggio.

    Eh! C'e` stato un tempo in cui mi avresti invitato a sedere. Un tempo in cui non saremmo stati in sei per parlare a quattr'occhi!

    Edited by mahadeva - 8/7/2014, 01:30
     
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  5. Artemisia_Png
     
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    Artemisia annuì ed abbassò la testa solo un attimo, poi finse un sospiro e gli rivolse uno sguardo grave.

    Sono tempi difficili Herman, soprattutto qui a New Orleans.
    E' tutto così in disordine, fuori dalle righe... e al contempo tutto troppo intransigente.


    Quella stessa notte, quando aveva ricevuto il messaggio da Artemisia, Hermana aveva avuto il vago sentore che non lo stesse convocando solo per avere un rapporto sulla questione dei nastri, che aveva poco prima anticipato, ma ci fosse anche altro sotto.
    Aveva sentito dire del cambio di repentino dei Vertici della piramide cittadina; dei Nosferatu che in batti baleno erano riusciti ad occupare le più alte cariche politiche, ed aveva anche sentito dire che c'entravano di mezzo i Seguaci di Set. Motivo principale per cui i Nosferatu, autoproclamandosi coloro che avevano sventato il teatrino dei Serpenti ne avevano approfittato per prenderne i posti.
    Verità? Menzogna? Chi poteva dirlo.

    Artemisia parve leggergli nel pensiero, o forse lo stava facendo sul serio, commentò chiudendo il cerchio del suo filo di ipotesi.
    Già. Ma chissà dove sta la verità!

    Aprì le mani, in un gesta di rassegnazione:
    Non voglio che tu pensi che io non mi fidi di te, Herman. Non è per questo che loro sono qui con me, ma credimi se ti dico che le strade là fuori non sono mai state tanto pericolose quanto queste ultime Notti.
    passò in rassegna con lo sguardo i Ghoul di Herman:
    Beh vedo che comunque anche tu preferisci sentirti "coperto".
     
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  6. herman.walker
     
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    Nuovamente lei gli sembro` nella sua testa. Era gia` successo in passato, lui pensava a qualcosa e lei chiosava su i suoi pensieri. Questo era cosi` piacevole quanto inquietante ora che anche lui giocava agli stessi giochi di potere di lei.

    Riconobbe ben piu` che una nota di preoccupazione nella voce del suo mentore. Raramente l'aveva vista cosi` preoccupata in passato e quantunque lo fosse stata c'era sempre un ragione valida.

    Le storie che aveva sentito sulla citta` non gli piacevano molto - sembrava che qualcuno avesse gia` iniziato un incredibile lavoro per saldarsi il dominio addosso. Il dubbio che tutto fosse una grande operazione di discredito rimaneva comunque. Ma, in fondo, quale strategia poteva essere migliore che far circolare storie per la citta` in modo tale che i propri oppositori politici si perdessero in fantasie invece che affrontare la realta`?

    "Mi fa piacere sentirtelo dire", disse continuando a sorridere "sai quanto la tua amicizia sia importante per me!".

    "Ti presento Jesus Aquino" disse indicando uno dei due uomini. Il bagliore negli occhi di questo mostro` come apprezzasse il gesto di presentazione del proprio domitor. Era un uomo solido, dai chiari lineamente latini non eccessivamente bello ma con impresse nel volto le mille avventure del ragazzo di strada e, sebbene i suoi occhi scuri non avessero possibilita` di risaltare a confronto della pelle anch'essa non chiara e dei capelli a riccioli castani, si poteva osservare facilmente che il ragazzo non fosse uno sciocco.

    "E ti presento Narciso Melquiades" continuo` Herman spostando l'attenzione sul secondo uomo. Questo faceva sembrare l'altro un bambino. Era un uomo massiccio e alto che chiaramente aveva speso molto del suo tempo in una palestra. Anche i lieamenti di lui dimostravano chiare origini latine ma erano in un certo modo piu` truci ma anche piu` passivi - negli occhi una vena di rassegnata tristezza mista ad un inspiegabile vuoto.

    "Probabilmente te li ho gia` presentati in passato. Ma sai che mi piace far da chaperon!" disse con una lieve e visibilmente finta risata. Scherzare era sempre stata la sua strategia per controllare le situazioni e far abbassare la guardia agli interlocutori ma, dopo cosi` tanti anni, aveva talmente interiorizzato questo modo di fare da avere difficolta` ad abbandonarlo.

    "In ogni caso." disse come a voler chiosare la sua stessa divagazione e diventando improvvisamente molto piu` serio: "le strade sono ancor piu` pericolose per me essendo appena arrivato e questi due mi sono gia` stati molto d'aiuto in passato in altre situazioni pericolose. Quello che ora mi preme di piu` sapere e` cosa hai in mente. Quale e` la parte che vuoi recitare? E soprattutto, quale e` quella che vuoi assegnare a me?"

    SPOILER (click to view)
    OT: stasera vedo di completare e postarti le schede dei Ghoul
     
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  7. Artemisia_Png
     
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    Ok, poi quando son complete le sposto sotto la scheda di Herman.

    Quando Herman presentò i suoi servi del sangue, Artemisia si limitò ad accennare un sorriso ed annuire lievemente con la testa.
    Ovviamente non fece altrettanto con i suoi ghoul perché Herman già li conosceva e soprattutto perché non aveva interesse a farli conoscere a quelli del suo protetto.

    Inoltre, tenere le cose distaccate manteneva un alone di mistero e ignoranza e il non conoscere spesso genera timore.

    Dici bene, Herman. L'ho già detto che sei molto perspicacie, no?
    Abbozzò un sorriso bonario.

    Adesso arrivo al dunque, ma prima fammi recitare la mia parte; prima consumiamo gli iter burocratici, prima possiamo occuparci delle nostre faccende.
    Esatto - prima che tu commenti - in qualità di Primogenita del nostro Clan, mi sono offerta di raccogliere la tua presentazione, in ottemperanza della Quinta Tradizione. Ho preferito che tu incontrassi me, per prima, piuttosto che lasciarti nuotare tra quelli squali senza un minimo di protezione.

    I due Ghoul, Tom e Scarlett annuirono in contemporanea.
    Si assomigliavano molto, Herman non ricordava bene, ma era piuttosto sicuro che quei due fossero fratello e sorella.

    Si schiarì la voce:
    In nome di Sua Maestà... Harriet Thompson, Principe della città New Orleans, io, Artemisia, Primogenita del Clan Malkavian, ti concedo di soggiornare in questa città e ti do ufficialmente il Benvenuto.
    Agitò poi la mano in modo sbrigativo per chiudere il discorso, come a voler dire "e tutta quella roba lì..." tralasciando gli altri discorsi di rito.
    Scarlett si alzò estraendo il cellulare ed allontanandosi per chiamare.

    Herman, quasi tutti i Primogeniti sono spariti, altri uccisi con l'accusa di essere Seguaci di Set infiltrati.
    Adesso chiedimi perché io invece sono "viva"... nonostante potessi risultare un elemento molto scomodo, non mi è toccata la stessa sorte, non sono passata a Morte Ultima.
     
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  8. herman.walker
     
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    Era quasi divertito dal vedere il proprio sire in vesti ufficiali. Non l'aveva mai vista in questo modo. Era stata una confidente quando ancora lui era umano e sicuramente un suo interesse. Poi durante la sua vita da vampiro, era diventata il suo maestro e, sebbene fosse stata proprio lei a scrivergli a volte lettere di raccomandazione per permettergli di accedere ai principati delle citta` che visitava, in quel momento si senti` come un bambino andato a trovare la madre al lavoro.

    Il tagliar corto di lei rispetto a quella fanfara ritualistica di burocrazia lo risollevo` facendolo sentire meno solo nel partito di quelli che credevano che parte delle tradizioni esistessero solo per occupare la maggior quantita` di tempo possibile nelle noiose notti di creature immortali.

    Osservo` Scarlett allontanarsi e mormoro` fra se` e se`, ma come a volersi far sentire da Artemisia: "Uhm...curioso!". Immediatamente lo sguardo` torno` sul suo sire: "Beh, se devo considerare la situazione devo farlo in maniera schematica. Ci sono tre modi di sopravvivere ad un'epurazione. Il primo e` essere l'epuratore - questo garantisce un certo margine di sicurezza. Il secondo metodo e` quello di essere innocui o apparire tali - non vale la pena di creare martiri. Il terzo e` quello di essere utili.".

    Si fermo` un attimo e guardo` il soffitto con un tale trasporto che sembrava volesse leggervi la risposta alle proprie domande. All'improvviso sgrano` gli occhi e sollevo` un indice come se la piu` brillante delle idee gli fosse appena arrivata in mente.

    "Solo tu hai la risposta!" esclamo`: "e, se come credo, tu vuoi rendermi curioso, ti confermo che ci sei riuscita. Quindi te lo chiedo, come sei riuscita a sopravvivere alla mattanza?

    Per quanto stesse facendo di tutto per sdrammatizzare, la situazione pareva delle piu` nere in quella citta`; la storia dei primogeniti eliminati non lo lasciava sereno specialmente considerando che era da uno di questi che dipendeva il successo della sua non-vita in citta`. Al contempo, tuttavia, si trovo` a dover ammettere a se` stesso come la questione lo incuriosisse parecchio.
     
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  9. Artemisia_Png
     
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    Artemisia si lasciò sfuggire una risatina incontrollata.
    Oh, niente di cosi' sorprendentemente innaturale, Herman.
    Semplicemente: ne sono stata fuori. Molti di quelli là non sanno nemmeno che faccia io abbia e questo è solo un vantaggio, di questi tempi, credimi...


    Scarlett tornò a sedersi e a sorseggiare la sua birra analcolica.
    Artemisia indicò Scarlett.
    Faccio comunicare loro con le alte sfere, lascio messaggi; non sono mai io la diretta interessata che si fa sentire. Capisci cosa voglio dire...mi faccio sentire solo quando necessario, senza mai interferire. In modo che loro non possano pensare di me ciò che hanno fatto credere degli altri.
    La Primogenita fece spallucce.
    Artemisia gli stava suggerendo come scritto a caratteri cubitali neri su di un foglio bianco, di starsene alla larga il più possibile, in una parola: prevenzione.

    Ma una Primogenita, in un certo qual modo, ha a cuore la situazione del suo Clan in una determinata città e per questo stesso motivo Herman si stava chiedendo come le era stato possibile tenere tutti i membri del Clan al sicuro senza gironzolare tra gli alti piani della Camarilla cittadina.
    Nello stesso momento vide Artemisia annuire: gli stava leggendo di nuovo nel pensiero.

    E qui arriva il secondo motivo della tua convocazione, Herman. - commentò ciò che lui stava pensando.
    Fino ad adesso sono riuscita a tenermi in contatto con il Clan come meglio ho potuto, ma i loro controlli si fanno sempre più frequenti: hanno occhi ed orecchi dappertutto, ragazzo mio.

    Si lasciò andare in un sospiro, forzato ed innaturale, ovviamente.
    Avevo bisogno di luogo, un posto che possa fungere da "rifugio" comune per il Clan, un punto di ritrovo.
    E l'ho trovato: è perfetto Herman...
     
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  10. herman.walker
     
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    La situazione politica del posto era ben piu` intricata di quanto avesse immaginato. Il modus operandi del suo sire, pur avendo un senso e trovando posto nel quadro delle possibilita` da vagliare per sopravvivere, aveva sicuramente indebolito la posizione del clan in citta`. Vero era pure che se lei non si fosse comportata cosi` il clan avrebbe potuto subire perdite ben maggiori.

    "Come e` potuta degenerare cosi` tanto questa situazione?" penso` - "come e` potuto succedere tutto a questa velocita`?".

    Artemisia dal canto suo sembrava avere un piano e lui sembrava farne parte in qualche modo. Tutto cio` sembrava avere a che fare con un rifugio comune per il clan. Lei sembrava godere della sua curiosita` e lui decise di soddisfare il suo godimento.

    "Il secondo motivo della mia convocazione e` correlato con un rifugio perfetto per il clan... credo di starmi perdendo pezzi per strada o meglio ancora, credo che tu mi stia volendo tenere sulle spine" disse esprimendo vistosamente col volto la sua curiosita`.
     
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  11. Artemisia_Png
     
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    Ridacchiò, forse per la prima volta nell'arco della serata in maniera del tutto spontanea.

    Herman, ho bisogno del tuo aiuto per prendere il totale possesso di questo posto...

    Fece una pausa.
    Vieni, voglio mostrartelo.

    La Primogenita fece cenno ai suoi Ghoul di alzarsi, e chiese ad Herman di seguirla con la sua auto.
    Mentre uscivano dal locale gli accennò soltanto che il luogo che voleva mostrargli si trovava a Tremé, uno storico quartiere di New Orleans.

    Se accetti di seguirla, la role continua.

    Concludi qui e poi ti lascio il link dove proseguire.
     
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  12. herman.walker
     
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    A questo punto aveva tutta la sua attenzione. Forse non era la scelta piu` furba lasciarsi coinvolgere in tutto questo ma, qualcosa, gli diceva che senza giocare quella partita non avrebbe potuto aspirare a premi piu` grandi.

    "OK. Sai sicuramente come giocare con la mia curiosita`. Considerami dentro." le disse divertito ma mimando un finto sospiro.

    Sapeva che gli leggeva nel pensiero e mentre uscivano dal locale decise di gettare li` un pensiero cosicche` lei potesse sentirlo e tutti i ghoul rimanessero all'oscuro.

    "Vuoi venire con la mia auto? Avremmo modo di parlare piu` liberamente li`. E poi, sembra poco spaziosa, ma e` piu` grande all'interno! I ragazzi possono seguirci con l'altra".

    Decise di lasciare la scelta a lei mentre si dirigeva verso la sua auto facendo segno a Jesus e Narciso di seguirlo.
     
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  13. Artemisia_Png
     
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    Artemisia si soffermò sul marciapiede, una volta usciti dal locale, voltandosi verso Herman.
    Il suo pensare era stato "letto" dalla Primogenita.
    Come previsto.

    Lo fissò intensamente senza dire niente e solo dopo un po' annui, impartendo poi l'ordine a Scarlett e Tom di andare con i Ghoul di Herman.
    Noi viaggeremo soli.

     
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    Huck Finn’s è un locale normale, di quelli dove l’avventore entra per farsi una birra, ma che poi non rimane nella mente del visitatore. Venendo a New Orleans non c’è nessuno che effettivamente dice “Andiamo all’Huck Finn’s per far baldoria!”. Una rapida occhiata su Trip Advisor comunque gli da 4 stelle, il che significa che non si sta male, pur non potendo raggiungere l’eccelenza per il fatto che manca quel “quid” particolare.
    L’ambiente è tranquillo, le spine presenti al bancone fanno capire che ci sono molti tipi di birra presenti, soprattutto artigianali. I tavoli sono in legno massiccio, come pure le sedie, con il menù plastificato. Come svaghi c’è una zona per le freccette e un grande schermo sopra il bancone su cui viene trasmessa la partita. A guardare in quella direzione ci sono degli abitudinari del luogo, almeno per come chiedono la birra o scherzano tra di loro. Se si vuole ordinare bisogna andare al bancone, non essendoci personale che serve ai tavoli. L’aria ha un forte odore di buono e gli hambureger con le patatine che stanno ai tavoli fanno presumere che ci sia anche una cucina in questo posto. Non un dinner, ma comunque una cena non è difficile da ottenere.
    Ulrich Stern continui qui

    Il dolore persiste, ha reso la guida insicura ed incerta, e farci il callo è difficile, nonostante Bielski è costretto a conviverci. Alzarsi ogni notte con quel costante lascito di una vita da mortale a cui non appartiene più è pesante. Muoversi senza aver rimarginato la ferita è una scelta di opportunità non da poco, influendo quella condizione su tutte le azioni che poi il vampiro va a fare.
    La fame poi è una pessima consigliera, specie quando si sta in mezzo a così tanti umani… il cibo preferito per un immortale succhiasangue come è il militare.
    Al di là delle difficoltà che ha per muoversi, Bielski vede in lontananza l’omone che sta già con un bicchiere mezzo vuoto davanti, guardandolo con fare assorto.

    HKcyTmY


    Non sta molto vicino al bancone, ma è spostato nella zona destra del locale comunque di dimensioni non troppo ragguardevoli. Il rumore e il vociare la fanno da padroni in questa situazione e la televisione fa il resto. In sottofondo, inoltre, dovrebbe esserci una leggera musica di qualche tipo, ma è indistinguibile e praticamente è come se non ci fosse.
    1701E continui qui

    L’orologio ticchetta, la donna in sella al suo scooter è in ritardo. Lo smarthwatch gli comunica la notifica di un messaggio, è di Liz
    CODICE
    vieni quando vuoi, ho un tavolo e le patatine

    Alla fine Minako raggiunge il luogo, riuscendo a parcheggiare senza troppi problemi.
    Il locale è abbastanza pieno, vedere quella personcina minuta e combattiva non è la cosa più semplice al mondo, ma l’occhio di Mina è allenato e alla fine trova la ragazza seduta ad un tavolo da sola.

    FTiLzYX


    La fissano un paio di ragazzi dalla distanza, anche se l’immortale non capisce i loro intenti: buoni o cattivi? Liz ha davanti a sè un piatto di patatine ed un cocktail marrone scuro con una buona scorta di ghiaccio all’interno, mezzo bevuto, oltre ad un altro bicchiere vuoto, sempre delle stesse dimensioni e sempre con ghiaccio.
    Ad un certo punto prende il cellulare che ha davanti e, sbuffando, digita sul touch screen qualcosa. Mina sente vibrare il suo telefono e, di nuovo, dallo smartwatch vede che è di Liz.
    CODICE
    ok vieni quando vuoi, ma se non vieni dimmelo! @_@


    Edited by Alteraego - 22/4/2022, 18:03
     
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    Quella stramaledetta ferita gli stava dando il tormento, quella sera. Come se la fame non bastasse già da sola !

    Normalmente avrebbe consumato del sangue e dell'energie per mettere a tacere il fastidio... ma aveva coscientemente deciso di non farlo, non ancora.
    Non voleva rendere facile la vita alla bestia che si portava dentro. Sapeva bene, infatti, che quella era in paziente attesa. Aspettava un suo passo falso, per manifestarsi e reclamare il sangue di cui era avida.

    Assolutamente no. La sua forza di volontà sarebbe stata più forte. L'avrebbe tenuta a cuccia finchè non fosse stato il momento adatto per saziarsi un pò, magari dopo quell'incontro. Ogni cosa a suo tempo.

    E poi non tutto il male veniva per nuocere. Il fatto di essere temporaneamente fuori forma gli avrebbe dato una buona scusa per non mangiare nè bere davanti al suo amico. Ci pensò su mentre entrava in quell'anonimo bar di quartiere, probabilmente una delle innumerevoli strutture ricostruite o risanate dopo che Katrina aveva devastato mezza città nel 2005.

    Ignorò gli altri avventori e lo schermo che vomitava notizie sportive sui presenti, e camminò con calma tra i tavoli di legno in cerca di Toby Moore. Non fu difficile trovarlo, quindi Ethan si diresse verso di lui.

    Lo trovò assorto, pensoso. Un altro indizio che andava ad aggiungersi agli altri: quella non era una semplice rimpatriata tra vecchi amici. C'era qualcosa che voleva chiedergli.

    Mentre puntava con calma verso il tavolo, sulla destra, si sforzò di respirare. Da quando era diventato un cainita, aveva mantenuto quell'abitudine non necessaria per pura memoria muscolare. Forse semplice istinto. Ma, dopo cinque anni, quell'abitudine aveva iniziato a scemare ed ogni tanto gli capitava di dimenticarsene mentre era concentrato su altro.

    Beh, quello era uno dei momenti in cui non respirare avrebbe destato dei sospetti, quindi avrebbe dovuto farci attenzione.

    Senza chiedere il permesso, il Brujah si accomodò davanti a lui... ma con movimenti lenti ed accorti. Osservandolo, si sarebbe potuto dedurre molto facilmente che qualche dolore lo stesse limitando.

    Quando si fu sistemato, fece un ghigno amichevole al suo interlocutore, e lo chiamò col suo vecchio nomignolo. "Ciao, Sarge. Un dollaro per i tuoi pensieri ?"
     
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