Blue Nile

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  1. Gail Lifrey
     
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    Sulle prime Johanna non riesce a capire cos'abbia sbagliato nell'esprimersi, rimanendo perplessa di fronte alla reazione dei due umani accanto a lei, poi si rende conto di quanto sia stato equivoco e fraintendibile il suo intervento. Anche se il suo viso non può più diventare paonazzo, per un momento l'espressione che assume rivela quanto sia imbarazzata; vorrebbe sprofondare nel sedile del taxi fino a scomparire dalla vergogna, ma una simile gaffe la condanna ad essere al centro dell'attenzione, il gracchiare della radio non sembra distrarre nessuno tra i presenti.

    Nella mente della cainita si aggiungono in loop al sottofondo di violini sgangherati le parole da lei appena pronunciate, creando un canone a dir poco grottesco ed irrisorio, che la costringe al silenzio; il tono artificioso di Alex la mette ancora più a disagio, compromettendo la sintonia precedentemente instauratasi ed allargando l'organico della sua orchestra mentale con una sezione di ottoni particolarmente ignorante e alticcia.
    Frastornata dal casino che le riempie le orecchie dall'interno, Johanna abbassa lo sguardo per qualche secondo, e perdendo di vista tutto il resto si addentra tra le fila di musicisti che la importunano, per recuperare il significato della risposta del creolo.
    Quando arriva al termine "centro commerciale", le sue orecchie iniziano improvvisamente a sentire tutto in maniera più nitida, come se fino a quel momento fossero state tappate dalla pressione psicologica della serata: la musica goffa e apparentemente schizofrenica sviluppatasi quel giorno, infatti, nasconde una linea melodica comune, di cui lei non è la compositrice.

    "Non è possibile, un'altra coincidenza? Questa non è paranoia, qualcuno sta davvero orchestrando tutto ciò...mi chiedo solo dove voglia arrivare...
    Poi ci sono i due Alex: ogni volta che attribuisco più importanza ad uno vengo contraddetta, a quanto pare questo mistero ha una doppia chiave, e per ora non posso far altro che seguire le briciole."


    Al riaffiorare della sua coscienza nel taxi, nasce nella Malkava un senso di gratitudine per il cantante, che le ha appena offerto al tempo stesso una possibilità di salvezza da quella situazione imbarazzante e l'informazione che le mancava per poter iniziare la ricerca della bambina.
    Tornando a rivolgersi a lui e sfoggiando un'espressione da "sono un'incapace nelle relazioni sociali ma grazie per non farmelo pesare" (a metà tra un sorriso imbarazzato e una faccia da ebete riconoscente), risponde:

    "Fantastico, mi piacerebbe molto, andiamoci subito",

    pregando tra sé che il viaggio duri il meno possibile; essere confinati in uno spazio così piccolo con la necessità di conversare la mette in crisi, soprattutto dopo un inizio così disastroso.
     
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  2. White Nemesis
     
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    Un celestiale complesso di voci intona l’“halleluja”, sollevandosi quasi come un’acclamazione popolare in mezzo ad una piazza, in questo caso, tuttavia, è composta da spalti di coristi esaltati che alzano lo sguardo e le voci al cielo. La sinfonia è così assordante da renderla incapace di ascoltare qualsiasi altra cosa attorno a lei, per almeno una manciata di secondi, travolta dai quattro solisti (soprano, alto, tenore, basso) e dal coro a quattro voci, tutti vivacemente accompagnati da violino, viola, violoncello, basso continuo, tromba, timpani, oboi, fagotti e corni.
    Sostanzialmente, è un tripudio di suoni.
    Ma come accade nei vecchi grammofoni mal tenuti, quando il disco in vinile si inceppa poiché la puntina termina di percorrere il giro più esterno, anche l’orchestra si smorza con un scratch improvviso, che paralizza completamente l’esecuzione musicale.

    < E quindi…? >


    E’ il tassista che irrompe nei pensieri di Johanna, facendo incastrare l’armoniosa melodia con la propria voce asciutta, priva di inflessioni tonali interessanti.
    Sta evidentemente aspettando che gli venga confermato - e comunicato - il nuovo cambio di “rotta” così da impostarla nel navigatore, visto che l’Oak Park si trova in tutt’altra direzione rispetto alla scuola di musica, ed era solamente ad un quarto d’ora scarso di macchina dal Blue Nile.
    Alex ha lo sguardo puntato sulla moretta, fissandola in un misto di cordialità ed apprensione, palesemente soffrendo di un elevato timore lei non approvi la meta suggerita. Fortunatamente, la conferma della lunatica giunge limpida a questo giro, abbastanza da far rilassare le spalle del creolo, che nel mentre si adagia meglio sul sedile posteriore e risponde per entrambi all’autista.

    < Se prende Chartres Street in direzione della Elysian Fields Avenue, dovremmo riuscire a fare una svolta qui a sinistra e tagliare nuovamente per la Frenchmen. >


    Il creolo parla con una discreta cognizione di causa, sorprendendo anche lo stesso tassista per la dinamicità del suo pensiero e la soluzione offerta, un dettaglio che fornisce alla malkava altre informazioni specifiche sull’uomo che si porta dietro: quanto meno conosce bene New Orelans.
    Gli occhi dell’afroamericano tornano a sondare eventuali reazioni della giovane vampira, scrutandola dal proprio lato dell’abitacolo, quasi avesse nuovamente paura di un suo cambio d’idea improvviso, magari per proporre un terzo indirizzo completamente diverso. Evidentemente, ha quanto meno compreso il tratto “lunatico” della stessa, pur ancora non concependo la reale profondità dello stesso.
    Un paio di bip provocati dalle dita del tassista sul touchscreen del navigatore, comunicano che sta re-impostando la tratta da seguire, decisamente meno paziente di Alex nell’attendere ulteriori variazioni.

    Se Johanna non cambia idea – facendo prendere un colpo al poro Alex – direi che ci spostiamo di chat all’Oak Park Shopping Center
     
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  3. Gail Lifrey
     
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    Non so perché ma ho l'impressione che mi aspettino già abbastanza casini, meglio andare al centro commerciale senza intoppi :P


    "Se proprio dovevi interrompermi, potevi almeno farlo in battere..."

    In una situazione diversa Johanna avrebbe tentato di riprendere subito il brano, se non altro per scegliere un passaggio più opportuno in cui arrestarne l'esecuzione: avrebbe alzato un sopracciglio, e senza nemmeno mettere a fuoco la persona di fronte a sè avrebbe bofonchiato una risposta generica, per poi tornare a concentrarsi sul suo mondo; questa volta, però, Alex provvede a rispondere al tassista, permettendo alla cainita di risparmiarsi quella reazione e assecondare il suo autismo godendosi gli ultimi due quarti della battuta.
    Non indugia ulteriormente solo per rispetto al cantante, considerando che non osa riavviare la conversazione -dopo il primo tentativo, forse è meglio evitre ogni comunicazione non necessaria, onde evitare altri fraintendimenti-, restare cosciente le sembra il minimo; sposta per un attimo lo sguardo fuori dal finestrino, le luci dei locali si susseguono velocemente, lasciando nella sua mente un tintinnio lontano, più simile ad un ricordo che a un autentico suono fantasma, che la rasserena.


    La Malkava prosegue quindi il viaggio con il volto rivolto verso un punto indistinto davanti a sè di cui non si cura, in modo da poter sempre scorgere Alexander con la coda dell'occhio, senza fissarlo in ostinatamente: non le è ben chiaro che opinione si sia fatto di lei, ma è ancora al suo fianco, e sfoggia anche una certa nonchalance nel rimediare ai suoi casini, per cui non può che incuriosirla.

    "Lo spartito di stanotte è decisamente più elaborato del solito, ma forse ho capito come riuscire a proseguire nella sua stesura: non posso pretendere una risoluzione prima del tempo, devo essere paziente e lasciarmi guidare dal ritmo del brano, un passaggio alla volta...ma non posso nemmeno fossilizzarmi su un accordo aspro o dissonante, solo con una visione d'insieme potrò contestualizzarlo":

    sono questi i pensieri maturati dalla figlia de Luna, che con una delle sue solite metafore musicali tenta di farsi coraggio e si propone di risolvere la questione dei due Alex; nel profondo, una parte di lei spera vivamente che tutto ciò non le impedisca successivamente di instaurare un legame con il creolo, è raro che qualcuno le resti vicino e si fidi di lei nonostante la sua lunaticità.
     
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  4. White Nemesis
     
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    Continua qui
     
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    CITAZIONE (White Nemesis @ 16/2/2016, 14:43) 

    bluenile



    Esterno:


    Il Blue Nile è da sempre considerato come una delle sedi primarie della musica Jazz, presenti nel panorama di New Orleans.
    Situato nel cuore della storica Frenchmen Street, è stata una casa per un numero inquantificabile di musicisti funk, blues, soul, “brass shows" ed altri generi affini, fregiandosi della collaborazione di artisti famosi sia su scala nazionale che internazionale.
    E’ attualmente uno dei più longevi club dedicati a questo settore musicale e, seppur inizialmente fosse nato come palcoscenico per le band dal vivo, con il nome di “Dream Palace", il Blue Nile offre un menù davvero eclettico di brani musicali per la maggioranza delle serate settimanali, sia nella sala che spazia verso l’ingresso in fronte alla strada principale, sia nella più discreta saletta al piano superiore.

    Può essere facilmente scorto da qualsiasi punto della via grazie alla sua insegna luminosa blu, che non si limita a contornare il logo principale del locale (una mezza luna all'interno di un sole cavo), ma circonda di neon azzurri e fluorescenti, tutto il perimetro del porticato inferiore, oltre alla grande balconata sovrastante. La lunga serie di finestre quadrate posta nella parte alta del muro di facciata, è perennemente coperta da spessi tendaggi interni, naturalmente di colore tendente all'azzurro, così da amplificare l'effetto visivo insieme alle luci.
    Le vetrine esterne ai lati dell'ingresso, permettono di visualizzare in breve il programma della serata e dei nuovi brani registrati, per lo più quelli prodotti dalle etichette discografiche direttamente collegate al franchising stesso del club.
    L'ingresso principale aperto al pubblico è quello centrale più grande ed incassato nei muri, i due limitrofi invece sono rispettivamente a sinistra una porta antipanico d'emergenza, mentre a destra si trova l'ingresso per i dipendenti del locale.

    L'edificio è caratteristico della zona come architettura ed è normalmente ben frequentato. Ci si può imbattere negli esponenti dei più svariati ceti sociali, tuttavia, i disturbi non sono all'ordine del giorno e la sicurezza viene costantemente monitorata con telecamere a circuito chiuso, presenti sia all'esterno che all'interno dell'edificio, naturalmente in punti strategici. All'apparenza non sembra esserci un vero e proprio sistema di "Security" armato, nessun buttafuori all'esterno o file di clienti fuori l'ingresso, anzi, solo per le serate particolarmente esclusive - per l'esibizione di qualche musicista famoso - si può riscontrare la presenza di qualche misura in più in tal senso.

    Interno:


    Così come all'esterno, anche l'interno si presenta completamente dominato dal colore blu, alternando a zone riempite da poster Jazz e dischi in vinile, delle intere porzioni di intricate pitture dai richiami esotici, vernici fluo sulle tinte del rosso, giallo e verde chiaro, che si susseguono in spirali tribali e decorano per intero i muri del locale.
    Dopo un breve ingressino chiuso con una doppia porta in legno, ci si trova subito di fronte all'ampia sala azzurra gremita dai piccoli tavolini tondi e sedie in legno, il bar si trova contro il muro sulla sinistra, dotato di un bancone stretto e piuttosto lungo, per lasciare maggiormente libero lo spazio nel salone. Anche qui alcune luci blu fungono da unica luminaria, emergendo fra gli scaffali ricolmi di bottiglie, cionondimeno sia i tavoli, che in generale il mobilio, sono sempre sormontati da candele profumate inserite in altrettante minute giare di vetro lavorato.
    Un grande palco rialzato illuminato da bianchi faretti bassi, si estende dall'angolo a sinistra lungo tre quarti della parete posteriore, con una posizione tale da poter essere inquadrato da quasi ogni angolo della stanza. Una porticina a muro è celata fra le pitture ed è coperta da un telo leggero ed iridescente.
    Le scalette per il piano superiore si trovano in fondo sulla destra a fianco della zona bar, mentre la porta limitrofa alle stesse - che da sul retro - conduce ad un corridoio che conduce direttamente alle toilette.

    Balconata e saletta superiore sono per la maggior parte del tempo chiuse al pubblico, se non per eventi speciali, venendo normalmente dedicate solo ai clienti particolarmente affezionati. L'arredamento del primo piano rispecchia quasi in toto quello del piano inferiore, seppur vi sia una maggior presenza di divanetti e minor costanza delle tinte fluorescenti, così che l'atmosfera resa sia decisamente più "intima" rispetto a quella del locale principale.

    bluenile2


    Musashi: continua da qui

    Nel suo non conoscere la città, Inoue non ebbe nessun problema a cercare quelle luci blu così squillanti e potenti da caratterizzare il blue nile. Non pareva nemmeno chissà che grande locale se paragonato agli altri, e una piccola folla di turisti si accalcava all'inrgesso senza troppo aspettare per entrare.
     
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    Ok e grazie per le spiegazioni 👍


    Inoue, lasciato il mezzo con cura, si diresse verso il locale.
    Nel mentre con il cellulare cercò di ottenere più informazioni possibili sullo stesso, sia ufficiali che ricavabili da eventuali commenti da parte dei clienti che in esso affluivano.

    La piccola folla che iniziava a scorgere, gli fece pensare che ci potesse essere qualche sorta di evento in serata.
    Ancora prima di accedere, verificò sulla rete che così fosse ed in tal caso avrebbe cercato di prepararsi un minimo su eventuali gruppi ospiti.
    Forse non serviva ma un minimo di infarinatura avrebbe potuto aiutarlo nella sua copertura e giustificare perché fosse lì se avesse voluto agire in modo "meno diretto".

    Mentre arrivava all ingresso, con nonchalance, cercava di annusare meglio la situazione.
    Oggi la sicurezza era presente? Si notavano possibili telecamere? In un locale di solito frequentato da più ceti sociali, oggi si aveva affluenza in prevalenza di un certo tipo di clientela?
    Ma l attenzione maggiore, per quanto azzardata, era già nel cercare di scorgere qualche viso "familiare", magari comparso in qualche scatto.

    - Cerco info sul locale (per leggittimare di sapere già quello che hai citato nel post + varie ed eventuali che potrei raccogliere)
    - Mi informo sui gruppi, se presenti eventi. Se più di uno, focalizzo l attenzione su quello che mi dà info più facili e veloci. Se non gruppi particolari, rinforzo la mia conoscenza sul genere di musica, per non apparire un completo pesce fuori d acqua
    - vedo per sicurezza e telecamere, anche sulla base delle attitudini del mio Pg in tal senso
    - cercò visi conosciuti e.o dettagli già notati in foto, per quanto arduo
    - se riesco ed entrare già, cerco di orientarmi all interno grazie a foto della rete ed agli scatti avuti. Sia per andare nella zona interessata, sia sempre per non apparire uno "nuovo" troppo facilmente
    - con buon senso a non subire attacchi epilettici, uso auspex vista in cerca di eventi visi; con nonchalance
    - Se non trovo nulla, vedo di barman, camerieri ecc
    - ho foto con le due (o annesse al locale) con me di cui ho cercato di salvare copia tramite cell in cloud. Come per tutto il resto
     
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    Una veloce ricerca online chiarì alcuni punti al warlock, che non esitò a chiarire alcune sue curiosità. il blue nile era un locale discretamente famoso a New Orleans, e con alcune gallerie fotografiche e testimonianze, il vampiro si sincerò del suo interno e della sua dimensione nota. Non ha mai avuto grosse storie macabre o scandali al proprio interno, e si è sempre difeso bene per qualità e prezzi. Questa incredibile perla blu del French Quarter si era forse macchiata di sangue per la prima volta?
    La programmazione era quantomeno basilare: i gestori si rifacevano ad alcuni circoli della musica che mandano giovani promesse tanto quanto nomi famosi (per quanto ovviamente non si parli di popstar ma di nomi famosi nella sfera Jazz e Blues contemporanea). Nella sera dell'arrivo di Inoue gli parve di capire che non vi fossero eventi particolari, solo "musica in sala". a conferma percepì un ovattato, orecchiabile e morbido motivo Soul che attraversava il locale.
    Entrare fu molto semplice. pagando alla cassa interna un totale di 10 dollari (più l'obbligo di una consumazione) il tremere si guadagnò un ingresso rapido.

    In un primo momento non ti sembra di vedere volti noti, anzi. i neon blu rendono impossibile attivare auspex senza venire flashati, e dopo un tentativo blando decidi che non è il caso. Tuttavia riesci a orientarti e raggiungi la sala del pianterreno, dove è stata scattata la foto (riconosci distintamente i decori sul muro vicino al palchetto.

    Il personale bene o male è a vista, dai camerieri che saettano nel blu luminescente ai due baristi al bancone che preparano composizioni più o meno artistiche con movenze coordinate. un paio di buttafuori sono in zona, uno all'ingresso (che fa anche da guardia per chi entra) e uno vicino alla scala che porta al primo piano. Gli unici elementi con cui non si può parlare sono, per forza di cose, i musicisti sul palco.
     
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    Per quanto il locale non fosse immenso e per quanto magari avesse una tipologia di clientela di abitudine, Inoue non riuscì a identificare nessun viso noto.
    Del resto sarebbe stata troppo pretenziosa tale fortuna ed Inoue cercò dunque un posto dove accomodarsi.
    Per quanto volesse fare credere che ciò fosse casuale, in realtà mirava a sedere in prossimità di clienti che sembrassero spesso e volentieri in quel luogo.
    Ne avrebbe trovati?

    ..vediamo se trovo qualcuno di "interessante"..

    ..chiedere ai barman o alle guardie non credo sia così facile, ma teniamo buona la possibilità..

    Vediamo anche per un ufficio e possibili diversivi per accedervi..


    Non era una discoteca in cui la musica aveva lo scopo di sovrastare ogni cosa e Musashi provò a fare leva sul suo udito per orecchiare eventuali discorsi che potessero aiutarlo nella sua cerca di clienti abitudinari.
    Se fosse stato necessario e fattibile, ricorrendo anche all auspicio.

    Mentre si spostava in quella sala con nonchalance, buttò rapide occhiate in cerca di punti in cui vi potessero essere telecamere, per quanto non ne avesse viste fino a quel momento.

    Altresì provò a capire dove poteva essere un "ufficio" interno, con magari i terminali atti alla sicurezza ed il resto.
    Uno sguardo volò anche su eventuali clienti di grossa stazza, meglio se alticci, in prossimità.

    - non so se ti è sfuggito il discorso telecamere o non ne ho viste..nel secondo caso cerco di ipotizzare dove possano essere solo per tenerne da conto per eventuali azioni future
    - cerco possibile clientela abitudinaria, anche usando l auspicio per intensificare l udito. Se trovo mi siedo in prossimità
    - valuto presenza di ufficio (o zona per personale) e se in prossimità c è gente corpulenta e magari anche alticcia
     
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    Ksenia continua da qui per la descrizione rifatti al post citato appena sopra. Dal momento che la pg è sveglia da molto, giocati pure che è già dentro.

    @musashi:
    -non hai avuto modo di vederle, ho fatto un tiro che ahinoi hai fallito. comunque puoi immaginare ci sia una sicurezza minima.
    -ingresso di ufficio del personale non lo vedi a vista. forse è sul retro del bancone, dove probabilmente c'è l'ingresso delle cucine.
    detto ciò:
    -non ho capito come vorresti usare l'auspex per individuare clienti abitudinari. a parte che in un locale del genere potresti assordarti (ma questo è un problema relativo, se ti controlli) cosa vorresti fare? ascoltare conversazioni sperando che qualcuno ti faccia intendere che è un abituè? perchè in caso è un tiro combinato di investigare e di empatia a una difficoltà molto alta. Se invece vuoi riformulare dimmi pure.
    Ti aggiungo anche che, nelle foto che hai in tuo possesso, si riconoscono alcuni volti oltre alla vittima e alla kendall, ma non ti pare di riconoscerli in giro.

    @turni:
    -Ksenia
    -Musashi
     
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    si, intendevo quello che hai capito..

    ..solo che dalla descrizione e dal tipo di musica, mi immaginavo il posto più simile ad un discopub con meno densità di persone (aldilà della coda all ingresso) e con musica più soffusa, dato il genere..

    ..posto in cui si potesse fare conversazione facilmente, se si voleva, ed in cui potevo prendermi tutto il tempo per allungare l orecchio indiscreto mentre giravo con qualche scusa per farlo..

    se così non è, andrei direttamente al bancone come da seconda scelta 👍

    P.s. ricorda di dirmi se ci sono omaccioni e magari ubriachi 🤣
     
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    Alex:
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    @turni:
    -Ksenia
    -Musashi

    Ti prego di rispettare le direttive stabilite.
     
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    Di sicuro questo club era un minimo più particolare di quelli che conosceva tempo addietro, in particolar modo quelli...della sua vecchia casa, mettiamola così.
    Se li ricordava quei tempi: mandrie di studenti che si accalcavano in discotece di periferia, pronti a predere ogni cognizione fisica e mentale a suon di superalcolici in eccesso e talvolta sostanze sintetiche. Aveva qualche amica che ci era passata lì, una volta ogni tanto, ma invece lei era irremovibile; si divertiva in altro modo, di certo meno stordente.

    Ma il Blue Nile poteva avere una sua certa dignità: nonostante non adorasse l'eccesso di neon blu, non poteva negare che rendeva il posto caratteristico, sopratutto all'interno, dove i motivi fluorescenti uniti alla mancanza di file e calche soffocanti davano un esperienza vagamente riconducibile all'ipnotizzante. Sopratutto se aggiungi il Jazz in sottofondo.

    Ma "Vivienne" non era venuta qui per fare i complimenti agli architetti e ai designer del locale. Mentre stava si seduta al bancona, ordinando da bere più per non dare nell'occhio, il processo di raccoglimenti d'informazioni era già in corso.
    Non c'era alcun corpo di Sicurezza a tenere d'occhio eventuali disturbatori; il lavoro veniva lasciato alle telecamere presenti sia all'esterno che all'interno. Dunque era molto probabile che gli avvenimenti di questi giorni fossero tutti registrati e quindi presenti nell'edificio. Il controllo delle telecamere era una cosa basilare per ricerche di persone scomparse.
    Inoltre la sala al piano di sopra sembrava essere chiusa al pubblico, adibita per clienti speciali o serate particolari.

    L'obbiettivo adesso era semplice: tentare di capire come raggiungere la stanza di controllo delle telecamere ed esaminare le registrazioni.
    Ma non avendo una pianta stampata nella mente, doveva usare l'osservazione come arma: se ci sono addetti alle telecamere, questi prima o poi dovevano venire e andare all'interno del locale; l'ingresso esterno per i dipendenti doveva avere uno sbocco verso questa sala.

    E sempre osservando, doveva premurarsi di non essere osservata. Trovare un eventuale Fratello nello stesso locale sarebbe già stata una sorpresa. Se si fosse anche trattato di un Fratello "da guardia"...lì si sarebbe trattato di un imprevisto bello grosso.

    Si osserva l'ambiente, primariamente per carpire il flusso del personale.
     
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    Le sue fugaci occhiate non ebbero modo di vedere né telecamere, ne le persone presenti in foto.

    Altresì l idea di cercare clienti abitudinari fu scartata abbastanza velocemente; era tutto più animato di quanto avesse inizialmente immaginato e non poteva stare troppo in tale cerca senza sedersi o fare altro.
    Sempre non volesse attirare l attenzione, si intende.
    Il mulatto rimase così in un angolo, facendosi cullare dalla musica, come avrebbe potuto fare chiunque altro.

    Il posto non era casuale. Sebbene non avesse notato telecamere, Musashi cercava di mettersi nei punti che più difficilmente potessero essere inquadrati dalla videosorveglianza; almeno in base al buon senso ed alla sua esperienza in materia.

    Il capo era altresì lievemente chino, mentre guardava con nonchalance i barman e la clientela al seguito.
    Non era felicissimo di doversi rivolgere a loro.
    Potendo scegliere avrebbe preferito rimanere nelle memorie di qualche cliente più che di un dipendente ma non sentiva di avere molte altre possibilità.

    Appena notò una minor presenza di persone potenzialmente indiscrete dai barman, si avvicinò al bancone con la gestualità tipica di chi dovesse ordinare la celebre consumazione obbligatoria.
    Con tono deciso ma cortese, prese parola.

    Buonasera, mi stupisca con un cocktail a sua scelta buon uomo..

    ..E mentre lo prepara, mi dica se ha voglia di una mancia più o meno generosa, in base a quanto può essermi d aiuto..


    In modo tutto altro che vistoso, Inoue fece vedere tra le dita alcune banconote di diverso taglio.

    I suoi modi erano cordiali e rispettosi.
    Senza darlo a vedere, cercava di non regalare primi piani del suo volto, facendosi anche scudo delle luci e ombre di quella serata.

    - anche se non vedo telecamere, cerco di stare nei luoghi che con meno probabilità dovrebbero essere inquadrati
    - simulo il cliente tipo e
    mi avvicino al bancone al momento più propizio
    - dico quanto detto, cercando di non dare troppo nell'occhio
    - dimmi se vedo omaccioni un po'alticci in giro.
     
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    Fatto dei tiri per entrambi


    Non fu' difficile per Vivienne comprendere appieno quanto cercasse. Certo, non vide un ufficio del personale o similari, ma seguendo il personale potè notare come sul retro vi fosse una cucina e un anticamera con almeno altre due porte. Dovendo fare una botta di conti era per forza una di quelle le porte che l'avrebbero dovuta spingere in quella direzione.
    Telecamere all'interno ve erano giusto tre o quattro, una delle quali puntata sulla cassa e una sull'ingresso. Scartare le altre sarebbe stato relativamente facile. Quello che però non poteva scartare in alcun modo era il personale dietro al bancone, unico ostacolo prima di poter accedere alla stanza. Era improbabile riuscire a passare inosservata in quell'esile spazio... non senza un buon diversivo.

    Inoue non aveva notato le telecamere, ma poteva intuire dove un locale del genere tenesse quelle principali. quasi sicuramente il bancone e l'ingresso, forse la salita al piano superiore e le porte dei bagni. Probabilmente almeno un'altra nella sala principale, ma vai a sapere dove.
    Tuttavia, in mezzo a quel casino, tenere un profilo basso non era assolutamente un problema. Le condizioni di luce e la temperatura interna avrebbero reso impossibile capire la sua natura se non a un attentissimo esame.
    il barman, un ragazzo con pettinatura afro e una visibile manualità con lo shaker, si approcciò a Inoue quando notò la sua presenza.
    Buonasera amico, e benvenuto al blue nile.
    Che ne dici di un Sapphire Martini? hai la faccia di uno che se ne intende!
    ammiccò con fare amichevole. molto probabilmente aveva sparato qualcosa di discretamente prezzato, ma non troppo. Del resto il cliente lo si acchiappa truffandolo con calma, non tirandogli una sola al primo istante.
    Alla proposta della mancia tuttavia, il barman indugiò qualche momento. le bandonote le aveva viste, ma aveva drizzato anche le antenne, probabilmente pensando al peggio. Detta così suona un po' male sai? ahaha ridacchiò, ma senza troppo cuore mentre imbastiva il cocktail per musashi. Facciamo che prima mi dici come dovrei aiutarti e poi ti dico io?

    stessi turni di sopra:
    -Ksenia
    -Musashi
    @musashi: nessun uomo alticcio, ma ti ho fatto un tiro di percezione "sociale". questo locale non ti sembra esattamente uno di quelli dove la gente si svariona facilmente. non è una discoteca per intenderci, a dispetto delle luci particolari. Ovviamente questo non vuol dire che è una sala di astemi, solo che probabilmente è un po' presto per trovare qualche elemento su di giri.
     
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    Fortuna che la serata era sgombera quel che bastava a vedere ciò di cui aveva bisogno.
    Era molto probabile che la sala di registrazione delle telecamere fosse nell'anticamera vicina alle cucine.
    Anche con le telecamere la situazione era gestibile: due non la stavano puntando, le altre erano facilmente aggirabili con un minimo d'accortezza.
    Il problema rimaneva al bancone: come passare oltre al personale?
    Convincerne uno? No, non poteva tanto, e in ogni caso un altro avrebbe contestato subito la cosa.
    E di attaccare briga da lei non se ne parlava, neanche per sogno.

    Serviva un diversivo, una distrazione perchè lei potesse muoversi senza che gli altri facessero caso a lei. E' questo il segreto della furtività: l'occhio può anche scorgere, ma non deve far caso perchè impegnato da altro.
    Forse un piano ce l'aveva. Un po' grezzo, ma del resto non aveva fin troppe opzioni.

    Finì il suo drink, lasciando il pagamento sul bancone, per poi alzarsi e dirigersi non troppo distante: quello di cui aveva bisogno era una persona che fosse visibile dall'altra parte, opposta alla sua futura direzione di movimento.
    Gli basterebbe una persona qualunque nell'area designata, a cui direbbe, forzando la mano come solo lei sapeva fare, dando un piccolo ordine:

    -"...Attira l'attenzione degli uomini al banco.
    Grida.
    "-


    Non sarebbe dovuta finire qui. Da lì avrebbe tentato di usare ciò che le scorreva nelle vene per "aumentare il passo": avrebbe approfittato dell'attenzione puntata su quella persona, per poi mischiarsi alla calca e passare oltre il bancone senza dare nell'occhio.

    La logica c'è
    Ora manca l'azzardo.

    In parole povere:
    -Mi alzo e uso Comando su una persona abbastanza distante per attirare l'attenzione dello staff al bancone verso una persona che grida random. Così potranno darmi le spalle
    - Spendo un punto Sangue per usare velocità e avere un azione in più, per sgattaiolare alla mia destinazione mischiandomi tra la folla e non facendomi notare.
     
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