Rifugio di Minako Sato

Rifugio di Minako Sato

Minako vive in un piccolo appartamento situato nel Quartiere Francese, al primo piano di una graziosa palazzina residenziale in cortina, con ampio giardino condominiale, interno 3 scala B.

La porta di casa, sotto la superficie esterna ben curata ed identica a tutte le altre del piano, risulta essere blindata con serratura di ultima generazione. Essa si apre su un salottino arredato in stile moderno, seppur con mobili di fattura non particolarmente pregiata o ricercata di una nota marca svedese, conosciuta piú per l'economicità che per la qualità dei propri prodotti.

La stanza é arredata con un divano angolare in (finta) pelle nera, posto davanti ad una libreria a vista, stracolma di libri in edizioni economiche palesemente letti molte vte ed ospitante una smart tv non di marca blasonata, ma di discreta qualità.

Non lontano c'è un tavolino in ferro brunito e vetro con quattro sedie del medesimo colore del divano e, sul tavolo, un centrotavola con alcune candele.

Sulla parete opposta alla libreria, infine vi é unl'angolo cottura, composto da una parete attrezzata standard di tre metri. Si tratta palesemente del modello base da catalogo - ancorché gradevole alla vista - e non molto usato...quasi mai, in realtà.

Lasciata la stanza dalla sola porta presente ci si trova in un piccolo disimpegno con tre porte: quella di fronte é un bagno di modeste dimensioni, dove padroneggia una grande doccia di quelle da due persone, probabilmente costruita dove originariamente era stata installata una vasca.

Le altre due porte sono invece altrettante camere: in quella di destra si trova la camera padronale, arredata con mobili della medesima provenienza e qualità della sala, ma arredata con un gusto maggiore. Il letto, all'occidentale e due piazze, é abbellito da un copriletto dai colori vivaci e vicino ai cuscini vi sono alcuni pelouche di grandi dimensioni, tenuti probabilmente piú per bellezza che per reale affetto.

Di fronte al letto vi é una grande cassettiera con una seconda tv di dimensioni piú modeste mentre, lí dove dovrebbe trovarsi la finestra, é stato tirato su un muro di cartongesso che ha ristretto la stanza, creando una sorta di cabina armadio.

L'ultima camera, infine, non può essere definita con parole diverse da "caos organizzato". Tutte le pareti sono infatti ricoperte di strutture a mensole aperte, stracariche di pezzi di computer, monitor e stampanti rotti o comunque smontati.

Solo in uno degli angoli - il piú lontano dalla finestra - vi é una grande postazione da computer angolare, attrezzata con macchine evidentemente di buona qualità ed una sedia con rotelle all'apparenza molto comoda.

Al centro della stanza vi é infine un tavolo da lavoro, di quelli con gli attrezzi ordinatamente disposti in apposite rastrelliere e cassetti sotto.

La porta e le finestre sono tutte collegate ad allarmi antifurto di ultima generazione, cosí come le telecamere installate in ogni camera. La casa dispone di un piccolo gruppo di continuità autonomo, installato in uno sportello sopra la porta.

L'appartamento, circa 40 mq, é corredato di una cantina e di un posto moto coperto nel giardino condominiale.

Nel medesimo palazzo - nell'attico - vive la Gohul di Minako, che é anche proprietaria del rifugio della ragazza.

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Dati anagrafici e descrizione


Valori percepibili:

Minako si risvegliò prima del solito quella sera, come se qualcosa - inconsciamente - l'avesse infastidita. Solo che per i vampiri non era come per gli umani, che se si svegliavano troppo presto potevano girarsi dall'altra parte, tirarsi le coperte sulla testa e tornare a dormire.

Quelli come lei - infatti - una volta risvegliati dal torpore in tutto e per tutto simile alla morte in cui cadevano durante il giorno era o semplicemente svegli.

Con uno sbuffo infastidito si stiracchiò, prima di poggiare a terra i piedi nudi ed alzarsi...il tempo di sonno che aveva perso lo avrebbe recuperato sotto la doccia, concedendosi qualche minuto in piú di quel piccolo lusso che ormai aveva per lei totalmente soppiantato il rito del caffè mattutino.

Quel giorno non doveva lavorare - il vantaggio di lavorare solo di notte era che i sindacati pretendevano turni di riposo aggiuntivi per compensare il disagio - quindi aveva tutto il tempo che voleva.

"Potrei persino organizzare una uscita...chissà se Liz ha già impegni per stasera?" si disse, mentre usciva dalla doccia avvolgendosi in un morbido accappatoio di spugna nero particolarmente soffice, che sua madre le aveva aspramente criticato quando lo aveva acquistato.

Quel pensiero le ricordò che erano parecchi giorni che non sentiva i genitori, ormai trasferitisi in Florida dopo aver chiuso il negozio che, per una vita, li aveva mantenuti. Ovviamente loro non sapevano nulla del... cambiamento...della figlia, quindi lei si era limitata a non dirglielo.

Anche prima - dapprima con la faccenda dell'espulsione dall'università e poi dalla polizia - i loro rapporti si erano fortemente deteriorati, quindi era stato sufficiente lasciare che tempo e distanza facessero il loro corso. In poco erano arrivati a sentirsi una o due volte al mese e lei si limitava ad andarli a trovare forse una volta l'anno, in occasione del proprio compleanno.

Quella sera, però, Mina non aveva voglia di rovinarsi l'umore sentendo - ed inevitabilmente litigando con - la madre.

"Quel che ci vorrebbe, invece, é uno spuntino..." si disse, mentre sceglieva dalla cabina armadio un paio di jeans abbastanza attillato ed una camicetta di cotone bianco, a cui avrebbe successivamente abbinato una cintura e stivaletti neri "...la mia non é proprio fame, é piú voglia di...qualcuno di buono'"

Nel fare questa riflessione parafrasò senza volere una famosa pubblicità di alcuni anni prima ma, nel rendersene conto, si bloccò. Da quando era diventata tanto cinica nel parlare di nutrirsi di un essere umano?

Certo, Mina cercava sempre di evitare di bere dagli umani piú del necessario e, quando poteva, selezionava le sue vittime tra gente che se la cercava e si meritava il peggio, ma... possibile che si fosse abituata cosí facilmente al nuovo regime alimentare che la sua condizione imponeva?

Si prese un lungo momento per rifletterci mentre, in automatico, la mano afferrava il telecomando della tv ed accendeva sul canale delle notizie locali.

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Dati anagrafici e descrizione


Valori percepibili:

La voce di Liz attirò la sua attenzione, impedendole di cambiare canale in maniera compulsiva come faceva di solito quando si svegliava nervosa. Anzi, piú che la voce era stato il tono a bloccarla: era il tono del vorave predatore di notizie, che aveva fiutato qualcosa che non andava.

Lo aveva notato la prima volta anni prima ed era ciò che l'aveva spinta a collaborare con lei, fino a costruire quel rapporto di amicizia che - in qualche modo - era sopravvissuto perfino alla sua trasformazione in vampiro, ancorché avesse necessitato di un espediente sovrannaturale per adattarsi.

Se Liz era in caccia, la notizia prometteva di essere interessante...e magari un diversivo piacevole in quella notte cominciata storta!

Per prima cosa usò il browser della smart tv per accedere al sito dell'emittente televisiva e, subito, trovò l'elenco delle notizie in primo piano. Dovette scorrerne una dozzina prima di trovare quella che le interessava: appena la ebbe trovata rimise il servizio dall'inizio.

Intanto, col cellulare, mandò un messaggio a Liz scrivendole *Ho visto il tuo collegamento...sei disturbabile?*

Non era detto che la giornalista fosse stata in diretta ma - se cosí non era - probabilmente l'avrebbe richiamata in pochi minuti, il tempo per allontanarsi un po' dai colleghi.

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Dati anagrafici e descrizione


Valori percepibili:

@Narratore

Mina rispose al messaggio sorridendo, lieta di avere appena indovinato la reazione della sua amica: come supponeva il trattamento l'aveva fatta infuriare - sebbene alla fin fine ce l'avesse piú col suo network che con la polizia in sé - ed ora ilfuoco della vendetta covava sotto il trucco impeccabile della reporter.

Ad ogni modo, per placarla leggermente scrisse *Certe volte mi chiedo come abbiano fatto certe sottospecie di scimmie senza pollice opponibile come i tuoi capi a scalare i vertici della tua azienda... comunque va bene, vediamoci tra mezz'ora. Magari potrei aiutarti a sapere qualcosa in piú...*

Fatto ciò finì di prepararsi e, indossato l'immancabile giubbotto di pelle - un oggetto a cui era estremamente affezionata, frutto del suo primo stipendio "serio" - afferrò lo zainetto con le sue cose e fece per uscire.

All'ultimo secondo ci ripensò e tornò in camera. Quindi entrò nella cabina armadio e - spostata una grossa scatola di scarpe da trekking (perché diavolo le aveva comprate? Lei odiava il trekking, perfino quando era viva) - rivelò una piccola cassaforte che aprí inserendo la combinazione.

Dentro c'era una Beretta, una pistola in tutto e per tutto identica alla sua pistola d'ordinanza di quando era in polizia. Rimase un momento immobile, chiedendosi se fosse il caso di prenderla.

Probabilmente era inutile, dato che non la usava praticamente mai se non per allenarsi al poligono, ma forse...forse, se Liz aveva ragione, sarebbe potuta essere utile. In fondo, essere amica di una giornalista d'assalto a volte poteva anche voler dire mettersi nei guai in cerca di un serial killer, no?

Alla fine uscí con quell'ultrriore peso posizionato nella fondina ascellare e, inforcato il proprio fidato scooter, si avviò verso il luogo dell'appuntamento.

@Narratore

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Dati anagrafici e descrizione


Valori percepibili: